Davanti alla porta del destino
parte quinta
Warning!!! The author is aware and has agreed to this fanfic being posted on this site. So, before downloading this file, remember public use or posting it on other's sites is not allowed, least of all without permission! Just think of the hard work authors and webmasters do, and, please, for common courtesy and respect towards them, remember not to steal from them.
L'autore è consapevole ed ha acconsentito a che la propria fanfic fosse pubblicata su questo sito. Dunque, prima di scaricare questi file, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli su di un altro sito, tanto più senza permesso! Pensate al lavoro che gli autori ed i webmaster fanno e, quindi, per cortesia e rispetto verso di loro, non rubate.
Nota della webmaster: a causa di impegni in questo update mi è stato impossibile procedere alla revisione dei testi delle ff, che pubblico, quindi, così come mi sono stati inviati. Me ne scuso con gli autori e con i lettori.
Fratture di luce nel buio , fulmini che torturano il cielo .
Per tutta la notte lampi di fuoco che svelano la mente, simili a porte illuminate spalancate su tenebrosi recessi .Chiarori accecanti .
Evanescenti sfumature violette danzano nell’oscurità , forme danzanti proiettate dalla pioggia violenta scatenatasi stanotte disegnano figure inquietanti intorno a me , strisciando dal soffitto lungo i muri come vampiri .
Silenzio spesso come un involucro mi accerchia nell’ oscurità che la luce del mattino fende infondendomi nuova forza.
Odio la notte . La amo .
Perché mi somiglia ,celando la realtà delle cose per renderla più cruda al chiarore dell’alba .La verità appare e scompare giocando attorno a fiamme di candele ,fiochi riverberi rossi saettanti nel vellutato buio invernale .Ha un volto ed uno sguardo , ritorna di notte nei miei sogni per essere respinta dalla ragione all’impietosa luce del mattino .
Forse appartengo al limbo ,dimensione dove non esiste bianco né nero. Dove non c’è felicità ma neppure dolore , dove si vive morendo perché non c’è speranza e si muore dentro con la consapevolezza di una vita immobile .
Spero che ogni giorno sia quello giusto per speronare le mie resistenze ,per annientare i miei demoni, per imparare a vivere .
Speranza che muore ogni sera ,all’incedere del tramonto , uccisa dalla consapevolezza di voler cambiare tutto per non cambiare niente.
Ormai ignoro se la realtà sia trafitta dagli incubi , sono così avvinghiati all’anima da soffocarmi mentre palpitano silenziosi come spire di tenebra, oppure se i miei giorni che scivolano ,ingoiando frammenti di me stessa, siano l’incubo .
Temere la realtà e temere i sogni . Ho paura di tutto .Dei miei pensieri incoerenti ,vani ,che inseguono la luce per approdare nell’ombra avvolgendosi su se stessi .Senza approdare a nulla .
Ma realmente temo una sola cosa : quella di essere vissuta non vivendo affatto ,un po’ come quelle leggende sui vampiri .I non – morti ,che vagano al confine tra la vita e la morte senza sentimenti ,senza rimpianti ,privi dell’anima.
Questo buio profondo ,obliquo ,che mi lambisce ,intorno a me e dentro di me .
Mi rimbomba nella testa insieme al fragore dei miei pensieri .
E così dovrei indossare di nuovo un abito femminile . Come un filo intessuto dalle Moire, antiche dee del destino ,si ripeterà la stessa scena a cui ho assistito a corte centinaia di volte. Divertente. Le cameriere bisbigliano al mio passaggio e sghignazzando mi ricordano che quel momento si avvicina .”Non potrà disobbedire al padre, è ovvio “. Soprattutto quella Mireille ha una faccia tosta incredibile . Ed ultimamente ti guarda un po’ troppo. Poi con la scusa delle camicie da lavarti e stirarti ha sempre il pretesto per starti dietro . Sgualdrinella . Quando mi avvicino intenzionalmente ridacchia ed alza la voce per farsi notare assumendo poi un’ aria composta.
Bene , ridi pure stronzetta.
Lo spettacolo presto inizierà .Ma non lo se se ti divertirai .
La damigella agghindata messa sul banco del mercato per il miglior offerente.
Il quesito che ti proporrò oggi , André , è esilarante :ci sarà differenza tra puttane di strada e dame di corte?
Mi sforzo di captare la risposta .Non la trovo .
In fondo si vendono al migliore cliente.
In fondo gli estremi si toccano .
Non sopporto l’aria malsana che evapora dal buio della stanza ,odora di vecchio intridendo le pareti .Ho voglia di respirare e , spalancando il balcone , gocce di pioggia cadono dagli stipiti irrorando la mia fronte. Raccolgo dalla ringhiera un po’ di acqua piovana e me la passo sul viso ,sulle tempie .
