Dopo il patto Molotov-Ribbentrop, il destino delle repubbliche baltiche e scandinave (Lituania, Estonia, Lettonia e Finlandia) già appartenenti allo Zar sembra segnato. La loro libertà era durata solo venti anni. La Russia, doppiamente sconfitta, aveva accettato a suo tempo le condizioni di pace imposte dalla Germania (Brest Litovsk marzo '18), lei (Russia) che era partita dalla parte di quelli che vinceranno (ma senza di lei) e che oggi disconosceva i risultati di una pace finale ottenuta senza il suo apporto. I primi tre paesi non opposero molta resistenza alla stipula d’un accordo bilaterale di "assistenza militare" prodromo di ben altro. Già allo scoppio della grande guerra, avevano preferito l’elemento russo a quello tedesco, divenuto col tempo mercantilista. L'ex granducato russo di Finlandia (1809-1917, 3,6 milioni di abitanti) invece, pur non rifiutando il colloquio, non aveva gradito le arroganti richieste che i Russi facevano sulle modifiche territoriali di confine nella regione del Lago Ladoga, nel distretto industrialmente più importante per loro, e nel cui golfo baltico sorge Leningrado (l'ex San Pietroburgo grande base navale). Dietro la richiesta russa di rettifiche confinarie (Lapponia compresa), che si scoprirà poi imperativa, c’era la necessità di creare una profonda linea di difesa intorno a Leningrado e al porto artico di Murmansk (ma il segreto qui era la gestione delle risorse minerarie della vicina regione finlandese (Nichel detto il rame del diavolo necessario per le leghe migliori)). La realizzazione sul Ladoga di queste rettifiche permetterà la costruzione di un buon sistema difensivo e la sopravvivenza di Leningrado nel '41 col lungo assedio. La resistenza Russa attuata poi a Murmansk permetterà  lo sbarco di aiuti (armi e viveri) da parte degli alleati anche in inverno, marina tedesca permettendo. L’accordo, per non sembrare un diktat, prevedeva uno scambio di territori, di scarsa importanza, nella regione dei laghi.

La Finlandia, abitata da gente di stirpe finno-svedese e da lapponi si è resa indipendente nel 1917 con le guardie bianche di Carl Gustaf Mannerheim ora 72enne. Il 13 novembre 1939, dopo l’ennesima seduta conciliatoria inconcludente, Molotov se ne uscì con questa dichiarazione “Noi civili non abbiamo più nulla da fare qui”. Con l’ormai classico “Casus Belli” provocatorio, i Russi ne attaccarono i confini meridionali e centrali alla fine del mese. A nord l'attacco russo si rivela più difficile perché va ad impattare contro il dedalo di laghi della regione, impraticabile per la mancanza di strade e per la stagione invernale ormai avanzata. 

LE PURGHE DI STALIN E LA CONDIZIONE DELL'ARMATA ROSSA

Alla prematura morte di Lenin (1924) Stalin, che ricopre la massima carica di segretario del Pcus, si libera dei diretti concorrenti (Trotskij, Kamenev e Zinovev, ma non li fa uccidere subito), e conquista il pieno controllo del partito comunista. La fase rivoluzionaria viene ormai considerata chiusa e sul piano della difesa si pensa di variare attribuzioni e incarichi che vedevano ancora una forza armata in funzione antireazionaria e non proiettata alla difesa dello stato, delle sue frontiere e della diffusione del comunismo ai paesi vicini. Il salto nei piani industriali quinquennali per portare a tappe forzate il paese ai livelli del mondo occidentale costa sia in termini politici che umani. Nella prima fase in cui si costruiscono le industrie i contadini debbono sostituire anche quelli passati nelle fila operaie e ad esportare tutto quello, grano, materie prime e macchine, può far cassa per acquistare tecnologia.

The Red Army: Little was known in the West about the Red Army. Though thought to be large, it was also believed to be quite weak. This perception was based in part on the performance of "the Russian steam­roller" during World War I. More important to German planners was the recent elimination of 35,000 of the Red Army's officer corps (most of the senior commanders and half of the intermediate grades) during Stalin's 1938 purge, and the humiliation suffered by the Soviets at the hands of tiny Finland during the Winter War of 1939-40.

Così il corrispondente speciale del Corriere della Sera Indro Montanelli il 1 dicembre:...... così è cominciata  questa guerra, la cui eventualità cinque giorni or sono ci sembrava per sempre scartata. Coltine di sorpresa, questi finnici dai riflessi lenti, vi reagiscono con ammirevole freddezza. Qualunque possa essere la sorte di questo popolo di 3 milioni e mezzo di uomini impegnato in lotta contro un colosso di 180, non possiamo che guardarlo con ammirazione.... l'evacuazione è stata dichiarata obbligatoria per vecchi e bambini ...una interminabile filastrocca di popolo in marcia a piedi. Uno spettacolo triste, scorante ma interpretato da personaggi che parevano al di sopra della mischia, chiusi in una maschera di indifferenza.

