Intervista semiseria ai protagonisti di
"Errore" e "Racconto d'inverno"
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Nota:
si è deciso di realizzare, in coproduzione con l'Ugucciona, questa serie di
interviste ai protagonisti di "Errore" e "Racconto
d'Inverno" per tranquillizzare i fan. Notazione cronologica. L'intervista
è stata scritta all'epoca delle bordate di Ape man sulla l. 194/78, il che
spiega i corposi riferimenti.
Si
presenta Oscar, aria bellicosa, brandendo un cartello con su scritto
"Abbasso Ape Man".
"Signora
Grandier…"
"Jarjayes",
mi corregge. "Se volete, però, potete chiamare Jarjayes lui",
afferma, indicando il povero marito ormai avvezzo a tutto, che patulla il pupo
infernale.
"Bene,
potete spiegarci la ragione di quel cartello? Ce l'avete con Tarzan? In fondo,
lui e vostro marito hanno lo stesso doppiatore…" le facciamo notare.
"Ah,
no, no… E neppure con Lupin III, nonostante la somiglianza alla scimmia. No, a
parte che non avrei potuto nominare Tarzan perché è un cartone di un'altra…
ehm… scuderia e ci dicono sempre di ignorare ed evitare accuratamente di
nominare ciò che non proviene dalla "casa madre", ciò che non è
approvato dalle… ehm… alte sfere… No, ecco, a parte che Tarzan è uno dei
miei cartoni preferiti, ce l'avevo con un vostro ministro… ehm, mi pare si
chiami Maxibouteille…"
"Bottiglione?"
Azzardo, col mio misero francese, la traduzione letterale.
"Ehi,
sì, quello con quell'aria da scimmia, la fronte bassa… quello che ce l'ha con
le donne, insomma…"
"Ah,
quello! Con la U", la correggo.
"Esatto.
Insomma, io mi presto a interpretare "Rape" per ragioni ideologiche,
per difendere la libertà delle donne e questi che ti fanno?" E'
infervorata, prosegue la filippica. "Ma insomma!!! Non può essere!!!
Prendo la Bastiglia e quel demente di Amar, nel '93, esclude le donne dai
diritti politici. Tra parentesi, nell'89 in alcuni casi potevamo votare… il
che è tutto dire… Nel '95 ci negano il diritto di essere cittadine… E ora,
arriva questo… questo… e… che vorrebbe fare?"
"Beh,
c'è da capirlo, magari", le faccio notare.
"Come
c'è da capirlo?" Salta su, minacciandomi col cartello.
"Beh,
se quella legge ci fosse stata quando è nato lui, forse sua madre avrebbe
deciso di non farlo nascere…", azzardo…
"ROTFL",
commenta lei.
"Chattate?"
"Di
rado, ma sì, l'informatica è una delle mie passioni… Comunque, anche i
vostri vecchi ministri non scherzavano…"
"Come,
prego?"
"Contro
le donne… Sì, ce n'era una, anni fa, un donnone coi capelli da uomo, Buondì,
mi pare, si chiamava…"
"Ah,
quella!" Intuisco. "Beh, più o meno…" Ha chiaramente qualche
problema con i nomi italiani.
"Eh,
quella! Che si chiamava come la catena di pasticcerie milanesi… Anche quella
doveva odiare le donne. Quando divenne ministro della Sanità, immediatamente il
prezzo della pillola raddoppiò."
"Beh,
non stiamo a fare questioni di vile denaro…"
"Vile
denaro? Raddoppiare, dico! Comunque, non è da Stato sociale! E nessuno
protesta!"
"Mai
detto che fossimo uno stato del tutto sociale…"
"La
Svezia, quello sì che è uno stato sociale!" è ormai inarrestabile.
"Se continua così ci trasferiamo lì!" Fa tra il bellicoso ed il
sognante.
A
quel punto, il marito le lancia un'occhiataccia e si schiarisce la voce.
