LA SECONDA GUERRA MONDIALE

 H O M E

Vai ai primi 100 anni di storia

       IMMAGINI

        MEZZI

         DIARI

        SCRIVI

La distruzione di Folgore, Ariete e dei Bersaglieri

vai al capitolo>>>ARIETE

 

 motto -Ex alto fulgor-* Come folgore dal cielo

  FOLGORE

RADIO CAIRO - 8 novembre 1942. Di 5000 uomini della "Folgore" ne restavano operativi solo 294 

“GLI ITALIANI SI SONO BATTUTI MOLTO BENE. LA DIVISIONE FOLGORE HA RESISTITO OLTRE OGNI POSSIBILE CAPACITA’UMANA ED OLTRE OGNI POSSIBILE SPERANZA”. 

NINO ARENA (Comandante Ariete): “NON UN SOLO DRAPPO BIANCO. NESSUN UOMO HA ALZATO LE BRACCIA. 32 UFFICIALI E 262 PARACADUTISTI, FERITI E STREMATI, ERANO ANCORA NEI RANGHI, CON LE ARMI IN PUGNO, IN PIEDI, QUANDO IL NEMICO LI HA CATTURATI PRIVI DI ACQUA E RIFORNIMENTI DA 7 GIORNI, E SENZA MUNIZIONI, E DOPO AVERE RISPOSTO CON L’ENNESIMO “FOLGORE!” AGLI INVITI AD ARRENDERSI A BRACCIA ALZATE.” 

 
 

*da un frate che così salutava il Comandante del IV° Btg

 

Corelli Barnett, storico inglese: "Considerata l'immensa disparità di forze tra le opposte armate, quel che sorprende non è il fatto che vincessimo la battaglia, ma che fossimo sul punto di perderla".  

"El Alamein"di Caccia Dominioni

7 novembre- Scendono da una vettura tre prigionieri italiani, un generale e due colonnelli. Portano l'uniforme della "Folgore": sono Frattini, comandante, Bignami il vice e Boffa comandante dell'artiglieria. “.Lei è il comandante della Folgore? Un generale inglese desidera salutarla". Così si presenta il generale Hugues, della 44a, la divisione che nell'attacco alla "Folgore" ha subito lo smacco principale. I tre italiani e l'inglese, ritti e impalati, si salutano. L'inglese accenna a tendere la mano ma: Frattini è immobile. La mano inglese si ritrae."Si era sparsa la voce" dice Hugues "che il comandante della "Folgore" fosse caduto. Ho saputo che non è vero e voglio dire che sono contento." Grazie" Rispose Frattini. "Volevo anche dire che nella mia lunga vita militare mai avevo incontrato soldati come quelli della Folgore."  http://www.folgore.com/primapagina.html 

 

Erano stati creati per lanciarsi, ma non gli fu mai offerta l’occasione. Per mascherarli o sminuirli qualcuno li chiamò anche Cacciatori d’Africa, corpo già esistito. Situazione simile l’ebbe anche la Ramcke, definiti parà d’aeronautica. Abbandonati i paracadute con il cuore a pezzi e gli occhi lucidi, i ragazzi della "Folgore" raggiungevano, nell'agosto 1942, le posizioni loro assegnate dentro buche in fondo al deserto. Se il nemico passava di là bisognava fermarlo, se passava più a Nord erano tagliati fuori. Alle spalle avevano solo l’ombra di una divisione corazzata, l’Ariete, coi suoi piccoli pezzi ora insufficienti che potevano ingaggiare battaglia solo da distanza ravvicinata. I paracadutisti si erano apprestati in difesa lungo un fronte di circa 15 chilometri, ben decisi a vendere cara la pelle. La battaglia di El Alamein si sarebbe decisa, entro 2 mesi, su altre posizioni, ma così a loro non sembrò, perché il nemico per ingannarci sulle sue reali intenzioni è sempre all’attacco ovunque. Il vittorioso combattimento di Deir el Munassib del 30 settembre meritò alla Folgore la prima citazione sul bollettino di guerra italiano; la Divisione, in questa circostanza, riassumeva ufficialmente il nome Folgore, abbandonando quello di copertura Cacciatori. http://www.paracadutistimonza.it/tarquinia.htm 

CHURCHILL ALLA CAMERA DEI DEPUTATI il 21.11.42 (c’erano ancora uomini che combattevano nel deserto). “DOBBIAMO DAVVERO INCHINARCI DAVANTI AI RESTI DI CIO’ CHE RIMANE DEI LEONI DELLA FOLGORE”

