Nota di chiusura:
E' passato un secolo
da quando ho iniziato questo racconto - era l'autunno del 1999 - e finalmente
siamo arrivati alla fine.
Una fine sofferta. "Rape" è stato una cosa tutta mia, un percorso tutto mio. Ha subito degli stop, a gennaio 2000. è stato ripreso, poi, nella primavera del 2000 (episodio 5). Poi, di nuovo, fermo. Risentiva di quello che stava accadendo a me… E' stato un periodo durissimo, pieno di batoste, in cui disegnavo con, in cuffia, "L'Avvelenata" e "Addio"di Guccini. Il che è tutto dire…
Quanto alla storia,
le direttive di fondo che mi ero prefissa le ho rispettate tutte, nel portarlo a
temine. L'idea di una resa dei conti con Girodel c'era fin dall'inizio, mentre
l'idea del sogno o, meglio, della doppia realtà è arrivata tra agosto e
settembre 2000, una mattina, mentre facevo la doccia... La cosa mi intrigava e,
in quel senso, quando mi chiedevano di "Rape", dicevo che avrebbe
avuto un finale tipo "Evangelion", una delle mie serie preferite.
Dopodiché, ho pensato che sarebbe stato ancora più straniante poter fare una
sorta di percorso circolare, tornando all'inizio della storia (Oscar, André e
il baby André), ed è arrivata l'elaborazione dell'ultima scena. Ci ho messo
parecchio tempo soprattutto ad elaborare questo tipo di concetti, senza contare
gli stop di cui sopra. Ho scritto delle pagine a marzo 2001, poi, quasi di
botto, la parte fino all'inizio dello svenimento intorno alla fine di maggio
2001, il 25, mi pare. Poi, come è mio solito, ho continuato a lavorarci senza
sosta, correggendo, facendo labor limae, come dice Elisabetta, sfiancando
le povere proof-reader, aggiungendo parti, anche consistenti.
Ho scelto "Le songe", come titolo
dell'ultima parte (che corrisponde agli ultimi tre episodi), perché volevo dare
un'idea di irrealtà, ma non so dire se fosse un sogno o una realtà parallela.
Diciamo che io preferisco, anche per come ho scritto il finale, l'ipotesi della
realtà parallela. Chiaro che alla povera Oscar pare tutto un sogno. ^_^;;; Mi
piacerebbe, allora, che "Rape" fosse qualcosa che si legge sapendo che
è un racconto circolare, una cosa compiuta, un percorso a sé, da seguire
senza, alla fine (ma solo alla fine), la preoccupazione di come finisce. Perché
finisce come inizia... anzi, qualche anno più in là... Mi piacerebbe lo si
leggesse per il racconto in sé, per le sensazioni, che ho cercato di
trasmettere, per le immagini, che ho cercato di evocare, un po' come se stessi
raccontando un sogno. In fondo, dato il tema, il lettore è anche più
tranquillo pensando che "non è successo", ma poi, in realtà, è
successo... Ma magari la mia speranza di lettura è troppo ambiziosa... ^_^;;;
"Rape",
quindi, visto complessivamente, per dirla con le parole di Sonia, che le rubo,
"diventa
un viaggio tra le paure, il lato oscuro, le speranze censurate, gli slanci e il
coraggio, le barriere reali e mentali, la forza dell' amore e della morte. Perché
poi penso ai colori che descrivi, scrivendo, e mi viene sempre in mente il blu
notte, il tardo pomeriggio con la pioggia, simile ad uno stato d'animo, la parte
oscura di noi, che non è per forza mostruosa. Quando Oscar e André sono per
Parigi, quando si comprendono, si avvicinano dopo un periodo drammatico. Il lato
oscuro, blu... Ciò che siamo e non ammetteremmo mai di essere. Parte
inscindibile di noi, come il buio dalla notte." Credo che Sonia abbia colto
il senso delle immagini che descrivevo, scrivendo, delle sensazioni che cercavo
di trasmettere.
