LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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OPERAZIONE BREZZA DI PRIMAVERA - FRUHLINGS WIND

KASSERINE TUNISIA FEBBRAIO 1943 -

5° REGGIMENTO BERSAGLIERI CENTAURO 

sfila la Centauro http://www.youtube.com/watch?v=2K2qdDGZiLo&feature=related

 

TUNISIA: ULTIMA FRONTIERA

“Ai primi di febbraio varcammo la frontiera tunisina che spirava un vento tagliente e freddo. Avemmo la sensazione di svegliarci da un incubo: si svelava un'Africa che non avevamo mai visto e che mai c'eravamo immaginati. Lontano a perdita d'occhio si stendeva un paesaggio di sogno con montagne incoronate di neve risplendenti sotto il sole. Passammo attraverso oliveti, boschi, campi, prati verdi e acqua da rallegrare il cuore. Entravamo in Medenine: dopo due anni di guerra nel deserto a mangiare sabbia e sputare sangue, non credevamo ai nostri occhi. Pur tuttavia l'incanto della fertile Tunisia non poté impedire il sorgere di una sorte di nostalgia. Ci saremmo portati per sempre impressi nell'animo il ricordo dei vasti spazi, l'ululato del Ghibli, il silenzio delle notti e i misteri di una terra che sembrava dominata da divinità e demoni". 

reenactors del 5°  http://home.earthlink.net/~frenchgreg/index.html

  Dal Diario di Rommel (prima dell'offensiva)

- 8 FEBBRAIO  La malattia continuava 

-"D'incarico del prof. Forster le comunico che il Maresciallo (Rommel) soffre di depressione per cui diventa completamente pessimista e perde ogni speranza. Le assicuro che egli è trattato con ogni riguardo e tutti coloro che lo conoscono gli augurano una pronta guarigione". (Gli Italiani lo erano già da tempo depressi: Rommel soffriva d'ulcera “somatica” aggravata come abbiamo visto da sindrome nervosa depressiva e da altri disturbi più o meno reali causati dall'andamento della guerra). 

20 giorni dopo - LETTERA dell'aiutante alla signora Rommel

inviata con molto ritardo: "Desidero farle in ordine cronologico le seguenti comunicazioni: Ai primi di febbraio le condizioni di salute, morali e fisiche di suo marito erano in tale stadio che il prof. Forster ritenne urgente e indispensabile una convalescenza di almeno otto settimane. Il 20 febbraio egli avrebbe dovuto, secondo gli ordini del Q.G. del Fuhrer, "partire in licenza". La gravissima situazione militare ha avuto una deleteria influenza sulla salute di suo marito. Il Comando Supremo italiano inviò un successore senza preavviso ufficiale e senza che suo marito fosse stato interpellato. Si aspettava il suo arrivo per annunziare che suo marito era malato. Egli non ha però mai voluto essere ammalato ed è meglio così. Egli appartiene ai suoi soldati. Se egli avesse personalmente fissata la data della sua partenza e qualche giorno più tardi si fossero verificati degli avvenimenti spiacevoli, gli avrebbero rinfacciata la sua partenza intempestiva, e gli avrebbero rimproverato di non aver previsto bene le cose. Durante questo lasso di tempo divennero necessarie alcun operazioni contro gli inglesi che non abbisognavano di rinforzi: dovevano parteciparvi truppe di entrambe le armate. Allorché egli si accorse dell'invidia che predominava, lasciò agli altri il comando. Il successo non venne sfruttato abbastanza e il Maresciallo fece una proposta molto intelligente, che purtroppo non venne attuata che per metà. Egli allora decise di condurre di nuovo le operazioni, e poté così riprendere in mano le faccende militari. Il Prof. lo visitò e trovò che egli era in grado di tenere il comando per otto giorni. Egli rinviò la cura a più tardi. Io inviai la relativa comunicazione al Q.G. del Fuhrer ed allo Stato Maggiore Generale del teatro d'operazioni del Sud. Durante il corso delle operazioni ricevemmo la risposta: il gruppo di armate Rommel abbraccia ambedue le Armate. Questa è stata una nuova testimonianza della fiducia che, non solo il Fuhrer ma anche il Duce hanno nella persona del Maresciallo anche dopo il lungo periodo di riposo. Egli stesso aveva sempre temuto il contrario".

