LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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Bir El Gobi - I “Mussolini’s Boys” 

L’antefatto  1a parte

Questo testo nasce dalle pagine dei settimanali del tempo e il contributo critico di siti storici sull’argomento nonché dalle testimonianze di volontari . Alcuni brani fanno riferimento alla testimonianza di F.P. Calvaruso tratti da http://www.isspe.it/Dic2001/calvaruso.htm 

  Settembre 1940- Alcuni mesi fa 24.000 ragazzi hanno abbandonate le loro case….. .... così iniziava il testo dell’articolo su un noto settimanale del tempo (1940) a firma Gian Bardi sulla marcia della G.I.L. dalla Liguria. Erano la prima classe (oggi diremmo quasi maggiorenne) nata dopo la Marcia su Roma. Nata dalla fusione fra i fasci giovanili e l'O.N.B (Opera nazionale Balilla) la G.I.L (Gioventù italiana del littorio), dipendente dal Segretario del PNF, aveva lo scopo d’inquadrare i giovani Italiani sotto i 18 anni. A questa organizzazione si affiancavano i G.U.F (Gruppi Universitari Fascisti ,studenti dai 18 fino ai 28 anni) e il Servizio Premilitare, dai 18 ai 21 anni. Questa ultima organizzazione non faceva di loro dei soldati, poiché c’erano solo due modi per stare sotto le armi: o di Leva o Camicia Nera dopo aver fatto la leva (una specie di professionismo ante litteram). La leva aveva le sue regole (idoneità fisica e l’autorizzazione del padre nel caso in cui non si fosse ancora compiuto il 21° anno della maggiore età !!!). L'Esercito e la leva erano sottoposti ad Ufficiali in genere filomonarchici. Un’idea di Muti di creare una quarta (nel caso quinta dopo la M.V.S.N o camicie nere) forza armata con questi ragazzi non trovò naturalmente il parere favorevole dello Stato Maggiore dell’Esercito. Si pensava anche all’immagine negativa di minorenni al fronte: ma Mussolini diceva "Noi siamo la generazione che tramonta, i giovani sono l’alba che sorge. Che cos’è una generazione? E quanto dura? Ve lo dico subito. Vent’anni. Il tempo sufficiente perché l’uomo generi figli. E i figli, generalmente, vengono a contrasto coi padri. La storia ha sempre dimostrato la fatalità di questa lotta. Come fare, allora, per trasmettere una fede alla nuova generazione, per ottenere anzi la saldatura? Bisogna passare il comando ai giovani. Subito."

(Questa frase rientra nel novero delle più famose frasi storiche di tutti i tempi, e forse non l'ha nemmeno inventata Mussolini, poiché per abitudine ancora oggi chi sta seduto sullo scranno del potere la enuncia e col beneplacito dei suoi democratici elettori aumenta la dose di colla ).

     

I Battaglioni assumono il nome del luogo in cui sono stati costituiti e sono: - Btg. Ancona - Btg. Bari - Btg. Bergamo - Btg. Bologna - Btg. Cremona - Btg. Firenze - Btg. Forlì - Btg. Genova - Btg. La Spezia - Btg. L'Aquila - Btg. Livorno - Btg. Littorio - Btg. Milano - Btg. Modena - Btg. Napoli - Btg. Padova - Btg. Perugia - Btg. Reggio Calabria - Btg. Roma - Btg. Sardegna - Btg. Sicilia - Btg. Vercelli (Battaglione Alpino) - Btg, Verona - Btg. Torino - Btg. Trieste e vengono divisi in 3 raggruppamenti (Brigate): Armamento il moschetto 91.