BBC l'11 novembre "...i resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane. Gli ultimi superstiti sono stati raccolti esanimi e con le armi in pugno. Nessuno si è arreso; nessuno si è fatto disarmare" 

El Alamein
 

  Più di un attacco unico, nel settore Folgore, si può parlare di una serie di offensive che determinarono 4 scontri principali distinti, il primo il 23 ottobre a "quota 105" nel settore centrale, il secondo a nord, presso Naqb Rala, il 24, il terzo ancora a quota 105 nei giorni 24 e 25 e l'ultimo a sud, nei giorni 25, 26 e 29 ottobre, sul saliente di Deir el Munassib dove erano gli uomini del 187°. Ai ripetuti attacchi degli Inglesi, i paracadutisti risposero con incredibile determinazione ed energia, respingendo ogni tentativo di sfondamento ed infliggendo al nemico gravi perdite. I ragazzi della Folgore, provati già da diversi giorni di lotta e dalla dissenteria, attendono sempre più esausti e radi ma impassibili. In lontananza si sentono i carri inglesi sferragliare e dietro loro la fanteria come ha stabilito Montgomery. Le tattiche come abbiamo già visto erano rigidamente studiate a tavolino. Prevedevano un forte tiro preparatorio d'artiglieria e poi, dopo l'allungamento del tiro, un'avanzata (a sminamento effettuato) a ranghi serrati di formazioni molto consistenti di fanteria, precedute da carri armati. I paracadutisti si opposero a questa tattica rendendosi invisibili, schiacciati nelle buche, col carro che passava sopra di loro. Ne uscivano poi per colpire sia il carro con Molotov o mine magnetiche che la fanteria che seguiva. Lo scompiglio e lo sconforto, che a tavolino non avevano imparato, si creava tra gli attaccanti che erano costretti a desistere. segue

MEDAGLIE D'ORO

Gli uomini simbolo di quelle giornate furono i fratelli Ruspoli principi di Poggio Suasa  ma anche >>>>>

RUSPOLI Costantino Capitano cpl. cavalleria, 187° Deir El Munassib (El Alamein), 26-27 ottobre.
RUSPOLI Marescotti Carlo T.Col. s.p.e. cavalleria 186°
El Qattara, 4 novembre.

 

BANDINI Roberto Tenente cpl., 186° Q-125 di Qaret el Himmeimat (Egitto), 23-25/10
CAPPELLETTO Giuseppe Paracadutista, 186° rgt. Quota 125 di Qaret el Himmeimat 23-25 ottobre 
LUSTRISSIMI Gerardo Paracadutista, 186° Africa Settentrionale, 23-25 ottobre 1942
PISTILLO Nicola Sergente paracadutista, 186° 23-25 ottobre 1942
PONZECCHI Dario Caporal maggiore, 185à 26 ottobre 1942
PICCININI Vittorio Capitano s.p.e. fanteria, 133° reggimento carrista ottobre 1942
GOLA Marco Tenente cpl., 186° El Munassib (Africa Settentrionale), 24 ottobre 1942
GAMBAUDO Giovanni Sottotenente cpl., 186° Quota 125 di Qaret el Himmeimat 23-25/10

PIRLONE Dario Sergente maggiore, 185° 24 ottobre 1942
STARACE Giovanni Tenente cpl. Paracadutista Africa Settentrionale, luglio-novembre 1942
FRANCHI Leandro Paracadutista, 186° Africa Settentrionale, novembre 1942
CESARONI Giacomo Paracadutista, 187° Deir El Munassib (A.S.), 29 ottobre 1942
SIMONI Gastone Capitano s.p.e. cavalleria, 187° 23-27 ottobre 1942
ANDRIOLO Antonio Caporal maggiore paracadutista, 186° Quota 125 e 146 di Rain Pool, 23 ottobre-4/11 

Fra i caduti Il Maggiore Aurelio Rossi, già Ufficiale dei Bersaglieri nella Grande Guerra, volontario e pluridecorato, che comandava il IX btg. del 187° rgt. “FOLGORE” nella “corsa dei sei giorni” di fine agosto

Rossi non era l'unico bersagliere nella storia dei paracadutisti. Un altro ufficiale ( VIII guastatori) era il T. Col Giulio Burzi e prima di lui il comandante della scuola Giuseppe Baudoin de Gillette (vedi curiosità) e il capo dell'Uff. Addestramento il Magg. dei Bersaglieri Giovanni Verando. 

