Capodanno di fine millennio
parte nona
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Parte
IX
(Colonna
sonora: Vangelis: Blade Runner Soundtrack)
A
Londra pioveva, tanto per cambiare.
Seduta
sul letto della sua camera d’Hotel, Oscar
guardava fuori dalla finestra.
Erano
stati tre giorni faticosissimi. Un incontro via l’altro, una conferenza via
l’altra, duemila dimostrazioni, cene noiosissime con gente che non conosceva,
e poi doveva preparare il suo intervento.
Ringraziò
la madre che le aveva inculcato l’importanza di conoscere perfettamente
inglese.
Meno
male che c’era Marie. Non erano mai state in confidenza al lavoro. Si
piacevano e si stimavano molto, questo sì, ma Oscar non amava parlare della sua
vita privata, e Marie era molto discreta.
Però,
ora aveva l’impressione che le cose fossero cambiate. Aveva sorriso ai timidi
tentativi di Marie di sapere qualcosa di più su Alain e, alla fine, aveva
deciso che, in fondo, non erano affari suoi, e si era ritrovata a raccontarle più
di quello che avrebbe voluto. Di come si erano conosciuti tantissimi anni fa, di
come Alain, dietro quell’aria da macho fosse in realtà dolce come un
“coniglietto” (Marie era visibilmente arrossita), di come fosse uscito a
fatica dalla fine di una brutta storia, del suo amore per le moto e la musica,
della sua amicizia indistruttibile con André, dalla quale, qualche volta si era
sentita tagliata fuori.
Marie
aveva una dote: sapeva ascoltare. E non lo faceva per cortesia. Oscar percepiva
un interesse sincero, ammirato per le cose che le raccontava. Si rese conto che
era bello avere una donna con cui parlare. Non che potesse considerare Marie
un’amica, però la vedeva sotto una luce completamente diversa. E le piaceva
molto.
Si
era trovata a sua volta a raccogliere le sue confidenze. Marie era sicuramente
meno bloccata di lei nel raccontarsi. Così aveva saputo che i suoi genitori
erano divorziati, che viveva da sola appena fuori Parigi, che adorava i gatti,
che anche lei era uscita da poco da una storia dolorosa, che le piaceva la
stessa musica che piaceva ad Oscar.
“Oscar,
tu credi nel colpo di fulmine?” Le aveva chiesto poco prima. Oscar le aveva
risposto di no, ma si era pentita subito perché, in realtà, quello che Marie
cercava di capire, con tutta evidenza, era se Oscar credeva che fosse possibile
che fra lei e Alain fosse scoccato qualcosa nei pochi momenti che si erano
parlati. Aveva corretto il tiro.
“Almeno
non per me. Ma io non faccio testo. Sono troppo difficile. Credo che per persone
con meno seghe mentali sia più che possibile. Anzi...”
Marie
si era illuminata. “Ma a te non serve un colpo di fulmine! Ce l’hai già il
tuo bel cavaliere dagli occhi verdi; mi sa che il tuo ragazzo farebbe fuori
chiunque osasse avvicinarsi.”
Ovviamente
lo aveva detto senza malizia. Avendoli visti all’aeroporto, quel bacio
sfiorato, aveva tratto la più che logica conclusione che André fosse il suo
ragazzo.
...
il mio ragazzo...
Trovò
quella definizione incredibilmente dolce e appropriata. E' vero che André aveva
trentacinque anni, ma proprio non li dimostrava. Aveva quel sorriso meraviglioso
e seducente che lo faceva sembrare un ragazzino e un modo di fare il broncio che
spiazzava chiunque.
Il
suo ragazzo.... E' vero, André era il SUO ragazzo, lo era da sempre.
Sentì
la malinconia impossessarsi di lei. Ma non era malinconia triste, piuttosto
nostalgia. Nostalgia di casa, di lui...
Si
erano sentiti pochissimo in quei giorni, forse un paio di volte. Del resto,
durante il giorno, lei non aveva nemmeno il tempo per respirare, e la sera André
era sempre in sala prove a preparare il concerto.
Decise
di mandargli una mail. Accese la tv per cercare un canale di musica ma vide che
davano Blade Runner. Adorava la colonna sonora di quel film. Pensò di
non cambiare canale.
Tirò
fuori il portatile, collegò il modem e scaricò la posta.
Rimase
senza parole: una mail di André e ben DUE di Alain. Si chiese quando
quest’ultimo avesse interrotto il suo embargo verso i computer.