Ufficiali   Sottufficiali   Volontari

579              985                19.345

 

Volevano di più questi?: una seconda ondata rivoluzionaria o una guerra che desse nuova linfa ad un nuovo fascismo?. L’educazione militare del tempo e la figura del Duce li ammaliava. Li aveva esaltati come la più bella e fiera espressione del futuro, li aveva forgiati nella comunione dello spirito nazionale, li aveva curati in ogni settore della loro vita, dalla culla (Onmi) alla guerra. Li aveva educati e chiamati alle adunate di piazza, a maneggiare un’arma al sabato, e portati in colonia al mare, in montagna, ai "campi Dux".

Art. 1 - la GIOVENTÙ ITALIANA DEL LITTORIO, organizzazione unitaria e totalitaria delle forze giovanili del regime fascista, è istituita in seno al partito nazionale fascista, alla diretta dipendenza del segretario del partito nazionale fascista, ministro segretario di stato, che ne è il comandante generale. La gioventù italiana del littorio ha per motto: “CREDERE – OBBEDIRE-COMBATTERE”.
Art. 2 - Il sottosegretariato di stato per l'educazione fisica e giovanile, istituito presso il ministero dell'educazione nazionale col r. decreto 12 settembre 1929-vii, n. 1661, è soppresso. L'Opera Nazionale Balilla, istituita con legge 3 aprile 1926-iv, n. 2247, viene assorbita dalla Gioventù Italiana Del Littorio. ...

     

  Ma torniamo ai nostri liguri, che (già nel Giugno 1940 volevano schierarsi per la guerra sulle Alpi, già c'erano vicini !) si erano presentati a Sassello al segretario del Partito. Sui loro visi si vedeva anche scorrere qualche lacrima per le mamme e la casa paterna che lasciavano e qualcuno anche per la morosa. A oltre 400 km da Padova, dove era previsto il concentramento, iniziava la loro avventura. Le colonne provenienti da ogni parte d'Italia sfilavano fra paesini in festa, fra campi e vigneti, fra le ciminiere delle città industriali all’appuntamento con la storia al passo di 5 Km/h………... la storia continua ma anche le loro vicende si fecero nel frattempo più complesse. Chi sperava di scremare con la fatica (prova finale dei 24 battaglioni - cadauno 900 giovani) questi ragazzi rimase deluso e non seppe più che pesci pigliare. Il problema divenne serio. Che fare di questi 21.000 irrequieti ragazzi? Non è un gioco la guerra. Dopo l’estetica sfilata finale di giovinezza per le strade dell’Italia settentrionale il 1° e 2° Raggruppamento GIL incontrano per strada l’altra colonna proveniente da Fano. L’incontro avviene proprio alle porte di Padova  il 16 settembre 1940. "Si entra in Padova – racconta Mugnone – e, fra una trionfale accoglienza del popolo, che accalca i marciapiedi della città universitaria, termina la Marcia della Giovinezza". I ragazzi, stanchi ma soddisfatti, sono così accasermati alla Fiera e presso il 58° Rgt. di Fanteria.  
    10 ottobre 1940 - oltre la data del settimanale

Gli Italiani di Mussolini. Il regime degli Italiani: Giordano B. Guerri Una sommossa per andare al fronte. 

Le Scie. Mondadori. 1995.   

Un gesto unico nella storia d'Italia: Furono più combattivi i giovanissimi cresciuti sotto il regime, che erano passati direttamente dalla GIL alla Milizia dando prova di particolare attaccamento al fascismo. Permeati di fede e bellicismo, molti (soprattutto gli studenti) videro nel conflitto la possibilità di mettersi alla pari dei vecchi fascisti che avevano fatto la Grande Guerra e la rivoluzione, e videro anche la speranza di poter costruire, dopo, un nuovo fascismo. Parecchi di questi giovani, non pochi dei quali avrebbero aderito alla Repubblica Sociale o sarebbero entrati nella Resistenza, furono protagonisti di atti eroici e un gruppo di loro compì addirittura un gesto unico nella storia d'Italia: una sommossa per andare al fronte. 

