Alain e Nicolas
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Queste fanfiction sono di genere Yaoi, vale a dire contenenti scene esplicite di sesso tra uomini. Chiunque si sentisse offeso da tale materiale è pregato di non proseguire nella lettura.
Nicolas de La Motte era quasi ubriaco, ormai. Quella schifosa taverna, quelle voci intorno a lui… Che diamine c'era venuto a fare? Colpa di Jeanne, tanto per cambiare. La storia della collana le stava prendendo la mano e lei non se ne rendeva conto, persa com'era dietro i suoi sogni di grandezza. Sarebbe finita male, se lo sentiva… ma Jeanne non lo ascoltava. Si sentiva solo un burattino nelle sue mani, ma non riusciva a staccarsi da lei, non avrebbe mai potuto. La amava… per quanto potesse valere. Sentiva una rabbia incontrollabile dentro di sé, il desiderio di picchiare, sbattere la testa contro il muro. Qualcuno lo urtò. Si voltò inferocito e si trovò davanti un uomo alto, robusto e dal viso sorridente, che indossava l'uniforme dei soldati della Guardia. "Guarda dove vai!" gli urlò con rabbia, e l'altro schiuse le labbra in un pigro sorriso dicendo: "Ehi amico, perché non ti dai una calmata?". Quel sorriso gli fece montare il sangue alla testa, afferrò il soldato per il bavero e sibilò: "Che hai detto?". L'altro non si mosse e scandì: "Ho detto datti una calmata. E levami le mani di dosso". Nicolas lo valutò: era alto e prestante, ma lui non era da meno, i loro occhi erano alla stessa altezza. Si sentì quasi euforico, mentre le sue mani continuavano a stringere il bavero del soldato. "Altrimenti che fai?" gli disse. Come risposta gli arrivò un pugno nello stomaco, che gli mozzò il fiato in gola. Sentì delle risate attorno a sé, mentre una voce diceva in tono sommesso: "Ti avevo avvisato, bello. Te la sei cercata". Quello schifoso gli aveva dato un pugno! Ora gli avrebbe spaccato la faccia, come minimo. Si raddrizzò a fatica e balzò addosso al soldato, mentre tutt'intorno si levavano grida d'incitamento. L'altro si difendeva bene, sembrava quasi divertirsi, ma gliel'avrebbe fatta vedere! Qualcuno si intromise tra loro. Era il padrone del locale con i suoi scagnozzi, un energumeno dalla faccia piena di cicatrici che urlava: "Basta! Andate fuori a picchiarvi! Me ne frego dei fatti vostri, qui non voglio storie!". Il soldato si raddrizzò e guardando Nicolas disse: "D'accordo. Se questo damerino ha il fegato, continueremo fuori". Nicolas sentiva l'adrenalina scorrergli nelle vene, non si sarebbe certo fermato adesso! Si avviò verso l'uscita dicendo: "Muoviti, ti aspetto fuori!". Uscirono in fretta nella notte fredda, nello squallido vicolo dietro la taverna. Si guardarono, misurandosi, ed il soldato disse: "Ehi bello, non ci hanno presentati… mi chiamo Alain de Soisson. Ricordatelo, quando ti chiederanno chi ti ha spaccato la faccia". "Io mi chiamo Nicolas de La Motte, e sarà l'ultima cosa che ti ricorderai, te l'assicuro" rispose Nicolas mollando un pugno sulla faccia di Alain, che barcollò ma si riprese subito, afferrandolo all'altezza della vita. Nicolas cercò di difendersi, ma era troppo ubriaco, e caddero entrambi sul selciato umido. Nicolas sentì un pugno prenderlo in pieno viso, ma continuò a colpire alla cieca; fosse stata l'ultima cosa che faceva in vita sua, avrebbe spaccato la faccia a quell'idiota. Alain colpì ancora, cercando di non esagerare. Quell'imbecille era completamente ubriaco, non sapeva cosa rischiava... ma meritava una lezione, questo era sicuro. Adesso stavano rotolando, avvinghiati. "Smettila, coglione!" urlava Alain "Tanto è inutile... " "Te lo faccio vedere!" urlò Nicolas in risposta "Ti uccido!". Un pugno più forte lo colpì al ventre e boccheggiò, in cerca d'aria. "Ti arrendi?" chiese Alain ansante "Fottiti!" riuscì a mormorare Nicolas cercando di colpirlo, ma Alain gli afferrò il braccio con forza, immobilizzandolo con il suo peso. Nicolas cercava di riprendere fiato, mentre sentiva il corpo dell'altro premere con forza sul suo. Si accorse di avere un'erezione. Gli era già capitato altre volte, nell'eccitazione di un combattimento o di una rissa. Era una reazione normale… ma adesso c'era il corpo di quell'uomo sul suo, che continuava a rimanere immobile. Perché accidenti non si alzava? All'improvviso avvertì una strana sensazione: il soldato gli stava dando un morso sul collo! Forte, ma non abbastanza da fargli male. "Che cazzo fai?" gli chiese spaventato. "Che c'è amico, hai paura, adesso?" chiese l'altro con voce beffarda "Eppure non si direbbe… " continuò, stringendo la sua erezione con una mano. Nicolas diventò di fuoco: che accidenti credeva di fare, quello stronzo? Voleva umiliarlo? Gliel'avrebbe fatta vedere lui… Mise una mano tra le gambe di Alain, e si accorse che aveva un'erezione anche