Presa di coscienza
Parte II: Una donna
Traduzione e adattamento:: Fiammetta
Hiromi mail to hoger@ubisoft.fr
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Una cena come le altre. Ormai sazia, Oscar si era diretta nel salone per rilassarsi, seduta vicino al fuoco. Durante tutta la cena, non aveva mai smesso di chiedersi quale fosse il modo migliore di affrontare la situazione. Anche se aveva accettato la sua attrazione per André, la situazione tuttavia rimaneva delicata. Doveva forse confessargli i suoi sentimenti? Era quella, veramente, la cosa migliore da fare? Se lei glielo avesse confessato, per entrambi la vita sarebbe diventata seriamente più complessa. Ma André non aveva il diritto di sapere? Non aveva diritto di essere felice? Oscar sapeva più di chiunque altro le sofferenze che si possono provare quando si ama senza essere riamati.[1]
Cosa devo fare?, mormorò
.
E cosa voleva lei, cosa voleva lei, veramente? Senza pensare a tutto il resto, ai suoi doveri, a suo padre, alla regina, alla Francia… Lei, lei avrebbe voluto solamente che il tempo si fermasse, che le permettesse di riprendere fiato. Sapeva di essere condannata, sapeva che non sarebbe vissuta ancora a lungo… a meno di un miracolo, certamente. E Oscar non credeva ai miracoli. Avrebbe voluto vivere la spensieratezza della giovinezza. Quel sentimento che le era stato proibito. Avrebbe voluto provare le prime emozioni di un amore, semplice e profondo. Avrebbe voluto semplicemente lasciarsi andare, lasciare se stessa essere una donna. Ma era in grado di agire come tale?
Non sapeva come civettare[2] con gli uomini… E come avrebbe potuto flirtare con André? Lui che la conosceva così bene avrebbe pensato fosse impazzita![3]
Oscar rise, dolcemente. La cosa migliore da fare era ancora quella di comportarsi naturalmente e di reagire in base alle circostanze.
E fu in quell’istante che André fece la sua apparizione. Il cuore di Oscar batteva forte.
Rossa
in viso e inquieta, cambiò di posizione sulla poltrona e si schiarì la voce.
“Per favore, potresti servirmi un bicchiere di vino, André?”
“Certamente”, le rispose andando verso
la dispensa in cui erano state sistemate le bottiglie.
Oscar lo segui con lo sguardo, timidamente. Si sorprese a constatare fino a che punto le piacesse guardarlo… Come aveva fatto a non notare come fosse così… perfetto? Così maschile e tenero allo stesso tempo. Lei lo amava talmente tanto da provare quasi dolore…
Capì allora che non poteva non confessarglielo, che non poteva nasconderglielo… Ma come farglielo capire? Non aveva lo stesso coraggio che lui aveva dimostrato nel confessarle i suoi sentimenti… E, chissà… forse lui poteva non amarla più… Lei lo aveva rifiutato… avrebbe voluto fosse stata un’altra donna, non lei, ad averlo fatto.[4]
Il cuore le si strinse, temeva di essere rifiutata.
No! André l’amava ancora! Certamente! Il suo sguardo, le sue attenzioni, la sua premura non erano dovute soltanto all’abitudine!
Oscar si sentì rassicurata ma allo stesso tempo preoccupata… ma il suo cuore era più leggero. Tentò di rilassarsi e si disse che decisamente un buon bicchiere di vino le avrebbe fatto un gran bene…
Si girò nuovamente verso André, che stava rimettendo la bottiglia al suo posto. Il suo sguardo scese lentamente sulla sua figura e si soffermò per qualche istante sulla linea dei suoi fianchi.[5] Oscar rise, dolcemente, si sentì improvvisamente un po’ sfacciata ad avere certi pensieri… André si voltò, con i due bicchieri nelle mani.
“Posso partecipare alla tua allegria?” le domandò sorridente
Oscar
lo guardò, con malizia, e allungò la mano per prendere il suo bicchiere.
“No! Non puoi! I miei pensieri potrebbero provocarti uno shock”.
Perplesso, André le porse il suo bicchiere e si andò ad appoggiare contro il camino.
“Veramente?”