  Il Duce assiste dal palco alla sfilata delle varie rappresentanze giovanili in armi comprese quelle del blocco del Reich. Terminata la sfilata si rientra nelle caserme. Luigi Barzini così scrive di questi ragazzi sul "Popolo d’Italia”: "Sorprende di vedere questi soldati adolescenti sorpassare in altezza una gran parte dei loro ufficiali. Aitanti, seri, marziali, con delle facce intelligenti, l’occhio vivo e attento, i volontari del littorio, ancora quasi fanciulli, hanno già un’aria guerriera. L’indomani Ettore Muti (nominalmente ancora segretario del Partito) telegrafa con piacere ai Comandi dei Btg. Volontari comunicando che ben presto saranno inquadrati fra varie unità combattenti. Del resto Mussolini glielo aveva promesso: "Il fascismo non vi promette né onori né cariche”. Ben presto, però, una notizia fredda i Volontari. La miccia scoppia quando sulla seconda pagina del "Popolo d’Italia" il gen. Ottavio Zoppi, Ardito della Grande guerra, li definisce "Premilitari". Questa definizione li fece infuriare e reagirono tappezzando i muri di Padova con copie del "Popolo d’Italia" colmi di frasi ingiuriose e non contenti organizzarono anche un ironico funerale del PNF. Quattro studenti portarono sulle spalle una cassa di munizioni avvolta in un drappo nero sul quale erano ben evidenziate le iniziali del PNF e della Gil. Dopo il funerale devastarono gli stand della fiera, saccheggiarono i magazzini e nascosero le armi. Polizia e milizia partirono immediatamente alla caccia dei colpevoli, solo in 600 riuscirono ad evitare la cattura. Riguardo questo episodio Mario Niccolini, uno dei volontari di Bir el Gobi, ci da’ una versione diversa. Sembra che il funerale di Padova si sia svolto non all’esterno per le vie di Padova, ma all’interno di una camerata e fu opera di pochi. (fonte A.N.P.I )"Venivano saccheggiati i magazzini, veniva appiccato fuoco alla paglia, si rendevano inutilizzabili le attrezzature ... » (A. Pagin). Subito dopo Pietro Badoglio chiede di smobilitare tutti i GIL. Muti naturalmente non è d’accordo.
     

  Ma come, prima li esortiamo allo slancio senza condizioni, alla battaglia, gli diciamo a lettere cubitali che "bisogna agire, muoversi e, se occorre, morire", li spingiamo ad amare la Patria sopra ogni cosa materiale, e poi li deludiamo mandandoli a casa, come dei bambini da strapazzare?. Mussolini deve prendere una decisione ed anche in fretta. A novembre Mussolini esautora Muti dalla carica di Segretario del PNF. Venti di critica aperta, di revisionismo e d’opposizione interna, soffiavano nel partito ormai da un anno, sulla cecità di chi aveva fatto la rivoluzione fascista ed ora si era imborghesito. (in Spagna al termine di una scazzottata coi tedeschi per questioni di donne, così raccontava Davide Lajolo ufficiale delle Camicie Nere).. .. . era Ettore Muti. Si sedette al tavolo, si fece raccontare dove avevamo buscato tante ammaccature “l’importante è farsi rispettare. Darle e prenderle vale anche per i nemici e gli alleati” fece l’occhiolino… poi il discorso passò alla guerra…Quella sera Muti era in vena di parlare franco. ...secondo lui si sarebbe dovuto cambiare capitale,” un pò di ritorno alle origini non guasterebbe, il ricordo di quello che erano allora, farebbe bene anche ai gerarchi d’oggi che si credono tutti aquile perché le portano sul berretto…Mussolini lo sa. .non occorrono le banche. I ricchi non andranno mai verso i poveri se non per far loro l’elemosina, e qui a rischiare, non sono venuti” Questi giovani fascisti “volontari” erano davvero un pericolo per tutti. Un “volontario” ha sempre una opinione, una volontà, un ideale da esprimere e in Italia si preferiva che le opinioni, le volontà ognuno se le tenesse possibilmente per se. Tutti a casa dunque?.

