LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

    Guerra e Pace - La missione

Myron Charles Taylor-1940/41/42

 

 

Dal sito Cornell University (passi)

On December 22, 1939, as Mr. Taylor was recuperating at his home in New York, President Roosevelt  (FDR) called to ask Mr. Taylor “to play the critical role as the president’s personal representative to Pope Pius XII. Mr. Mr. Taylor was an inspired choice, not only because of his eminent qualifications, but also because he already knew the pope (and Mussolini). On the international front, the Vatican was likely to be the critical source for geopolitical information, since it was the only place where every nation had (or would soon have) a representative. Moreover, with the world teetering on the brink of all-out war, the American government viewed the Vatican as the most likely diplomatic venue for achieving a peaceful dètente in Europe.

- Breve traduzione (bt): il 22 dicembre 1939, nonostante Myron Taylor (da non confondere col Col. Maxwell Taylor) fosse convalescente, il Presidente FDR gli chiese di rappresentarlo presso la Santa Sede. La scelta di Taylor, oltre che dal suo passato era ispirata dal fatto che conosceva sia il Papa che Mussolini e che presto Roma sarebbe stata l’unica sede in cui i due blocchi contrapposti avrebbero avuto un'opportunità di dialogo per evitare l’allargamento del conflitto.
     

a man “… still sitting on a throne; and yet that beneath the august presence was a kindly person who was perfectly willing to listen.”

  FDR also took into account the pope’s enormous influence and prestige, not only among Catholics, but also with millions of non-Catholics (Cristiani). The president also took into account the obvious benefits of having his representative establish a strong personal bond with the pope. Mr. Taylor’s First Assignment On February 16, 1940, Mr. Taylor departed for Rome with a personal, handwritten letter that the president had asked Mr. Taylor to personally deliver to the pope.
Myron Charles Taylor (Contea di Wayne,Stato di New York 1874 - 1959)
Laureato in legge alla Cornell University intraprese in breve tempo quella che noi ora chiamiamo la carriere di manager prima nell'indistria tessile poi in quella dell'acciaio. Dalla prima attività aveva già ricavato uan discreta fortuna quando fu chiamato nel 1927 da John Pierpont Morgan Jr. per far fronte alla crisi che affliggeva la United States Steel Corporation. Passò indenne la recessione poichè già alla vigilia nella sua qualità di direttore finanziario aveva ripianato tutti i debiti. Negli anni successivi, divenne CEO e presidente tra il 1932 e il 1938. Grazie ad una sua donazione di 1.500.000 dollari, fu creato l'edificio della "Myron C. Taylor Hall", che ospita tutt'ora la facoltà di Legge della Cornell.
Taylor riuscì a garantire il mantenimento dei posti di lavoro e col "New Deal" un posto in politica in prima fila. I buoni rapporti col sindacato portarono la United States Steel Corporation a riconoscerne, prima negli Usa (nel 1937), il ruolo strategico. L'anno dopo fu chiamato dal Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt a rappresentare il proprio Paese alla Conferenza di Evian, convocata per iniziativa dello stesso Roosevelt al fine di discutere il problema dei rifugiati ebrei in fuga dal nazismo. La conferenza si concluse con un nulla di fatto che aumentò la preoccupazione sul futuro dell'Europa e del paese. A seguito della richiesta della Santa Sede di riallacciare i rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti, a partire dal 1939, e per tutta la durata della seconda guerra mondiale, Taylor prestò servizio come inviato personale del presidente(rango usuale ambasciatore viaggiante) presso la Santa Sede. Per motivi diversi fino ad allora e anche in seguito, negli Stati Uniti si negava categoricamente l'istituzione di normali scambi diplomatici con un solo capo religioso e non con tutti.
 