"No,
beh, forse è meglio da qualche altra parte…"
"Beh,
per tornare all'oggetto della nostra intervista, qual è stata la vostra scena
preferita?"
"Ecco",
assume un'aria meditabonda. "Dovrei dire le scene d'amore, ma sia in
"Errore" sia in "Rape", alla fine, si è concluso poco…
Insomma, in "Errore"… è tutto… un errore e, sul più bello, zac!
L'autrice, molto elegantemente, preferisce lasciare alla fantasia dei singoli…
Ecco, sì, proprio alla fantasia… anche nostra… ;_; Spero che nella prossima
produzione, per la quale ci ha già scritturato e ci ha assicurato che saremo in
età adulta, con buona pace del MOIGE, ci dia adeguata soddisfazione",
considera, con aria sommamente speranzosa. Poi prosegue, sconsolata. "In
"Rape" praticamente era tutto evocativo… anche lì, non si è
battuto chiodo… Insomma, uno stress… Alla fine, la mia scena preferita è
stata quando ho picchiato mio padre in "Rape". Erano SECOLI che volevo
farlo! E quello che non sapete è che, mentre giravamo la scena della
scala…"
"Quella
suggerita dall'autrice di "Errore"", preciso.
"Sì,
ecco, ad un certo punto mi sono sbagliata e ho fatto volare il vecchio dalle
scale! Ihihih!!!" Risata satanica. "Non vi dico che spasso!!!"
La
osservo per notare segni di squilibrio.
"Ah",
riprende, "l'altra scena che adoro è stata quella dell'abbordaggio ad André
in "Errore". Bella, bella!!!" Commenta soddisfatta fregandosi le
mani. "Lì sì che mi sono divertita! Così si scrive una scena!!! E per
quanti episodi è andata avanti? Sìsìsì!!! Peccato poi sia finita… in
errore… ;_;"
Desumo
che non le è proprio andato giù che abbiano concluso poco…
"Beh,
ma non è meglio che siate liberi di farvi gli affari vostri in privato?"
Azzardo.
Oscar
scuote la testa. "Il privato…" Guarda lontano, con aria mesta.
"Bella parola… ma cos'è il privato? Pulire la casa? Cambiare i pannolini
al poppante e farlo mangiare ad orario? Vedere tuo marito che passa ore ed ore
incollato al monitor a videogiocare e quando si alza è per spostarsi, col
notebook, dal letto al divano e dal divano al letto, manco fosse il gatto di
casa?"
"Sembra
un tipo tranquillo", le faccio notare.
"Ecco,
infatti. Un po' troppo."
"Cara,
ma di cosa ti lamenti?" Compare André, armato di notebook, che attacca il
cavo telefonico all'apparecchio vicino, poi, serafico, si siede accanto alla
moglie e prende a videogiocare, dimentico di tutto il resto.
Oscar
ed io ci guardiamo. Uno sguardo che dice tutto. ;_; Che spreco…
"Ma
è…" forse non dovrei insistere.
"Sempre
così…" Ammette Oscar. E' proprio giù, porella.
"Ma
avrete momenti per voi…"
"Macché…"
Mi guarda dritto in faccia. "Voi ce l'avete una suocera?"
"N...
no, non sono sposata…"
"Ecco."
"Ma
ma ma lui è orfano!" Eccheccavolo! Mi crolla un mito.
"Ennò!
Qui vi sbagliate! Quando girammo la serie, era l'epoca dei bishonen, belli e,
possibilmente, orfani. Non potevamo dire che lui la mamma ce l'ha. E che
mamma!"
"Che
mamma?" Faccio eco, sempre più perplessa.
"Del
tipo che se ne strafrega del figlio per tutta la vita, ma, appena vede che lui
si allontana, morbosamente gli si incolla addosso. Insomma, si sente in
competizione con me... almeno credo... non lo so, non lo capisco... la trovo di
una invadenza imbarazzante..."
