GOLDEN SQUARE
La fine in Siria e la "normalizzazione" in Iran
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"Ora è tempo di togliere anche la spina Siria", dice De Gaulle di France Libre inorgoglito!! dai successi inglesi. L’altalenanza di Vichy (Governo della Francia non occupata detta anche collaborazionista) si giustifica apertamente verso i tedeschi con la paura che un accordo esplicito precluda poi tutte le colonie che cadrebbero in mano a truppe coloniali infiltrate da agenti di De Gaulle. Vichy ha ancora la sua flotta a Tolone e i tedeschi non sono in grado, come già visto, di apportare aiuto a nessuno fuori dall'Europa. I coloniali francesi, anche quando sono mussulmani, percepiscono l’avversità al Reich. De Gaulle, in proposito, non ha dubbi. Basta che i suoi uomini, cioè i soldati della Francia Libera (che sono poi 4 gatti sempre coloniali), si affaccino alle frontiere siriane, perché i 30.000 armati di stanza nel territorio si uniscano a loro in un abbraccio fraterno. Quasi senza colpo ferire, dice De Gaulle a Churchill, possiamo impadronirci della Siria. | |
IL CASO AGIP | ||
Il 3 aprile 1926 nasce l'Agip, Azienda Generale Italiana Petroli (decreto 556-3/4 - per il 60% dello stato), per l'estrazione, il trasporto, la raffinazione e la distribuzione di prodotti petroliferi. L'Agip, costituita con struttura di holding , opera per conto dello Stato in competizione con il duopolio che domina il mercato italiano: la Siap, Società italo-americana per il petrolio, filiale della Standard Oil of New Jersey costituita nel 1891, e la Nafta, filiale della Royal Dutch-Shell, attiva dal 1912. Fin dall'inizio della propria attività, in virtù di una convenzione stipulata dal governo italiano con i sovietici nel 1923, l'Agip distribuisce in Italia la benzina Victoria. La scarsità dei mezzi e delle tecnologie, per un paese dove la scoperta degli elementi era più difficile che in altri non portò a grandi risultati. L’Agip si rivolse quindi a paesi esteri non ancora monopolizzati da Inglesi e Francesi e alle nostre colonie. In Iraq, nel 1932, l'Agip riesce per fortuite vicende a diventare socio di minoranza della British Oil Development (Bod) per le ricerche nei campi petroliferi di Mosul nel nord del paese. L’Italia sostiene poi anche politicamente con vendite di armi Re Feisal, inviso agli stessi inglesi (che lo hanno messo sul trono) e che di fatto esercitano un protettorato. Feisal I morirà prematuramente nel 1935 dopo che l’Italia si sarà portata al 55% nella B.O.D. L’anno dopo per le note vicende etiopiche l’Italia lascerà l’Iraq vendendo, volente o nolente, le sue quote. Si dice che i soldi oro ricavati servirono per pagare agli inglesi i passaggi delle navi dal canale di Suez, che chiusero l’occhio delle sanzioni, ma anche due visto il luccichio. |
E i piloti degli apparecchi tedeschi e
italiani - poco più di un centinaio, per la verità, con una quarantina
di vecchi aeroplani - dovranno decollare in fretta verso altri lidi. Il
gabinetto di guerra inglese presta il dovuto orecchio a questi
argomenti, conoscendone l’ampollosità. Solo quando si teme che la
Turchia possa cambiare sponda si interverrà. Il generale Wavell non
nasconde. il suo scetticismo: a quanto gli risulta, il governatore della
Siria generale Henri Dentz, e tutti gli ufficiali francesi, considerano
De Gaulle "un traditore". Se dunque bisogna strappare la Siria alla
Francia di Vichy per mantenere la Turchia fedele alla Gran Bretagna, la
missione non dev’essere affidata unicamente a « France libre », con appena cinque battaglioni
(4.000 uomini), ma dev’essere intrapresa col concorso
di numerosi reggimenti. In tutto, almeno 4 divisioni (50.000 uomini
circa). I rapporti
dell’Intelligence Service, molto più credibili di quelli dei « francesi
liberi , informano intanto che le attività tedesche in Siria stanno
calando. Nel gennaio del 1941, si era costituito a Berlino uno speciale
Dipartimento per l’Oriente , con a capo il gerarca nazista Hentig, il
quale aveva sguinzagliato in Siria numerosi agenti di propaganda con il
compito di sobillare la gioventù araba e i partiti politici a chiedere
l’indipendenza. Ma adesso, i "turisti" stanno facendo le valige: segno che
il governo tedesco non annette più molta importanza alle vicende
siriane. Intanto a Londra, verso i primi di giugno, Eden convoca
l’ambasciatore sovietico Maisky e lo rende partecipe delle informazioni
raccolte dall’Intelligence Service. È al corrente, il governo sovietico,
degli ingenti ammassamenti di truppe germaniche alla frontiera
orientale? Maisky risponde che il suo governo non si lascia sopraffare
dal panico giacché ritiene che tali manovre abbiano soltanto un
carattere intimidatorio. Stalin, come è noto, si illude ancora.
