Terezin, la cittadina della Boemia settentrionale fu costruita
tra il 1780 e il 1784
come fortezza durante le guerre austro prussiane.
Era ricordata da una cinta lunga 15 km, ma questo forte in pochissimo
tempo perse la funzione difensiva e si trasformò in un
carcere militare politico per gli oppositori della monarchia asburgica.
Quando scoppiò la guerra nel 1940, i nazisti occuparono
la Boemia e utilizzarono la Piccola Fortezza istituendovi un carcere
per i prigionieri politici.
Nel novembre del 1941 la Grande fortezza venne utilizzata come
ghetto per gli ebrei, si trattava di un campo di transito e smistamento
sotto il comando delle SS. Così già dai primi anni
della guerra Terezin si trasformò in una città prigione,
una delle tante che avrebbero provveduto allo scopo nazista della
"soluzione finale" della questione ebraica. Agli ebrei
che venivano deportati a Terezin veniva data l'illusione che sarebbero
andati a vivere in un ghetto di privilegiati con buone condizioni
di vita, ma erano solo un inganno.
L'arrivo a Terezin era traumatico: c'erano locali stracolmi di
gente in caserme maleodoranti e fatiscenti con condizioni igeniche
spaventose e soprattutto sottonutrizione che causavano tanti morti
che non possiamo nemmeno immaginare, sappiamo solo che il tasso
di mortaltà nel 1942 era del 50 % .La propaganda nazista
voleva mascherare la vera funzione del campo per renderlo agli
occhi degli osservatori stranieri un "campo modello",
spacciandolo come "zona autonoma di insediamento ebraico."
Dalla nascita del ghetto fino all'aprile 1945 passarono da Terezin
circa 141000 uomini, donne e bambini: 33000 di questi morirono,
87000 furono deportati a est, 17000 furono liberati. L'amministrazione
del ghetto fu affidata al Consiglio ebraico degli anziani che
però dovevano rispondere ai comandi delle SS. L'organizzazione
del campo era molto precisa, uomini, donne e bambini erano separati
in con tavolacci di legno per la notte e poche panche. Le condizioni
di vita erano terribili e la razione di cibo giornaliera era scarsissima,
nonostante ciò bisognava tirare avanti lavorando tutto
il giorno. Il lavoro era obbligatorio a partire dai 14 anni e
le principali attività erano il lavoro agricolo, la lavorazione
del legno, la riparazione delle uniformi militari. Molti prigionieri
furono anche utilizzati come operai per la costruzione della linea
ferroviaria da cui arrivavano e partivano i deportati.
La fatica e lo sforzo erano
fortissimi e sopravvivevano soltanto le persone più robuste
e in salute, tutti gli altri morivano e dall'ottobre 1942, in
seguito all'elevata mortalità, venne costruito un forno
crematorio e la cenere dei cadaveri veniva riposta in urne che
poi i nazisti, dal 1944 in poi, cercarono di far sparire cancellando
le tracce dell'orrore.
A Terezin passarono più di 10000 bambini; dopo i 12 anni
erano alloggiati in baracche a loro riservate.
I tedeschi facevano poco caso a loro e lasciavano che se ne occupasse
il Consiglio.Gli adulti presero molto a cuore l'educazione dei
bambini e
dei ragazzi e ad ogni baracca fu assegnato un adulto che impartiva
loro
lezioni scolastiche di nascosto. Molto importanti sono le testimonianze
di questi ragazzi che venivano sollecitati dagli adulti ad esprimere
con il disegno, con la poesia,
con il teatro, con la musica, con la pratica dello sport i propri
sogni e i propri desideri.
A Terezin furono internati artisti e letterati che favorirono
la vita culturale e nonostante sapessero quale sarebbe stato il
loro destino ,cercarono di mantenere viva la speranza di un futuro
migliore. L'attività artistica fu molto vasta ,soprattutto
in campo musicale ;i giovani assistevano a tutte le rappresentazioni
musicali e teatrali e loro stessi ne prendevano parte cantando
nel coro, recitando e danzando. Questo, però, è
soltanto uno dei pochissimi aspetti "positivi" del campo,
non dimentichiamo che solo una piccola percentuale di ragazzi
e bambini sopravvisse allo sterminio.
Inizialmente i nazisti soppressero e con lui ogni attività
di questo genere poi, a seguito del ruolo di "campo modello"
attribuito al campo, non ostacolarono più questa tendenza
ma cercarono di sfruttarla al meglio come alibi e copertura. Questa
vita culturale è rimasta molto accesa nel campo grazie
alla presenza ,tra i prigionieri, di grandi nomi nel campo della
musica, della letteratura, del teatro, della scienza, che erano
stati catturati nei paesi occupati. Questi, nonostante sapessero
quale sarebbe stato il loro destino, cercarono di mantenere viva
la speranza di un futuro migliore.
Tutto questo portò Terezin a svolgere un ruolo di propaganda
e le visite della Croce Rossa Internazionale vennero dirottate
verso questo ghetto, che, come ho già detto, era presentato
come campo modello. In queste occasioni i nazisti si occuparono
principalmente nelle cosiddette "opere di abbellimento"
allestendo falsi scenari per far credere che vi si svolgesse una
vita serena deportando i prigionieri in cattive condizioni. Questo
fatto è testimoniato da un video, noto poi con il titolo
ironico "Hitler regala una città agli ebrei",
ma dal titolo originario "Theresienstadt. Documentari da
un insediamento ebraico" girato dai nazisti. In questo film,
che resterà incompiuto e talvolta non sarà proiettato
nelle sale cinematografiche, si mostra un luogo completamente
modificato con negozi, bar, padiglioni con giostre in cui i prigionieri
erano costretti a fingere di condurre una vita sana e felice,
di svago e di divertimento.
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