"Andrééééééééééééééééééééééééééé!!!"
Squilla una voce nell'ingresso di casa.
Oscar
aggrotta le sopracciglia: "Eccola..." fa, tra lo sconsolato e l'imbufalito.
Compare
una signora di mezza età vestita in stile shojo manga, pantaloni a zampa di
elefante, tutta in viola, collarino di velluto con strass. Caviglia forte, pelle
rugosa, occhio giallo. (* Dinosauri)
Eccola
incombere: "Buonasera signori!" E a razzo si fionda sul figlio,
sbaciucchiandolo più con enfasi, a sottolineare la proprietà, che con
affetto...
Oscar
e io ci guardiamo. Mi avvicino: "Scusate, ma è casa vostra..."
"Sì..."
fa lei. E' a terra.
"E...
e ha le chiavi..."
"Sì..."
sempre più a terra.
"E
come..."
Accenna
al marito. "Gliele ha date lui..."
Non
c'è altro da dire.
Intanto
la pestifera sta inondando il figlio di mille domande, senza attendere le
risposte. Quello tenta di rispondere, lei ci parla sopra. Fino a concludere:
"Il mio bambiiiiiino."
"A
signo' ma c'ha 35 anni!!!" Me se ne esce...
"E
pure un figlio", fa eco la povera Oscar. Che aggiunge: "Se lo sapevo,
altro che figli!!!"
La
signora, come se niente fosse, si piazza sul divano, a ridosso del malcapitato,
che, in tutta la contesa suocera-nuora, ha continuato imperterrito il suo
videogioco. "Allora, di cosa parlate di bello?" Si propone.
Guardo
Oscar. Livida. "No, niente, signora... cose di lavoro..."
"Ah,
c'è da fare il cambio di stagione!" Fa ad Oscar. Chissà che diavolo
c'entra con l'intervista...
"Già
fatto..." risponde laconica.
"Ah,
e per stasera potrei farvi..." E attacca a descrivere molto fantasiosamente
dei piatti. Poi, incredibilmente, se ne esce con: "Oscar, che cucini ad
André?"
E
Oscar sibila, a bassa voce, "Chissà perché lo chiede a me e non a
lui!" Mi fa cenno di seguirla.
Ci
rintaniamo in cucina, pur di evitarla... "Venite in cucina, staremo
tranquille, poi, tanto, la cena la preparo io... lei parla, parla..."
"Ma
è sempre così?"
"Peggio..."
"E
come mai viene qui?"
"Non
lo so... compare a tutte le ore... ci entra in camera, non possiamo stare un
attimo per conto nostro... Ci aveva anche messo un interfono vicino al
letto..."
°_°
(la mia faccia) "E a che... servirebbe?"
"Per
chiamarci..."
"Ah..."
Guardo
Oscar mentre pela coscienziosamente le patate, facendole a tocchettini,
minuziosamente. Pare quasi che immagini di infilzare chissà quale nemico... già...
chissà quale...
Compare
André sulla porta della stanza. Aria assolutamente angelica. "Amore, vado
con la mamma a mangiare il pesce." Le dà un bacio, poi la accarezza, come
se fosse un cane. E se ne va.
"Aspetta."
Oscar lo ferma. "Devo dirti qualcosa." La voce dura.
"Sì",
si informa dolcemente lui.
"La
signorina qui sta aspettando per la tua intervista, lo sai. Non puoi finire
prima qui?"
Dall'altra
stanza la voce squilla con incredibile puntualità, interrompendoci. "Andrééééééééééééééééé!!!
Muoviti che tardiamoooooo!"
Lui
si volta e, fregandosene di noi, va. Mavaff...
"Coda
di rospo con patate arrosto!" Fa Oscar. "Vi va?"