The president’s principal task for Mr. Taylor was to keep Italy from joining the war on Germany’s side. Even without the benefit of hindsight, this was an impossible ask Mussolini, whom Mr. Taylor thought “had done great things for Italy in the earlier days,” was “too far committed to Hitler.” But try he did. Mr. Taylor had an unprecedented number of meetings with the pope (who was visibly moved by the president’s handwritten note), and it was agreed that FDR and the pope independently (and repeatedly) would implore Duce not to become belligerent.

- (bt): La missione di Taylor iniziò nel febbraio del 40 quando la partecipazione dell’Italia alla guerra era ancora in forse. Si cercava anche con un pronunciamento influente del Papa, oltre i confini del cattolicesimo, di coinvolgere le religioni che si riconoscevano nel cristianesimo nell’azione di evitare il conflitto. Taylor era latore di una lettera personale del presidente nella quale si chiedeva al santo Padre di intervenire per dissuadere Mussolini dall’entrare in guerra.

This strategy failed. As FDR later told James Farley (a key aide): “We bullied Mussolini in every way possible and tried to get the influence of the pope to keep Italy from getting into war, but Italy went in.” Mr. Taylor’s meetings with the pope did have one immediate, positive outcome a close working relationship quickly developed between them. Mr. Taylor reported back to FDR that the pope had offered “very close collaboration with the president, through me, and daily access to the pope day or night whenever desired” . Unfortunately, just weeks after Mussolini’s decision to enter the war on June 10, 1940, Mr. Taylor ate a bad lobster at a Rome dinner party, became quite ill, and required another operation. Even as he lay in his bed recuperating, Mr. Taylor lost none of his sense of command; an Italian official visiting Mr. Taylor described him as a man “… still sitting on a throne; and yet that beneath the august presence was a kindly person who was perfectly willing to listen.” (Un uomo "… stava seduto come un re in trono e nonostante ciò la sua presenza augusta era di persona disposta all'ascolto"). After his doctors gave their approval, Mr. Taylor returned to the United States with the future of his Vatican mission unknown. FDR also knew the only major obstacle to America’s getting aid to Russia would be the Roman Catholic Church, partly because of the strong isolationistic bent of some U.S. bishops (primarily with Irish and German immigrant constituencies), but more because of the church’s dogmatic opposition to atheistic communism. Specifically, the pope’s 1937 encyclical "Divini Redemptoris" expressly forbade Catholics from collaboration of any kind with communism. FDR believed that opposition to aid by the church would inevitably lead to a Congressional roadblock.

