CAMPO DI FOSSOLI
(Italia)
Nel brano Da Fossoli verso i lager nazisti, anche questo tratto da "Sotto il cielo d'Europa", il protagonista è Franco S., un ebreo di Ferrara che viene arrestato dalla polizia italiana il 25 febbraio 1944 all'età di sedici anni. Passa la prima notte in una sinagoga devastata dalle squadracce fasciste e l'indomani, assieme ad altri prigionieri ebrei, viene trasportato nel campo di smistamento di Fossoli. Siccome le sue due nonne sono cattoliche è trattato meglio rispetto agli altri internati. A Franco il "lager in terra italiana" sembra subito un normale campo militare in cui è presente una divisione che separa gli ebrei dai politici. Infatti, a parte il freddo e il cibo che scarseggia, la vita è abbastanza normale. I prigionieri possono avere contatti limitati con l'esterno, giocare a carte la sera e parlare di libri letti. Addirittura, Franco si fa mandare un libro di inglese, un vocabolario e un quaderno per gli esercizi. La vita è dura, ma gli ebrei non si fanno tante domande e vivono alla giornata. Ogni settimana si devono sistemare i nuovi arrivi, ogni mese bisogna preparare le partenze e poi ci sono gli obblighi quotidiani: scattare sull'attenti davanti ad un soldato SS o fascista, tenere in ordine la baracca, garantire la disciplina, far funzionare la cucina e la scuola per i più piccoli, aiutare a preparare i bagagli di chi viene trasferito in Germania. Sul filo spinato le donne stendono al vento e al sole pannolini, fasce e lenzuola. Sulla porta si possono vedere giocattoli e altre piccole cose. Poi tra il maggio e il giugno 1944 il giro di ebrei diventa più progressivo e graduale. Le razioni alimentari vengono ridotte, gli uomini sono separati dalle donne e la disciplina si fa più severa. Un giorno il comandante delle SS li raduna in fila vicino al filo spinato e uccide un prigioniero ebreo che aveva tentato la fuga. Anche le punizioni diventano più severe. Il fronte di guerra si sta avvicinando e i bombardamenti sono frequenti anche nei pressi di Carpi, allora i tedeschi organizzano squadre di lavoro con il compito di sgombrare le macerie. Una mattina un ufficiale da un ordine in tedesco ad un ebreo che non capisce e si dirige dalla parte opposta, il soldato lo uccide sparandogli alla schiena un colpo alla testa. A sera i prigionieri sanno dagli ebrei fuggiti in Italia, che in Germania scene come quelle sono episodi normali e quotidiani. Il 20 maggio 1944 Franco S. ha l'ordine di preparare la partenza di 500 prigionieri. Dal febbraio all'agosto 1944 sono passati circa 2248 ebrei dal campo di smistamento di Fossoli. Dopo aver visto amici e parenti partire capisce che anche a lui toccherà questa sorte. Infatti, il 2 agosto 1944 viene dato l'ordine di ripulire il campo e gli ultimi prigionieri tra cui Franco S. e la sua famiglia vengono caricati su un camion per recarsi a Verona. Sua mamma è destinata al campo di Ravensbruck, altri finiscono al campo di Bergen Belsen o ad Auschwitz; lui e suo padre vengono mandati al campo di concentramento di Buchenwald. A l'una del mattino il ragazzo diciassettenne e suo babbo attraversano il cancello del lager in cui c'è scritto "Jedem das Sein", che significa <<A ciascuno il suo>>. I nazisti vogliono quindi eliminare ogni forma di solidarietà tra internati, rompere amicizie, legami di parentela, rapporti di fiducia, costringendo tutti a una lotta orrenda e spietata per la sopravvivenza. A Buchenwald il detenuto è completamente solo.
A Fossoli, frazione del Comune di Carpi, il 30 maggio del 1942, le autorità militari occuparono alcuni terreni agricoli per insediarvi un campo di prigionia inizialmente costituito da tende che subito dopo furono trasformate in alloggi in muratura "baracche". Queste potevano contenere da 250 a 320 persone.
Il campo era circondato da una doppia recinzione alta 2 m., da torrette e garitte ogni 50 m. ed illuminato da potenti riflettori.
L'8 settembre del 1943 i nazisti occuparono il campo di Fossoli.
Il 30 novembre dello stesso anno lo trasformarono in "campo di concentramento provinciale" per deportati ebrei
(con distintivo giallo "stella di David") e politici (con distintivo "triangolo rosso") per detenuti stranieri (triangolo azzurro) e quelli comuni. Questi ultimi tre gruppi non soggetti alla deportazione erano collocati nel "campo vecchio" gestito dalla Rsi di Mussolini e sotto il controllo delle forze di polizia di Modena.
Il "campo nuovo", gestito direttamente dal comando tedesco, comprendeva un settore per gli ebrei e uno per i detenuti politici ed era l'anticamera, prima del trasferimento nei lager del nord Europa.
I due campi erano divisi da una recinzione di filo spinato.
Alla fine dell'anno erano presenti nel campo 97 ebrei ma ben presto ne arrivarono altri 827, provenienti da tutt'Italia.
Nel campo transitarono anche altri internati appartenenti a "razze inferiori" e i misti
Nel febbraio del 1944 il campo si trasforma ancora, diventa "Polizei - Und Durchgangslager", campo poliziesco d'internamento e di transito, gestito da un piccolo nucleo di SS germaniche.
Entrambi i due settori erano dotati di baracche adibite a cucina e infermeria.
Dentro tutte le baracche vi erano latrine e lavatoi.
Le 7 baracche destinate ai prigionieri politici erano più capienti.
Le altre 8 baracche destinate agli ebrei erano larghe m. 11,60 e lunghe m. 47 e contenevano 256 prigionieri. All'interno vi era una bassa muratura che permetteva una divisione dello spazio in cellette occupate dalle famiglie prigioniere che poterono vivere riunite fino al maggio del '44, quando le condizioni di vita nel campo, iniziarono a peggiorare.
tra i deportati ci furono molti bambini e ragazzi, ed anche dei neonati di pochi mesi. La massima capienza del "campo nuovo" era di 1000 internati nel settore ebraico e di 2000 nel settore dei politici.
Negli ultimi mesi di attività del campo, ci fu un irrigidimento della disciplina. Erano quotidianamente inflitti maltrattamenti e punizioni e l'episodio più drammatico avvenne il 12 luglio del '44, quando 67 prigionieri politici furono uccisi. Un eccidio.