   

http://www.storiainrete.com/primo-piano/kasserine/index.php 

  Dal Diario di Rommel

- 28 FEBBRAIO (aiut.) - "Il maresciallo è di nuovo in forma. Oggi ha scherzato con me chiamandomi il suo storico. Egli ha detto, presente Gruber, che facevo benissimo a raccogliere documenti a memoria perché avrei dovuto scrivere per i posteri del Deutches Afrika Korps. Egli a suo tempo mi darà una mano "Se sarò vivo cosa di cui dispero" ha aggiunto testualmente".

- 29 FEBBRAIO  (aiut.) - "Oggi iniziamo l'operazione "Capri"; l'A. Korps si farà onore ancora una volta. Disturberemo il nemico che tenta di attestarsi tra il Mareth e Medenine". 

     

ROMMEL un mese prima "I resti della AK sono ormai al sicuro verso la linea del Mareth, dopo una durissima ritirata da El  Alamein. L'armata corazzata Italo Tedesca ( ACIT ), allorché terminò il ripiegamento era ancora in condizioni di buona efficienza e dotata di un buon grado di capacità combattiva.(sic!!). Montgomery era ossessionato dalla mania d'avere sempre alle spalle riserve sufficienti e osava pochissimo. La colonna avvolgente era debole e più volte ci sarebbe stato possibile distruggerla se avessimo avuto più benzina".

BAYERLEIN "Non credo che il gen. Patton ci avrebbe lasciato andare cosi facilmente (da El Alamein). Di certo la ritirata fu una delle più belle imprese di Rommel".

  - 9 MARZO (aiut.) - Rommel ha ottenuto dal Q.G. del Fuhrer l'atteso congedo, a sua domanda per gravi motivi di salute; lo sostituisce Von Arnim nella V Armata, ma il Generale Messe assume il comando della I Armata e il comando dell'A. Korps in Africa. Il sig Mar. Rommel parte domani per il Reich. In aereo, ma su questa partenza sarà mantenuto il massimo segreto per volere del Comando Supremo della Wermacht e personalmente del Fuhrer". Rommel fa tappa a Roma e si incontra con Mussolini cui non nasconde la gravità della situazione. Ma Mussolini replica solennemente: “La Tunisia deve essere conservata ad ogni costo... Sono del parere del Fùhrer: bisogna conservare la Tunisia”. Il cambio della guardia o partenza di Rommel rimane segreto per "ragioni psicologiche" e di prestigio. Montgomery sarà sempre convinto di battersi contro Rommel, e saprà solo alla fine della campagna che al Comando d'Armate c'era Von Armin.

- 16 MARZO (aiut.) - "Rommel è a Wiesbaden. Il Fuhrer ha voluto una sua lunga relazione di dettaglio che ha inviato a Roma. Ne ha anche scritto al Duce. La salute di Rommel lascia a desiderare".

http://www.fprado.com/armorsite/tigers.htm

   
As originally conceived, the schwere Panzer-Kompanien (heavy tank companies) were organized as three Zuege (platoons) each with three Pz.Kpfw.VI.Tiger for a total of nine heavy tanks. Later the organization was expanded to include 10 Pz.Kpfw.III along with the 9 Tigers to compose one schwere Panzer-Kompanie. The first three units send into the field (schwere Panzer-Abteilung 501, 502, and 503) experimented with practically every possible combination of Pz.Kpfw.III and Tigers within their schwere Panzer-Kompanien.

Il più potente carro tedesco prodotto (fino ad allora), il Tigre faceva la sua prima esperienza anche sul teatro Africano, in Tunisia, con alterni successi (se ne erano viste alcune macchine in Russia). L'impressione che fece sugli americani fu comunque devastante, e forse anche per questo si spiega l'inazione di oltre 3 mesi sul fronte settentrionale Tunisino. Questo doveva essere  il regalo personale di Hitler a Rommel quando riferì che contro i Sherman era impossibile battersi. 