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Original Message -----
From: alain.desoisson@hotmail.com
To: of_de.jarjayes@invenctagroup.fr
Sent: Wed, December 12, 2002 3:00
Subject:
cuore infranto
cara,
adorata oscar.
puoi
ben immaginare quanta fatica e tempo mi sia costato scrivere questo messaggio,
quindi capirai quanto sono disperato. credo di essermi innamorato della tua
amica marie lo so che ti sembra una cosa assurda ma io ormai non mi stupisco più
di nulla
no
dai scherzo non è che sono innamorato però mi piace un sacco e vorrei
approfondire la conoscenza
mi
dai il suo indirizzo email che le scrivo?
ti
prego. se me lo dai, quando torno, ti faccio un regalo che impallidisci.
ti
adoro mia fantastica bellissima bambola
tuo
alain
ho
riletto 2000 volte e non ci sono errori però ho dei problemi con le maiuscole.
domani viene il tuo bello e mi insegna ad usare bene questo cacchio di programma
per la posta.
buona
notte baby
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----- Original Message -----
From: alain.desoisson@hotmail.com
To: of_de.jarjayes@invenctagroup.fr
Sent: Thue, December 13, 2002 22:30
Subject:
machecavolo
ma
perché non mi hai scritto? forse non ti è arrivato il vecchio messaggio? andré
dice che è impossibile perché altrimenti avrei ricevuto una “notifica” e
siccome mi fido di lui mi chiedo se sei tu che non vuoi darmelo e allora sei un
po’ stronza... oppure se è lei che non vuole, in questo caso dimmelo che mi
metto il cuore il pace. anzi no: vengo lì!
domani
provo a chiamarti ma tanto so che avrai il cell spento.
alain
disperato
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Original Message -----
From: andre.grandier@aol.com
To: of_de.jarjayes@invenctagroup.fr
Sent: Wed, December 13, 2002 19:00 AM
Subject: Faraway, so close
Ciao
bellissima!
Meno
male che esiste Internet!
Come
sta andando la bagarre?
Senti,
Alain mi ha dato il tormento per avere il tuo indirizzo email e gliel’ho dato.
Mi ha detto che ieri sera ti ha scritto e che non gli hai ancora
risposto. Ho provato a spiegargli che “forse” hai altro per la testa ma mi
sembra completamente andato.
Gli
ho detto di aspettare fino a domani. Magari se hai un secondo rispondigli, così
stiamo in pace tutti.
Sinceramente
sono preoccupato. Non l’ho mai visto così determinato nel voler conquistare
una donna.
Sai
meglio di me com’è fatto, se va bene bene, altrimenti, tanti saluti.
Qui
non fa che parlare di questa tipa. Se va avanti così lo picchio. E poi, se a
lei non dovesse importargliene un accidenti, quello entra di nuovo in crisi. Ma
lei ti ha detto qualcosa? Non che siano affari miei, ma giusto per sapere a cosa
mi devo preparare...
Basta,
parliamo d’altro. Ti ho sentito molto indaffarata, quindi, tendenzialmente,
non ti romperò le scatole, a meno di questioni vitali. Facciamo che mi chiami e
mi scrivi tu quando hai tempo. Però, mi raccomando, non ti strapazzare.
Ricordati che si vive una volta sola...
Spero
almeno sia interessante.
Sei
andata in qualche pub?
Ah,
domani faccio un salto ad Arras: devo decidermi ad andare a trovare mia nonna,
che non ha creduto per un cavolo alla storia dell’influenza. Tanto prima o poi
dovrò pure dirle quello che è successo.
Incrocia
le dita per me. Ci sarà anche tua madre, mentre tuo padre è partito. Meglio,
così eviterò la santa inquisizione.
Stiamo
provando un casino. Meno male che mi ricordo ancora come si suona... ;-)
Sono
tutti supercarichi ed emozionati e ci manchi da morire (a dire il vero manchi
tantissimo soprattutto a me... Oscar... non possiamo continuare a fare finta che
le cose non siano cambiate... io ho voglia di parlare con te. Torna presto.).
Ultima
cosa, poi scappo in sala prove: ovviamente non vado via a Natale, primo perché
non ne ho nessuna voglia (lo voglio passare con te, va bene????!!!) e poi perché
mi ha chiamato Jason: hanno deciso di fare un salto a Parigi per vedere il
concerto. FANTASTICO!!! Vedrai ti piaceranno.
Ora
ti lascio, Mr Cuore Infranto sta per passare a prendermi e non posso farlo
aspettare, altrimenti piange.
Un
bacio, scegli tu dove...
André
PS:
ma quando cavolo torni???
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----- Original Message -----
From: of_de.jarjayes@invenctagroup.fr
To: alain.desoisson@hotmail.com
Sent: Fri, December 14, 2002 23:48
Subject: RE: cuore infranto
Alain!!!
Fra tutte le persone di cui mi sarei aspettata una mail tu sei l’ultimo. Devi
essere proprio messo male...