Il IX(187) battaglione del maggiore Aurelio Rossi e il X° del maggiore Amleto Carugno conquistarono Quota 101 di Deir Alinda. Al momento dell'assalto si udì il suono di una tromba . Il maggiore Rossi aveva ordinato al suo trombettiere, Scotti (di Monza), di suonare la carica. Rossi aveva allora 44 anni, era un ragazzo del 98 e a 19, da giovane tenente, ufficiale degli arditi sul Piave, fu tre volte ferito e tre volte decorato al valore con l'argento. Congedato divenne un grande esploratore e cacciatore in Africa nella regione dei grandi laghi. Suoi molti pezzi al Museo Civico di Storia naturale di Milano. Volontario in Abissinia nel 1935 aveva guadagnato altre due medaglie al valor militare. Nel 1940 era in Albania col 51° fanteria e l'anno dopo fra i primi a far domanda per passare nella specialità paracadutista. Il generale Frattini disse al colonnello Camosso, da cui dipendeva il battaglione di Rossi, di frenarne l'impeto. Il maggiore Rossi cadde da eroe, meritandosi la medaglia d'oro al valor militare, con la seguente motivazione (così la raccontava Caccia Dominioni-avrebbe cercato di arrampicarsi sulla torretta di un Grant e aprire lo sportello per gettarvi una bomba. Una raffica da un altro carro chiudeva la sua avventura terrena): 

Ufficiale di complemento quattro volte ferito, mutilato di guerra, già cinque volte decorato al Valore Militare, accorreva volontario fra i Paracadutisti affascinato dal miraggio di potersi meglio offrire all'audacia ed al rischio. Distintosi in numerosi combattimenti per coraggio e sprezzo del pericolo, sosteneva in critica situazione un violento attacco di reparti corazzati, stroncandolo ed infliggendo all'avversario gravi perdite di uomini e mezzi. Posto quindi a presidio di una postazione divenuta l'obiettivo centrale dell'offensiva avversaria, resisteva con tenace fermezza, sempre presente fra i suoi uomini nei punti più esposti, a violentissimi reiterati attacchi che rintuzzava con audaci contrattacchi. Ferito gravemente rifiutava di lasciare il comando del battaglione e indomito persisteva nella cruenta impari lotta. Colpito mortalmente pronunciava fiere parole animatrici per i suoi soldati ed immolava con sublime eroismo la sua vita educata al più puro amore di Patria e alla sacra religione del Dovere. Africa Settentrionale 20 Agosto - 3 Settembre 1942

Aurelio Rossi nasce a Roma il 15 gennaio 1898. 

Giovanissimo, ancora diciottenne si offre volontario al 13° reggimento bersaglieri nei reparti arditi. Al termine del conflitto con tre ferite e altrettante decorazioni si laurea in giurisprudenza senza però mai esercitare la professione. Appassionato di esplorazioni e  di caccia trascorre diversi anni in Africa sui Grandi Laghi e al termine le sue scoperte vengono raccolte in un libro edito a Milano nel 1931. Nel 1935, richiamato a  domanda, fu assegnato al III coloniale Libico destinato all'Eritrea. Richiamato nel 1940, sempre presso un comando coloniale, allo scoppio del conflitto greco è nei ranghi del 51° fanteria. Ferito e rimpatriato entra, nonostante l'età (43 anni) nella specialità paracadutista.

 

When on November 2nd the retreat order was given by the DAK HQs, the "Folgore" was still clinging desperately to its original positions, having suffered more than 30% casualties.The "Folgore" was surrounded some days later by the British, while attempting to retrat by foot in the desert, almost without water and ammunition, and was forced to surrender. The few parachutist that managed to break through the British lines were soon grouped in the 285th Parachutist Assault Battalion "Folgore" with 5 companys, 4 of them attached to the 66th Inf.Rgt. "Trieste" and one to the 4th a.t. (cc) Granatieri Battalion.