Panzer Tigre

At first there were only two units, schwere Panzer-Kompanie 501 and 502. created as Heerestruppen (independent army units). These were incorporated into schwere Panzer-Abteilung 501, and two more units each with two companies were created, schwere Panzer-Abteilung 502 (heavy tank battalion) and 503. The 501st had been outfitted with 20 Tigers and 25 PzKpfw III Ausf N. All 20 Tigers safely made the crossing to Tunisia, the first three Tigers of 1. Kompanie being unloaded at Bizerta on 23 November 1942. The last two Tigers did not arrive until 24 January 1943, the second kompanie being diverted due to the occupation of southern France and therefore delayed in reaching Tunisia. The sPzAbt 501 surrendered in Tunisia, on 12 May 1943  

  LA SITUAZIONE IN TUNISIA A FEBBRAIO - 3. - Il settore occidentale della Tunisia (settore Algerino) era tenuto dalla 1a armata Inglese (1 corazzata e 4 di fanteria più il XIX corpo francese e il II° corpo americano con 4 divisioni di cui una corazzata al centro) Il settore italo-tedesco era tenuto a nord dalla V armata con il XXX corpo italiano e il 90° tedesco in prevalenza fanterie (nessuna capacità offensiva). A sud la I armata mista con il XX e XXI corpo italiano, composto da fanteria e pochi carri e quello che restava dell' ACIT, in prevalenza 200 carri dei panzerregiment 5/7/8 dell'Afrikakorps (div.10-15-21). La sera del 3 febbraio la 21a strappa ai francesi il controllo del passo FAID isolando in breve gli uomini sulle alture e distruggendo 44 carri, 58 semicingolati ed occupando pure SIDI BOU ZID.

Ritorniamo un passo indietro per vedere come s'era giunti a questa situazione. L'8 novembre 1942, mentre gli Italo Tedeschi si sganciavano da El Alamein, 500 navi da guerra e trasporto sbarcavano a CASABLANCA (Marocco) ALGERI e ORANO oltre 100.000 uomini perfettamente equipaggiati. La gravità della situazione si rivela ora in tutta la sua ampiezza. Occorre occupare la zona fra Tunisi e Biserta e i suoi aeroporti ora che i fronti aperti sono due. Il giorno 9 aerei e navi dell’asse sbarcano paracadutisti e fanteria che hanno ragione dei pochi francesi di Vichy, in bilico fra Hitler e Roosevelt. Per gli italiani torna il ricostituito 10° bersaglieri e tre battaglioni controcarro L 6/40: Per i tedeschi prendono terra i primi elementi della 10a panzer. Bisognava assicurare alle truppe in ritirata dalla Libia una via d'imbarco, secondo Rommel, dai sicuri porti della Tunisia. Gli inglesi entrano in contatto con i tedeschi a ovest di Djebel Abiod, circa 110 km a ovest di Tunisi mentre più a sud, i paracadutisti americani occupano l’aeroporto di Gafsa il 17 novembre, a 320 km ad est di Algeri e quasi a tergo  della linea di resistenza meridionale che dovrà fronteggiare l’8a armata. La reazione dell'asse è immediata e gli americani vengono sloggiati dalla litoranea. Una grossa impressione suscita l'abbondanza di mezzi da parte degli alleati e l'immediata loro sostituzione dopo uno scontro. Nonostante abbiano sempre la meglio negli scontri per l'altrui inesperienza, le truppe dell'asse si mantengono sulla difensiva non avendo un piano d'attacco. Lo stesso quindi fanno gli americani, a cui non corre dietro nessuno.