"Rape", è,
in un certo senso, anche il condensato del mio pensiero su alcune questioni. La
liberà di coscienza, di essere laici, di autodeterminazione della donna
(sperando, per citare l'on. Magistrelli, di non tornare al Medioevo), il diritto
di scegliere, di gestire il proprio corpo senza vincoli. Perché una donna non
è un contenitore (con buona pace di qualche giornalista televisivo e di qualche
onorevole). Perché uno Stato è tale in forza di una delega di poteri dai
singoli ai loro rappresentanti eletti e, dunque, deve rappresentare tutti. Ne
consegue che per tutelare tutti i suoi cittadini esso deve essere super partes e
non può rendere reato ciò che per la libertà di qualcuno è essenziale. Per
essere chiari, mi riferisco all'aborto. E non mi si venga a parlare di omicidio,
perché questo concetto, estraneo ai giuristi romani, è stato reintrodotto solo
a causa dei teologi e, poi, dei canonisti. E la morale comune deve restare
estranea a quella che deve essere l'etica del diritto, che va, a sua volta,
distinta dall'etica della medicina, diversa ancora da quella della ricerca
scientifica. Se un cattolico non vuole abortire, deve, giustamente, essere
libero di farlo - ma questa deve restare una sua propria privatissima libertà
di coscienza -. E se una donna, alla stessa maniera, non vuole un figlio,
nessuno può costringerla e la sua scelta non deve essere criminalizzata dallo
Stato. La legge 194 è una conquista sociale e tremo ogni volta che ad essa
viene inflitto un vulnus. Gli attacchi che ad essa vengono periodicamente mossi
sono vergognosi e sono indice di somma inciviltà. E, quando ascolto
"Piccola storia ignobile" di Guccini, trovo che, pur essendo stata
scritta nel 1976 (e la legge 194 non c'era, all'epoca), è ancora terribilmente
attuale, perché limitare il diritto all'aborto non vorrebbe certo dire
evitarlo, ma semplicemente che chi ha possibilità economiche andrebbe ad
abortire privatamente, magari all'estero, come si usava prima, mente chi non ha
denaro, creperebbe nelle mani di cani… Con buona pace dei benpensanti.
Una nota sul disegno
con André che correda l'ultima parte. Più di un anno fa, Elena Liberati stava lavorando
alla copertina di quello che sarebbe stato My Anime n. 4, una Oscar nei
campi di battaglia, bella ed eroica, che si rifaceva ad un pezzo scritto per
"Leggenda di una Rosa". Il file si chiamava "Oscar Tolone".
Io, che sono una persona scanzonata, immediatamente pensai al risvolto comico di
quella scena, un André assolutamente sornione, che, invece, se ne stava, beato,
ad osservare (compatibilmente con le sue possibilità) la sua compagna in piena
attività. E nacque il mio disegno che, in onore di quello di Elena, chiamai
"André Tolone", datato 6-7 giugno 2000. In realtà, quello che avevo
disegnato io non c'entrava assolutamente con la scena scritta per il fumetto
(come mi fece giustamente notare anche Caterina Cantone), era un mio
personalissimo divertissement sul personaggio in chiave pantofolaia. Quando, a
settembre del 2000, vagliato il finale di "Rape", parlai con Caterina
della possibilità di usare quel mio disegno ed altri per illustrare il
racconto, dato che lei non li aveva utilizzati, lei mi fece notare che non era
d'accordo, dato che li avevo fatti pensando a "Leggenda". Discutemmo
un po' e alla fine mi disse che avrei potuto farne uso, se avessi scritto poi
che essi erano attinenti a determinate situazioni del fumetto. Ora che il finale
è scritto, però, ho preferito rifare ex novo il disegno,
mutando
ambientazioni, caratterizzazioni, età, vestiti, tutto… Caterina ha, così, il
suo disegno, io il mio, con i personaggi non tanto aderenti al cartone o alle
necessità del fumetto, quanto a come piace disegnarli a me (André coi capelli
più lunghi ed entrambi gli occhi aperti). Quanto al nome che ho dato al
personaggio del bambino, non si tratta di voler copiare idee altrui, quanto -
chi mi conosce lo sa - di un mio personalissimo attaccamento al nome Andrea, che
ha radici in ragioni affettive e, tra l'altro, è ben più risalente della mia
passione per Lady Oscar. ^_^ Non è mica colpa mia se la Ikeda ha scelto il nome
André! ^_^;;;
E, dunque, a questo
punto, l'unica cosa che mi resta ancora da dire è un enorme grazie alle persone
che, in questo periodo, mi sono state vicine, in tanti modi diversi. Senza di
loro, questo racconto sarebbe rimasto fermo alla parte 5, per la cronaca pag. 44
del file originario (con buona pace del lettore ^_^;;;). Ognuna di queste
persone ha per me un significato speciale, ad ognuna di loro lego ricordi,
momenti, lettere, tante lettere, telefonate, messaggi…
Un abbraccio,
fortissimo, allora, alle traduttrici: Natalie, con la quale c'è un legame che
resiste a tutto, me compresa, e Miranda, per le sue lettere, gli scambi di idee.