“adesso mandano in guerra anche i bambini”

   

  No si salveranno forse solo alcuni battaglioni.  Bisogna ricorrere alle maniere forti per farli andare via. Ma non è cosa facile sgombrare da Padova migliaia di giovani. Tanti di loro riescono a sfuggire all’operazione di sgombero ritornandosene a casa con le proprie gambe. Molti  trovano un nascondiglio, vanno e vengono rispuntando a Padova di nuovo per le strade. Quelli irremovibili e armati, chiusi alla Fiera non hanno accettato di retrocedere a bambini capricciosi. Un Maggiore dei Granatieri Fulvio Balisti viene a trattare. E’un ufficiale e gentiluomo d’altri tempi. Dopo essersi chiariti il 15 novembre 1940 alle 5 del mattino li conduce (Balisti) di persona alla stazione e acquista 635 biglietti di terza classe per Montebello Vicentino, Arzignano e Montecchio. I Volontari sono dunque inquadrati insieme a 14 ufficiali nel I Btg. speciale Volontari della GIL.
     

Due anni dopo lo stesso problema si presentò anche a Hitler quando gli proposero l'organizzazone paramilitare della Hitler jugend. Da compiti di protezione civile (pompiere) i giovani da 15 anni in su  passavano in forza ai reparti antiaerei, avvistamento e difesa, poi con un breve salto alla costituzione di una divisione Waffen SS. Quella che gli americani nel 1944 chiamavano la divisione "Baby". A chi fece osservare che era come spedire un telegramma a Roosevelt  dichiarando la propria sconfitta (dopo questo ci sono solo quelli delle elementari)  venne tappata la bocca. Se ne trovarono anche più giovani con le armi in pugno quando a Berlino arrivarono i Russi. 

   L'Esercito non gli forniva  cibo, la milizia li ignorava, il Partito  li ripudiò. Balisti li ricaricò allora su un treno e li portò a Formia, Gaeta e Scauri lontano dai clamori. Ma la guerra in Grecia sta prendendo intanto una brutta piega: Badoglio viene cacciato a calci in culo. Fra gli estimatori dei giovani c'è il pluridecorato Col. Fernando Nannini Tanucci dei Bersaglieri. Viene costituito ufficialmente  il Gruppo Battaglioni speciali Giovani Fascisti, di cui prende il comando proprio Tanucci. Il Gruppo speciale è suddiviso in 2 Btg., il I al comando del Magg. Balisti e il II al bersagliere Magg. Benedetti."Che siamo? Esercito?, Milizia?". Serena, Nuovo Segretario del PNF succeduto a Muti, non ha remore a bollare seccamente i GG.FF. come "nient’altro che Premilitari" impreparati alla guerra. Starace, allora capo della Milizia, non li vuole. Durante un’ispezione al Gruppo, il Gen. Taddeo Orlando, vista l'esercitazione a fuoco, esprime parere positivo al loro impiego. Starace fa marcia indietro e da il suo assenso affinché venga costituita la 301" Legione CC.NN. d’assalto che resta in organico 4 giorni.
     

  Ufficialmente costituita il 14 aprile 1941, viene sciolta il 18, poiché le camicie nere, come si è detto, dovevano essere ex militari. I Volontari saranno costretti a riporre la camicia nera per quella grigioverde. Il calvario comunque è alla fine. I volontari divengono a tutti gli effetti, ai sensi della Disp.n. 49840 del Ministero della Guerra del 18/4/41, membri del Regio Esercito, con la denominazione di Gruppo Battaglioni Giovani Fascisti. I Volontari sono ora veri fanti. La divisa consegnata ai GG.FF. è il grigio-verde (o altro adottato per teatro), con le stellette, le fiamme cremisi rosse bordate di giallo (i colori di Roma e della GIL) e il fez nero degli Arditi della Grande Guerra, unica eccezione al "fascismo". Dopo due ulteriori mesi di addestramento i volontari si sentono pronti per un Fronte. Il Gen. Magli sconsiglia la Russia e Mussolini sentenzia "vada per l'Africa". Il 29 Luglio 1941 alle ore 14 il Gruppo GG.FF. parte alla volta della Libia su 4 motonavi. Sbarca a Tripoli con compiti aihmè di presidio e antisabotaggio ad Homs e Misurata nelle retrovie. Bastico dice: "Non saranno mai impiegati in prima linea". Quest’aria di snobismo li urtava parecchio, ma la naturale strafottenza giovanile è ottimo antidoto per avventati giudizi. Ottenuto il parco macchine e gli anticarro 47/32 i Volontari s’incamminano per il deserto un po’ risentiti degli sfottò tipo “adesso mandano in guerra anche i bambini”.
     