Nel '44 da Carpi partirono 7 convogli destinati ai più tragici Lager del Nord Europa:

a febbraio, uno composto di 141 prigionieri, destinato al Lager di BERGEN-
BELSEN, l'altro diretto ad AUSCHWITZ con un carico di 650 internati;
il 5 aprile partirono altre 835 persone con destinazione AUSCHWITZ;
il 16 maggio un carico di prigionieri "da 738 a 835" fu destinato per i lager di
BERGEN - BELSEN ed AUSCHWITZ;
il 26 giugno, almeno 1000 deportati partirono per il campo di AUSCHWITZ;
il 2 agosto partì l'ultimo convoglio con 425 internati alla volta di diversi lager
nazisti.

Complessivamente furono deportati 2440/58 prigionieri per motivi razziali e 2465/83 per motivi politici.
La deportazione del 2 agosto 1944, che riguardò anche Franco S., fu l'ultima e concluse l'attività del campo di transito di Fossoli.

I campi e i luoghi di detenzione per ebrei, civili e politici in Italia furono quasi un centinaio. Tra i maggiori, oltre a Fossoli, ci furono: la Risiera di San Sabba (Trieste), Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Gries (Bolzano), Renicci-Anghiari (in Toscana). I deportati ebrei dall'Italia e dalle zone di influenza italiana (Dodecanneso) verso i lager nazisti furono 8556; 7557 vennero uccisi.
I bambini e i ragazzi sotto i venti anni che persero la vita furono 1541.