STATO DEL CORPO
NEL CENTENARIO (1936)
RGT |
btg. |
btg |
btg |
sede |
comandante |
|
1 |
1 |
7 |
9 |
NAPOLI |
GIULIO CESARE GOTTI PORCINARI |
2 |
2 |
4 |
17 |
ROMA |
FURIO PONTICELLI |
3 |
18 |
20 |
25 |
A.O.I. |
CARLO DE SIMONE |
4 |
26 |
29 |
31 |
TORINO |
EMILIO MIANI |
5 |
14 |
22 |
24 |
SIENA |
MICHELANGELO CARMIMEO |
6 |
6 |
13 |
19 |
BOLOGNA |
BRUNO MALAGUTI |
7 |
8 |
10 |
11 |
BOLZANO |
FERNANDO STRIGATTI |
8 |
3 |
5 |
12 |
VERONA |
GIULIO BRUNELLI |
9 |
28 |
30 |
32 |
TARVISIO |
ETTORE DE BIASIO |
10 |
16 |
34 |
35 |
PALERMO |
CARLO RIVOLTA |
11 |
15 |
27 |
33 |
GRADISCA |
ALFREEDO BECCARI |
12 |
21 |
23 |
36 |
POLA |
SILVIO BELLUZZI |
18 |
67 |
68 |
* |
MILANO |
UGO TABELLONI |
*IN
SOSTITUZIONE DEL 3° (dislocato in Africa Orientale: ne occupa la sede)
CORPO
DEI BERSAGLIERI ALLA VIGILIA DELLA II GUERRA MONDIALE
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|
REGGIMENTO |
btg. |
btg. |
btg |
COMPLEMENTI |
CP.MOTOC |
CP.47/32 |
1° Ciclisti |
1 |
7 |
9 |
81° |
|
1a |
2° " |
2
|
4 |
17 |
82° |
2a *** |
2a |
3°
" |
18 |
20 |
25 |
83° |
3a |
73a
173a |
4° " |
26 |
29 |
31 |
|
4a |
4a |
5° |
14
aut. |
22
mot. |
24
aut |
|
|
5a |
6°
Ciclisti |
6 |
13 |
19 |
|
106a*** -17a |
72a -172a |
7° |
8
mot. |
10
aut. |
11
aut. |
|
|
7a |
8° |
3
mot. |
5
aut. |
12
aut. |
111° |
|
-132a |
9° |
28
aut. |
30
aut. |
32
mot. |
|
|
71a |
10° |
16
aut. |
34
aut. |
35
aut. |
|
10a |
10a |
11°
Ciclisti |
15 |
27 |
33 |
51° |
271a *** |
11a |
12° |
21
mot. |
23
aut. |
36
aut. |
|
|
|
Btg.
Autonomi |
|
|
Zara |
|
|
|
|
|
|
A.O.I |
|
|
|
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|
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|
|
* in Libia ? |
*** formano il 47° btg moto
in Russia |
legenda:mot = |
motociclette |
aut=autoportato |
|
CP 47/32=
|
compagnie (cc) |
controcarro |
http://www.regioesercito.it/articolivari/bici2agm.htm va a giornata in caserma nella galleria immagini
La guerra "tecnologica" d'Africa aperta da giugno 1940 fagocitò da subito i
reparti speciali e mobili (autoportati o dotati di mezzi propri come le compagnie moto) per reggimenti che erano
ancora ciclisti o le compagnie controcarro (cc) per reggimenti che non dovevano
battersi contro formazioni corazzate come in Albania ad Ottobre di
quell'anno o in Russia (ma un anno dopo). La 73a cannoni e la 3a moto del 3°
reggimento di Milano partirono dunque per la Libia ma non in altre formazioni
cremisi bensì a disposizione di comandi. La Cannoni da 47/32 fu aggregata alla Div. Bologna mentre, come succedeva
per altre, quella moto veniva spezzettata e data come scorta, staffetta,
portaordini, esplorante, ricognitrice per tante unità o comandi. Vennero
impegnate nel ciclo dell'Africa Korps dal 27 febbraio 1941 a novembre quando la
compagnia cannoni andò distrutta nella operazione Inglese Kompass a Sidi Rezegh.
Lo stesso avvenne con quelle del 6° reggimento 17a moto e 72a cannoni. La
(compagnia) moto
era già in africa da Agosto 1940 e andò persa polverizzata fra i comandi nella
ritirata Graziani. La 72a compagnia cannoni venne invece assegnata da Febbraio del 1941
all'8° Bersaglieri.