L’ambasciatore cerca comunque di sondare le intenzioni della Gran
Bretagna, che potrebbe diventare un alleato se la Wehrmacht aprisse
davvero le ostilità anche alla frontiera orientale.
Curiosa e drammatica
inversione di alleanze. Eden a questo punto si toglie i classici
sassolini dalla scarpa, quelli che fanno di un oscuro lavoro una grande
soddisfazione, e muove a Maisky aspre rampogne per l’atteggiamento suicida finora
tenuto dal governo di Mosca che si è affrettato, ad esempio, a
riconoscere il governo « ribelle » di Rashid Ali nell’Iraq !!.
Stalin credeva forse che la « ribellione » del Golden Square giovasse agli interessi della Russia?. Maisky è imbarazzato. « Parliamo della Siria » suggerisce. Questa volta, fa capire l’ambasciatore, il governo di Mosca non prenderà cantonate. Sarà lieto se la Siria passerà sotto controllo britannico !!!!. (queste sono cose che poi la storia ufficiale dimentica !. Valgono più di 10 Yalte. Storicamente vengono definite figure di m…. e a rigor di diplomazia forse sono ancora valide). |
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Il 6 giugno, Hitler ordina che tutti gli apparecchi tedeschi si ritirino dalle basi siriane per il fronte orientale. La Luftwaffe, che ha già sguarnito Creta, non fornirà alcuna copertura aerea alle truppe del generale francese Dentz. Questi crede che, una volta partiti i tedeschi, verrà a mancare il pretesto per invadere la Siria, ma s’inganna. L’8 giugno, comincia l’avanzata degli inglesi e dei « francesi liberi », preceduta da un altisonante appello radiofonico del generale Catroux, fiduciario di De Gaulle, che si rivolge al popolo siriano in questi termini: “ Vengo tra voi per mettere fine al regime mandatario e proclamarvi liberi e indipendenti” (altra panzana storica). I 18 battaglioni e i 20 squadroni di cavalleria dell’esercito coloniale di stanza in Siria sono formati da tunisini, algerini, marocchini, senegalesi e mercenari della Legione Straniera di tutti i paesi Germania compresa, Francesi esclusi. Francesi autentici sono solo gli ufficiali che li inquadrano. Non molto diversa, per la verità, è la composizione dei cinque battaglioni di "francesi liberi di De Gaulle"di Wilson. Sotto il comando unico di “Jumbo” Wilson, le truppe d’invasione alleate procedono inalberando la bandiera bianca, per invitare alla fratellanza, cioè alla resa, i coloniali del generale Dentz. | |
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E qui si rivela tutta la fallacia delle previsioni dei gollisti. L’esercito di mestiere, agli ordini di Dentz, ha un forte orgoglio professionale, e gli ufficiali francesi lo conducono al fuoco con un accanimento sorprendente (succederà anche in futuro). Per fortuna, Wavell e Wilson avevano preso con beneficio d’inventario le assicurazioni di De Gaulle circa la pronta resa e la resistenza nemica non li coglie alla sprovvista. La battaglia infuria con violenza inaudita, e gli uomini di Dentz combattono con una perizia ben superiore a quella degli iracheni del Golden Square. Le perdite sono durissime da entrambe le parti. Il giornalista americano Langer, corrispondente di guerra scriverà più tardi: "Se gli inglesi non avessero commesso l’imperdonabile errore di impiegare dei francesi contro altri francesi, sarebbe stato tutto molto più facile". Il 22 giugno, comunque, Damasco e Saida (Sidone in Libano) sono occupate, mentre l’esercito di Dentz viene preso a rovescio da una colonna britannica avanzante dall’Iraq. E per la seconda volta, sul teatro di guerra del Medio Oriente, la mancanza di una visione strategica globale da parte di Hitler compromette in maniera irreparabile le fortune belliche dell’Asse. | |