 

segue...Le perdite totali dopo 5 giorni di lotta erano di circa 400 uomini e altrettanti feriti. 8 comandanti di battaglione erano morti. Ma la battaglia al nord, operazione Supercharge, si metteva al peggio dal 2 novembre. L'inaspettata resistenza, protrattasi per una settimana, (120 carri persi) costrinse infatti i comandi inglesi a sospendere o rivedere ogni ulteriore iniziativa sull’estremo fronte meridionale. Era la fine della reale intenzione di attaccare al Sud o la fine del finto piano tattico ?. Comunque fosse la forza che premeva sulla Folgore sarebbe stata degna di una offensiva, visto i mezzi di cui disponeva Monty. Quella che passerà alla storia come la mitica divisione dei topi del deserto era lì in riserva fino a quel momento inutilizzata. Monty dava quindi inizio alla operazione Supercharge, dopo aver logorato per giorni le sue e le truppe dell’asse sia a Nord che a Sud. Nonostante le perdite gli restava tanto da fare altre due battaglie simili. Quando un pilota carro perdeva il suo mezzo passava dal deposito nelle retrovie e ne prelevava un altro !!!. I carri colpiti venivano comunque recuperati e se riparabili andavano a costituire una nuova riserva.  Le intenzioni di Rommel di ritirarsi di fronte a quella marea che lo relegava ad un terzo di forze (pure sulla difensiva) vennero stoppate dall’ordine di Hitler del 3 di morire sul posto. Si persero 2 giorni preziosi poi l’ordine di ritirata raggiunse anche i Folgorini. Bisognava ripiegare di 25 km portando a spalla tutto il necessario, viveri armi e feriti. Di collegamenti radio non si parlava. La divisione ’Ariete, che per alcuni giorni aveva stazionato dietro le sue linee, era già andata persa dal pomeriggio del 4 richiamata a Nord a Deir el Murra per chiudere la falla. Combattendo e arretrando i 3.000 superstiti presero la via del deserto con tedeschi, Italiani e resti di carristi trovati per strada. Coi superstiti a dicembre viene formato un virtuale 285° battaglione che continuò a combattere sulla litoranea fino alla Tunisia. Dopo il Mareth le loro ultime imprese sono a Takrouna nell'aprile del 1943 in un reparto che comprende il IV° Granatieri controcarro e resti del 66° fanteria Trieste (a cui era aggregato). Il 13 maggio era tutto finito.

  Il Generale Riccardo Bignami nasce a Salussola il 28 maggio 1891 e muore nel 1965. Già Comandante della Scuola Alpini di Bassano è Vice Comandante della Divisione Paracadutisti " Folgore " -" Ebbi la fortuna di conoscere il generale Bignami negli anni 50 per essermi accompagnato più di una volta a Lui, nel tratto di strada che separa il paese dalla stazione. Il generale Bignami al suo rientro dalla prigionia in USA, soggiornò per un po’ di tempo presso il fratello dottor …, dopo aver perso la consorte d’origine triestina in campo di concentramento (Germania)… Timidamente ho chiesto in più di un’occasione com’era stata l’ultima battaglia in Libia, quando al comando della Divisione Folgore ricevette l’ordine di bloccare l’avanzata delle truppe inglesi, quindi il suo contingente fu paracadutato in prima linea. La risposta del generale è sempre stata quella riferita ai suoi ragazzi poco più che ventenni che in quell’inferno si sono battuti da eroi “ non potevo chiedere di più, eravamo decimati, sfiniti, al limite delle forze, senza viveri da giorni, senz’acqua, senza munizioni, in campo eravamo solo noi … soli … il resto delle truppe si erano già ritirate, non ci restava altro che la resa “. Poi dopo un lungo silenzio aggiunse “ ne siamo usciti in pochi, laceri, feriti, quasi irriconoscibili … quindi la lunga prigionia “. L’impressione è sempre stata che il generale Bignami non volesse dividere con altri quella triste pagina della nostra storia di cui era stato protagonista su un campo di battaglia già segnato dall’avverso destino. Le sue parole lasciavano sempre trasparire la sicurezza e l’orgoglio di aver servito la Patria sino in fondo, senza riserve, al di sopra di ogni pensiero di parte, quali possano essere le virtù di un uomo d’armi abituato solo ad obbedire ". ( Felice Oddone )

parà libico

  Oro ai Reggimenti 186° e 187° e 185° (Artiglieria) 

Reggimenti Paracadutisti della gloriosa Divisione "Folgore", in unione alle aliquote divisionali ad esso assegnate, per tre mesi, senza soste, si prodigò valorosamente in numerose azioni offensive e difensive stroncando sempre l'impetuosa avanzata del nemico enormemente superiore per numero e per mezzi. Nell'epica battaglia di El Alamein stremato per le perdite subite, cessato ogni rifornimento di acqua, viveri e munizioni, con la fede che solo il più sublime amor di Patria può generare, respingeva sdegnosamente, al grido di "Folgore", ripetuti inviti alla resa, dimostrando in tal modo che la superiorità dei mezzi poteva soverchiarli ma piegarli mai. Attraverso innumerevoli episodi di eroismo collettivi ed individuali, protraeva la resistenza fino al totale esaurimento di ogni mezzo di lotta imponendosi al rispetto e all'ammirazione dello stesso nemico, scrivendo così una delle pagine più fulgide per l'Esercito Italiano.
(Africa Settentrionale, 22 luglio - 12 ottobre 1942; Battaglia di El Alamein, 23 ottobre - 6 novembre 1942 (Depressione di El Kattara), 4 novembre 194
2).