LE DICHIARAZIONI DI GUERRA    
1937 - 7 luglio la Cina dichiara guerra all'Impero del Giappone contro l'aggressione giapponese nella Cina settentrionale e nord-orientale in atto dal1'8 settembre 1931.
1939 - 3/9 Regno Unito, Francia, Australia e Nuova Zelanda dichiarano guerra alla Germania
6/9 -il Sud Africa dichiara guerra alla Germania
10/9 - Canada dichiara guerra alla Germania.
1940 - 9/4 la Norvegia dichiara guerra alla Germania
10/5 - i Paesi Bassi dichiarano guerra alla Germania
10 giugno - l'Italia dichiara guerra alla Francia e al Regno Unito
11/6 - la Francia dichiara guerra all'Italia. Anche il Regno Unito, l'Australia, il Canada, la Nuova Zelanda e il Sud Africa sono in guerra con l'Italia.
28/10 - l'Italia dichiara guerra alla Grecia.
23/11- il Belgio dichiara guerra all'Italia
(
L'Italia aveva utilizzato gli aeroporti belgi di Espinette per il Comando del C.A.I. (Corpo Aereo Italiano), Chièvres per il Comando della 15° Brigata e il 43° Stormo, Melsbroek per il 13° Stormo e la 172° Squadriglia, Maldegem per il 20° Gruppo del 56° Stormo e Ursel per l'appoggio alla battaglia d'Inghilterra).
1941 - 6/4 l'Italia dichiara guerra alla Jugoslavia
24/4 - la Bulgaria dichiara guerra alla Grecia e alla Jugoslavia
22/6 - la Germania, l'Italia e la Romania dichiarano guerra all'Unione Sovietica
25/6- la Finlandia riconosce ufficialmente l'esistenza dello stato di guerra con l'URSS
27/6 - l'Ungheria dichiara guerra all'Unione Sovietica
6/12 - il Regno Unito dichiara guerra a Finlandia e Romania.
7/12 - il Giappone dichiara guerra a Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Sud Africa. Il Regno Unito, l'Australia e la Nuova Zelanda dichiarano guerra a Finlandia, Ungheria e Romania. Il Canada dichiara guerra a Finlandia, Ungheria, Giappone e Romania. Panama dichiara guerra al Giappone. La Jugoslavia è in guerra col Giappone.
8/12 - Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Costa Rica, Repubblica dominicana, El Salvador, Haiti, Honduras, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Nicaragua dichiarano guerra al Giappone.
11/12 - Germania e Italia dichiarano guerra agli USA; questi ultimi, insieme alla Cina, dichiarano guerra a Italia e Germania.
12/12 - la Bulgaria dichiara guerra agli Stati Uniti e al Regno Unito. La Romania e l'Ungheria dichiarano guerra agli Stati Uniti.
1942 - 10 /1 il Giappone dichiara guerra ai Paesi Bassi
25/1 - Il Regno Unito, la Nuova Zelanda e il Sud Africa dichiarano guerra alla Thailandia. La Thailandia dichiara guerra a Stati Uniti e Regno Unito,
2/3 - l'Australia dichiara guerra alla Thailandia.
 

- (bt): la missione fallì ma le basi per una proficua collaborazione fra Usa e Vaticano erano gettate tanto che Taylor poteva disturbare il papa anche di notte. Taylor ebbe disturbi intestinali ad una cena di gala nell’estate del 41. Anche se era degente un ufficiale italiano lo descrisse come un Re in trono. Col permesso dei medici fece ritorno negli Usa ignaro del suo futuro diplomatico. L’attacco alla Russia di quei giorni aveva creato un evidente imbarazzo negli Usa e nella loro volontà di aiutare chiunque combattesse il nazismo, fossero anche comunisti. La presenza negli Usa di una forte comunità Irlandese, Polacca (cattolica) ma non solo (tutti i rifugiati politici dall’est e dalla Russia) era una fonte di opposizione all’intervento economico e militare a favore di Stalin. Il Papa Pio XI nel 1937 con la enciclica “Divini Redemptoris” aveva bollato il Comunismo come il male peggiore.

And so Mr. Taylor was dispatched to Rome to ensure there would be no such opposition. With the Nazis besieging Moscow, Mr. Taylor left for Rome on September 4, 1941. FDR almost caused this “delicate mission” to fail because of another of the president’s personal letters to the pope. A great deal of FDR’s letter went to some length vouching for the facts that churches in Russia are open” and that there was “a real possibility that Russia may, as a result of the present conflict, recognize freedom of religion.” The pope and his aides knew that exactly the contrary was true and wrote numerous memorandums questioning (among other things) FDR’s grasp of world events (for example, according to the pope, FDR did not understand Stalin and wanted to know if FDR was “apologizing for Communism”). Notwithstanding FDR’s blunder (nonostante l'equivoco), Mr. Taylor was able to convince the pope to have the church take the position that the encyclical was directed only against the Soviet government and was not meant to hurt the Russian people. This policy shift was ultimately communicated in a back-channel way, so as not to call into question the pope’s official neutrality. By the end of October 1941, various U.S. church officials were offering official expressions of affection for the Russian people and declaring that any American aid to them would be a welcome thing.