Io,
rossa come un peperone, dimentica per una volta della dieta, non me lo faccio
ripetere. "Come no!" Certo, però, che gli uomini... ;_;
Dopo
il pasto, ottimo, peraltro (molto meglio del ristorante di pesce), continuiamo
il discorso.
"E
la scena dello stupro? Dev'essere stato psicologicamente pesante…"
Scuote
la testa, perplessa. "Più che altro, imbarazzante. C'era André che stava
lì a controllare che Giro non sgarrasse troppo. Si era messo lì, a due
centimetri, un aria da pazzo. Sembrava Otto in "Un pesce di nome
Wanda", quando appare alla finestra… Sua madre che andava sparlando,
ovviamente, di corna dei miei stivali. Poi, c'era pure mio padre. Anche lui a
controllare. Che non attentassero alle mie… virtù… seeeee, te pare… ce
crede solo lui, porello…" Nel frattempo rientra lui con la madre.
"Non
sapete cosa vi siete persi!" Comincia lei. Ma se non ci ha invitato...
"Non
sapete che cosa vi siete persi voi!" La secco subito io. E non mi faccio
scappare il discorso con Oscar, discorso molto più interessante.
"Dicevamo
di quello che pensava vostro padre... No, perché voi…"
"Ma
scusatemi", mi fa lei spazientita, "famo a capicce. Io mi giro tutta
la serie con un pezzo di figo come quello" e indica il marito, "e a
nessuno viene il dubbio che, a forza di passare anni e anni con lui, episodi su
episodi, repliche su repliche, non ci fossimo già messi insieme? Che non
avessimo già… concluso?"
La
guardo con gli occhi sbarrati. Mi crolla un miiiito. Per fortuna…
Scuote
la testa. "Solo voi fan potevate pensare una ca**ata del genere…"
Si
intromette la suocera: "Eh sì, ero così preoccupata: stavano attaccati
tutto il giorno, sempre insieme, sempre a baciarsi... ero preoccupata. L'ho
detto anche a suo padre: 'ho paura che quei due combinino un guaio'."
Oscar
è al limite della sopportazione. Fulmina la suocera. Guarda sconsolata André,
intento a giocare col pupo. Si rivolge a me. "Lasciamo proprio perdere...
dicevo che, insomma, questa è una curiosità tipica dei fan, ma... insomma,
io sono una persona normale... e anche André, più o meno... insomma, abbiamo
una vita normale..."
"Beh,
ci sono scuole di pensiero in proposito… soprattutto su quello che va
combinando… lui" e timidamente accenno al consorte, impegnato a contenere
l'inarrestabile infante.
"Maschiliste!
Retrograde!" Scatta. "Una mia fan non dovrebbe nemmeno pensarle certe
cose! Parità! Parità! Su tutto! S**pa lui? E s**po pure io? Lui si fa Hedda
(spero non sia il robot di Ufo Diapolon), Yvonne e chissà chi altro? E io mi
faccio l'amante, Alain, Girodel e pure Fersen, che così sto in vantaggio!
Questo in teoria. Comunque, guardate", è veramente incavolata, "nella
pratica le cose sono diverse. Se lui prova solo a mettermi un cornino che è
uno, io lo ammazzo. Anzi, no, lo lascio… ammazzarlo no… mi
dispiacerebbe…" fa lei, rossa in viso…
"Ma…
ma… non potete sapere…"
"Certo,
Oscar, non puoi saperlo!" Fa eco la malefica. "Sempre in viaggio,
pieno di impegni di lavoro, quasi mai a casa... chi può dire che non abbia le
sue avventurette?"
Oscar
si fa rossa in viso. Io mi faccio piccola.
Mi
guarda inferocita. "Come se non lo so!" Sorrisetto diabolico. "Mi
è toccato svezzarmelo a me! Una pazienza! Modestamente, ora se la cava
bene!"
"E…
e quando?"
"Ah,
bella domanda! Avete presente l'episodio del viaggetto ad Arras?"
Annuisco.
