DANIMARCA
Nel
piano dei piccoli passi, per assicurarsi pedine strategiche in vista del
grande conflitto, Hitler questa volta decide di porre definitivamente
sotto controllo lo stretto di Danimarca, che dava accesso al
Mar Baltico e alla Russia. La Russia rischiava, come
nella grande guerra, di essere tagliata fuori dal Mare del Nord e dal
Baltico (ora mare
tedesco) e dal Mar
Nero e Mediterraneo se e quando altre potenze, compresa la Turchia, decidessero di entrare
in guerra. Nel 1914 i generali tedeschi
avevano fatto la stessa mossa isolando la Russia e alleandosi coi Turchi, ma non con
anticipo come ora. Il piano d’azione scatta alcuni giorni prima del 9
aprile 1940, ma è solo alle 5.40 di questo giorno che il governo danese viene gettato giù dal letto con l’ultimatum di lasciare
passare truppe verso la Norvegia. Al Re, Cristiano X, fratello dello
stesso Re di
Norvegia, privo di un esercito degno di tale nome, non resta che
capitolare dopo aver sparato i due classici colpi di cannone. Nessun
riparo, nessuna linea di difesa divideva le pianure tedesche da quelle
Danesi. Vecchie ruggini poi venivano ora regolate. Il Re e il figlio Federico (IX) non ripararono all’estero e non
accettarono di condividere il nuovo potere imposto. Furono confinati in un
castello a regime privilegiato (tessera alimentare) che ben presto
rifiutarono in nome della classica parità nordica di tutti i cittadini. I
problemi dell’erede al trono coi tedeschi non mancarono, ma Federico IX,
fino alla sua morte è stato universalmente conosciuto come gestore di una
democrazia monarchica molto più avanzata di tante (ndr: tutte)
repubblicane.
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Il passaggio attraverso la Danimarca era solo una
scorciatoia e serviva per tenersi libere le spalle anche se l'esercito
danese non contava molto. Le truppe comunque impegnate in questa
campagna ora che a Est era ritornata la calma (la Russia aveva ricevuto
la resa dei Finlandesi) non erano molte dovendo presidiare il fronte con
la Francia che di giorno in giorno si faceva sempre più caldo. Quando in
settembre francesi e inglesi dichiarano guerra alla Germania, questi
ultimi non hanno materialmente la forza di dare anche un piccolo
sostegno ai francesi, che vista la situazione si astengono
dall'attaccare per primi. Ma sono passati ormai 7 mesi e la situazione è
leggermente cambiata e cambierà velocemente anche in campo politico
occidentale nel giro di un mese. L'attacco alla Norvegia veniva da
lontano e vale la pena qui darne un breve resoconto per valutare le
strategie che stanno a monte dei conflitti. In seguito alla sconfitta
della Francia nella guerra franco-prussiana (1871), il territorio
dell'Alsazia (corrispondente ai dipartimenti del Bas-Rhin e dell'Haut-Rhin)
e la parte orientale della Lorena (corrispondente all'attuale
dipartimento della Moselle) ricca di ferra furono annesse alla Germania.
Con la grande guerra però i tedeschi le avevano perse e dovettero per
larga parte rifornirsi all’estero verso la fronteggiante Svezia. La
militarizzazione e l’industria bellica tedesca avevano molto bisogno di
diversi minerali e in caso di guerra non potevano lasciare nelle mani
del nemico paesi o rotte per l’esportazione dei minerali. La Svezia
anche se fronteggiante ha le miniere a Kiruna nel Nord e queste si
collegano a un porto nel golfo di Finlandia, gelato per larga parte
dell’inverno o a Narvik in Norvegia con cabotaggio lungo la costa.
riassunto da
Simone Pelizza da
http://pdsm.altervista.org/invasione_norvegia.html
>>>> Il 19
Settembre 1939 Churchill, Primo Lord dell'Ammiragliato, sollecitò il
Gabinetto inglese a prendere in considerazione l'idea di predisporre un
campo minato nelle acque territoriali norvegesi, per arrestare il
trasporto di minerali di ferro svedesi dal porto di Narvik alla
Germania. Egli affermò che una simile misura si sarebbe rivelata "della
massima importanza" per paralizzare l'industria bellica del nemico (si
trattava di palese violazione delle acque di un paese neutrale). La
discussione si allargò sempre di più, e anche la stampa intervenne
sostenendo la tesi di Churchill. Era proprio questo il modo più sicuro
per suscitare vive preoccupazioni nei tedeschi e spingerli ad adottare
drastiche contromisure. In casa tedesca però i timori vennero smorzati.