(bt): In settembre Taylor venne mandato di nuovo a Roma nella speranza di sbloccare si l'impasse ma con giustificazioni e affermazioni talmente campate in aria (in Russia c’è libertà di religione) da far chiedere tramite Taylor se Roosevelt non fosse comunista. Nonostante il bluff  e l’ignoranza di Roosevelt (chiamavano equivoco*** credere alle bugie di Stalin per 10 anni !!) Taylor convinse comunque il papa a dare una lettura più ampia alla Divini Redemptoris. “l’enciclica non era rivolta verso il popolo russo che era chiaramente cristiano ma verso il suo governo che era chiaramente anticristiano”. Alla fine di ottobre del ’41 nelle chiese cattoliche e cristiane degli Usa si raccoglievano aiuti per la Russia.

*** (nel '35 gli Usa avevano riallacciato le relazioni diplomatiche con l’Urss e Roosevelt si premurò di chiedere se in Russia c’era libertà di religione, cosa che gli venne puntualmente assicurata dall’ambasciatore Litvinov citando gli articoli della Costituzione Sovietica. In Russia violare la costituzione non era reato).

da nuova Storia Contemporanea  n 1/2008 - Ricerche di Giorgio Angelozzi Gariboldi pag 21 e segg. L’11 settembre del 1941 Mr. Taylor ha una visita privata con papa Pio XII verso il quale ha una grande venerazione e un commovente attaccamento (per quanto protestante) … Mr. Taylor nella stessa mattina chiede al Segretario di Stato cardinale Luigi Maglione: “[...] per il caso che il Santo Padre giudicasse, in qualsiasi momento, di lanciare proposte di pace, di avvertirne previamente il Presidente Roosevelt perché questi, qualora l’America non sia essa stessa in guerra, possa appoggiare l’azione eventuale del Sommo Pontefice. E lo stesso Presidente che esprime questo desiderio”. Il cardinale Maglione risponde che il papa continuerà a ribadire gli insegnamenti dati, ma in modo che la sua azione non possa confondersi con l’azione del presidente, altrimenti la voce del papa perderebbe ogni efficacia e sarebbe tacciata di parzialità e partigianeria. Mr. Taylor prospetta al cardinale la necessità di un chiarimento da parte della Santa Sede sull’Enciclica di Pio XI per impedire una scissione profonda tra i cattolici americani. Ma il cardinale Maglione replica che risulta chiara la condanna di Pio XI al comunismo e la condanna rimane; ma nell’Enciclica non vi è una parola contro il popolo russo; aggiunge il cardinale che, se si presentasse l’occasione, la Santa Sede farà discretamente la distinzione tra comunismo e popolo russo, tra nazismo e popolo germanico, la gerarchia potrebbe farlo con autorità, sicura di non andare contro gli insegnamenti pontifici. L’Enciclica di papa Pio XI poteva anche indurre in errore i fedeli americani sul punto in cui il pontefice afferma, con autorità dogmatica: “Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessun campo la collaborazione con lui”.

While Mr. Taylor lobbied the Roman Catholic Church not to oppose aid to the USSR, the pope and his aides lobbied for something else preventing the bombing of Rome (and the Vatican) by the Allied forces. The British, having suffered egregious damage from bombing by the Axis powers (including a handful of Italian planes), were outspoken about the importance of striking back at all major Axis cities, including Rome. The Vatican, in turn, warned Mr. Taylor that the church would meet any Allied bombing with a public rebuke. While remarking that the church had been silent during the London bombings, Mr. Taylor pledged to work to limit bombing to only specific military targets. He waged a persistent campaign over the next several years to convince Winston Churchill and FDR to refrain from bombing Rome. Churchill, influenced by England’s domestic politics, would not agree with Mr. Taylor’s importunings. FDR told Mr. Taylor he felt obliged to defer to the English prime minister on this matter. Yet, Mr. Taylor’s repeated efforts (and constant pressure from advisors that British and American goals, expressed in the Atlantic Charter, were based essentially on the same Christian principles as those detailed by the pope.