Oscar rise di nuovo e bevve un altro sorso continuando a fissarlo. André sentì il cuore come sobbalzare. Quello sguardo… lei sembrava come mangiarlo con gli occhi. Attese qualche secondo, pensando che lei avesse qualcosa da domandargli ma che non ci riuscisse… solo quello sguardo… divorante..
Inquieto, si voltò e concentrò il suo sguardo sul bicchiere.
A
cosa sta giocando? E’ ubriaca?… No, non ha bevuto per nulla durante la
cena… la brocca del vino in cucina era praticamente piena… e allora?…
Perché?
Osò guardarla e incrociò di nuovo lo sguardo di lei. Era seduta languidamente sulla sua poltrona, la testa appoggiata allo schienale, le labbra schiuse in un sorriso. Era terribilmente femminile, in quel momento. André sentì che il calore invadeva tutto il suo corpo, un desiderio, bruciante, di baciarla, di perdersi con le mani nei suoi capelli dorati, di respirare il suo profumo… quel desiderio che aveva per lungo tempo scacciato, che non lo faceva più dormire la notte.
Inghiottì con difficoltà.
Oscar capì in quell’istante di aver vinto. L’amava ancora. Non aveva dubbi. Sembrava così sconvolto, come… pieno di ardore, come… Oscar si sentì a sua volta sconvolta ma non lasciò trasparire nulla grazie alla sua abilità a nascondere i suoi sentimenti. Lo aveva provocato e tuttavia lei stessa sentiva la sua stessa febbre, la sua stessa passione. Come umiliata, domandò innocentemente:
“Va tutto bene, André?”
Sobbalzò:
“Ah… sì, sì Oscar…”
Lui si girò, le guance in fiamme, e bevve il suo vino d’un fiato. Oscar si alzò allora e si avvicinò lentamente a lui. Si fermo a qualche centimetro da lui. Così vicina… così vicina come non avrebbe dovuto essere… dolcemente mise la sua mano su quella di lui. Rimasero così qualche istante, che sembrò ad entrambi un’eternità. Oscar attendeva un gesto da André, che rimaneva fermo, per paura di tradirsi e di commettere nuovamente un qualcosa che sarebbe stato irreparabile. Allora Oscar prese il suo bicchiere dalla mano di lui e gli sorrise.
“Ancora?”
“Cosa?”, riuscì a mormorare André.
“Ancora un po’ di vino?”
Il cuore di André andò in frantumi, per la delusione.[6]
“Ah! Sì, certamente… grazie Oscar…“
La ragazza si voltò allora e andò verso la dispensa. André strinse i denti e serrò i pugni, senza distogliere lo sguardo da lei.
Perché questo comportamento? Cerca di uccidermi? Sa benissimo cosa sento per lei… e allora perché mi tortura così?
Oscar, un’aria corrucciata sul viso, si domandava intanto cos’altro dovesse fare perché lui capisse che lei voleva che lui la prendesse tra le sue braccia.
Decisamente non sono portata per certe cose, mormorò lei, sospirando.
Con un gesto consueto, la ragazza prese la bottiglia più vicina e riempì il bicchiere di André.
Che cosa doveva fare, ora? Tentare di nuovo la sorte quella stessa sera o lasciare che il tempo le facilitasse le cose? Il cuore le batteva forte e si disse, ironicamente, che non avrebbe potuto attendere molto. Forse, continuando quel piccolo gioco lui avrebbe finito per capire. Si riscosse, forte della sua decisione, voltò verso di lui con la maggiore grazia possibile. Ma rimase come bloccata. Quello che aveva visto, voltandosi, l’aveva sconvolta nel profondo. André aveva il viso voltato verso il camino e guardava il lento movimento delle fiamme. Aveva la schiena inarcata, come se portasse su di sé tutta la sofferenza del mondo. Il suo viso era l’immagine stessa del dolore, della disperazione che gli incupiva il cuore. Mai Oscar aveva visto uno sguardo più sofferente.[7] Sentendosi improvvisamente osservato, il ragazzo si voltò verso di lei e un sorriso, pallido, apparve sulle sue labbra.
