Presa di coscienza

Parte I: Cambiamenti

Traduzione e adattamento:: Fiammetta

Hiromi mail to hoger@ubisoft.fr 

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Il tragitto di ritorno si svolgeva silenziosamente. Oscar e André, immersi nei propri pensieri, galoppavano tranquillamente verso i possedimenti dei Jarjayes. André si faceva mille domande sul gesto che Oscar aveva avuto non più di un’oretta prima. Non aveva lasciato trasparire nulla, ma aveva creduto per un istante che il suo cuore sarebbe scoppiato, nel momento in cui lei gli aveva preso la mano.

Un gesto così banale tra due vecchi amici, come loro erano, ma che significava tante cose per lui.

Già da diversi mesi Oscar appariva distaccata nei suoi confronti. Non sperava più, da tempo, che la ragazza si accorgesse di lui.

Lui le aveva rivelato i suoi sentimenti, ma non aveva ottenuto da lei che li ricambiasse. E aveva accettato il suo destino, essere il suo migliore amico, la sua guardia del corpo, e la sua ombra, fino alla fine. Ma la sua progressiva cecità lo faceva disperare. Come avrebbe potuto restarle accanto? Come avrebbe potuto continuare a proteggerla una volta divenuto cieco? La sua rabbia e la sua impotenza erano diventati tali che i lineamenti del viso si erano contratti, le lacrime agli occhi. Cosa gli sarebbe successo? Cosa sarebbe diventato, lui, se non avesse più potuto restarle accanto? Ne sarebbe morto, lui lo sapeva. I suoi giorni erano contati. Avrebbe preferito farsi uccidere piuttosto che essere relegato a palazzo Jarjayes mentre Oscar avrebbe finito per allontanarlo da lei, allontanare un peso morto come lui. E questo lui non l’avrebbe sopportato!    

 

Oscar si voltò verso André e vide i cambiamenti d’espressione che si alternavano sul viso del suo amico. Adesso che conosceva il destino terribile che attendeva il ragazzo, Oscar non poteva che comprendere i terribili tormenti che doveva sopportare. Aveva promesso a se stessa di stargli più vicino, per fargli sentire che lei era li, e che non lo avrebbe mai abbandonato. E come avrebbe mai potuto? 

 

Lui le era sempre stato vicino. Quell’uomo straordinario, così coraggioso, cosi dolce e così… da amare… Oscar ora sapeva quanto teneva a lui. Senza che lei se ne fosse veramente resa conto, lui era divenuto, per lei, la persona che contava di più. Non si trattava dell’amore appassionato che lei aveva provato per il conte di Fersen, ma di un amore fatto di tenerezza e complicità. Almeno, era questo che pensava… aveva già sentito del desiderio per lui?… ma l’aveva mai guardato veramente?

Lei lo osservò allora, di nascosto.

Era alto, un corpo perfetto, occhi così verdi, così dolci e profondi… un sorriso si disegnò sulle labbra di Oscar, così che fu vinta da un attacco di tenerezza che le riempì il cuore. Un sentimento così opprimente, così forte che l’inquietudine fu più forte della ragione.

Si riscosse, il respiro più veloce del solito. Cominciò ad immaginare una vita con lui, lontano da tutto, lontano da quella tempesta che stava scuotendo la Francia. Immaginò André lavorare nei campi, e lei, con un vestito femminile, che gli portava il pranzo. Questa immagine la fece ridere. Era così grottesca, così improbabile, così impossibile. La sua educazione aveva fatto di lei un uomo. Mai si sarebbe sentita a suo agio nei panni di una donna. Ma sapeva anche che André non glielo avrebbe mai chiesto. Lui l’amava per quello che era, senza smorfie e senza fronzoli.

 

Arrivarono infine a palazzo e discesero da cavallo. Oscar tese le redini del suo cavallo verso André che, con un sorriso luminoso, le prese in mano. Lui aveva deciso di vivere pienamente ogni istante che gli rimaneva in compagnia di Oscar. Se la sua vita doveva finire entro breve tempo, che fosse! Ma le sarebbe stato accanto per il tempo più lungo possibile.

