Presa di coscienza

Parte IV: Lettere

Traduzione e adattamento:: Fiammetta

Hiromi mail to hoger@ubisoft.fr 

(also available at http://emeralda.chez.tiscali.fr/)

 

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Oscar si svegliò presto al mattino e per una volta si sentì veramente riposata. Si chiese come aveva potuto ritrovarsi nel suo letto ancora tutta vestita come il giorno prima, poi si ricordò della discussione avuta con Andrè. Si alzò a sedere sul letto e sorrise. Andrè non aveva esitato un solo istante, aveva scelto di restare con lei. Oggi, lei avrebbe cominciato una nuova vita, con lui e, soprattutto, per lui. Quello che lei stava per fare richiedeva molto coraggio e soprattutto tenacia. Oscar non immaginava in quel momento le sofferenze che avrebbe dovuto affrontare…

 

Qualche minuto più tardi, Oscar scese. Suo padre, nella sala da pranzo, aveva già finito da un pò di mangiare e appena lei fece la sua apparizione la nonna le venne incontro:

 

« Oscar! Ti sei alzata molto tardi! Spero che non sia perché ti senti male[1] … “

 

“In effetti sembri molto stanco, figlio mio. Spero che tu non stia covando niente”, intervenne il generale, sollevando la testa dal suo libro.

 

“No, va tutto bene, ve l’assicuro. E poi ho una fame da lupo stamattina!”

 

Quelle parole fecero sorridere la nonna che finì quasi per avventarsi sul piatto della ragazza, lo scopo di riempirlo fino all’orlo. I suoi movimenti avevano un qualcosa di buffo, e fecero sorridere Oscar e suo padre che risero vedendola gesticolare in quel modo. Quei pochi istanti di semplicità e di buon umore fecero ricordare ad Oscar che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe potuto condividerli con suo padre e sua nonna. Ed era passato così tanto tempo dall’ultima volta… Tanti anni prima… Ma i tempi erano cambiati. Lei era cambiata. In verità era da tempo che lei non rideva in quel modo. Aveva perduto, col tempo, la sua spensieratezza…

 

Oscar guardò il padre, che smise di ridere per riprendere la sua lettura. Sapeva che non era una sua abitudine quella di rimanere nella sala da pranzo a leggere, e che l’aveva più semplicemente attesa lì per passare, come tutte le mattine, qualche minuto insieme. Era, in realtà, la sola prova che Oscar che aveva del suo affetto per lei e ci teneva moltissimo. Anche se non si dicevano nulla, erano lì, entrambi, semplicemente. Oscar amava suo padre. Aveva un profondo rispetto per lui e anche se sapeva che sarebbe stato capace di tutto, per difendere l’onore dei Jarjayes, sapeva anche quanto fosse fiero di lei. E non lo sarebbe stato più, di lì a poche ore…

 

“Dov’è Andrè ?”, domandò improvvisamente Oscar.

 

“Nella sua camera, penso. E’ sceso molto presto a fare colazione in cucina ed è risalito praticamente subito…”, rispose la nonna.

 

“Bene…”

 

Doveva stare preparando le sue cose, pensò Oscar. Allora, si rivolse al padre e cominciò a discutere del più e del meno. Era la loro ultima colazione insieme, e voleva godere di quel momento il più possibile.

 

Non appena il generale lasciò il palazzo per recarsi a Versailles, Oscar si mise alla ricerca di Andrè. Dovevano andare via adesso. Con i bagagli legati alle selle dei cavalli, andarono incontro alla nonna che si era accorta dei loro gesti. Non appena lei li vide avvicinarsi capì dalle loro espressioni che stavano per partire.

 

“Partite[2] per Parigi?”

 

“No, nonna, andiamo lontano da Parigi, rettificò Oscar”.

 

Gli occhi della nonna erano spalancati per la sorpresa.

 

« Andate via insieme ? »

 

Era un’affermazione, più che una domanda.

