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UN SOGNO AD OCCHI APERTI 

DURANTE L'ORA DI STORIA

di Sara Grassi

 

Durante l’ora di storia, un bambino di nome Pierino il sognatore, mentre la professoressa spiegava la lezione sulla preistoria, seduto in fondo, in modo da potersi nascondere meglio e chiacchierare con il compagno vicino, appoggiò la testa sul banco e si mise a sognare.

Appena chiuse gli occhi si trovò in un luogo sconosciuto per lui perché intorno non c’era più il caos delle macchine, e non c’erano le strade, né i palazzi, ma soprattutto non c’era la scuola.

Al loro posto c’erano praterie, boschi a perdita d’occhio e gli animali non erano piccoli e tutti muniti di cappottino, collare e completi di guinzaglio, ma erano enormi e conducevano una vita selvaggia.

Allora, preoccupato e impaurito, si nascose in una grossa caverna dove c’erano degli uomini vestiti di pelli che lavoravano con rozzi oggetti di pietra e selce.

Pierino, pensando che fossero uomini che imitavano scene di caccia e di vita quotidiana, come aveva visto quando era andato a teatro con la scuola, non divertendosi affatto, tentò di comunicar loro qualcosa, ma costoro non capirono e gli diedero un grosso pezzo di carne cruda in mano.

Pierino schifato corse via e si addentrò in una fitta foresta di felci e di grossi alberi da frutto.

Mentre cercava di riprendere fiato pensò che, piuttosto che mangiare quella carne cruda, avrebbe preferito assaggiare l’orrendo minestrone che gli preparava sempre sua nonna e che lui regolarmente buttava fuori dalla finestra.

E mentre la sua mente pensava a cosa avrebbe mangiato o no, si presentò alle sue spalle un grosso volatile che aveva voglia di farsi uno spuntino.

Lo prese per le gambe e lo portò nel suo nido dove cercò di darlo ai suoi piccoli, ma non ci riuscì, perché Pierino con una grande agilità gli strappò tutte le penne della coda e l’uccellaccio dolorante volò via.

Il ragazzo stava quasi per buttarsi giù quando si accorse che era a 4000 metri di altezza e, se fosse caduto, si sarebbe spiattellato al suolo come una frittella.

Allora salì in groppa ad uno dei pulcini che aveva imparato a volare e lo riportò giù.

L’uccellino ritornò pian piano al suo nido in mezzo ai suoi fratelli ancora incapaci di volare.

Il sole cominciò a calare, la notte era ormai vicina e Pierino aveva paura del buio ed era molto affamato perché, da quando gli avevano offerto quel pezzo di carne, non aveva mangiato nulla……all’improvviso suonò la campanella e Pierino si svegliò di soprassalto e la prof., che lo stava osservando ormai da un’ora, gli chiese di ripetere la lezione, ma il bambino non si ricordava nulla e ricevette una bella nota sul registro per non essere stato attento durante la spiegazione.

Nonostante questo, si rese conto di non essere mai stato così felice di essere ritornato a scuola, al sicuro da ogni belva e uomo preistorico.           

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