About Skadi

Skadi è un clone creato a scopi militari, in pratica il prototipo del soldato perfetto, solo che tanto perfetto dopo tutto non è. Devi sapere che in un lontano futuro c'è un paese ultramilitarista afflitto da una popolazione "non all'altezza" delle aspirazioni belliche dei suoi capi. Per rimediare hanno creato i cloni. I cloni neonati vengono tenuti in "nursery" statali, finché non vengono inseriti in una famiglia per un periodo di crescita "naturale" indispensabile al loro futuro equilibrio psicofisico. C'è una legge per cui l'adozione di un clone è la premessa indispensabile per ottenere lo status di famiglia e la licenza di procreare figli propri. Immaginati dunque una coppietta giovanissima, timida timida, lui e lei palliducci, esili, magri, un po' curvi, spaesati (hanno una fattoria e trascorrono la loro esistenza in campagna, per loro la città è una jungla sconosciuta) che si presentano a chiedere, con l'aria di svenire per la timidezza, un clone "possibilmente... ecco... femmina".

I camici bianchi della "nursery" si scambiano uno sguardo d'intesa. TUTTI gli aspiranti genitori verrebbero farsi assegnare una femmina, perché i cloni sono nati per la guerra, ma circola la voce che le femminucce siano un pochino meno terribili dei maschi, che ci si possa convivere... La coppietta di imbranati si vede presentare una stupenda bambina sui 5 anni infagottata nella camicina dell'istituto: occhioni celesti e lunghi capelli rossi naturalmente inanellati sono la ricetta per un innamoramento a prima vista. Oh, sì! Proprio l'angioletto che non osavano sognare... Grazie! Grazie!

La frugoletta è battezzata Skadi (che è un nome femminile...^^;; il nome di una divinità germanica molto affine alla dea Diana dei Romani) e quel giorno stesso (una domenica) è sulla piazza del paese, vestita come una bambola, libera di fare amicizia con gli altri bambini.

Permettere ad un clone di giocare con bambini normali, è come lasciare un cucciolo di tigre libero di spassarsela con una covata di cagnolini. Non importa quanto sia piccolo: non ha il senso della misura, non ha il senso delle regole, non capisce - o meglio, gli è del tutto indifferente - la sofferenza altrui.... Ed è almeno 5 volte più forte di un bambino normale. Skadi si tuffa - vero fulmine rosso/dorato - nel bel mezzo di una masnada di ignari ragazzetti che giocavano a pallone, e comincia subito a dimostrare che lei è la più forte, che perciò la palla è sua. In un batter d'occhio è l'unica che non sanguina, l'unica che si diverte un mondo.... Se quella domenica sulla piazza del villaggio nessuno muore o rimane storpiato per sempre, è perché esiste un Dio per le madri distratte, per i camici bianchi troppo spiritosi, per gli adottanti troppo ingenui.... e sì, anche per i cloni.

Quando gli adulti esterrefatti accorrono a separare i litiganti, Skadi appare inesplicabilmente nuda. La madre adottiva boccheggia di fronte alla rivelazione che la sua magnifica bambina è in realtà un esemplare particolarmente grosso e aggressivo di clone MASCHIO. Se ne sta lì, annientata, con le lacrime agli occhi, quando Skadi (che fino a quel momento rideva a gola spiegata) ha una bizzarra smorfia che esprime disagio, insicurezza... qualcosa insomma di molto prossimo al rimorso. Trotterella via senza che nessuno lo fermi, ed eccolo di ritorno col vestitino "bambola style" accuratamente ripiegato.

Evidentemente ha qualcosa di diverso rispetto ad un clone standard. Non è stato assolutamente capace di capire che faceva del male (vero "innocent killer"), ma pure ha una certa capacità empatica di "mettersi nei panni degli altri". Aveva compreso molto bene quali sentimenti stavano dietro al regalo di quell'abito fru-fru tutto velluto e pizzi. Era un dono costoso, avevano fatto qualche sacrificio per offrirglielo, ed era un modo inconscio di festeggiare l'arrivo di un essere ignoto che incuteva alquanta paura, ma a cui ci si riprometteva di dare affetto e calore umano... il meglio di se stessi, insomma. Un attimo prima di scatenarsi, il clone si era preoccupato di salvaguardare quel vestito, rispettoso del mondo di pensieri ad esso correlato. Così si chiude la prima scena della biografia di Skadi: un cerchio di bambini piangenti, di adulti sul punto di lasciar esplodere la loro rabbia, una aspirante madre che si scioglie in lacrime di sconforto, e Skadi che, con gesti improntati alla più disinvolta sicurezza, rientra nel suo assurdo vestito come se dicesse: "dai mamma non fare così, è tutto Ok, adesso ridivento come tu mi vuoi...."

Se lo si riconsidera, anche lui è un personaggio creato in onore di Oscar: ne è l'antitesi sistematica, punto per punto!

Back to Skadi 01

Back to Elena's Vetrina Gallery Mainpage