* Raffaele Guariglia (dal febbraio '42 al febbraio '43 è Ambasciatore presso la Santa Sede poi Ambasciatore ad Ankara sino al 25 luglio, quando viene nominato Ministro degli Affari Esteri del governo Badoglio), ambasciatore italiano presso la Santa Sede, chiarì nelle sue memorie alcuni retroscena della vicenda: parole di Mussolini a Ciano e a Guariglia; "Questo buffone (riferendosi a Taylor) è tornato in America a raccontare che gli italiani sono all'estremo e che con qualche colpo duro è facile metterli al tappeto. Ebbene, queste cose le ha sapute dalla Santa Sede, ove le informazioni giungono attraverso il canale collettore dei parroci. (...) Comunque, fai sapere al Vaticano, che Concordato o no, se Myron Taylor s'attenta a ritornare in Italia, lo faccio ammanettare"

L’ambasciatore munito di salvacondotto passava infatti tranquillamente le frontiere Italo vaticane e quelle propriamente italo-europee. La loro posizione di ambasciatori era comunque complessa per quanto riguardava le comunicazioni, i messaggi cifrati. L'unico compromesso raggiunto in pratica tra Italia e Santa Sede fu che i diplomatici, una volta ritiratisi in Vaticano, avrebbero potuto continuare a ricevere e spedire messaggi in cifra. Non potevano però servirsi della Radio Vaticana, dovevano spedire in Svizzera i loro messaggi cifrati, servendosi della valigia diplomatica vaticana; da lì sarebbero stati trasmessi telegraficamente ai rispettivi paesi. Per la stessa via sarebbero giunti ad essi i messaggi diplomatici dei loro governi . Era un bel traffico, dal quale erano esclusi gli ambasciatori dei paesi amici e alleati.

Il sottosegretario agli interni Buffarini Guidi si lamentava affermando: "Roma è diventata il maggior centro di spionaggio (...). Farò una revisione di tutti gli altri stranieri americani e inglesi (compresi preti, frati, monache e prelati) perché fin qui siamo stati troppo buoni e questi sono tutti a piede libero (...). Metterò una cinta armata intorno al Vaticano per controllare chi entra e chi esce. Si debbono vedere per Roma diplomatici e famiglie di diplomatici americani che vanno dal barbiere ... mentre gli americani ci bombardano". Buffarini aveva minacciato anche di peggio. "Farò mettere nelle città indifese tutti gli internati inglesi ed americani con le loro mogli e bambini, così saranno i primi a cadere", sostenendo la correttezza della condotta italiana "che m'importa dei tedeschi! Noi siamo stati sempre correttissimi" assicurando che gli italiani non avevano partecipato ai bombardamenti di Londra. In effetti qualcuno giustificò quelli sull Italia come ritorsione di quello di Coventry (che gli inglesi sapevano poi in anticipo). Bizzarra idea. Il Vaticano continuò comunque a tessere la tela degli incontri per una pace separata che Mussolini non voleva ?.

** Memorandum: C’è ragione di credere che i nostri nemici dell’Asse tenteranno, attraverso canali subdoli, di spingere la Santa Sede ad appoggiare nel prossimo futuro proposte di pace senza vittoria.

  Questo brano estrapolato dal contesto dell’Enciclica altera il pensiero di Pio XI. Il pontefice si riferisce solo alla collaborazione in senso ben determinato, che prevede l’attività dei cattolici i quali partecipano nei loro paesi con i comunisti in attività diffusive del comunismo ateo e contro la religione cattolica. Il popolo russo si difende dall’invasione nazista come è nel suo diritto. Lo stesso Pio XI nell’Enciclica "Mit Brennender Sorge" (17/3/1937) condanna la concezione dello Stato nazista che perverte e falsifica l’ordine da Dio creato e imposto. Pio XII non può che avere sentimenti paterni verso il popolo russo; sulla linea del suo predecessore pronuncia l’Enciclica Summi Pontificatus (20/10/39) puntualizzando l’errore pernicioso commesso dalle nazioni che assegnano allo Stato un’autorità illimitata e sul nocumento arrecato da questa concezione alle relazioni tra i popoli. Il riferimento allo Stato nazista è inequivocabile. Mr. Taylor si congeda dal segretario di Stato Vaticano dopo aver sondato il terreno sulla attuale posizione dell’Italia nell’alleanza con la Germania domandando se vi era una possibilità qualsiasi che l’Italia si decidesse a fare una pace separata. Il cardinale Maglione non ne vede nessuna, anche per i pericoli ai quali si esporrebbe l’Italia separandosi dalla Germania.