La Russia aveva attaccato la Finlandia e ogni tentativo larvato di
invadere la Norvegia da parte degli alleati per portare soccorso ai
Finlandesi non avrebbe fatto altro che rafforzare l’alleanza Russo
Tedesca. Il Gabinetto inglese si oppose quindi alla violazione della
neutralità norvegese e preferì così astenersi dal sanzionare
l'attuazione immediata del piano di Churchill. Comunque essi
autorizzarono lo Stato maggiore dell'esercito ad elaborare un piano per
un possibile "sbarco militare a Narvik", capolinea della ferrovia che
collegava la costa norvegese ai giacimenti di ferro di Gallivare, in
Svezia (pochi chilometri), e alla Finlandia. Era la fine del 1939. Un
infido visitatore giunse a Berlino: era Vikdun Quisling, ex ministro
della Difesa Norvegese ora capo di un partito di ispirazione nazista.
Egli si incontrò con l'ammiraglio Raeder poi con Hitler, al quale fece
presente il rischio di un'imminente occupazione inglese dei porti
norvegesi. Affermando che molti politici e militari erano pronti a
spalleggiarlo nell’eventualità di un colpo di stato motivo per il quale
era venuto a chiedere soldi. Il dittatore affermò però di preferire "la
neutralità dei paesi scandinavi". I francesi però scalpitavano convinti
che se si apriva un fronte in Norvegia si distoglievano soldati dal
Reno. Il 15 di gennaio del 1940 il generale Gamelin, incontrò il primo
ministro Daladier per consegnargli il piano d’invasione. Il piano
prevedeva uno sbarco di forze alleate nel nord della Finlandia, e
l'occupazione "precauzionale" di porti e aeroporti della Norvegia
occidentale. Gli inglesi aderirono e ai primi di febbraio il piano ebbe
l’ok con l’impiego di un corpo di spedizione costituito da due divisioni
inglesi e da un contingente francese (alpini) quasi equivalente,
denominato "Aiuto alla Finlandia": al fine di ridurre il pericolo di uno
scontro diretto con la Russia, queste truppe avrebbero dovuto essere
"camuffate da volontari" !!!. L'obiettivo principale era assicurarsi il
controllo dei giacimenti di Gallivare (in Svezia, paese neutrale) a sud
di Kiruna; solo una parte della forza alleata doveva portare aiuto ai
finlandesi. Si stabilì che l'operazione avrebbe preso il via all'inizio
di Marzo via a Narvik. Le orecchie lunghe tedesche intercettarono i
piani e Hitler cambiò idea e diede istruzioni ai suoi generali di
preparare (o tenersi pronti) un piano per l'invasione della Norvegia
rinforzato da una pubblica dichiarazione di Churchill e dall’arrivo a
Bergen in Norvegia di ufficiali francesi (14/3). Londra però
tergiversava; Chamberlain, primo ministro, sperava ancora che i governi
norvegese e svedese avrebbero acconsentito volontariamente e
benevolmente all'ingresso di truppe alleate nei rispettivi territori.