Mussolini d'accordo con il Führer aveva designato al comando delle truppe africane il gen. MESSE veterano del fronte russo, non appena ROMMEL si fosse dimesso: in quel momento non esisteva un comando unico. A nord il gen. VON ARNIM più giovane e di grado inferiore a ROMMEL, di cui non si sentiva succube, con la nuova armata, a sud Rommel, ma entrambi sotto l'alto comando di KESSELRING. Tra VON ARNIM e ROMMEL non correva quindi buon sangue. Solo una volta s'erano incontrati per delimitare le rispettive aree d'intervento e mai per pianificare un'offensiva. Il 4 febbraio ROMMEL si era recato ad ispezionare la divisione corazzata italiana CENTAURO e il suo 5° bersaglieri fresco arrivo a MAKNASSY, alludendo ad una possibile operazione di alleggerimento su GAFSA. Anche un piano preparato da VON ARNIM prevedeva un'offensiva su SBEITLA per avere posizioni più favorevoli ed eventualmente attaccare il II corpo USA. L’intento di Arnim era di alleggerire la pressione, quello di ROMMEL (inconfessato) gettare a mare gli Americani via Tebessa. La sua 21a Panzer era stata messa a disposizione di VON ARNIM che già controllava la 10a giunta in AFRICA a dicembre. Una qualsiasi azione avrebbe visto anche la distrazione della 15a rimasta a retroguardia del MARETH dove MONTGOMERY andava ammassando truppe fresche e riposate. Rommel quindi chiede un comando unico per l'operazione e la possibilità di agire su due direzioni con tutte le forze corazzate a disposizione, come sempre in profondità. Si discute una settimana al comando superiore ma nessuno dei due acconsente a favore dell'altro considerandosi parigrado. 

     

9 FEBBRAIO - DIARIO (aiut.) - Riunione a Rennouch, presso Gabes, con il Comandante  Superiore Kesserling. Intervengono: Rommel, Von Arnim, e i generali Gandin e Messe, italiani. La V armata opererà su Sidi Bu Zid e il DAK su Gafsa. KESSERLING alla fine decide che il piano di VON ARNIM deve avere la precedenza. Rommel partirà 2 giorni dopo per tagliare la ritirata alle forze americane. 

 

FRUHLINGSWIND

BREZZA DI PRIMAVERA

     

  Alle 4 del 14 febbraio aveva inizio l'operazione  
Il 14 febbraio il vice di Von Arnim, Ziegler, muove contro la I divisione Usa con la 21 e la 10 panzer (143 carri in tutto !!!). Rommel con una colonna al comando di BUELOWIUS formata dal 8° Panzerreggiment e dalla DIV. CENTAURO (23 carri M/14) e il 5° bersaglieri fiancheggerà Ziegler fino al momento di sfruttare il vantaggio sugli alleati in direzione di TEBESSA. L'evidente disparità di forze a lui assegnata era la conseguenza diretta della ritirata dalla Libia. Rommel ormai era caduto in disgrazia presso Hitler che faceva mostra evidente d'interessarsi del teatro africano più a parole che a fatti. Pioveva in quei giorni, data la stagione, e le vie interne della Tunisia erano impraticabili, cosi come lo erano i cieli all'azione alleata.
Alle 17 del 14 febbraio il "Combat Command A" statunitense era già in rotta. Eisenhower stesso si disse che scampò per miracolo alla cattura. Nessuno poteva immaginare l'inesperienza degli americani fino a tal punto, ma certamente nulla ispirò ARNIM E ZIEGLER sullo sfruttamento del successo. Il giorno dopo i superstiti che erano ripiegati su SBEITLA, si ripresentano in direzione SIDI avanzando in linea retta come ad una parata. Vengono annientati lasciando sul campo un centinaio fra carri e mezzi distrutti. Il mattino del 15 tocca a Rommel muoversi occupando GAFSA senza colpo ferire. I rovesci degli alleati convincono Rommel sulla necessità d'operare a largo raggio sfruttando il successo. Sollecita Ziegler a farsi sotto quando punta su Feriana. Gli americani in preda al panico danno fuoco a 270.000 litri di benzina all'aeroporto di METLAWI distruggendo 34 aerei parcheggiati.