"Ecco.
La troupe girava gli esterni, noi abbiamo lavorati in interni…"
"E
com'è andata?"
Rossa
come un peperone. "Che vi devo dire? Ve l'ho già detto… E' come
guidare… con la pratica si impara…"
"Beh,
qualche particolare in più, per le fan…"
"Ecco…
è stato tutto molto… rapido."
Occhiataccia
da parte del marito, che gioca a Pokemon col figlio.
La
guardo perplessa. "Eh?"
"Eh,
sì… lui era talmente… come dire… preso… non so… Per favore, cambiamo
discorso… rischio il divorzio, se non mettono in discussione anche
quello…"
"Ma
dateci un indizio, uno solo", imploro.
"Uno
solo: due minuti", ammette con aria funesta.
Due…
minuti… Laura guarda perplessa prima lui, che fa lo gnorri, poi lei, con
aria compassionevole. Porella, le batte pat pat sulla spalla…
"Cambiamo
discorso che è meglio… torniamo alla scena dello stupro."
"Sì,
ecco, dicevo che, poi, abbiamo dovuto rifarla un sacco di volte."
"E
come mai?"
"Ecco,
Giro si era rifatto da poco la permanente e tutti quei ricci mi facevano il
solletico. Non facevo altro che scoppiargli a ridere in faccia… Abbiamo
stoppato le riprese per mettergli del balsamo, qualcosa, una maschera, ma
niente, "qual istrice pungente"… Voi non lo sapete, ma lui ha i
capelli lisci. Come Ranmaru. Così, ogni sei mesi, permanente. Non vi dico le
creme che usa… quei capelli gli costano un patrimonio."
"Parliamo
dei finali. Che ne pensate?"
"Beh,
di "Errore" non sapevamo niente fino all'ultimissimo episodio…
Bello! Mi è piaciuto! Di "Rape" qualcosina sapevo, però mi avevano
promesso che le avrei date di santa ragione a Girodel", conclude con aria
sommamente soddisfatta.
"Bene,
passo la parola all'Ugucciona."
E,
mentre l'Ugucciona in abito da Jeanne si appropinqua e André la scruta,
finalmente interessato da qualcosa,
in tralice, Oscar salta su, al grido di "Jeanne Valois vi dichiaro in
arresto!"
Al
che Giro, comparso dal nulla, si attacca letteralmente alle gambe di Oscar,
modello Takarazuka, mentre André corre a nascondersi dietro la mamma per
ripararsi dai cecchini, in un riflesso condizionato. Poi, siccome è meno grullo
di quello che sembra, quando capisce che non è la scena teatrale, ricompare e
si fa vicino, molto vicino all'Ugucciona, mettendole, protettivo, un braccio
attorno alle spalle: "Ma, cara, non ricordi? E' la signorina che ci ha
intervistato l'altra volta…" S'è svegliato, alla fine!
"Quale
altra volta?" Fa lei, sospettosa, che non capisce come mai lei non riesca a
destare in lui il medesimo interesse.
"Quella
volta che sei andata a cena da Rosalie." E scambia con l'Ugucciona
un'occhiata complice.
"Ah,
tu non c'eri a quella cena, sei rimasto a casa…" fa lei, distrattamente.
E
lui, glissando: "Sì, abbiamo… uhm… completato l'intervista…"
Ed
è, dunque, la volta di André. Prima sorpresa, il look. Giacca bianca, polo rossa. Sigaretta
in una mano, latta di birra nell'altra, pupo, asfissiato dal fumo, che gioca con
Pokemon gigante, sulle ginocchia.
"Signor
Grandier, che ci fate in tenuta da City Hunter?"
Lui
arrossisce. "Ehm… mi hanno precettato per un cosplay, poi, ogni tanto, mi
chiedono di doppiare qualche episodio… quelli non censurati."