Mons.Angelo RoncalliNdr: 3 mesi dopo gli Usa entrano in guerra a seguito dell’attacco giapponese a Pearl Harbour. In Russia intanto nell'autunno del ‘42 le cose volgono al peggio per i tedeschi e neanche il rafforzamento dell’estate (operazione Caucaso) porta agli obiettivi indicati. Goebbels  “Se vinciamo, vinciamo tutto, se perdiamo perdiamo tutto ed anche di più, la nostra stessa esistenza” . Von Papen, ambasciatore tedesco ad Ankara, ha colloqui (apr.’42) con Mons. Roncalli sulle possibilità di negoziati di pace. E’ il suo un mandato esplorativo dello stesso Hitler convinto dai suoi generali che la situazione è arrivata a un punto morto?  non sembra.

Mons. Roncalli non prende nessun impegno con von Papen di riferire alle gerarchie ecclesiastiche sui loro colloqui; ma il barone Lersner (aiutante e consigliere di Papen) intende recarsi in Vaticano per parlare con mons. Giovanni Battista Montini, sostituto della Segreteria di Stato, sulla possibilità di una mediazione di pace di Pio XII tra i belligeranti. Mons. Roncalli nella comunicazione confidenziale a mons. Montini descrive il barone Lersner come persona che deplora le teorie moderne anticristiane, non iscritto al Partito nazista e con distinti rapporti con i generali dell’Armata tedesca. Scrive mons. Roncalli: “[...] il barone Lersner pensa di poter essere utile agli interessi del suo Paese, agli interessi della pace nel mondo ed anche agli interessi della Chiesa Cattolica. Segue egli una consegna superiore? E’ egli vittima di una illusione? Non saprei pronunciarmi. Riferisco quanto so e quanto risulta al mio intendimento e non passo oltre”. Il barone Lersner è in Vaticano il 22 maggio; dopo un giro nei giardini del Vaticano con mons. Testa giunge con riservatezza nell’appartamento privato del cardinale Luigi Maglione manifestando la sua preoccupazione per la sorveglianza a cui lo sottopone l’Ambasciata di Germania, specie a mezzo del consigliere dell’Ambasciata principe Otto von Bismarck che lo ha diffidato a parlare di cose politiche a nome del governo tedesco. Nel colloquio con mons. Montini, il barone von Lersner afferma che la Germania comincia a orientarsi verso il pensiero della pace; i generali tedeschi hanno fiducia di raggiungere gli obbiettivi che si propongono, ma ritengono che la vittoria militare non basta: occorre una distensione di animi per avere la pace vera. Lersner afferma che la Germania non mira alla distruzione dell’Impero inglese; pertanto si può ancora pensare a una pace con trattativa bilaterale. Pio XII il 22 maggio ha una riunione con mons. Montini e mons. Tardini ed è d’accordo con i suoi collaboratori che sia una tattica di Hitler a muovere von Papen e il barone von Lersner. E certo che un ambasciatore e confidente di Hitler come von Papen non parlerebbe di argomenti così gravi e scottanti senza esserne autorizzato. Il barone von Lersner sicuramente deve aver avuto l’accordo dell’ambasciatore di Germania prima di presentarsi in Segreteria di Stato. E assai probabile che l’assenta sorveglianza cui sarebbe sottoposto il barone Lersner sia un mezzo del governo tedesco per lasciare la possibilità, volendo, di sconfessare tutto e tutti. Von Papen e von Lersner sono preoccupati per la pace di domani e per l’avvenire della Germania. Hitler mette fin d’ora le mani innanzi cercando di accaparrarsi la mediazione di pace di Pio XII. In conclusione, i tedeschi prevederebbero di non poter vincere; combatterebbero, però, fino a ottobre. La manovra sarebbe fatta in modo da non far apparire in alcun modo il governo tedesco.