 

“Ho deciso di cominciare una nuova vita, e Andrè verrà con me”.

 

La nonna non sapeva in realtà come reagire. Era come divisa tra la felicità di saperli finalmente insieme, di vedere Oscar aver capito, finalmente, che una vita da soldato non era una vita adatta ad una donna, e il fatto che probabilmente li avrebbe persi per sempre… Ma sapeva anche che da tempo non erano più bambini… Non aveva più nulla da dire… allora, accettando la loro scelta, abbracciò Oscar, stringendola il più forte possibile al suo cuore. Oscar, anche lei turbata, l’abbracciò a sua volta, gli occhi lucidi. Poi la nonna abbracciò anche Andrè che non riuscì più a trattenere le lacrime.

 

“Ti voglio bene, nonna”, mormorò Andrè, la sua guancia contro quella, piena di rughe, dell’anziana donna…

 

Qualche istante dopo si sciolsero dall’abbraccio e Oscar tirò fuori tre lettere dalla tasca.

 

“Puoi occupartene tu, nonna?”

 

“Certo… ma sei sicura di non voler attendere tuo padre?” 

 

“Meglio di no, credo. Non approverebbe la mia scelta e non voglio ricordare il nostro ultimo incontro come un litigio…”

 

“Ultimo incontro?”, mormorò la nonna.

  

Andrè, sorpreso, si voltò verso Oscar.

 

“Andiamo, Oscar! Mia nonna potrà venire certamente a farci visita quando vorrà, no?”

 

La ragazza nascose la sua preoccupazione con un sorriso di circostanza. Si rese conto che era stata sul punto di tradirsi…

 

“Si, certamente! Hai ragione!”

 

Ma mentre quello che aveva detto sembrava aver convinto Andrè, lo stesso non si poteva dire per la nonna. Sapeva che la sua piccola Oscar le nascondeva qualcosa. Osservò i tratti del volto, tirati, della ragazza e  si rese conto che aveva perduto diversi chili negli ultimi tempi. All’improvviso ebbe come un brutto presentimento.

 

Mio Dio… purché lei non sia malata…

 

Oscar sentì su di lei, pesante, lo sguardo penetrante dell’anziana donna… Temendo che potesse fare domande sullo stato della sua salute, di fronte ad Andrè, preferì porre un termine a quel loro addio.    

“Dobbiamo partire, un lungo viaggio ci attende”.

 

 La nonna sembrò esitare, ma rispose semplicemente:

 

“…bene… Buon viaggio e siate molto prudenti, bambini miei…”

 

Andrè la baciò sulla guancia per l’ultima volta.

 

“Ti scriverò nonna, promesso”.

 

La nonna gli sorrise. Non sapeva se Oscar e il nipote avessero finito per amarsi, ma era evidente che Andrè era particolarmente felice della scelta fatta dalla ragazza…non sembrava pensare minimamente al fatto che questa ultima potesse essere malata.

Strano… lui,  sempre così perspicace quando si tratta di Oscar…

I due ragazzi montarono a cavallo, salutarono per l’ultima volta l’anziana donna, e si allontanarono dalle terre dei Jarjayes. La nonna guardò allora le tre lettere che teneva tra le mani. Una per il generale, una per un certo Alain delle Guardie Francesi, e una, infine, per Maria Antonietta, Regina di Francia… 

 

Il generale de Jarjayes rientrò al castello in serata. Era tardi e la giornata non era passata nel migliore dei modi. Temeva sempre di più la collera del popolo e sentiva che presto niente sarebbe servito per arginare la situazione. Stanco, andò direttamente verso il salone per prendere un bicchiere di vino e stendersi qualche istante davanti al camino. Sperò di trovare lì Oscar, ma fu sorpreso di vedere la nonna sprofondata su una poltrona, il volto disperato. 

 

“Nonna, che ti succede ?”

 

L’anziana donna sollevò il suo viso pieno di lacrime. Il generale temette allora il peggio.

 

“Dov’è Oscar?”