  Il 16 FEBBRAIO l’8a armata del gen. Montgomery arriva a Médenine, pochi km a sud della “linea del Mareth”, costruita dai francesi tra il '34 e il ‘39 (tra Djebel Dahar e il mare, presso Mareth) per difendersi dagli italiani. Enfaticamente chiamata la “Maginot del deserto”, è formata in realtà da poche decine di fortini nella zona costiera, e da qualche buona posizione fortificata in quella montana.
Il 17 febbraio LIEBENSTEIN con la div. CENTAURO e la 164 di fanteria tedesca prende FERIANA e prosegue sull'aeroporto di THELEPTE dove trova altri 30 aerei, questa volta intatti. Ziegler intanto è ancora fermo a SBEITLA con la 21a. Dalle retrovie iniziano ad arrivare i rinforzi per gli alleati e principalmente gente esperta come gli inglesi. La sera del 18 i tedeschi hanno però ragione a SBEITLA della brigata guardie della 6 corazzata britannica. La 10 Panzer intanto sta operando su PINCHON a ranghi ridotti essendole stato tolto il battaglione Tigre, il più potente carro presente in AFRICA in quel momento, capace di fare la differenza.
    Nella giornata Rommel telegrafa una nuova stesura del suo piano al comando supremo: puntare SU TEBESSA, SOUK ARAR, BONA e COSTANTINA sulla costa. Preso il fronte Nord Ovest sul rovescio, ne verrebbero sconvolte le linee di rifornimento, i depositi e gli acquartieramenti dei soldati non ancora in grado di sostenere un confronto con vecchi lupi. Vorrebbe dire, se non la fine, una disfatta che posporrebbe sbarco in Sicilia e Normandia  L'approvazione provvisoria perviene solo nella notte. La presenza di Rommel come sua tradizione è costante in prima linea mentre Von.Arnim resta lontano dal fronte. Rommel è esultante ma V.A. riesce a metterci lo zampino ed ottiene LE KEF come obiettivo aggiunto. 
Alle 7,30 del 19 Febbraio piovviggina; la miopia operativa tiene ancora aperte più strade senza contare che la 10a non avanza di un metro e la 21a è ferma. Buelowius con il DAK e parte della CENTAURO avrebbe attaccato KASSERINE. La 21a invece avrebbe marciato su SBIBA. La 10a si sarebbe aggiunta a ROMMEL in seguito. L'inattività del giorno 18 era stata preziosa. Il Maresciallo ALEXANDER pari grado a KESSERLING prende le redini della situazione in campo alleato, facendo affluire forze al passo di KASSERINE e SBIBA. Il mattino del 19 un primo attacco al passo viene fermato; Rommel decide lui stesso d'andare incontro alla 10a e la trova alle prese con un nubifragio e un campo minato.

Von Arnim

 
   

Gruppo Bonfatti

  Nella notte del 19 si tenta un nuovo attacco al passo senza esito.  Nella mattinata del 20 Rommel sale lui stesso al passo e prende in mano il comando. Finalmente arriva la 10a corazzata. Un battaglione di bersaglieri motociclisti (Gruppo Bonfatti) è inviato per una strada sterrata in aiuto del gruppo MENTON per aggirare il passo. In questa situazione viene sperimentata in Africa la nuova arma lanciarazzi NEBELWERFER (cugina delle katiusce russe) che spara a 7 km. Il panico s'impadronisce degli americani. Sul far della sera quando il passo è ormai sgombro, i carri tedeschi si scontrano con quelli avversari. Ne restano 28 americani sul terreno e 30 halftrack vengono catturati. Il 21 febbraio riprende la marcia e si formano due colonne, una in direzione di TEBESSA per il passo EL HAMRA e Rommel stesso in testa all'altra con la 10a per THALA. Il maltempo continuava a favorire le mosse di Rommel.
     

Tedeschi ritornano a piene mani da Kasserine

  Nel perimetro di THALA s'era già schierata la 26 brigata corazzata della 6a divisione inglese. THALA fu presa poi persa; ormai solo un velo di truppe alleate controllava la strada per le KEF: tutti i depositi sono fatti saltare e gli aerei che non possono alzarsi in volo pure. Tutte le formazioni sono autorizzate dai comandi a sganciarsi evitando lo scontro frontale. I carri tigre e parte della 10a restano ancora inattivi sulla direttrice di MAKTAR proprio ora che le sorti della battaglia possono far piegare dall'una all'altra parte la vittoria. Le forze minori su TEBESSA non hanno progredito di molto: il mattino del 22 ci s'accorge che SBIBA è stata evacuata nella notte, per paura di una conversione delle truppe di THALA. La spinta propulsiva sta per esaurirsi dopo nove giorni. Il contatto col nemico non c'è e rinforzi stanno scendendo da nord: il bel tempo permette di nuovo le incursioni aeree. Nel pomeriggio dopo un colloquio con KESSERLING si sospende l'operazione con l'ordine di ritornare alle basi di partenza.
     