Domani
chiederò a Marie se ti posso dare il suo indirizzo email e poi domani sera
cercherò di scriverti, impegni permettendo.
Sai,
stiamo lavorando un casino e alla sera lei mi trascina in giro da un pub
all’altro.
Mica
facile trovare il tempo per mettersi di fronte al PC...
Ora
scappo, dobbiamo andare a vedere uno spettacolo di streap tease maschile....
Buona
notte, “bello”!
Oscar
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Oscar sollevò
la testa dal portatile e scoppiò a ridere... si sentiva una vera bastarda... ma
aveva un paio di conticini in sospeso con Alain e questa era l’occasione buona
per saldarli.
Streap
Tease maschile.. che idea...
Ritornò
seria pensando alla lettera di André e al fatto che avrebbe dato dieci anni di
vita perché in quel momento fosse lì con lei.
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----- Original Message -----
From: of_de.jarjayes@invenctagroup.fr
To: andre.grandier@aol.com
Sent: Sat, December 15, 2002 00:06
Subject:
RE: Un saluto bella!
Ciao
bellissimo!
Come
hai bene immaginato qui stiamo impazzendo ma sopravviviamo; però è
interessante e devo dire che Marie è una compagnia molto piacevole.
Mi
ha portato ieri sera in un locale fuori Londra, la Ruskin qualcosa, dove c’era
un gruppo che faceva cover dei Metallica. Accidenti! Troppo bravi!
Sei
molto carino ad intercedere per Alain, però non ho intenzione di spiccicare una
parola, né a te né a lui su quello che Marie può avere o non avere detto. Poi
dicono che le donne sono pettegole...
Comunque
gli ho appena risposto. Se lei è d’accordo, domani le do la mail di Alain e
poi deciderà da sola cosa fare.
Ma
è veramente così partito? Sai che non ce lo vedo?
Cosa
hai fatto in questi giorni, a parte suonare? Come sta l’occhio? Ti stai
curando, vero?
Scusami,
ogni tanto sembro mia madre e la cosa mi terrorizza.
In
bocca al lupo per domani. Tieni duro, mi raccomando.
André...
anche tu mi manchi e ho voglia anch’io di parlare, non sai quanto.
Non
puoi immaginare quanto sia felice che tu abbia deciso di rimanere con me a
Natale. E' il regalo più bello che potevi farmi.
Ho
riflettuto molto in questi giorni e sono d’accordo con te: non possiamo fare
finta di nulla. Accidenti, la mia vita è stata stravolta più in queste ultime
settimane che in tutto il resto degli anni...
Comunque
non mi va di parlarne via mail... abbiamo aspettato fino adesso, tanto vale
aspettare quando torno. A proposito, sarò a Parigi martedì, credo verso le
18.00.
Mamma
mia, poi ci restano solo 3 giorni per darci dentro con le prove.
Ma
credi che riusciremo mai ad avere un momento per noi???
Con
questa domanda infelice, ti saluto e vado a dormire, purtroppo la sveglia è
alle sei anche domani mattina e non tengo gli occhi aperti.
Ehi,
pensami domani pomeriggio, esporrò la mia relazione!
Anch’io
ti mando un bacio e anch’io ti lascio scegliere dove riceverlo...
Buona
notte
Oscar
PS:
se non mi senti nei prossimi giorni, non ti preoccupare, saranno i giorni clou.
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Spense
il portatile e si infilò sotto le coperte. Felice e serena. All’improvviso, i
giorni che aveva davanti le sembrarono infiniti.
Voleva André, subito.
**********
I
giorni che seguirono furono ancora più concitati e caotici dei precedenti.
Oscar fece una brillante relazione, e incantò, non solo per la professionalità
e competenza ma anche per la sua bellezza radiosa che tutto quello che André le
aveva scritto nella mail aveva
contribuito ad alimentare.
Marie
aveva ricevuto la notizia della mail di Alain come la notizia più bella del
mondo e si era precipitata a scrivergli. Oscar ne aveva approfittato per andare
a comprare il regalo di Natale per André: un basso MusicMan Stingray a 5 corde
che le era costato quasi due stipendi. Il sogno di sempre del “suo ragazzo”
.
Ormai
pensava ad André in questi termini e la cosa le piaceva da morire.
Aveva
deciso di non dirgli a che ora sarebbe arrivata all’aeroporto per evitare che
venisse a prenderla e si rovinasse la sorpresa.
Aveva
deciso di nascondere il basso nel box, nel bagagliaio della BMW di André, che
non veniva usata da anni, da quando, Isabelle, l’Harley, aveva fatto la sua
comparsa. Lo avrebbe portato in casa e nascosto il giorno dopo.