 

“E’ andata via, Signore”.

 

“Andata via? In caserma ?”

 

“No, Signore. E’ andata via definitivamente… Vi ha lasciato una lettera… Eccola qui, Signore,” terminò la nonna tendendo la lettera verso di lui.

 

Il generale restò come pietrificato per qualche istante, poi febbrilmente, prese la lettera e l’aprì. 

 

Padre, mi dispiace di disobbedire ancora una volta ai vostri ordini. In effetti, ho deciso di lasciare le Guardie Reali e andare lontano da qui per cominciare una nuova vita. Non posso spiegarvi le ragioni di questa scelta, ma spero che potrete perdonarmi un giorno. Dite da parte mia a mia madre che le voglio bene. Per sempre vostra figlia, Oscar.

 

Il generale lasciò la lettera, che cadde senza far rumore sul pavimento. Furioso, si voltò verso la nonna, con uno sguardo glaciale.

 

“Non capisco, perché ha fatto questo?”

 

La nonna sollevò la testa, gli occhi pieni di lacrime.

 

“Sono venuta a conoscenza che Oscar è molto malata, Signore”.

  

 Come aveva sentito montare subito la collera, il generale la sentì svanire velocemente.

 

 « Cosa dici? »

 

« Si… »

 

L’anziana donna sembrò esitare, per il dispiacere di dovergli dare il colpo di grazia.

 

“… è ammalata di tubercolosi…”

 

Il generale sembrò vacillare a quel colpo…

 

« No! E’ impossibile! »

 

“Credo di si, purtroppo… l’ho saputo dal suo medico oggi stesso. Mi ha confessato che le resta poco tempo da vivere… “

 

Il generale si prese la testa tra le mani. Lentamente si avvicinò al camino e si appoggiò ad esso, come senza forze.

 

« Mia figlia! Mio Dio! Perchè me l’hai nascosto ?… Perché sei andata via senza dirmi niente? Mi detesti così tanto?”

 

« Oh Signore… no… »

 

Sollevò la mano, come a farle segno di tacere.

 

“No, taci, ti prego… sto per perdere colei che è per me la persona che mi è più cara in questo mondo… Sto per perdere mia figlia… mormorò, distrutto”.

 

 

« Alain ! C’è una lettera per te ! Curioso, viene dal comandante!”

 

L’interpellato si alzò subito

 

“Il colonnello?”

 

Seduto sul suo letto, Alain prese la lettera che gli aveva porto Lassalle e l’aprì.

Un assembramento di persone si creò intorno a lui mentre cominciava a leggere:

 

Alain, è stato un onore per me poter comandare le Guardie Francesi, tuttavia ho deciso di mettere fine alla mia carriera come militare. Restando, sarei stata costretta a scegliere tra l’amicizia, sincera, che sento per sua Maestà la Regina, e il mio dovere verso la nazione. E in quel caso, non sarei stata in grado di scegliere. Allo stesso modo desidero portare lontano Andrè che, come certamente saprete, perderà presto la vista, e io non voglio che gli accada una disgrazia. Perciò io lascio il comando delle Guardie Francesi. Sono consapevole che non mi è consentito scegliere chi dirigerà questa compagnia, ma penso che da qui a qualche giorno  ne saprete trarre vantaggio nel migliore dei modi. Con amicizia,

Oscar François de Jarjayes.

 

Il silenzio nel quale era stata seguita la lettura della lettera, fu interrotto alla fine da Alain

 

“Ebbene… non mi aspettavo una cosa del genere!”

 

Lassalle si girò verso i compagni:

 

“Non sapevo che Andrè stesse per diventare cieco…”

 

“Io nemmeno, non avevo notato nulla…”

 

“E’ strano, ma ho l’impressione che il colonnello sia andato via più per proteggere Andrè che a causa della Regina”, disse all’improvviso qualcuno più intuitivo. 