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Il 22 giugno, giorno della caduta di Damasco, sul fronte russo alle 3,30 di mattina il rombo delle artiglierie si fa sentire lungo un fronte di migliaia di chilometri. A Dentz, il 10 luglio, non rimane che chiedere l’armistizio e l’onore delle armi. Per i gollisti, è lo scorno più bruciante. Il generale Wilson accetta anche la richiesta di Dentz, secondo cui, al tavolo dell’armistizio non deve sedere alcun rappresentante della «Francia Libera ». Sino al 1945, la Siria è governata congiuntamente dagli inglesi e dai francesi. La promessa di indipendenza, De Gaulle, se la rimangia in fretta a guerra ultimata. De Gaulle farà invece processare e condannare a morte il generale Dentz !!!! l’unico che possa vantare un onorevole comportamento. La sentenza viene commutata nel carcere a vita e Dentz, morirà in prigione. Brani rielaborati da Storia Ill. n. 140 Luglio 1969 Mario Costa | |
* Il Gen."Jumbo" Maitland Wilson dal 15 settembre 1942 assunse il comando della Persia e dell'Iraq, e dal 16 febbraio 1943 sostituì il generale Alexander quale comandante in capo delle forze britanniche dislocate nel Medio Oriente. Dal 24 dicembre 1943 succedette a Eisenhower nella carica di comandante in capo interalleato nel Mediterraneo. All'epoca dei combattimenti attorno a Montecassino era quindi comandante in capo alleato del teatro mediterraneo. Sostenne anche il piano non proprio fortunato dello sbarco di Anzio e della definitiva occupazione delle isole dell'Egeo dopo il crollo dell'Italia. |
28 febbraio 1941.
Il generale Henry Maitland Wilson detto Jumbo arriva ad Atene per
organizzare in Grecia lo sbarco di una forza di quasi 100.000 uomini con 240 pezzi
di artiglieria, 32 cannoni di medio calibro, 192 cannoni antiaerei e 142
carri armati. Due giorni dopo la Bulgaria firma il patto con la Germania
lasciando aperta la via verso Salonicco. “Jumbo
*” (per la stazza) è
nipote di “Fatty”(Grasso) Henry Fuller Maitland Wilson (1859-1941)
tenente generale nella grande guerra, 4a divisione 1914/15 e XII Corpo
(Salonicco). Di tutti i comandanti alleati era quello che aveva
acquisito la maggiore esperienza nell'area del Mediterraneo. Si potrebbe
dire l’aveva ereditata dal padre. Era nato nel 1881 a Stowlangtoft, nel
Suffolk (Inghilterra). Nel 1939 allo scoppio delle ostilità fu inviato
in Egitto come comandante dell'Armata del Nilo con il compito di
approntare i piani di operazione contro la Libia, possedimento italiano
nell'Africa settentrionale. 9 aprile 1941 Al dilagare delle forze tedesche, (15 divisioni), gli inglesi battono in ritirata verso il Peloponneso prima al Monte Olimpo (forza W) poi alle Termopili. Non potendo contrastare oltre l’avversario dopo la resa di tutti i Greci, Wilson da l’ordine di reimbarco. La resistenza continuerà nelle isole. Circa 50.000 britannici, greci e polacchi del corpo di spedizione si reimbarcano nei porti di Nàuplion, Monemvasia e Kalàmai sotto la copertura delle truppe greche ad armistizio firmato. All’evacuazione provvedono 6 incrociatori e 19 cacciatorpediniere. Negli stessi giorni Hitler da il via per fine maggio al piano di invasione di Creta (Merkur).. |
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IL CASO PERSIA (Iran) A Reza Khan Pahlavi il Grande (a sinistra), Imperatore Shah di Persia che intratteneva ancora rapporti di simpatia con l'Asse inglesi e russi insieme imposero (a fine Agosto '41 dopo un colpo di stato ) l'abdicazione a favore del figlio (l'ultimo Shah) più malleabile. Da Bassora, già collegata al Mar Caspio per ferrovia, raggiunsero anche il petrolio di Bakù in Russia raddoppiando la linea. Per questa via, nel momento più critico per l’Armata Rossa, passarono verso nord 18.700 aeroplani, 10.800 carri armati e 9.600 cannoni (tralascio i 400.000 camion che molti dicono non fare testo). La circumnavigazione dell'Africa da parte dei convogli e il Golfo Persico non rappresentavano un rischio paragonabile a quello elevatissimo dell’Atlantico e del Mediterraneo. Anche tutto il petrolio mediorientale è ora sotto loro controllo (qualcuno, ancora adesso, ha il coraggio di chiamarla guerra d'aggressione ovverosia il fine giustifica i mezzi). La conquista del Caucaso da parte degli Zar di Russia ha inizio nell'800 con la presa della Georgia, dell'Azerbaijan del nord, del Karabach poi di Erevan e Nakhicevan. La fine degli zar conseguente semina nuove speranze indipendentiste e autonomiste nei popoli del Caucaso. La pace separata della Russia rivoluzionaria che cede ai Tedeschi nel '18 sembra rafforzare questa speranza, anche se il nuovo padrone è la Turchia fedele alleato di Berlino. Il trattato di Sevres, i principi Wilsoniani dell'autodeterminazione, sempre disattesi (tanto che l'Italia fu la prima a farne le spese), disegnarono a carico della Russia e della sconfitta Turchia uno stato Armeno, dai confini indecisi e senza garanzie di difesa, come invece venne fatto per Danzica. |