Churchill spinse per un'azione immediata, ma senza successo. Le
operazioni militari dovevano partire la settimana successiva, più
precisamente il giorno 20. Ma i progetti alleati andarono in fumo per la
resa della Finlandia alla Russia: il pretesto per un intervento veniva
meno. Altra tegola sulla testa fu la caduta di Daladier e la sua
sostituzione da parte di Paul Reynaud. Questi si fece portavoce
dell'opinione pubblica francese, che esigeva una politica offensiva e di
rapide azioni; come primo atto di governo, egli si recò a Londra e
sollecitò l'attuazione immediata del progetto norvegese. L’azione veniva
rimandata ai primi di aprile: Si stabilì che le acque norvegesi
sarebbero state minate il 5 Aprile, e che il primo contingente di truppe
doveva salpare per Narvik tre giorni più tardi, l'8. Ma a questo punto
sorsero nuovi intoppi, nuove lungaggini. Il Ministero degli Esteri
britannico aveva informato i governi francese e inglese che numerose
navi tedesche, cariche di truppe, erano concentrate nei porti più vicini
alla Norvegia. Erano li per l’invasione o per controbattere gli alleati
?. Fu un rinvio fatale perché alle 5.15 del giorno 9 le forze naziste
sbarcarono nei principali porti norvegesi, da Oslo fino a Narvik, e se
ne impadronirono senza incontrare resistenza. I castelli di carta di
Londra e Parigi crollavano rovinosamente. Solo una settimana dopo il
colpo di mano tedesco truppe inglesi sbarcarono a nord e sud di
Trondheim. Era ormai troppo tardi per cambiare la situazione. I soldati
alleati per di più si dimostrarono meno capaci di quelli tedeschi nel
far fronte alle difficoltà ambientali. Fu così che poche unità tedesche
riuscirono a tenere testa a forze nemiche ben superiori. Senza alcuna
copertura aerea, sottoposte ai continui attacchi della Luftwaffe, le
forze alleate dovettero presto rinunciare ad ogni azione offensiva e
procedere quanto prima alla propria completa evacuazione. Il 2 Maggio
gli ultimi reparti alleati terminarono le operazioni di reimbarco,
lasciando ai nemici il controllo totale della Norvegia meridionale e
centrale. A questo punto, solo per salvare la faccia, Londra concentrò
tutti gli sforzi su Narvik. Fu effettuato un primo sbarco il 14 Aprile,
ma nonostante il coraggio e l'energia delle truppe, ogni attacco
tempestivo finì per impantanarsi nei continui ripensamenti degli alti
comandi. Solo il 27 Maggio gli Inglesi conquistarono Narvik, ma ormai si
doveva fare fagotto di fronte a 2000 alpini austriaci e pochi marinai di
rinforzo (gli alleati erano 20.000). La guerra ormai era scatenata e la
disfatta sulle spiagge di Dunkerque era imminente. Il 7 Giugno i soldati
alleati, stanchi e demotivati, abbandonarono Narvik. Insieme a loro,
lasciarono la Norvegia anche il re e i membri del governo. I soldati
francesi furono i pochi che si salvarono dal conflitto (per ora assieme
a quelli delle colonie) passando direttamente sotto le direttive di
Churchill poi del De Gaulle di France Libre. |
Il conto dei caduti è in parità, mentre
quello delle navi è a favore degli inglesi, salvo la perdita di una mini
portaerei.
La flotta mercantile fu certamente la risorsa più importante che la Norvegia
consegnò agli alleati. La flotta contava più di 1000 navi, per una stazza lorda di 4 milioni di tonnellate. In Gran Bretagna furono ricostituite
le forze norvegesi che parteciperanno alle battaglie dell’Atlantico e ai
combattimenti aerei.
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L’8 aprile
alle 8.30, al largo delle coste norvegesi di Bergen, navi inglesi
intercettano naviglio tedesco da trasporto (carico d soldati) e di
scorta. Lo scontro dovrebbe mettere in allarme il dispositivo di difesa
norvegese e
preparare il paese al peggio, cosa che invece non succede. Nel governo
norvegese prevale la tesi di non dar adito al nemico di impugnare un
“casus belli” e la giornata passa fra l’inazione generale. Quando il
9 mattina anche da loro arriva l’ultimatum, i soldati tedeschi sono già
penetrati nei profondi fiordi meridionali, Oslo (capitale) compreso. Truppe
tedesche aviotrasportate hanno occupato gli aeroporti e neutralizzato la caccia
aerea norvegese. Al Parlamento e alla Corte di Haakon VIII non resta che
ritirarsi verso il Nord ancora libero. Quell’inverno,
particolarmente rigido, attanagliava ancora, a stagione avanzata, gran
parte delle regioni polari norvegesi. Mentre alle 11.45 del 10 Oslo cade, gli
inglesi intensificano le operazioni di minamento delle acque costiere e
dei fiordi della Norvegia centrale per tagliare il paese in due. Il Re sta tentando di raggiungere il Nord, ricco di ferro, dove gli esperti
sciatori norvegesi possono dare battaglia alla pari ai tedeschi. In più punti da Andalsnes a Narvik, i marines inglesi e gli alpini francesi sbarcati ( http://www.bleujonquille.com/
) contrastano l’avanzata tedesca.