 

“La penso così anchio”, intervenne infine Alain. “Il colonnello è una persona valida che crede che la vita di un essere umano, sia che esso sia nobile, sia che esso sia plebeo, valga qualsiasi sacrificio. E’ in effetti la prova che c’è del buono anche tra i nobili! Non dovremmo dimenticare questo fatto, proprio per evitare di commettere un massacro il giorno in cui avrà inizio la rivoluzione!”

 

“Si, hai ragione! Nobili o non nobili, siamo tutti fratelli! Alla salute d’Andrè e del colonnello!”

 

“Si, alla salute d’Andrè e del colonnello”… ripetette Alain…

 

 

Maria Antonietta, Regina di Francia si voltò verso la finestra. Sentiva che la fine della monarchia si avvicinava. Ingenuamente, aveva sperato fino a quel momento che il popolo avrebbe ceduto davanti al potere del Re, ma, disgraziatamente…il destino aveva deciso in modo diverso. Sospirò, sentendosi improvvisamente molto stanca.

Qualcuno bussò allora alla porta.

 

Un lacchè apparve, si inchinò rispettosamente davanti alla Regina:

 

“Entrate!”

 

“Il generale de Jarjayes vorrebbe vedere Vostra Maestà per porgervi i suoi omaggi”

 

Ah! Il generale ? Certamente, fatelo entrare”. 

 

Il generale entrò qualche istante dopo e si inchinò davanti a lei.

 

“Buongiorno, generale. A cosa si deve l’onore della vostra visita?”

 

“L’onore è mio, Vostra Maestà. Sono venuto ad annunciarvi che mia figlia, Oscar, ha lasciato il suo posto tra le Guardie Francesi”.

 

Sorpresa, Maria Antonietta avrebbe voluto correggere l’errore commesso dal generale, ma soprassedette dal farlo.

 

“Oh, mio Dio ! Perdonatemi, generale… non riesco ancora ad accettare l’idea che Oscar sia una donna. Questo fatto non l’ho appreso che recentemente da quando è stato dato un ballo in suo onore[3]. E’così strano, quasi inconcepibile”.

 

“Si, Vostra Maestà… ammise, imbarazzato. Sono desolato che l’abbiate appreso in questo modo. Pensavo che Sua Altezza il Re Luigi quindicesimo lo avesse confidato a Vostra Maestà…”

 

“Mio Dio no, non ne ero al corrente…”

 

Il generale si inchinò in segno di rincrescimento, mentre la Regina si sedette sul divanetto, perduta nei suoi pensieri. Si ricordava della sua prima impressione quando aveva appreso che Oscar Françios De Jajayes, da tempo Colonnello della Guardia Reale, era in realtà una donna… Oscar, una donna… Una donna… Aveva visto scorrere nella tua mente tutti i momenti vissuti insieme al colonnello… Quell’uomo coraggioso, leale e forte era in effetti una donna… Come aveva fatto a nascondere una cosa del genere? E come una donna aveva potuto fare tutto questo?…. Quale coraggio! Non aveva altre parole per definirla.

 

“Vostra Maestà…”, intervenne allora il generale,

 

La Regina alzò la testa, come sorpresa.

 

“Si?”

 

“Io sono in possesso di una lettera di mia figlia indirizzata a voi”.

 

Tirò fuori da lettera dalla giubba e la porse a Maria Antonietta che la guardò.

 

“Leggetela, vi prego, Signore”. 

 

L’aprì immediatamente e lesse:

 

Vostra maestà, mi trovo nella incresciosa circostanza di informarvi della mia decisione di lasciare la guardia del Re. Potete credermi, Signora, che questo fatto mi addolora più di ogni cosa, ma…

 

Improvvisamente la voce del generale tremò…

 

“Che vi succede? Vi sentite male?”

 

Si riprese, gli occhi lucidi, sollevò la testa e proseguì la sua lettura.

 

… ma la malattia che mi sta uccidendo mi impedisce di fare diversamente…

 

“Oddio ! … Oscar… “ disse la regina, sconvolta.