***************
Il
martedì successivo, alle 17.45, l’aereo atterrò puntuale al Charles de
Gaulle. Marie era stata silenziosa e quasi intimidita per tutto il volo. Oscar
ebbe l’impressione che le stesse nascondendo qualcosa.
Capì
di cosa si trattava nel momento in cui uscirono dalla dogana: dall’altra parte
del vetro, bello come non mai, con un mazzo di fiori per ogni mano, Alain le
aspettava, con un sorriso che la diceva lunga.
“Mio
dio, ma quanto vi siete scritti in questi giorni?” riuscì a dire, non senza
un misto di divertimento nella voce. Ma Marie non la sentiva già più.
Accettò
i fiori che Alain le aveva portato (sicuramente per ingraziarsela e per rendere
meno esplicito il gesto nei confronti di Marie), accettò di buon grado il
passaggio a casa (il basso pesava una tonnellata) e rifiutò cortesemente
l’invito che le rivolse Alain ad unirsi a loro per una pizza.
“Ci
mancherebbe, mi sentirei di troppo...” Sei proprio una stronza... “No,
scherzi a parte, vi ringrazio ma sono molto stanca. Godetevi la serata anche per
me.”
“Eeeeh,
ce ne fosse bisogno... come se non sapessimo chi ti aspetta a casa,
probabilmente sotto forma di confezione regalo!”
Uno
pari.
Marie
trattenne a stento una risata.
Quei
due dovevano essersi detti molte più cose di quello che era lecito. Oscar
sorvolò.
Nascose
il basso e si diresse, quasi volando, a casa. L’ascensore funzionava.
Non
male, per cominciare.
Arrivò
davanti alla porta, si sistemò i capelli e si diede un’occhiata rapida nello
specchio che stava sul pianerottolo. Poi lo sentì. Odore di fumo, e veniva
dalla loro casa. Decise che, per quella sera, non gli avrebbe rotto le scatole
per nessuna ragione al mondo.
Suonò
il campanelli e si illuminò in un sorriso felice.
“Oscar!!!!
Ma... perché non mi hai avvisato?” Non aspettò che rispondesse e la prese
fra le braccia, baciandole i capelli.
Oscar
si staccò per rispondergli e il sorriso le morì sulle labbra.
Sul
SUO divano, del SUO salotto, due tipi stavano comodamente svaccati, fumando e
bevendo il SUO vino.
Capì
subito, senza bisogno di presentazioni. I famosi Jeanjackejason e. Non credeva
che sarebbero arrivati SUBITO. Ma non ne mancava un altro?
“Oscar,
ti presento Jason McArthir e Jean Lamout. Jean, Jason, lei è Oscar.”
Jason
si fiondò a stringerle la mano con un sorriso a quarantotto denti, Jean la
squadrò con un’aria di superiorità che Oscar trovò subito insopportabile.
Classe,
ragazza mia, classe.
Senza
lasciarsi intimidire, ricambiò lo sguardo e tese la mano, con un sorriso
radioso e accomodante.
“Ma
che piacere, finalmente vi conosco! André mi ha parlato tantissimo di voi.”
“Uh...
spero non ti abbia detto proprio tutto.” Jean abbassò le lunghe ciglia con
fare imbarazzato, anche se l’unico veramente imbarazzato, in quel momento, era
André.
Parlava
un francese terrificante.
“No,
figurati, André è una persona molto discreta. Ma sicuramente lo sai meglio di
me. Ditemi, avete trovato un buon albergo?”
Fu
Jason a rispondere, in un francese un po’ migliore: “Sì, niente male, anche
se, ora che ti ho conosciuta, avrei preferito dormire qui. André, ci avevi
detto che era bella, ma non credevo COSI’ bella.”
La
sfacciataggine di quello yankee
cominciava a dare sui nervi ad Oscar. Jean intervenne, ancora nel suo
francese inascoltabile:
“Beh,
se volete tu rimani qui con lei, e io vado in hotel con André, in ricordo dei
vecchi tempi...” Passò la mano sul collo di André.
“Jean, non c’è bisogno che ti
sforzi con il francese, io parlo perfettamente la tua lingua.” Oscar sfoderò
il suo inglese impeccabile e ringraziò dentro di sé la full immersion dei
giorni precedenti; si sedette sul divano e accavallò le lunghe gambe,
assolutamente a suo agio.
Quella
era casa sua e col cavolo che l’avrebbe avuta vinta. Quanto ad André, beh che
tirasse fuori le palle e si decidesse una buona volta da che parte stare.
Cristo
santo, queste due si ammazzano.
André,
si sentì trapassare dallo sguardo pieno di disprezzo di Oscar, in quel momento,
desiderò che la terra si aprisse sotto di lui e lo inghiottisse per sempre.
Continua
mail to: francesca_v@email.it