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Da Nuovi mondi media. Dal 1944 in avanti, le ambizioni delle potenze straniere nei riguardi nelle riserve petrolifere iraniane diventano sempre più manifeste. La Gran Bretagna, tramite la Anglo-Persian Oil Company (poi Anglo-Iranian), controlla già dal 1909 quasi tutta la produzione petrolifera della nazione. Da parte loro, i russi appoggiano i partiti secessionisti azeri e curdi, che tra il ’45 e il ’46 proclamano la nascita di repubbliche indipendenti. L’Iran riprende il controllo di quelle aree soltanto dopo aver garantito ai sovietici concessioni sul petrolio. Nonostante le promesse fatte allo Shah, gli eserciti di occupazione russo inglese restano in Iran sino alla primavera del 1946. |
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In 1945 at Soviet instigation, an Azerbaijan Democratic Republic was proclaimed in Iranian Azerbaijan. It lasted only until Soviet forces withdrew a year later; in the aftermath, some thousands of Iranian Azeris were killed.The Soviets had to recognize that their ideas on Iran were premature. The issue of Iranian Azerbaijan became one of the opening skirmishes of the Cold War, and, largely under the Western powers' pressure, Soviet forces withdrew in 1946. The autonomous republic collapsed soon afterward, and the members of the Democratic Party took refuge in the Soviet Union, fleeing Iranian revenge.In Tabriz, the crowds that had just recently applauded the autonomous republic were now greeting the returning Iranian troops, and Azerbaijani students publicly burned their native-language textbooks. The mass of the population was obviously not ready even for a regional self-government so long as it smacked of separatism. Many of the leaders took refuge in Soviet Azerbaijan. Jafar Pishevari, who was never fully trusted by Stalin, soon died under mysterious circumstances. Prime Minister Kordary was jailed for many years by the Shah and later released. | I russi hanno intanto infiltrato sia in Georgia
che in Armenia uomini del Partito. Nel 1921 le terre Armene, Georgiane e Azere invase dai Russi diventano federazione caucasica. Tempo al tempo
dopo la normalizzazione di Stalin ( e repressione di rivolte) a questa
federazione viene accordato lo status di repubblica nell'ambito
dell'URSS. Stalin non procede alla ricompattazione degli armeni che
vengono lasciati separati in diverse enclave al pari di altri gruppi
etnici nel variegato puzzle caucasico, propendendo per una loro
integrazione razziale e religiosa.
L'integrazione favorevole agli Azeri (padroni del
petrolio di Baku) sottintendeva una più vasta area etnica che
comprendeva gli Azeri dell'Iran al dato ufficiale del 2000 (ma
l'Iran non rilascia statistiche corrette) 17 % della popolazione da
valutarsi in quasi il doppio (circa 18 milioni). Una repubblica autonma Azera
nell'Iran (Tabriz) ebbe vita dall '45 al '46
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_azera . I proventi
derivanti dal petrolio non toccavano che marginalmente i cittadini
iraniani: basti pensare che, nel solo 1947, la compagnia anglo-iraniana
aveva incassato 112 milioni di dollari, dei quali solo 7 destinati allo
stato iraniano (poco più del 6%). I risultati del'integrazione sono
sotto gli occhi di tutti, basta aprire il telegiornale (quando ne
parla), a seconda delle simpatie e degli umori per Putin e per Teheran
del governo italiano in carica. Sir: Alan Brooke, Chief of Imperial Staff (capo di S.M. imperiale): Possiamo ringraziare il cielo che Hitler sprecasse a Stalingrado le forze che avrebbero potuto sostenere un ruolo assai più decisivo contro Persia e Iraq. |
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