Oscar sentì che arrossiva, stupidamente, di fronte al sorriso di André, che trovò, per la prima volta, ammaliante. Cosa gli prendeva di sorridere in quel modo?

Così si separarono. Oscar entrò nel palazzo e André nella scuderia.

 

Oscar era nel saloncino,  in piedi, un bicchiere di vino in mano, quando André entrò.

“Mio Dio che tempo!, Si è incredibilmente rinfrescato!”, disse, gettando la sua redingote su una poltrona, mettendosi poi davanti al fuoco che crepitava nel camino.

Senza sapere perché, Oscar si avvicinò all’indumento abbandonato sullo schienale della poltrona. Vi fece scivolare dentro la mano e fu sorpresa di sentirlo così caldo. Arrossendo, ebbe improvvisamente l’impressione di toccare il corpo di André. Ritirò la mano come se si fosse scottata. Allo stesso momento il ragazzo si voltò verso di lei.

“Va tutto bene Oscar?”

Colta sul fatto, Oscar si rialzò e rispose in un modo più aspro di quello che avrebbe voluto:

“Ma certo, non vedi?”

André abbassò la testa, confuso.

“Bene, ti lascio.”

E avanzò verso di lei. Il cuore di Oscar si agitò nel petto vedendo la mano di lui avvicinarsi a lei, ma non fece altro che riprendere la sua redingote che un minuto prima la ragazza aveva accarezzato. Si girò e la lasciò li, inquieta. Con un gesto nervoso, Oscar si passò una mano tra i capelli.

Ma che cosa mi succede?… mormorò.

 

Oscar era sdraiata sul suo letto, un braccio posato sugli occhi. Un sospiro le sfuggì dalle labbra.

Non aveva avuto il tempo di pensare a se stessa negli ultimi tempi, con tutti gli obblighi che incombevano su di lei. Guardò allora il piccolo fazzoletto insanguinato che teneva nascosto nell’incavo della mano. La crisi era terminata, ma l’aveva lasciata più debole che mai. Lo stress di quegli ultimi giorni aveva fatto peggiorare quei terribili attacchi di tosse che nascondeva sempre meno bene.

Mio André… Mio caro André… cosa ti accadrà quando non ci sarò più?. In che periodo terribile sto per abbandonarti… mormorò, la voce rotta.

Si alzò a fatica. Forse aveva la febbre… si asciugò il sudore che le imperlava la fronte.

Oscar… tu sei stanca! Si disse sorridendo, disincantata.

Qualcuno bussò alla sua porta. Il cuore di Oscar batteva velocissimo, senza nessun motivo.

“Oscar!”

Era la nonna…

“Ah…Sì, puoi entrare!”, rispose Oscar, delusa, senza capirne il perché.

La porta si aprì e apparve la nonna, che sembrava come sotto pressione.

“Mia piccola Oscar, potresti…”?

La vecchia donna smise di parlare all’istante non appena vide il viso affaticato di Oscar.

“Mio Dio, Oscar, non mi nascondi niente, spero?”, domandò, perspicace.

“No, nonna!” Rispose la ragazza ridendo con dolcezza,”mi sono assopita ed ho avuto un incubo. Tutto qui, non ti preoccupare… Volevi qualche cosa?”

La vecchia donna, scettica, fece finta di accettare quella scusa.

“La cena è pronta, ma devo andare immediatamente da tuo padre. Puoi andare tu al posto mio a dire ad André di raggiungerci?”

”Certamente…”

La porta si richiuse.