In quell’istante per lei fu come risvegliarsi. Si vergognò di aver potuto giocare a quel modo con lui. Era stata egoista. Aveva pensato di renderlo felice, mentre non vedeva che dolore nei suoi occhi. Cercò di sorridergli a sua volta ma la sua tristezza era troppo forte. Si avvicinò ad André e gli porse il suo bicchiere. Si guardarono, in silenzio, finché non fu Oscar a interrompere quel momento di tregua.
“Buonanotte, André.”
Il ragazzo prese il suo bicchiere.
“Buonanotte,
Oscar”
A
quest’ultima frase lei sorrise tristemente e uscì dalla stanza. Non era
pronta.
André
restò solo, con il suo bicchiere in mano .
Rimproverava se stesso per aver lasciato trasparire il suo dolore. Sapeva che questo era stato il motivo per cui era andata a dormire così presto. Ma la speranza è cosi tenace nel cuore di un uomo… Sì, lui aveva sperato, aveva creduto in quegli istanti che lei sentisse attratta da lui. Furioso nei confronti di se stesso, bevve d’un fiato e gettò il bicchiere tra le fiamme.[8] Come svuotato, scosse la testa e andò nuovo verso la dispensa dei vini. Prese la prima bottiglia che gli capitò tra le mani e uscì dal salone. L’immagine di Oscar sdraiata languidamente sulla poltrona lo avrebbe tenuto sveglio fino all’aurora. Il vino, forse, gliel’avrebbe fatta dimenticare…
Nella sua camera, Oscar stava finendo di lavarsi il viso, spense la candela e aprì la finestra. L’aria fresca della notte le avrebbe fatto bene, ma le sembrò di soffocare. Sentì infatti dei rumori sotto la sua finestra e vide André, con una bottiglia in mano, camminare velocemente verso la scuderia, aprire la porta e chiuderla rumorosamente dietro di lui.
La ragazza sospirò. Non passava sera, senza che lei non lo vedesse con una bottiglia in mano isolarsi dentro qualche angolo del palazzo. Lei sapeva quale era la vera causa di quel comportamento e che la sua cecità progressiva c’entrava molto poco.
Doveva
mettere un termine a quella situazione.
In quel momento, però, Oscar si vergognava terribilmente. Si era comportata come quelle donne a corte che usano tutte le loro carte per fare impazzire gli uomini. Quella sera lei aveva giocato con André. E l’aveva ferito. Non se lo sarebbe mai perdonato.
La ragazza si era spinta verso il suo stesso limite, per cercare di superare le sue riserve, ma non aveva pensato, un solo istante, al supplizio che lui aveva dovuto sopportare per riuscire a trattenersi. Aveva già perduto la testa una volta e lei lo aveva freddamente rifiutato. Come aveva potuto immaginare che lui avrebbe potuto provare nuovamente ad avvicinarsi a lei a rischio di perderla definitivamente?
“Perdonami, André…”
Sentì il suo corpo come scuotersi, segno evidente del male che la stava divorando poco per volta. Ebbe giusto il tempo di tirare fuori il fazzoletto per coprirsi la bocca. Le labbra avevano preso il gusto del sangue. Ad ogni colpo di tosse sembrava che i polmoni si squarciassero.
Quando la crisi passò, chiuse la finestra e si trascinò verso il letto. Doveva prendere una decisione. Ma non quella sera. Domani… avrebbe dovuto scegliere.
Continua
Mail to hoger@ubisoft.fr
Traduzione: Fiammetta Mail to f.camelio@libero.it
[1] Traduzione letterale: Oscar sapeva più di chiunque altro le sofferenze che si possono provare quando l’amore è a senso unico.
[2] In originale il verbo utilizzato da Hitomi è badiner, che tradotto letteralmente vorrebbe dire giocare inteso come fare la civetta. La Badinerie, che è una composizione musicale dell’epoca (se ne trovano diverse in Bach ad esempio) era appunto una composizione con carattere di gioco e di seduzione, in senso lato.
[3] Traduzione letterale: ammalata. Ma credo suoni più chiaro il senso della frase con ammattita.
[4] Traduzione letterale “ A credere che si trattasse di un’altra donna”.
[5] Giuro che letteralmente il testo diceva così ^____^ (nota della traduttrice).
[6] Letterale : “il cuore di André si spezzò”.
[7] Letterale: torturato.
[8] Chissà se glielo avrebbero detratto dallo stipendio… ^__^ (nota della traduttrice).