La Folgore in Libia era strutturata sul 186° Rgt. V-VI-VII + una cp cc 47/32, 187° Rgt. II-IV-IX (X) + una cp cc 47/32, 185° Artiglieria su 2 gruppi sempre da 47/32 !!!, 1 btg mortai, VIII genio guastatori e unita di supporto. Per l’assoluta mancanza di artiglieria divisionale campale veniva supportato da reparti di c.d.a e di altre divisioni (8° art.) e 31° Guastatori (Caccia Dominioni)   

Oltre ai reggimenti nominati la specialità Paracadutista aveva creato il 185° reggimento che costituirà la base della nuova Divisione Nembo sui reggimenti 183/184/185° (e 184° art), battaglioni X/XV/XVI - XII/XIII/XIV - VIII/XI/III. Alla data dell'Armistizio dell'8/9 era in formazione un'altra divisione la Ciclone sui soli battaglioni XVII/XIX, operativi  e XVIII/XX in formazione. Oltre che alla formazione di carabinieri, arditi (Adra e camionettisti) e stranieri o (nella foto sopra) coloniali paracadutisti, la specialità creò altri complessi minori noti come compagnie genio, radio, moto e supporti per la divisione Nembo (184a) e per la Marina (NP).

I TRUCCHI DEGLI INGLESI (1)

Si è parlato spesso, a volte a sproposito, dei trucchi di Rommel, disseminati nel primo anno di campagna, per ingannare gli Inglesi. Meno si è parlato di quelli inglesi in risposta.  Nei due paragrafi che seguono immagini dei trucchi Inglesi  

  Carro di produzione americana (Grant) camuffato !! da Camion                      Sherman camuffato da camionsegue

Altre notizie riguardanti il periodo 1941-1943: 1st Battalion/1st "Fanti dell'Aria" Rgt and 1st National Parachutist Battalion of Lybia (may be 2nd Battalion): Formed the "Mobile Group Tonini" under the 10th Army, and fought against the British in the "O'Connor's Offensive". The Lybian Battalion was almost destroyed defending the El Fteiah airport, and its last element were finaly overrun at Agedabia. The National Battalion managed to retreat to Benghazi, when it was part of the "Pasquali Group". After the surrender of Benghazi the vast majority of the paras managed to infiltrate the British lines and reach the Italian lines, where they were re-embarked to Italy and divided among the new Battalions forming at Tarquinia.  On April 30th 1941 a company of the 2nd para Battalion (Italians) performed the only operative launch of the war (besides an Allied sponsored operation in 1944) on the Greek island of Cefalonia. The operation was unopposed, and the parachutist occupied also the nearby islands of Zante and Itaca with an improvised amphibious operation, using captured Greek fishing boats. Groups (from north to south in Egyptian desert)
· Ruspoli : 7th Battalion and 8th Guastatori Battalion. 
· Bechi : 2nd and 4th Battalions 
· Camosso : 9th and 10th Battalions (understrenght: in the "Six days battle" they were combined) 
· Tantillo : 5th and 6th Battalions 
· The Par.Arty.Battalions (1st and 3rd, as the 2nd had been disbanded for lack of guns) were divided between the Groups. 
· The Div. was reinforced by one Battalion of the "Pavia" Inf.Div. and 31st Guastatori d'Africa Battalion, about 80 field guns and 5 German tanks, all considered less than 4.500 men 
Division "Nembo":
On spring 1943 the 185th Rgt was sent to Venezia-Julia (the north-eastern Italian region) for operations against the Jugoslavian communist partisans, performed very efficently with the complete securing of the border zone around Gorizia. The rest of the Div. went to Sardinia, to defend the island from the possible Allies landing with the German 90th Panzergrenadieren Div. Meanwhile the 185th Rgt was moved to the South of Italy, and at the beginning of August to Sicily, where it fought several delaying action to cover the retreat of the Axis forces. After the evacuation of Sicily, similar delaying actions were fought in Calabria.