|
|
Oggi i figli dei primi immigrati extracomunitari
sono milioni e si sentono cittadini a tutti gli effetti del paese
in cui vivono.
Dal punto di vista sociale la convivenza tra le varie etnie comporta
alcuni problemi, con manifestazioni di razzismo e d'intolleranza.
Per il nostro paese, l'immigrazione di stranieri, con queste dimensioni,
è un fenomeno nuovo (la storia ci porta un esempio: l'Albania).
Non vogliamo ricordare però i milioni d'italiani che sono
partiti per lavorare all'estero, in America, Australia, Francia,
Belgio, Germania,
Da quando è nato il "migrare", solitamente non
si è fatto per capriccio o per divertimento, ma per una pura
necessità di sopravvivenza.
D'ora in poi quando parleremo dei popoli bisognosi d'aiuti, i nostri
pensieri non dovranno andare più solo verso una realtà
lontana, ma dovremo fare riferimento anche agli stranieri che incontriamo
nel nostro paese. Non dobbiamo più guardarli come portatori
di problemi. Essi sono certamente diversi da noi ma nelle differenze
sono portatori di una ricchezza culturale ed insieme possiamo arricchirci
e arrivare a trasformazioni possibili. I primi esempi ci sono arrivati
nel mondo della musica e stanno seguendo il suo percorso anche la
cucina, il cinema, il teatro, la moda.
Questi sono solo piccoli esempi di convivenza di più culture.
|
|
|
|
|
|
Sicuramente non si risolve solo così il
fenomeno dell'immigrazione.
Intanto occorrerà pensare a favorire lo sviluppo nei paesi
di provenienza degli immigrati. Fino a quando in quei paesi non
sarà stabilito un equilibrio economico, loro non potranno
tornare e possiamo assicurare che i ragazzi e le ragazze della 3°
N hanno capito quanti sacrifici, dolore e umiliazioni costa il loro
"migrare" in un altro paese.
Ma fintanto che questo fenomeno esiste, il nostro pensiero dovrà
correre in un'altra dimensione, imparare a vivere questa realtà
nel migliore dei modi.
Sarà necessario, pur conoscendone il contesto, prenderne
l'aspetto positivo dell'azione del "migrare", come suggeriscono
lo scrittore sudamericano Luis Sepulveda e il poeta africano Ndjok
Ngama. Essa è "SFIDA, CORAGGIO, AVVENTURA".
Entrambi gli autori affermano che per diventare persone libere e
ricche di qualità umane, bisogna sapersi inserire in ambienti
diversi, ponendosi con la "curiosità" del conoscere.
Non bisogna aggrapparsi alle proprie abitudini e alle identità,
è la difesa alla sedentarietà, alla chiusura sociale
che può creare solo pregiudizi e rendere più difficile
la comprensione. Bisogna imparare ad acquisire un'identità
multipla nella quale convivono positivamente diversi interessi affettivi
e culturali.
|
|
|
|