 

Non voglio in nessun caso darvi pena, proseguì il generale, ma non ho altro modo per confidarvi che io non vorrei, in nessun caso, che pensiate che vi abbandono per una mia libera scelta. Avrei voluto dirvelo io personalmente, ma mi è rimasto poco tempo, e sarebbe stato pericoloso per la salute di Vostra Maestà. Vorrei solo che voi sapeste, Signora, che in qualunque posto io vada, e per il tempo che mi rimane, resterò sempre il vostro servitore e vostro amico sincero.

Oscar François de Jarjayes.  

 

“…. Mio Dio, Oscar…” mormorò la Regina dopo un breve istante in silenzio.

 

Rivolse il suo sguardo al generale che visibilmente cercava di trattenere le lacrime. Si alzò allora e si avvicinò a lui. Con un gesto pieno di compassione, come lei ne era stata così spesso in passato capace, la Regina posò la sua mano su quella del pover’uomo.

 

“Eravate al corrente della malattia di vostra figlia, amico mio?”

 

Il generale abbassò il capo.

 

“L’ho saputo ieri notte, Vostra Maestà, non mi aveva mai detto niente”.

 

Maria Antonietta strinse più forte la sua mano, poi si allontanò da lui.

 

“Vi ringrazio che vi siate incomodato a venire fin qui per portarmi questa lettera”.

 

Il generale si rialzò e porse la lettera alla Regina che la prese immediatamente per poi stringerla al petto.

 

“Ora vorrei che mi lasciaste da sola…

 

Il generale si inchinò rispettosamente.

 

“Ma vorrei tanto che voi tornaste domani a parlarmi ancora di Oscar”, continuò la Regina,”se questo non vi spiace, naturalmente”.

 

 

Sorpreso da questa richiesta ma sentendosene allo stesso tempo estremamente onorato, il generale comprese allora quanto fosse l’affetto che in realtà Maria Antonietta aveva verso sua figlia e ne fu turbato.

 

“Niente mi farebbe più piacere, Vostra Maestà”.

 

La regina acconsentì e il generale uscì dalla stanza.

 

Maria Antonietta si girò allora verso la finestra, come sovraffatta, e si concesse di poter piangere liberamente.

 

Mio Dio, Oscar… Perché la vita si accanisce contro di noi in questo modo? Perché voi, Oscar?

Voi che siete l’onore, la bontà e il coraggio personificato… Si, il coraggio… e non saprei dire quante cose ancora… Queste qualità non hanno più alcun valore agli occhi di Dio? Oh, Oscar! Addio, amica mia… Addio…

 

 

Continua

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Traduzione: Fiammetta Mail to f.camelio@libero.it

 

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[1] Traduzione letterale: “Spero almeno tu non sia malata…”

 

[2] L’originale di Hitomi è quasi un gioco di parole basato sulla duplice valenza del verbo “partir” in francese (partire-andar via). Per l’adattamento in Italiano si è pensato di modificare traduzione, per non perdere del tutto l’effetto, soprattutto nel dialogo successivo tra la nonna e il generale. (Nota della traduttrice)  

[3] Nota importante per i lettori italiani: nella versione televisiva in lingua francese di “Lady Oscar” a parte la famiglia Jarjayes, nessun altro sa che Oscar è una donna. Non lo sanno a corte, tranne il Re Luigi XV, che concede ad Oscar di poter esercitare ugualmente un ruolo militare anche se donna, fingendosi però uomo. E per molti anni, la finzione va avanti. Non lo sanno neanche le Guardie Francesi, che, nel cartone lo scopriranno quando Oscar rientra dalla notte d’amore con Andrè in caserma (ep 38) e spiega ai suoi soldati in quella occasione, dovendo motivare la sua rinuncia al grado militare, e la decisione di seguire Andrè, che per tutto quel tempo (dall’aprile del 1788 al luglio 1789) hanno avuto come comandante una donna, che per amore del suo compagno ha deciso di lasciare l’esercito.