 

Perché il fatto di dover parlare ad André, o solo di avvicinarsi a lui la metteva improvvisamente così a disagio?. Erano passate appena poche ore da quando si era detta di essere più vicina a lui ed ecco che adesso questo la spaventava… Di cosa aveva paura, improvvisamente? Di perdere ogni controllo? Di non essere più padrona dei suoi atti o dei suoi pensieri? Aveva sempre preso le decisioni che la riguardavano da sola. E aveva sempre fatto fronte a qualunque situazione. Una volta, una sola volta era fuggita vigliaccamente. Era stato quando il conte di Fersen aveva scoperto la vera identità della sconosciuta del ballo. E da allora, aveva giurato a se stessa di non dare mai più dimostrazioni di debolezza. Ed ecco che di nuovo si sentiva inquieta, e non sopportava di esserlo!. E non sopportava soprattutto tutti questi turbamenti “da donne”, queste sensazioni che affollavano il suo cuore e la facevano sentire disperata.

 

Uscì dalla sua stanza e si diresse verso gli alloggiamenti dei domestici. Arrivò davanti alla porta della stanza di André. Senza la minima esitazione, bussò due volte. Una voce le rispose:

“Entra! Ho finito!”

Oscar abbassò la maniglia e scoprì André che era appena uscito dal bagno e che aveva avuto appena il tempo di chiudersi i pantaloni vedendo Oscar.

“Ah, sei tu! Scusami, credevo fosse nonna“ disse lui, tutto sorrisi, per nulla imbarazzato di essere mezzo svestito davanti a lei.

Dopo tutto non era la prima volta che lei lo vedeva così! Ma per Oscar ora era diverso. Si mise ad urlare e uscì precipitosamente sotto lo sguardo stupito del ragazzo. Sbatté la porta e gli gridò dietro:

“Potresti vestirti in modo decente prima di lasciar entrare una qualsiasi persona all’interno della tua stanza!!!”

Si appoggiò allora contro la porta, il respiro corto. Passò una mano, tremante, tra i suoi capelli, una abitudine di quei giorni…

Mio Dio, io sto impazzendo, mormorò rabbiosamente. Mi comporto come una verginella!

Una riflessione che la fece sorridere… Era quello che lei era, dopo tutto, Era inesperta in amore… Poteva comandare un centinaio di uomini, andare in guerra e tornare gloriosa, battersi contro dieci uomini e vincere… Tutto questo non le faceva affatto paura! Ma affrontare l’uomo che lei amava e rimanere dura come il marmo le era molto più difficile di quanto pensasse. Non ne era capace. Capì allora che si stava battendo contro un qualcosa che era inevitabile.

Il mio comportamento è ridicolo alla fin fine… perché dovrei nascondergli i miei sentimenti visto che lui ha avuto il coraggio di confessarmi i suoi? Io lo amo. Io lo so, adesso, basta solo che io lo accetti. Che accetti che il suo sorriso, il suo calore e la sua dolcezza mi provocano inquietudine. Che alla vista della sua nudità svengo come un’idiota. Oscar si mise a ridere dolcemente.

Il cuore, che sentiva così pesante, divenne all’improvviso più leggero. Accettare questo amore era infatti la sola cosa che la potesse confortare. Capì in quell’istante che lei era innamorata, che era per la prima volta una donna innamorata. Niente di paragonabile con l’infatuazione che aveva avuto per il conte di Fersen. Questo amore, quello che lei sentiva per André turbava la sua vita, rimetteva in gioco una parte di se stessa che aveva rimosso da sempre. Si sentì sconfitta, ma non le importava.

Gli uomini hanno il diritto di amare, perché non io? Dopo tutto io non rinnego quello che sono divenuta! Continuerò a fare quello che credo sia giusto. Continuerò a battermi per le mie idee. Sarò un uomo, con un cuore di donna.

 

La porta si aprì facendo sobbalzare Oscar. André la guardò:

“Oscar… scusami… non volevo spaventarti.”

La ragazza sorrise teneramente.

“Non ha importanza. Vieni, andiamo a mangiare”, disse Oscar prendendogli il braccio, “ho una fame da lupo stasera!”

Sorpreso da questo cambiamento d’umore così improvviso, André alzò le spalle. Oscar è decisamente troppo lunatica in questo periodo!

Continua

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Traduzione: Fiammetta Mail to f.camelio@libero.it

 

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