A
me pare una chiara crisi di identità del personaggio, per non parlare di un
inespresso desiderio di… evasione dall'intimità domestica. Ugucciona, che ne
dice? L'Ugucciona scuote la testa.
Intanto
lui porge al pupo una bambola di Maria Antonietta della Ceppi Ratti. "Dai,
gioca con questa…"
"Ennoooo!!!"
Protesta giustamente l'infante, sputando il ciuccio e schizzandogli la malefica
bambola dritta nell'occhio destro.
"Ahio!
L'occhio!!! L'Occhio!!!"
"Ma,
scusate, nell'intervista all'Ugucciona avete dichiarato che da piccolo vi
prendevano in giro, quando giocavate con le Barbie… e ora? Vorreste che vostro
figlio ci giocasse?" Sono perplessa.
"No,
no", fa lui ancora dolorante. "Però, vedete, in queste occasioni
pubbliche, lo sponsor ci obbliga…"
"Calma
un attimo, ragazzo", lo interrompo. "Noi siamo su un sito. Non a scopo
di lucro. Nessuno ci guadagna, qui, perciò lasciamo perdere sponsor e cose
ufficiali. L'unica cosa che si pratica qui è il pagamento in natura, con
disegni, se ti va, se non ti fanno schifo. Sai, c'è pure chi critica questo e
quello…"
"Oh",
fa lui, perplesso. "Sentite, non è che potreste disegnarmi Oscar così e
così… E anche quella signorina in nero, così bb..." si riprende in
corner. "... simpatica, voilà."
Pare
un fan assatanato…
L'infante,
più sveglio di lui, a quel punto butta il Pokemon targato Italia 1, tira fuori
"Topolino" e si mette a leggere, ciucciando soddisfatto.
"Bene,
veniamo a noi… Sapete di essere uno dei personaggi più ritratto e narrato
dalle fan… che ne pensate?"
"Sì…"
Rosso in viso. "Un po' mi vergogno…"
"Di
cosa", fa eco l'onnipresente madre. "Ti vedo sempre nudo..."
Oscar
sta per esplodere.
André
fa finta di niente. "Sapete", prosegue, "di solito la
protagonista è sempre Oscar, io mi sono abituato a comparire poco… tutte
queste attenzioni…"
"Ma
nella realtà siete per davvero così…"
"Così
come, prego?"
Bella
domanda. Dal vivo, ci somiglia per davvero. Ecco, fisicamente, per quello che si
vede, è LUI.
"Di
carattere, intendo… Le fan letteralmente sbavano per voi, fisicamente, ma
vorrebbero anche un compagno come voi… dolce, paziente…" Ecco, senza
suocera, magari...
"Beh,
fisicamente, è che mi disegnano così", ammette candidamente.
C'ha
ragione…
"Di
carattere", prosegue, "non so… io… io sono fatto così…",
dice con aria semplice.
"Una
preghiera…", accenna, poi, timido. "Ragazze, lo so che vi piaccio
coi capelli sciolti, ma, per favore, d'estate, col caldo che fa, non potreste
disegnarmi con un altro taglio?" Azzarda.
Nooo,
penso. Ma come? Nella serie non s'è mai visto, noi si fa crollare un tabù e
lui, proprio lui, ci boicotta?
"E
cosa vi piacerebbe?" In fondo, la questione interessa anche me…
"Beh,
che ne direste di un taglio… alla Montalbano?"
"NO!"
All'unisono scattiamo noi intervistatrici e la moglie insieme.
"Ma
sì, ti danno un'aria così manageriale corti", s'impiccia l'immancabile
madre.
"Non
ci provare, sai? A me piacciono i capelli lunghi!" Fa Oscar.
"A
noi pure…" facciamo noi. Ormai è guerra nel pollaio.
"Ma
come, se me li hai fatti tagliare tu?"
"Maddai,
quello è stato nel giornalino, poi è successo tanti anni fa… Mica sarai
ancora offeso per quella storia?"