Roosevelt è informato delle manovre dei tedeschi dal suo rappresentante personale presso Pio XII, Myron Taylor. Assistente di Taylor nella missione permanente in Vaticano è, dalla fine del 1940, Harold H. Tittman jr, console generale a Ginevra ma richiamato a Roma dal Dipartimento di Stato quale esperto della politica vaticana. Harold H. Tittman jr. è stato un valoroso combattente nella guerra mondiale del 1918: pilota di caccia, fu gravemente ferito, decorato con la Us. Distinguished Service Cross for Extraordinary Heroism, insignito della Croix de Guerre francese. Il diplomatico abita all’interno della Città del Vaticano in una dépendance dell’Ospizio di Santa Marta, situato a sud-ovest della Città del Vaticano. Il governo italiano, a seguito della dichiarazione di guerra dell’Italia, non ha ritenuto applicabili le disposizioni dell’art. 12 del Trattato Lateranense sulla permanenza, la libertà e la sicurezza dei rappresentanti di Paesi esteri accreditati presso la Santa Sede. Ciò, anche perché, secondo voci correnti e tendenziose, i diplomatici di Paesi esteri in conflitto con l’Italia (ma rappresentati in Vaticano) inviano messaggi cifrati ai loro Paesi contro gli interessi del governo fascista (ndr: la polemica sul dove e quando far cadere le bombe a Roma vedi a fianco *). Roosevelt si preoccupa dei tentativi da parte dell’Asse di servirsi della Santa Sede per arrivare a una pace di compromesso che sarebbe andata contro gli interessi degli Usa e dei suoi alleati. Gli Stati Uniti non avrebbero mai accettato di concludere la pace con le potenze dell’Asse prima di aver annientato l’hitlerismo. Il 21 agosto 1942 il delegato apostolico a Washington cardinale Amleto Cicognani comunica al cardinale Maglione, segretario di Stato, che il presidente Usa ha dato ordine al suo ambasciatore Taylor di partire, ai primi di settembre, per recarsi in Vaticano e conferire a nome suo con papa Pio XII per far conoscere la posizione degli Stati Uniti su qualsiasi sondaggio di pace dell’Asse presso Pio XII. La prima udienza di Myron Taylor con Pio XII è fissata per sabato 19 settembre. Taylor aveva riassunto in un memorandum** per Pio XII i sospetti sui piani della Germania per coinvolgere Pio XII nella mediazione di pace, e le ragioni della posizione degli Stati Uniti d’America contrari a un compromesso di pace coi tedeschi:

A Historic Mission - By the summer of 1942, FDR and the U.S. State Department were concerned that the Vatican might promote a compromise peace and FDR decided to send Mr. Taylor back to the Vatican. But how could such a trip be arranged while Italy was at war with the United States? Ultimately, Mussolini’s son-in-law, foreign minister Ciano, approved Mr. Taylor’s visit under the terms of the Lateran Treaty of 1929, in which the Italian government recognized the Vatican as an independent state.

