Attività
IL COLONIALISMO
Cristoforo Colombo Nel 1492 Cristoforo Colombo, grazie all'aiuto della regina Isabella di Castiglia, partì per il suo viaggio, che lo avrebbe condotto a fare una delle più grandi scoperte geografiche nella storia dell'umanità: la scoperta delle Americhe.
Dopo l'impresa di Colombo, numerosi conquistadores spagnoli partirono, alla ricerca di avventura, di ricchezza e di potere.
La conquista spagnola ebbe un impatto devastante sulle civiltà del Centro e del Sud America, che in un batter d'occhio furono spazzate via, lasciando pochissime testimonianze del loro splendore.
Hernan Cortes

FERDINANDO CORTES (1485 - 1547) ebbe il comando per condurre una spedizione in Messico.
Nel 1511, sbarcato sulle coste dello Yucatan con soli 600 uomini, venne a sapere dell'esistenza dell'impero azteco.
Riuscì in poco tempo a catturare e poi uccidere l'imperatore Montezuma II e distrusse la capitale Tenochtitlán, sulle cui rovine sorge oggi Città del Messico. Si impadronì di una grande quantità d'oro e di gioielli, tassando il popolo azteco.
In seguito fece arrivare numerosi coloni dalla Spagna, e la città divenne presto il principale centro europeo d'America.

FRANCISCO PIZARRO (1475 - 1541) ebbe l'incarico dal re di Spagna Carlo I di conquistare e governare il Perù.
Partì nel 1531 con solo 180 soldati, approdò in Perù nel 1532 e l'anno successivo riuscì a catturare con l'inganno e ad uccidere l'imperatore inca Atahualpa.
Fondò una nuova capitale, la città di Lima, e sequestrò tutto l'oro e l'argento degli inca.
La gloria di Pizarro non durò molto: dopo qualche anno si scatenò una forte rivalità con i suoi stessi uomini e venne ucciso proprio dai suoi compagni di avventura.

Francisco Pizarro
Il cerro Rico e la città di Potosì Una storia interessante riguarda POTOSÌ, una città della Bolivia.
Nel 1545 gli Spagnoli scoprirono uno dei più ricchi giacimenti d'argento del mondo proprio dentro al Cerro Rico, la montagna che si vede nella foto.
Sebbene il Cerro si trovasse a 4000 m di altitudine, in poco tempo sorse ai suoi piedi la città mineraria di Potosì.
Alla fine del XVIII secolo Potosì era il più grande e ricco centro dell'America latina.
La miniera d'argento, che sembrava inesauribile, finanziò per tre secoli gli sperperi della monarchia spagnola.
Migliaia di schiavi, soprattutto africani, lavorarono in condizioni terribili per estrarre l'argento, costretti a restare sottoterra per 4 mesi.
Al ritorno in superficie il corpo era duramente provato e rischiavano la cecità.
Un minatore boliviano Morivano molto giovani, per gli stenti o per la silicosi.
Un detto locale abbastanza macabro recita così: con l'argento del Cerro Rico si sarebbe potuto costruire un ponte fino a Madrid, ma con i minatori morti per estrarlo si sarebbe potuto costruire un ponte fino a Madrid e tornare indietro a Potosì.
Oggi il Cerro Rico è un groviera di tunnel e gallerie. L'argento è ormai esaurito e solo pochi minatori ci lavorano.
Le agenzie locali organizzano visite e fanno camminare i turisti lungo alcuni tunnel e cunicoli.
La città è molto bella, ricca di chiese e monumenti del periodo coloniale.