Quando il 30 aprile cade Lillehammer cade anche tutto il fronte
centrale. Il Re si ritira allora a Tromsoe nell’artico
dove si giocherà l’ultima carta. Gli uomini di Bethouart a Narvik, dal
7 al 28 maggio, non danno tregua ai tedeschi sopraffacendoli in più
punti. Ma ecco che improvviso arriva l’ordine di ritirata. La disfatta sulle spiagge di Dunkerque non permette più
di tenere in piedi questo fronte. Il prossimo pericolo è la costa inglese
e nulla può essere distratto per la sua difesa. La corte con un carico di
acqua pesante (necessaria a Hitler per gli esperimenti atomici) prende il largo verso l’esilio inglese. Con
loro si imbarcano anche i pochi polacchi, salvati l’anno prima e venuti
a dar man forte. La Norvegia sarà governata d'ora in poi dal
collaborazionista Quisling. |
14 aprile 1943
Il Primo Ministro a Lord Selborne
"Quali ricompense si dovranno dare a questi valorosi?"
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Di anno in anno crebbe in Norvegia, stretta dalle forze di occupazione tedesche, la resistenza civile. Si costituirono formazioni partigiane che rappresentarono una minaccia per i
tedeschi dediti allo sfruttamento dell'economia e dell'acqua
pesante. Al momento della resa
(1945) 400.000 !!! soldati tedeschi presidiavano la Norvegia (su una popolazione di appena 4 milioni).
In confronto ad altri paesi occupati la Norvegia uscì dalla guerra in condizioni non disastrose.
Dalle Memorie di Churchill:
- Il 18 ottobre 1942 quattro uomini del Comando Operazioni Speciali furono
lanciati con l’aliante nei pressi della
fabbrica tedesca di acqua pesante
di Vermork in Norvegia. Un gruppo atterrò il giorno successivo, ma gli
alianti si fracassarono a causa del maltempo e furono tutti distrutti dai
tedeschi o al momento dell’atterraggio o successivamente. Sei norvegesi
furono poi paracadutati il 16 febbraio 1943. Una settimana dopo essi
ritrovarono i quattro uomini che erano sopravvissuti nonostante la
temperatura rigidissima e le gravi privazioni. Dopo una lunga marcia sugli
sci e una faticosa scalata, gli intrepidi norvegesi attraversarono un
torrente mezzo gelato e attaccarono la fabbrica nella notte tra il 27 e il
28 febbraio. Le sentinelle tedesche non si attendevano l’attacco da quella
direzione, date le enormi difficoltà del percorso; esse si trovavano nelle
loro baracche a1 momento in cui cominciarono le esplosioni e in un primo
momento non si resero conto di quanto accadeva. Ciò diede agli attaccanti
la possibilità di fuggire: 5 di essi ripararono felicemente in Svezia,
mentre il sesto rimase in Norvegia con un apparecchio radiotrasmittente.
Tutti continuarono la loro attività clandestina in Norvegia e
sopravvissero alla guerra. La produzione di acqua pesante di un anno era
andata distrutta.
Al 1942 risale il sabotaggio più volte tentato e poi
riuscito della produzione di acqua pesante necessaria ai tedeschi per
costruire la bomba atomica. Dalle vicende venne tratto un Film con Kirk
Douglas "Gli eroi di Telemark". una scheda
del film n. 15 è visibile al link
http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/indicecinema.htm
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