Un abbraccio
gigantesco al "reparto holding & ff-writer": a Daniela ed
Elisabetta, che ho ammorbato, ogni volta, con tutti i miei problemi, con cui
abbiamo condiviso lettere, pensieri, appoggio, opinioni, baracconate, cose
serie, cose tristi, e che mi hanno aiutato veramente tanto in sede di revisione
con consigli, osservazioni, suggerimenti; a Fiammetta, che ha fatto una holding,
come ama dire lei, portentosa con me, che ha avuto la pazienza di passare ore a
controllare il testo, a seguire tutti i miei dubbi e a darmi buoni suggerimenti,
compreso quello della scala, e che, con le suggestioni di "Errore"
("Blade Runner" era niente al confronto), mi ha ispirato la scena di
pioggia sul terrazzo; ad Irene, per le osservazioni ed i riscontri utilissimi;
ad Alexandra, una sorpresa per affinità e… casi della vita; a Sonia, che ha
saputo cogliere tante cose nei testi che le mandavo da rivedere, che mi ha
ispirato con il suo cornicione e che mi ha pure fatto… la recensione! ^_^;;;
Con la preghiera,
per tutte voi, di non smettere di scrivere: Daniela, aspetto "28"!!!
E, fuori dal
"reparto ff-writer", ma ben dentro quello "holding", un
ringraziamento particolare agli "addetti al sostegno morale nei momenti
neri": Annarita, dolcissima e piena di forza, e il pazientissimo Corrado.
Passiamo ora al
"reparto holding & grafica": un abbraccio senza fine ad Elena,
regina indiscussa dei… surgelatori, che mi ha aiutato a trovare un senso in
molte cose e, pazientissimamente, me ne ha insegnate altrettante, senza aver mai
paura del confronto; a Lisa, che, con la sua ironia tutta toscana, mi ha
veramente aiutato a farmi un know how su tante cose, senza invidie o rivalità,
oltre ad avere il merito di avermi fatto conoscere le matite Karisma.
Mai gliene sarò abbastanza grata. -_-; e ad Alexandra, già nominata nell'altro
reparto, alla quale sono, di nuovo, debitrice di tante informazioni e consigli.
Un grazie infinito
alle sfiancatissime proof-reader, costrette da me a controllare continui
mutamenti e rimaneggiamenti nel testo, spesso senza che indicassi loro che cosa,
esattamente, avevo cambiato. Grazie, allora, per la pazienza, per i vostri
consigli, per i riscontri, per i dubbi che mi avete manifestato.
Un pensiero alle
amiche di penna, alle persone con cui scambio opinioni, pensieri, informazioni
fuori d'Italia: Jamie, donna saggia e di geniali intuizioni (vedi Rei-Lady Miya);
Anne, che DEVE assolutamente terminare "Patience"( ^_^;;;); Silvia, per
tante tante cose, e Miranda, alla quale devo ancora trascrivere una traduzione
(^^;;; giuro, non è colpa mia ed è pure finita ;_;).
So che le parole non
dicono abbastanza, specie quelle "ufficiali". Ma un ringraziamento
pubblico ve lo dovevo.
Un ultimo ringraziamento a coloro che mi hanno scritto - pochissimi, per la verità -, alcuni per manifestare dissenso e indignazione, altri apprezzamento, e le cui opinioni mi sono sempre state utili.
Mail to laura_chan55@hotmail.com