Porello,
in effetti, con questo caldo. Gli passo un elastico.
"Comunque,
le ragazze sono indiscrete. Vorrebbero ritrarmi e descrivermi in tutte le
pose…"
"E
vi lamentate?" A me sembra normale… "Cercate di capirle… è la
vostra popolarità…"
"Sì,
vabbè, però tu stai lì, con tua moglie, ti fai i cavoli tuoi e salta su
una… sì, una tipo Arale, insomma, che prende a guardare, prende appunti, ti
fa "fermo un attimo, con quel braccio, che faccio lo schizzo", poi,
come se non bastasse, si mette a discettare di veterofemminismo… fa ad Oscar,
"scusa, passa un po' sopra"… Bello, eh, per carità, ma un po' di
discrezione! Un'altra, una bona coi capelli scuri, altissima, la parlata
toscana, mi ha ritratto mentre mi ero appisolato… Poi, la volta dopo, è
tornata dicendo che le amiche le avevano chiesto di ritrarmi anche…"
arrossisce "il portapiume. Un'altra ancora, una biondina, ha preteso di
ritrarci mentre giravamo la scena d'amore nel bosco. Zanzare, insetti, niente
l'ha fermata: s'è cosparsa d'ammoniaca e non ha smesso finché non abbiamo
finito anche noi… Mammamia", scuote la testa, "non c'è più
pace…" E, mentre io resto a chiedermi che ne sia di questo suo alto
concetto di privacy di fronte a quella madre invadente, sbuffa una nuvola
tossica di Benson addosso al figlio, che si fa cianotico.
"Ahghh..."
"Cretino!
Ti ho detto di non fumare quando tieni il bambino…" Fa Oscar. Il
poppante, intanto, s'è scolato la birra.
Lui
assume un'aria contrita. "Sapete, lo stress coniugale. Mangiavo in
continuazione caramelle e Oscar si lamentava della pancetta. Così mi ha
tagliato i viveri. Ora fumo, ma almeno non ingrasso…"
"Ma
come lo stress coniugale?" Inorridisco.
"Beh,
insomma, è anche bello, però, sono 212 anni, ufficialmente parlando (226, se
vogliamo parlare seriamente, Oscar ve l'ha detto, no?), che stiamo insieme…
Oscar è tanto buona e cara, ma… ha un caratterino… Allora, fumo…"
"Ma
il fumo uccide…" protesto debolmente.
"Il
matrimonio peggio."
"E
com'è il vostro rapporto con vostro figlio?"
"Buono…
giochiamo insieme, sponsor a parte… ci divertiamo… Oscar è sempre
impegnata, io, col fatto che sono "annebbiato" (* copyright Sonia) e sto più tempo
a
casa, me ne occupo…"
"Lui
mi fa i compiti", interviene il figlio, che evidentemente ancora non regge
bene l'alcool.
"Ma…
ma…"
"Ehm…
Sì… ai nostri tempi non c'era la tv. Ora lui sta tutto il giorno a guardare
cartoni animati e la sera, solo la sera, mi passa i compiti da fare… Io a
quell'ora casco dal sonno… se almeno prendesse l'abitudine di darmeli nel
primo pomeriggio…"
"Ma
come va a scuola?"
Imbarazzo.
Silenzio. "Beh, così… io… io non capisco… è… è…"
Interviene
Oscar. "Tutto quello che gli interessa della scuola è scambiare le
figurine coi compagni. Per il resto, ogni anno si innamora di una maestra
diversa -così precoce, non so da chi abbia preso-, ce la porta in casa con
scuse di ogni genere, ci si chiude in camera e, immancabilmente, dopo un po' la
poveretta esce urlando e scappa a gambe levate."