Montanelli-"Per due volte il Minculpop (Ministero della Cultura Popolare fascista) chiese il mio ritiro perché le mie corrispondenze erano pro finlandesi... Appelius (allineato) sul fascista "Popolo d'Italia"  aveva in quel momento una posizione filosovietica (incredibile !!!. I fascisti filocomunisti) -avevo un lasciapassare del maresciallo Mannerheim, mio amico, per usare i mezzi militari negli spostamenti

Montanelli reporter

con l'inseparabile Lettera 22 portabile

Un altro espediente quindi compare sul campo di battaglia: il riflettore (immagine in alto a  dx). Già conosciuto nella forma maxi, ora viene adottato da ogni gruppo in formato piccolo per abbagliare il nemico. Ma la superiorità numerica russa, già evidente, ora viene quintuplicata ricacciando i finlandesi oltre la linea Mannerheim. Il comando russo viene dato al maresciallo Voroscilov e quello dell'Istmo a Timoschenko. Nel mese di febbraio il destino dei finlandesi era segnato. 

Fra chi tifava per loro, nonostante lo schieramento (non sembrava ma se i tedeschi erano alleati dei comunisti, i fascisti che erano alleati dei tedeschi erano anche alleati dei comunisti), c’erano gli italiani "In un paese in cui la natura vive in tanta stretta comunione con l'uomo, questi non può non essere d'una semplicità virginea. Con essa i finlandesi sanno fondere la raffinatezza d'una bene intensa civiltà. La loro cultura è degna d'un popolo d'alto sviluppo.....".   ".

Il 6 marzo una delegazione finlandese si reca a Mosca per parlamentare, ma le condizioni sono troppo dure. Invocando ancora l'intervento della Società delle Nazioni, i parlamentari rientrano. Dopo aver lasciato sul terreno 80.000 morti  il 12 marzo 1940 la Finlandia accettò la capitolazione  e la rettifica dei confini arretrando a sud la linea di confine di 100 km. Il Ladoga ora era completamente russo. Al nord i Russi corressero i confini della penisola metallifera di Rybachi. La Finlandia doveva ora reinsediare circa 420.000 ( il 12% ca della popolazione come se in Italia ci fosse l'esodo oggi di 7 milioni di persone) profughi sfollati dai territori perduti e trovare nuova terra da coltivare: una legge speciale il Rapid Settlement Act si occupava di questo nello spirito di solidarietà comunemente sentito in tutto il paese durante la Guerra d'Inverno. I rapporti fra Germania e Finlandia erano al punto più basso. I tedeschi non erano molto popolari in Finlandia. Erano gli alleati  del loro nemico russo come lo eravamo noi. Il 23 giugno 1940, poco tempo dopo l'occupazione sovietica degli stati baltici, il ministro degli Esteri sovietico Vyacheslav Molotov contattò i finlandesi per una licenza mineraria o per la costituzione di una joint-venture mista russo-finlandese. Poiché le licenze erano in mano a un gruppo britannico/canadese furono respinte. I russi tornarono all'attacco chiedendo ai Finlandesi di distruggere le fortificazioni costruite nelle isole Åland e di dare il permesso di transito (ferroviario) per loro truppe destinate alla base appena acquisita di Hanko che i finlandesi controvoglia accettarono. Subito dopo Molotov accusava il governo finlandese di perseguitare una associazione comunista per "la Pace e l'Amicizia tra i popoli di Finlandia e Unione Sovietica". Un mese dopo, segretamente, i tedeschi riarmavano la Finlandia. Quando nel gennaio 1941 i Russi tornarono a chiedere licenze estrattive il piano di invasione tedesco Barbarossa era già pronto e missioni militari tedesche già esploravano i territori della prossima guerra.

Carl Gustaf Emil Mannerheim    nasce a Vilnas presso Turku il 4 giugno 1867. A soli 15 anni viene ammesso alla Accademia dei Cadetti Finlandesi

*Isole Aland (ex Svedesi) poste all'ingresso del golfo di Botnia e quindi strategiche: Oggi isole a statuto autonomo dipendenti da Finlandia ma di lingua svedese. Come la Finlandia dal 1809 sotto l'influenza russa. Un referendum nel dicembre del '17 diede la popolazione  favorevole (al 96% come gruppo etnico svedese), per un ritorno alla Svezia come prima del 1809. Nonostante gli svedesi avessero offerto volontari per la guerra del '18, il nazionalismo finlandese teso a chiudersi come guscio contro gli estranei escluse questa possibilità. La lega della Nazioni, come la comunità europea oggi, riconobbero loro una larga autonomia amministrativa (dovrebbero essere gli unici svedesi ad usare l'Euro)