Americani

 

"Monty non si preoccupava delle macchine, perché ne aveva in abbondanza, ma delle baionette come le chiamava lui che erano poi gli uomini della prima linea, i soli e veri combattenti. Da calcoli fatti con tutta la logistica e i servizi i fanti veri propri in linea non superavano mai il 25% !! della forza totale". Così era stato a El Alamein e così o peggio doveva essere la situazione se Churchill nelle sue memorie il 10 febbraio 1943 scrive - Come avviene che sui 75.400 soldati Italo-tedeschi agli ordini di Von Arnim ben 62.100 siano combattenti, 10.100 ai servizi e 3.200 appartengano all'aviazione?. Come avviene che ci siano 7 tedeschi combattenti di fronte a uno solo non combattente, mentre da noi il rapporto è quasi esattamente inverso ? - !!!

 http://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA-MTO-NWA/index.html#index la campagna vista dagli americani da novembre a maggio '43

     

Gruppo Bonfatti

  22-25 FEBBRAIO Rommel rinuncia agli attacchi su Sbiba (21a divisione corazzata) e Thala (10a divisione corazzata), quando cominciano ad affluire i rinforzi inviati da Alexander. L’attacco dell’Asse ha causato 10.000 morti tra gli Alleati (più della metà americani) contro i 2.000 dell’Asse. 
EPILOGO
Il solo II corpo USA usciva dai combattimenti molto provato dopo aver perso 5.300 uomini di cui 300 morti, secondo alcune fonti più di 200 carri armati, 500 semicingolati e automezzi più cannoni e viveri. Le centinaia di  mezzi catturati (vedi a lato) sarebbero stati reimpiegati dai tedeschi che ne uscivano con un terzo delle perdite. Parecchi ufficiali Usa furono sollevati dall'incarico e un nuovo generale arrivava ad assumere il comando: GEORGE S. PATTON JR. La musica cambiava. Il 23 febbraio mentre tutte le unità tedesche ripiegavano ROMMEL veniva investito del comando del gruppo armate Africa. Ancora una volta lo vedremo all'opera agli inizi di marzo con scarsa fortuna contro MONTGOMERY. L'11 marzo Rommel ritornerà in Germania per curarsi, e sarà sostituito da Messe secondo gli accordi. 
     

berreto coloniale ufficiale dei bersaglieri

 

Il Comando del 5° Reggimento Bersaglieri Centauro ed i Btgg. XIV° e XXII si erano trasferiti in gennaio a nord-ovest di Gabès, mentre il XXIV° Btg. e la 5° Cp Moto erano stati messi a disposizione della 5° Armata Tedesca. Il Col. Luigi Bonfatti), che ai primi di febbraio dispone del solo XIV° Btg. (Magg. Ceccotti), riceve l’ordine di portarsi al Km. 35 della rotabile Gabes-Gafsa, per partecipare all’operazione Brezza. La colonna o gruppo Bonfatti dopo aver occupato Feriana e Thelepte, viene avviata da Rommel lungo il passo di Kasserine, per aggirare gli americani da sentieri poco battuti. Tocca al Btg. di Ceccotti conquistare l’obiettivo del Passo di Diesel Zebbensi. “I soldati tedeschi presenti all’azione, presi da irrefrenabile entusiasmo, gridano: Bravi Bersaglieri”. Le punte avanzate rischiano ora di perdere i contatti con la colonna principale ferma a Kasserine. Il Col. Bonfatti salta in motocicletta e, con l’aiutante maggiore, un sottufficiale e un porta ordini, supera i propri reparti e si spinge sulla pista Kasserine-Tebessa. Una raffica proveniente dalla retroguardia nemica in ripiegamento lo fulmina e vane sono le ricerche per recuperarne la salma, la quale sarà ritrovata giorni dopo. 
“La mattina del 21 febbraio 1943 – scrive il Gen. Rommel – mi recai sul passo di Kasserine….. Da Bulowius appresi che durante l’assalto lo slancio dei Bersaglieri aveva dato eccellenti risultati. Purtroppo il loro Colonnello era caduto in quell’azione”. 

