Il Cavaliere Nero a Roma
Ovvero,
sopravvivenza dis-umana di un
povero "ladro politico" nell'immensa e spietata Capitale
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by
Ugucciona
Introduzione: Il Cavaliere Nero
è considerato uno dei più fascinosi personaggi di tutta la serie di Lady
Oscar. E se non fosse per il fatto
che diviene il responsabile del ferimento di André, sarebbe anche tra i
personaggi più amati dal pubblico femminile. Si veste di nero, il fisico non è
niente male, ruba a i ricchi per dare i poveri e in più, fattore apprezzato da
molte fan di Lady Oscar, porta via da palazzo Jarjayes la piagnola Rosalie. Ci
sarebbe quasi da conferirgli il titolo di Cavaliere, sì, ma della Repubblica!.
Ma se invece delle strade di Parigi ci fossero state quelle di Roma? E invece
che nella seconda metà del settecento le sue ruberie fossero ambientate oggi?
Povero lui…
E` un brillante venerdì mattina.
Il sole splende all'orizzonte. Il Cavaliere Nero, alias Bernard, si alza tutto
pimpante, pronto per un'altra esaltante giornata di ruberie. Sì, lo so, in
televisione l'avete sempre visto colpire di notte, ma qualcuno gli ha detto un
giorno, scherzando: "Bernard! Il mattino ha l'oro in bocca!" E da
allora Bernard ha deciso di fare gli straordinari e di iniziare a lavorare fin
dal mattino. Ma il povero Bernard "lavora" nella capitale e ancora non
sa cosa lo aspetta.
Si infila la tuta nera. A dire la
verità adesso gli sta un po' attillata sulla pancia… da quando è sposato con
Rosalie la sua nefanda cucina a base di costolette di maiale e mont blanc alla
panna ha cominciato a sortire piccoli ma voluminosi effetti collaterali: le
maniglie dell'amore!
Infilata faticosamente la tutina
nera, e spergiurato per l'ennesima volta che "da domani mi metto a
dieta!", frase ad effetto che pronuncia ogni mattina ormai dal natale
dell'89 (1789) Bernard è pronto ad uscire ed ad iniziare una giornata
di"duro lavoro".
Monta a cavallo e lo sprona al
galoppo.
Alt! 500 metri più in là una
pattuglia della municipale lo attende al varco. Solo adesso, mentre la polizia
lo ferma, comprende il vero
significato di un curioso cartello luminescente che aveva visto poco fuori casa:
"Qualità dell'aria non accettabile. Solo targhe dispari". Bernard
viene fermato.
"Dove va?", gli
chiedono due agenti in coro.
Bernard, imbarazzato, non pensa
di poter dire esattamnente dove va ad un poliziotto poi!, ne va della sua dignità.
"A lavorare".
"Eh no, oggi circolano solo
le targhe dispari"
"Ma ma ma io non ho
targa!"
I due agenti si guardano tra di
loro. In effetti faticano a trovare una targa sul cavallo. Discutono e alla fine
trovano la soluzione.
"Senta, accosti e scenda da
cavallo".
"Ma io…"
"Accosti, non faccia anche
"resistenza a pubblico ufficiale" che aggrava la sua situazione che è
già grave!"
Bernard scende, non capisce.
"Quante zampe ha il suo
cavallo?"
"Quattro, perché? Quante ne
dovrebbe avere?"
"Appunto, quattro. Quattro
è un numero pari. Oggi circolano solo i dispari. Lei è in contravvenzione!
Concilia?"
E Bernard è costretto a pagare
una multa pari a 1000 euro per: 1) circolazione con targa pari, 2) mancanza di
marmitta catalitica, 3) tassa sull'immondizia e
4) tassa per insudiciamento
molesto della strada (nel frattempo, infatti, il cavallo aveva lasciato un
ricordo della propria colazione sul marciapiede...). Nonché... 5) ritiro della
vettura cioè del cavallo!
Ma Bernard, nonostante il colpo
è ancora forte, gagliardo e a piedi cammina per le strade di Roma, pronto a
portare a compimento uno dei suoi famosi furti.
Decide di salire sulla metro B.
E' mattino e ci sono un sacco di signore con catenine al collo e signori con il
portafoglio pieno di soldi nel giaccone. "Eh, i bei tempi di
Versailles… altro che collanine… certe collanone c'erano allora! Qui invece
tocca accontentarsi…"
Ma mentre sta per mettere in atto
uno dei suoi famosi borseggi viene spintonato da due sedicenti musicisti "andini"
con chitarre e flauti. Il concerto, che termina due fermate dopo,
produce il suo incasso, e i due musicisti scendono pieni di monetine. Poi
è il turno di due zingarelle, che "vengono ancora da Bosnia (intanto di
guerre ce ne sono state un'altra dozzina)"
che scendono poco dopo con
altre monete e poi di testimoni di Geova, ex tossici, altri musicisti… Quando
, oramai giunto a Termini, Bernard sta per avvicinarsi al collo di una signora,
questa si volta e fa: "Giovanotto! Non cantate, non suonate, non vendete
niente e non venite da nessuna guerra del mondo, se volete dei soldi, Santo Dio
organizzatevi!"