Cito dal diario del Ten. Fazi.... Da El Mechili ad Halfaya
La 72a Comp. autocarrata controcarro da 47/32 del 6° reggimento bersaglieri di
Bologna fu fatta partire in tutta fretta da Ferrara e mandata in Libia a
raggiungere l’8° reggimento della divisione Ariete. Fece parte della colonna
Montemurro, cosi detta dal nome del Colonnello Comandante il reggimento. La
colonna Montemurro fu lanciata, sola, su El Mechili. La marcia sul deserto durò
tre giorni. L'ultimo giorno fu dato l’ordine di spingere gli autocarri a tutta
velocità senza curarsi di chi restasse indietro. Il risultato fu che ogni
autocarro quasi fu autonomo e gareggiò con gli altri. Fu una corsa che ci
inebriò. Ciascun autocarro sapeva di correre cosi per raggiungere un luogo detto
Mechili dove avrebbe combattuto contro forze superiori. Alle prime ore del
pomeriggio gli autocarri che man mano giungevano furono fatti attestare a circa
10 km da El Mechili. La colonna Montemurro tranne quella del 6° era montata su
autocarri di fortuna perché la maggior parte dei mezzi era stata affondata. La
Compagnia anticarro dette alcuni dei suoi autocarri nuovi per il trasporto delle
munizioni, de1la nafta e dell’acqua. Un plotone di questa compagnia quindi,
comandato dal Tenente Maestri trasferitosi su autocarri di fortuna, giunse con
uno dei due che aveva al rimorchio. Per poter portarsi ugualmente sotto Mechili
tutto il plotone si ammassò su un solo autocarro. smontando i due pezzi (del
cannone) per cercare di farceli stare in qualche modo.
Conquistato EI Mechili, fu fatto un ingentissimo bottino. Ogni soldato, ogni
Bersagliere, ogni Ufficiale stupiva che tutto ciò fosse caduto in mano sua. Le
camionette inglesi rigurgitavano di ogni ricchezza e anche di ogni lusso.
Ammirati gli impermeabili, ammirate e gustate le molte bottiglie di liquore. Io,
assetato da 12 ore asciutte, mi dissetai nel ghibli incombente con Gordon Gin e
mi sentii allegramente male. Poi la colonna Montemurro proseguì verso il
confine. Il Sabato Santo girò attorno a Tobruk, il 14 aprile giunse a Bardia poi
si portò al reticolato Graziani, infine passo Halfaya. Tre Compagnie; una
tedesca su cosiddetto altipiano fronte ad est. Una italiana fronte a sudest ed a
sud sulla stessa quota dietro ad un muricciolo alto dai 30 ai 60 Cm. Autocarri
in un Uadi. Una italiana più a nord accanto al mare. Questa restava invisibile
alle prime due. Ero sull'altipiano. Comandava la Compagnia (fucilieri) il
tenente Arivella.
La compagnia era armata con 2 mitragliatrici Fiat, 4 mitragliatori Breda,
moschetti. Di rinforzo due plotoni della compagnia anticarro del 6°: quattro
pezzi da 47 idem per la Compagnia a nord, comandata dal tenente Talpo. C’era
anche un misterioso pezzo da 105 in qualche luogo che sparò, la mattina del 15,
tre colpi e poi si inceppò. Non c’era altro. L’ordine era di resistere in posto
ad oltranza. Sull’alba del 15 maggio cari armati sferrarono un attacco
improvviso. La compagnia tedesca sorpresa fu travolta e catturata. L'ondata dei
carri si abbatté sulla compagnia italiana difesa dietro al muricciolo. Erano
carri molto grossi completamente corazzati anche nei cingoli e da corazze molto
curve, armati in torretta da mitragliatrici e da cannoncino. La compagnia si
provò a sparare con le mitragliatrici e continuò anche, puntando la dove
supponeva l'esistenza di fanteria. L’effettiva lotta fu sostenuta dai 4 pezzi
anticarro. Le granate scivolano sulle corazze dei carri. Tuttavia ognuno dei
quattro pezzi continuò il fuoco finché ne ebbe la possibilità. Il combattimento
dei 4 pezzi durò tre ore su un terreno assolutamente piatto per mancanza di
munizioni. La sosta per mancanza di munizioni durò mezz'ora. Ma non ci fu resa.
I gruppi furono catturati dalla pressione dei carri.
Diversa la sorte per la compagnie Moto oltre che del 6° del 2°, del 3° e
dell'11° che andranno a formare in Russia il 47° battaglione Bersaglieri moto
distrutto nella ritirata.
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