"Chi vuole vedere il più grande incendio del mondo? " erano i giorni della  rischiosa impresa del bombardamento degli oleodotti del Barhein nel Golfo Persico ad opera di Muti. Muti ritornato operativo in aeronautica non può che dedicare sprazzi alla vicenda di Padova, tanto che a fine mese ne è prevista la sostituzione con Adelchi Serena più organico alla dottrina

  "Eravamo ansiosi di andare a combattere, desideravamo conoscere quando sarebbe stata sferrata l’offensiva". Durante il viaggio verso il deserto, verso un posto chiamato Bir el Gobi, i GG.FF. s’imbattono in un’autocolonna carica di feriti. Il dolore è forte, gli occhi sono sgranati, il silenzio è d’obbligo. Da una parte soldati feriti o prossimi alla morte che chiedono solo di essere assistiti dopo aver fatto del loro meglio, dall’altro diciottenni che non desiderano altro che imbattersi nel nemico.  Eroismo o incoscienza di giovani?. L’ufficiale superiore che li accompagna non può fare a meno di strabuzzare gli occhi alla vista dell’età media dei giovani dinanzi a sé, e dice: "Ma sono tutti ragazzini. Mai stati in linea?". Grande è lo stupore del I Btg. quando scoprono cos’è Bir el-Gobi,*: Siamo a  Dicembre del 1941 ma fa caldo più che d'estate in Italia: ghibli, mosche e sabbia la fanno ancora da padrone. Bersaglieri dell’ Ariete, reduci dagli scontri di novembre, si trovano ancora fra le poche postazioni esistenti. Balisti ordina di appostarsi per bloccare chiunque o qualsiasi cosa osi avvicinarsi. 

   
 

Di li non si deve passare, Non si passerà.  

Lunedì" 1° dicembre 1941. Il Gen. Gioda consegna all’euforico Magg. Balisti l’ordine di trasferimento . "Devesi –dice il messaggio - con prudenza presidiare *Bir el-Gobi zona particolarmente delicata, che potrebbe ridiventare calda, rovente. Il compito è arduo, i volontari sono al primo combattimento, sono giovani, lo so, ma la fiducia in loro è piena. Il colonnello di stato maggiore Scaglia fornirà i dettagli. Il I Battaglione raggiungerà la zona accompagnato da un ufficiale dello stato maggiore del mio comando”

La Battaglia

http://www.piccolacaprera.it/pubblicazioni/pubblicazioni.html

"L'offensiva inglese contro le truppe dell’Asse in Marmarica denominata Operazione "Crusader" Crociato ebbe inizio il 18 novembre 1941. Nelle prime ore del 19, venne ordinato alla 22a brigata corazzata di procedere su Bir el Gobi ed alla 7a divisione, i famosi topi del deserto, di puntare su Sidi Rezegh. Per 15 giorni gli scontri erano andati avanti a fortune alterne in un dissanguamento di reparti e mezzi impressionante. Gli inglesi avevano un vantaggio: avevano più del doppio di carri del nemico, e la fila in porto delle navi per scaricarne di nuovi. Unico neo: di qualità inferiore e in mano a gente meno esperta. 

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