 Nell’attuale condizione dei belligeranti, possiamo renderci conto di quale forte pressione le potenze dell’Asse possano esercitare sul Vaticano. Perciò ci sentiamo in dovere di appoggiare la Santa Sede a resistere contro ogni indebita pressione di questa origine. E questa la ragione per cui ci sentiamo indotti a render note le nostre opinioni sulla pace e a sottolineare che la crescente potenza degli Stati Uniti viene ora utilizzata per ristabilire quei principi di decenza e giustizia internazionale che tanto chiaramente sono stati indicati dalla Santa Sede. Non siamo così vicini al Vaticano come lo sono alcuni dei nostriVon Papen avversari, né siamo in condizione di godere di tanti contatti indiretti quotidiani come loro. Non di meno, abbiamo la più completa fiducia che sarà dato debito peso alle considerazioni espresse da una Nazione che comprende tra i suoi cittadini tanti milioni di devoti cattolici, e il governo della quale si trova in un accordo così stretto con i principi enunciati dalla Santa Sede sugli aspetti di questa guerra e sul genere di pace che deve farle seguito. [...] Non ci permetteremo di essere posti in pericolo alle spalle mentre parliamo di pace con aggressori criminali del genere di cui si fa menzione nella Summi Pontificatus come uomini senza fede nella parola data [...j siamo preparati a una guerra lunga. Abbiamo previsto iniziali sconfitte. Ma alla fine, sappiamo che nessuna Nazione o alleanza di Nazioni può resistere sul campo contro di noi.  (nuova Storia Contemporanea  pag 27/8/9).

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  Mr. Taylor wanted to make clear that the United States would “support the [church] in resisting any Axis proposals of peace without victory” and would “prosecute this war until the Axis collapses.” After flying into the Rome airport (which was filled with goose-stepping German soldiers) on September 17, 1942, Mr. Taylor was met by church officials who whisked him, with police escort, into the Vatican. Mr. Taylor later reported back to Washington that he had convinced the Vatican that the United States would win the war. As to there being “no peace without victory,” the pope’s formal response was straightforward: he had “never thought in terms of peace by compromise at any cost. On certain principles of right and justice there can be no compromise”; and the church would reject any proposal from any source that would give “free rein to those who would undermine … the foundations of Christianity and persecute religion and the church.” This response (which, when Mr. Taylor showed it to Mr. Churchill in London, prompted the prime minister to proclaim it “a great historical document”) was interpreted as a shift by the pope away from neutrality, toward agreeing with the concept of unconditional surrender. The pope’s response thus clearly encouraged FDR to blurt out the same concept of unconditional surrender as the Allies’ ultimate war aim at the Casablanca conference in February 1943. (Taylor informò poi il Papa sullo sterminio degli ebrei)  We now know what took place during Mr. Taylor’s unprecedented trip to the Vatican in 1942. But at the time the world did not, and speculation was rampant. The published German reactions ran the gamut from “paradoxical and strange,” to “extraordinary and altogether contrary to accepted customs,” to “unimportant.” Mussolini’s take was somewhat more colorful: “If Myron Taylor tries to return to Italy he will be put in handcuffs.” "Se Myron Taylor tenta di ritornare in Italia lo faccio ammanettare".

Ndr: e venne l’inverno e con questo Stalingrado e la rotta. Hitler continuava a vivere nel suo rifugio del Q.G come vivesse su un altro pianeta, spostando bandierine sulle carte militari. Il marchese Biasco Lanza d’Ajeta, diplomatico del gabinetto di Ciano, ne descrive l’atmosfera: “Hitler e i suoi collaboratori vivevano completamente isolati dal resto del mondo e dalla stessa Germania. Le loro giornate trascorrevano monotone fra i ristretti vani delle baracche e gli immensi e fitti alberi che li circondavano. D’inverno, data la latitudine della località, faceva buio alle quattro del pomeriggio. Su uomini e cose pesava un’atmosfera da incubo. Parlare, non dico di arte o di letteratura, ma anche di politica con Hitler e i suoi uomini era come suonare il violino davanti a un cane idrofobo”. La battaglia di Stalingrado dura 76 giorni e si conclude il 2 febbraio del 1943 con la sconfitta dei tedeschi accerchiati dai russi nella sacca della città. La sconfitta militare in Russia è il preludio della fine della Germania nazista. Ma la guerra è ancora lunga.