lui. Ma che accidenti stava succedendo? "Bravo" mormorò Alain "Lascia pure la mano lì, non toglierla. O hai paura, damerino?" "Non ho paura di niente" disse Nicolas, tremendamente confuso. "Davvero?" disse l'altro aprendogli i pantaloni "Nemmeno di questo?", ed infilò la sua mano all'interno, afferrandogli il pene eretto. A che cazzo di gioco stava giocando, quell'essere? Si aspettava forse che fuggisse in preda al panico, come una tenera verginella? Dove voleva arrivare? "Ti ho detto che non ho paura" mormorò infilando anche lui la mano nei pantaloni di Alain, per toccargli l'uccello. Ecco, e adesso? Che avrebbe fatto lo stronzo? Si sarebbe arreso o no? Si accorse che Alain gli stava accarezzando il pene con dita abili, ed il fiato gli si mozzò in gola. "Ehi, ma che fai?" esclamò sconvolto cercando di scostarsi. "Non ti piace?" sussurrò Alain nel suo orecchio "Non mentire, bello. Ti sta per scoppiare… " Era vero. Forse era l'effetto dell'alcool, ma quello stronzo ci sapeva fare. Si accorse di stare assecondando il suo ritmo con i fianchi, ma l'altro si fermò e disse: "Eh no, damerino. Qua non si fa niente per niente… toccami anche tu" Che pensava, che non ne sarebbe stato capace? Che non ne avrebbe avuto il coraggio? Eccitato da quell'idea cominciò a muovere la sua mano sul pene di Alain, spiando il suo viso. Ancora quel sorriso impassibile. Che stronzo. Si mise d'impegno, e vide gli occhi dell'altro socchiudersi, lo sentì ansimare leggermente, provando una sensazione di trionfo. Aveva un uccello enorme, pensò all'improvviso, sentendo un brivido d'eccitazione percorrerlo. Alain stava pensando la stessa cosa. Il coglione aveva un uccello niente male, avrebbe voluto prenderglielo in bocca, ma si rendeva conto che era inesperto, probabilmente per lui era la prima volta. Invece lui… aveva scoperto già da molto tempo quei piaceri, tra i suoi commilitoni, e quando aveva visto Nicolas nella taverna l'aveva puntato subito. Non si era sbagliato. Ricominciò a toccarlo, mormorando: "Ti piace? Ti piace così? Avanti, coglione, puoi dirmelo… vuoi che mi fermi o che continui?". "Stronzo… " gemette Nicolas "Continua… tanto piace anche a te, lo so… ", "Hai ragione, è la prima cosa giusta che ti sento dire… " sospirò Alain mentre sentiva le dita di Nicolas prendere il ritmo giusto. "Non voglio venire per primo" pensava Nicolas cercando di calmarsi, di pensare a qualcos'altro che non fosse il movimento della mano di quello stronzo. "Non voglio… deve venire prima lui". Accelerò il ritmo della sua mano, e sentì Alain sussultare, ansimare "Si, bravo, così… " lo sentì gemere "Dai, ancora… non fermarti, non fermarti!" Porca miseria. Sentire quello stronzo che stava per venire gli stava facendo un effetto tremendo. Sentiva che stava per abbandonarsi… per cedere. Seppellì il viso nell'incavo della spalla di Alain e disse: "Sbrigati, stronzo. Non ce la faccio più ad aspettare… ". Alain voltò il viso e lo baciò rabbiosamente, con foga. Nicolas gli rispose subito con violenza, in quel momento non desiderava altro. Le loro lingue si cercarono avidamente, mentre Alain veniva nella mano di Nicolas, con un getto forte e caldo, che sembrava non finire mai. Nicolas lo seguì immediatamente, mentre il corpo dell'altro sussultava, le loro bocche erano unite, i loro gemiti soffocati… Si staccarono all'ultimo istante, guardandosi con sfida, gli ultimi spruzzi di Alain nella mano di Nicolas, quelli di Nicolas che iniziavano ad uscire "Dai, coglione… " gemette Alain "Avanti vieni, ecco, così… così, bravo… " "Stronzo… " riuscì a mormorare Nicolas inondandogli la mano. Quell'orgasmo pareva non finire mai… urlò quasi, mentre l'ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi fu il viso di Alain trionfante, chino su di lui. Quando l'ultimo brivido fu svanito, riaprì lentamente gli occhi, e vide lo stronzo che si stava riabbottonando i pantaloni, e poi gli si avvicinava nuovamente. Che voleva, ancora? Forse ucciderlo? Ma Alain gli carezzò lentamente il viso dicendo: "Sei stato bravo Nicolas, davvero. Avevi ragione, il tuo nome lo ricorderò. E sono sicuro che tu ricorderai il mio. Forse un giorno ci rincontreremo, amico. Stammi bene". Si rialzò con un movimento veloce e si allontanò, lasciando Nicolas frastornato. Stava appena cominciando a rendersi conto di quello che era successo. Quello stronzo l'aveva fatto venire assieme a lui. Da non crederci. Però… era stato eccitante in fondo, pensava rendendosi conto stupito di non provare alcuna vergogna. Era stata una sfida tra uomini, e lui aveva vinto. Si riabbottonò i pantaloni e si rialzò a fatica. Alain De Soisson… certo che avrebbe ricordato quel nome. E chissà, magari un giorno… avrebbe potuto sfidarlo di nuovo.
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