     

  The 5th "Reggimento" in Africa: During the desert war of 1940 to 1943, six of the 12 Bersaglieri regiments fought in various formations and compiled an excellent combat record. In Africa the 5th Bersgalieri Regiment was a component of the Centauro Armored Division. The Centauro Division was composed of the:

131st Tank Regiment (13th, 14th & 15th Armored Battalions)
5th Bersaglieri Regiment (14th, 22nd & 24th Bersaglieri Battalions)
131st Artillery Regiment
132nd Anti-Tank Artillery Regiment
“Lodi” Recce Battalion (AB41 Armored Cars)
     

Preda di guerra

  After campaigns in Albania in 1940 and Yugoslavia in 1941, the Centauro Division arrived in Benghasi, North Africa in November of 1942. The Axis and Italian situation in the desert was desperate by this time, with the destruction of most of the Italian and much of the German Africa Army at El Alamein just completed. The Centauro was sent to Mersa Brega to join the remaining Italian forces in Africa. At this time the primary remaining Italian formations were the La Spezia and newly reinforced Giavanni Facisti Infantry Divisions, the newly arrived Centauro Armored Division and the Ariete Battle Group (composed of the remnants of the surviving XX Italian Corps from El Alamein). The Centauro Division and 5th Bersaglieri Regiment fought throughout the remaining six month Tunisian Champaign against U.S., British and Free French forces, until the eventual Axis surrender on May 14th, 1943. The unit was engaged in numerous combats and several larger battles, with the high and low points outlined below. The 5th Bersaglieri Regiment’s most notable victory came during the February 13th to 22nd period of 1943, when portions of the Centauro Division, including the 5th Bersaglieri Regiment, were incorporated into the DAK Assault Group.
     

  This unit was a typical ad hock formation of the time for the Axis, composed of 53 panzers from the DAK 15th Panzer Division, 23 M-14 tanks from Centauro, 2 Italian artillery battalions, the three light infantry battalions of the 5th Bersaglieri Regiment, and a group of attached Italian Semoventi assault guns. On February 19, 1943 this Axis formation was ordered to capture Kasserine Pass from elements of the U.S. 1st Armored Division. On February 20th, during the opening attack on the key American position of the town of Djebel, the 5th Bersaglieri Regiment made a frontal assault on the U.S. positions that lasted most of the morning and finally carried the position, loosing the Regimental commander in the process. This action cracked open the Allied defenses, opening the road to Thala and Tebessa. By midday the accompanying Axis armored units poured through the pass, routing U.S. forces into one of the worst U.S. defeats of the Tunisian Champaign. The 5th Bersaglieri Regiment was complimented for their élan by General Bulowius, commander of the DAK Assault Group, who sighted their actions as the instrumental event of the Axis victory.
     

LA VICENDA AGNELLI -  http://cavalleriaitaliana.dns1.us/pdf/reparti/lodi/LibroLodi/Cap.pdf/C14.pdf

...Il nucleo esplorante del sottotenente Gianni Agnelli, messo alle dirette dipendenze delComando tedesco, pur vivacemente contrastato, il 14 febbraio 1943 tagliava l’importantissima arteria Gafsa - Sbeitla all’altezza del Gebel Majoura. In tale circostanza l’ufficiale si distingueva per energia e determinatezza sì da guadagnarsi una Croce di Guerra, la cui motivazione diceva: “Comandante di coppia autoblindo in azione di ricognizione, ripetutamente mitragliato a bassa quota da numerosi apparecchi nemici, reagiva tenacemente continuando nell’azione malgrado che il suo mezzo fosse stato colpito ed immobilizzato. Rientrato alla base, ne ripartiva per continuare la missione raggiungendo per primo ed interrompendo un’importante rotabile". http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/42/libiaaddio1.htm