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la Pagina de
"I pettegolezzi
delle donne"
di Carlo Goldoni



Note di regia

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Ultima delle sedici commedie nuove, "I pettegolezzi delle donne", fu scritta, in pochissimi giorni, e destinata al largo pubblico popolare della serata di chiusura del Carnevale del 1751.
Protagoniste del pettegolezzo sono, come annuncia il titolo, le donne, che, in questione, sono un genere, non una specie. L'esercizio del pettegolezzo è naturale per le donne, pur muovendo da opposte ragioni, che l'Autore non trascura di mettere in luce onde evitare ogni generico moralismo.
All'interno della commedia si incontrano la tradizione dell'arte, con i suoi convenzionali battibecchi, e quella popolare del contrasto tra donne per ragioni di gelosia, o di invidia, sullo sfondo del classico intreccio del figlio perduto e ritrovato. Beppo e la promessa sposa Checchina, sono coinvolti nella malvagità di un mondo intriso di pregiudizi, socialmente diviso, appesantito da valori umani non rispettati, ove ognuno ha buone ragioni per spettegolare, vuoi per risarcirsi, vuoi per noia. Gli innamorati vittime della chiacchiera, non sono però innocenti. Checchina amplifica ed enfatizza il pettegolezzo a proprio danno ricercandone affannosamente la fonte originaria, mossa certamente dal bisogno di sapere, ma anche di vendicarsi; Beppo, con l'ossessione di salvar la "reputazion", conduce Checchina alla disperazione non meno di quanto abbiano fatto le pettegole. Le motivazioni degli innamorati appartengono al medesimo orizzonte egoistico degli altri.
Interno al significato è il lieto fine, più apparente che reale, con il rientro in casa dei novizzi nella speranza di trovarvi un'improbabile protezione, visto che in casa, e proprio nel momento della festa, sono nati i guai.
La dinamica perfetta del testo si pone al centro del lavoro, dove il ritmo assume un significato di rilievo.
Dietro ed oltre il gioco della chiacchiera, con il suo irresistibile movimento, stanno infatti cattiveria e malignità, debolezze e manie, ma anche dinamiche sociali. Permane dietro a tale conclusione la violenza sotterranea, ma precisa del pettegolezzo, l'acuto senso della divisione tra ceti e persone.



Introduzione alla messa in scena

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L'Arena del 19 giugno 1998
Tra "I pettegolezzi" e ciacole delle donne
Stasera alle 21,30 (e fino a lunedì), al Chiostro di Sant'Eufemia va in scena la commedia "I pettegolezzi delle donne" di Carlo Goldoni diretta da Francesco Puliero e affidata agli attori della compagnia La Maschera.
Il secondo appuntamento con la rassegna Estate 98 dedicata al teatro amatoriale dei cortili fa dunque gli scongiuri contro l'inclemenza deI tempo di questi giorni con un pezzo forte della tradizione veneziana capace di sconfiggere qualsiasi ostacolo grazie al potere dell'eloquenza femminile.
In un crescendo a marea di situazioni divertenti e non colpo di scena finale le sorti di Checchina vanno incontro al futuro.
Poco importa se la ragazza non è la figlia naturale del marinaio Paron Toni. A lui la creatura venne affidata ancora in fasce e solo una donna conosce questo segreto, ma un bel giorno detta comare decide di sciogliere la lingua con un'amica.
Ed il gioco è fatto.
Michela Pezzani.


La critica

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L'Arena di Verona (Domenica 21 Giugno 1998) Teatro nei cortili. Piacevole allestimento della Maschera fino a domani al chiostro di S.Eufemia Pettegolezzi, risate e un filo di amarezza Un Goldoni minore, ma variegato e vivace. Regia pulita, buoni attori Al chiostro di S.Eufemia, applauditi da un pubblico numeroso, hanno debuttato I pettegolezzi delle donne presentati dalla compagnia La Maschera per la regia di Francesco Puliero. Un Goldoni minore ma interessante, alle prese per la prima volta, in quest'opera che conclude il ciclo delle famose sedici "commedie nuove", con un ambiente interamente popolare. Con un risultato certo distante dalla coralità movimentata del Campiello e ancor di più dalla poesia polifonica delle Baruffe, ma già rivelatore di una tavolozza drammaturgica variegata e vivace, e capace di concatenare i personaggi lungo i pecorsi di diffusione del pettegolezzo e della maldicenza con ritmi serrati e brillanti effetti comici. Dei Pettegolezzi La Maschera ci offre una realizzazione onesta e tutto sommato piacevole, che si avvale di una regia pulita e ordinata nel piazzare le sue pedine in una stilizzata scenografia a tralicci di legno (una buona idea, rispetto a certi arrabattati interni pseudosettecenteschi che tocca spesso di vedere). Pur con ritmi non travolgenti, lo spettacolo fila senza pause, suscitando sorrisi (anche un po' amari), ma un po' meno risate di quel che ci si poteva aspettare da certe situazioni come i battibecchi tra le pettegole, le umiliazioni dello stolido damerino in bolletta o l'esasperante inconcludenza dei messaggi riferiti da Arlecchino. Tra i numerosi attori correttamente impegnati nei loro ruoli (con il difetto, per alcuni, di imporre alla musicalità del veneziano cadenze troppo veronesi) spiccano William Bertozzo che, pur aderendo al personaggio di Pantalone con tic gestuali piuttosto prevedibili, conferma la propria bravura e finezza di interprete, e Mia Pozzi, che nella parte della «novizza» Checchina, vittima designata dei pettegolezzi, fa ben emergere dall'aria rassegnata e pudica un caratterino deciso ed acidulo. Nel gruppo delle pettegole si fa notare per temperamento e presenza scenica la donna Sgualda di Francesca Spezie, e Claudio Gallio diverte nella caratterizzazione del cascamorto sbeffeggiato, mentre Francesco Puliero indossa con proprietà mimica la maschera di Arlecchino, del quale vanno però perse parecchie battute. Si replica fino a domani. (Nicola Pasqualicchio)


Personaggi ed interpreti

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Personaggi ed interpreti in ordine di apparizione:
Pantalone ⇒ William Jean Bertozzo
Paron Toni ⇒ Eddi Rizzati
Checchina ⇒ Mia Pozzi
Beppo ⇒ Attilio De Checchi
Beatrice ⇒ Mara Seghetti
Eleonora ⇒ Graziella Menini
Donna Sgualda ⇒ Francesca Spezie
Donna Catte ⇒ Mariacristina Filippin
Anzoletta ⇒ Teresa Zanella
Ottavio, detto Salamina ⇒ Luciano Cambioli
Musa, detto Abagiggi ⇒ Enrico Fantin
Arlecchino ⇒ Francesco Puliero
Moccolo, marinaio ⇒ Massimo Sgarbi
Regia ⇒ Francesco Puliero
Luci e fonica⇒ Marco Predicatori
Scenografie ⇒ Carlo Poli - Renzo Tomellini
Costumi ⇒ Paola Prospero
Disegni ⇒ Giorgio Liorsi


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