E così Bernard scende dalla
metro scornato.
Decide allora di rapinare un
negozio. Ma non appena si avvicina ad una vetrina un grosso emergumeno lo
afferra e lo scaraventa via.
"Ma come si permette!",
urla Bernard.
"Ma come si permette
lei!" urla lo scimmione "Non stava mica pensando di entrare da "Prada"
vestito con quell'orribile tutina anni settanta?. Qui da noi entra solo gente
trendy!"
Furente di rabbia, Bernard si
allontana.
Un bambino si avvicina e tira con
dolcezza il mantello allo scornato Bernard. Bernard ha un debole per i bambini,
si sa. Pensa che potrebbe rubare qualcosa per lui, piccolo caro. Ma il bambino
chiama la mamma: "Mamma! Mamma! Anch’io vojo vestito da Zorro!! Anch’io
vojo!"
"Zorro?" dice Bernard
quasi in un improvvisa crisi di identità, "ma sono vestito da Zorro?
Ma non è che l'Ikeda..."
E mentre Bernard, ancora più
scornato, attraversa la strada, Riyoko Ikeda ripassa l'altra sua favola
preferita , ovvero Cenerentola, alla quale è chiaramente ispirato l'episodio in
cui Oscar va al ballo vestita da donna.
Voci di corridoio vicine agli
ambienti della Ikeda sostengono però che Riyoko abbia in mente di utilizzare
per il suo fumetto anche un'altra celebre favola: “Biancaneve”: attento a
tutte quelle mele, André!!!!!!
Bernard intanto arriva a piedi
a Piazza Esedra, dove una serie di bandiere rosse annunciano un comizio
che si sta tenendo. Sul palco, Bertinotti.
Bernard è piacevolmente
incuriosito. "Ah, che bello, un comizio, gente che parla di libertà,
giustizia sociale…"
Si ferma tra la folla, ad
ascoltare il comizio, quando una voce tra la folla interrompe Bertinotti:
"Compagno Bertinotti! Ma chi
è quel tizio vestito di nero? E' un fascio!!! Dagli al fascio!!!!!!!!!"
"Fascio? Che cos'è un
fascio? Compagni? Che volete? Io sono dalla vostra parte! Libertà!, Fraternità!,
Eguaglianza!!"
"A' Fascio!! Comincia a
correre che se ti pijiamo..."
E il povero Bernard, reo di
indossare un colore fuori moda e oltretutto dalle valenze politiche
"pericolose", è costretto a scappare, inseguito da un centinaio di
comunisti e un altro paio di centinaia di simpatizzanti no global.
Nella sua corsa trova una
saracinesca aperta, tutta colorata di giallo-rosso. E' un Roma (A.S.) club.
Bernard, ignaro, vi cerca rifugio.
"Vi prego! Aiutatemi, mi
stanno inseguendo".
"Anvedi! Urla un vecchietto
testaccino da 7 generazioni, E chi è ‘sto fijo de…"
"E' un interista, non vedi,
è nero e azzurro! E' uno sporco interista! Dagli ar milanese!!!!"
E così Bernard riprende la sua
corsa, inseguito anche da una cinquantina di ultrà della Roma.
Riesce finalmente a seminarli. Ha
sete, vorrebbe bere qualcosa in un bar. Estrae il portafogli per controllare
quanti soldi ha a sua disposizione... ma in quel momento esatto un ragazzo con
il motorino lo scippa del portafoglio, del SUO portafoglio!!!!
"Ma porca zozza!!!!!!!!!!
IO, sono il ladro, IO!!!!!!"
E così, mentre Bernard, in
lacrime, passa il pomeriggio dai carabinieri per la denuncia di furto, il sole,
lentamente, tramonta sulla capitale.
Alla sera, in televisione, un
politico della prima/seconda/terza, ennesima repubblica, ospite da Bruno Vespa
del solito "Porta ma che ti importa?" commenta il suo progetto
politico (qualcosa tipo: "un milione di posti di lavoro, meno tasse per
tutti, città più sicure, letterine di passaparola per tutti, sconti sul Cepu.")
Rosalie guarda il povero marito
distrutto e avvilito, spaparanzato sul divano con una lattina di birra in mano.
"Bernard! Te l'avevo detto
io! Per rubare i soldi, in questo paese, non bisogna essere "ladro
politico"? Basta essere politico..."
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f.camelio@libero.it