°_°
"Ah… a guardarlo non si direbbe… pare tanto angelico…"
"Pare,
dite bene. Ho provato a iscriverlo a rugby, ma ha detto che preferiva danza
classica. Spendo un patrimonio di materiale e questo demente che ti fa? Si fa
cacciare perché ha molestato tutte le bambine e tutte le insegnanti! Io, io non
so più che fare… Ha attaccato in camera il poster di una ballerina con l'aria
da meringona (* copyright Fiammetta) e ogni notte sta lì, in adorazione... e non so che altro..."
Scuote la testa Oscar... Non sa chi è, la meringona, mentre a me viene il
dubbio che, tra padre e figlio, abbiano qualche strano complesso edipico...
"Abbiamo
pure provato a mandarlo a catechismo", confessa André con un certo
imbarazzo, ma è stato un… errore… Siamo pieni di debiti per i danni che
dobbiamo pagare…"
"Danni?"
"Ha
dato fuoco alla stanza…"
"Voltaire",
si limita a commentare la piccola peste.
"Lascia
perdere", gli fa il padre "è roba di oltre duecento anni fa."
Poi, rivolto a me, "A Natale gli ho comprato un estintore…"
"Potreste
provare con un esorcista", butto là, tanto mi paiono senza speranze…
"Non
so più che fare", confessa André. "Uno fa di tutto per far avere ad
un figlio una vita migliore, con questi risultati…"
"Noi
portavamo rispetto ai nostri genitori…" Fa eco Oscar. "Anche
troppo", aggiunge, sconsolata con un'occhiataccia alla suocera...
"Ma,
veramente, voi avete fatto dannare vostro padre. In una fanfic si è pure
ucciso…"
"Peccato",
commenta lei, "avrei preferito farlo fuori io…"
"Suppongo…
suppongo quindi che non pensiate ad un altro figlio…" azzardo.
"No,
no, per carità!" André è allarmato. "Anche perché una volta che
gli abbiamo chiesto se gli sarebbe piaciuta una sorellina ha commentato
"meglio un dinosauro"… quindi… Francamente un dinosauro è un po'
complicato, ehm... da... produrre..."
"La
vostra scena preferita nei racconti?"
"Ah!
Quella nella carrozza in "Errore"! Senza dubbio!" Ne è certo, ha
un'aria soddisfatta. Ripensandoci, capisco anche perché. "Vedete, voi
dovete capire", prosegue ispirato senza che io abbia domandato niente,
"è bello che una ragazza, sì… insomma… ecco, è stato gratificante.
Poi, ho molto apprezzato la parentesi di… serenità in casa del professore,
prima dell'incendio…"
Occhiataccia
da parte di Oscar. "Chissà come mai PRIMA", bofonchia.
"A
proposito", guarda il figlio, "non sarai stato tu ad appiccare le
fiamme?"
"No",
fa lui con somma tranquillità. "Io ho incendiato il convento in
"Rape"."
"Ossanta…"
"Ugucciona,
lei che è del mestiere, possiamo fare qualcosa per questa peste?" La
domanda cade nel vuoto. L'Ugucciona è persa nella contemplazione.
"Un'ultima
domanda. Qual è il vostro indirizzo? Per le fan, s'intende…"
"Beh,
proprio per un attaccamento maturato quando abbiamo interpretato
"Errore", ecco, abbiamo cercato una casa lì, nei paraggi… Stiamo in
rue de la Paix, sopra il negozio di Repetto.
"Ah!"
"Ma
il numero è meglio non dirlo, no?"
"No,
no, meglio di no…"
"Bene,
allora vi ringrazio e vi saluto..."
"Vi
accompagno", fa Oscar, armata di borsone. Strano...
Scendiamo
le scale insieme. Lei è meditabonda. Poi, uscite dal portone, sfila un mazzo di
chiavi e se le butta alle spalle.
"Senti,
non è che mi dai un passaggio fino a Charles de Gaulle?"
E mentre si allontanano, l'Ugucciona riceve un laconico sms: "Porto Oscar all'aeroporto. Mi devi un favore. ^_^"
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