Com’è fresca ! Sa di erba ,odora di cielo . Annienta i miasmi sepolcrali della mia camera .
Comprendo perché Rosalie abbia preferito tornare a vivere in una misera casa di Parigi ,dopo che ha scoperto la verità sulla contessa di Polignac .La sua vera madre le ha offerto un palazzo ducale. Ma lei ha scelto una piccola ed accogliente casa a misura di persona ,con un bel tappeto davanti ad un camino .Per chiudere fuori i demoni .*(1)
Forse qualcosa sta cambiando .Oppure tutto cambia perché nulla cambi realmente .*(2)
Cambiare la mia vita ,sposare un uomo affinchè tutto resti uguale.
Perché il cuore resti ingessato ,per sempre. Perché quella voce che bisbiglia sempre più forte si spenga nel compromesso tra un altare drappeggiato come una vecchia puttana imbellettata ed un titolo nobiliare nuovo di zecca.
Il destino come una parodia .
Un dolore fitto alle tempie .Ieri sera ho cercato di resistere al sonno per vegliare mio padre ma le palpebre si sono chiuse .Deve essere il vino caldo che mi ha somministrato André .
Lo ha fatto ad arte per farmi dormire. Ti conosco anche io ,un po’.
Sento la tua voce. Sei un pigro ,e sei già in piedi .
Lo sguardo corre al ritratto dei miei quattordici anni ,l’unico per cui abbia mai posato in vita mia .
Il ritratto è sempre lì ,sfidando gli anni ,sarà vivo anche quando io non ci sarò più. E’ una sensazione strana. Un giovane capitano della guardia reale ,dallo sguardo fiero ed indomito .
Ignaro della vita, dolcemente imbronciato nell’inconsapevolezza dell’onda del tempo che lo travolge.
E’ un ritratto ,eppure è inquietante osservare me stessa . Ma sarò io davvero ?
Non sapevo la vita cosa mi avrebbe riservato ,gli anni sono corsi in fretta. Ero ignara allora e non so che cosa ho imparato dalla vita fino ad oggi.
Stento a riconoscermi nel ragazzo del ritratto . Spalancando le ante dell’armadio prendo tra le mani la mia prima uniforme ,me la faccio scorrere tra le dita percependone nettamente il tessuto assottigliato in alcuni punti .E’ tenuta meglio di una reliquia .La nonna ha detto che è così che si conserva ,con un impacco di amido che rende la stoffa talmente rigida da sembrare una corazza .
Da allora ad oggi quasi venti anni , ed in mezzo il vuoto .
Se non fosse per te.
Hai riempito attimi di dolore e svuotato coi tuoi silenzi accusatori piccole ,innocue, gioie.
Con il tuo “si dice “ ti sei vendicato di me. Eri crudele , perché dalle tue parole non potevo difendermi .Tu da me potevi proteggerti col silenzio .
Forse. Continuo a farneticare accusandoti ,allo stesso modo in cui da bambina, con faccia incredibilmente tosta, ti accusavo di cose che avevo commesso io per scagionarmi .
Dispetti velati tra noi due.*(3)
Il tono della tua voce , risalente dalle cucine ,è allegro .
Ma la voce è troppo alta.
Non mi freghi .Esco dalla porta ,e non me la ricorderei neppure la direzione delle cucine se non fosse per la tua voce che mi guida .
Mi specchio ancora sulle lastre di marmo del pavimento a scacchi bianchi e neri ,bianchi e neri ,in ordine perfetto .La perfezione è noiosa .O forse non ha bisogno di aggettivi . Mi attira una lastra screziata in modo strano ,relegata nell’ angolo perché nessuno la veda .
I tappeti al mio passaggio si smuovono lungo i loro margini ,scivolando in silenzio sul pavimento assumono pieghe curiose.
Parla ,André ,affinchè ricordi il percorso .
***
Al mio posto .Quello cui mi richiamava invano mia nonna .
Me lo scordo che sono un servo ,Oscar. Ed è colpa tua se sembro un aristocratico ,come Alain mi fa notare in continuazione .
“Potresti divertirti a letto con lei quanto ti pare, ma da qui a pensare ad un’unione ..…” .
Che cazzo ne sai Alain ? Che ne sai ? Vattene al diavolo !
Me lo sono scordato che sono un servo ieri sera accanto al fuoco ,consolandoti e ridendo insieme a te , scherzando sui soldati e sulla caserma. L’ho scordato anche quella notte .
Tu mi hai trattato sempre come un fratello .
Solo quella volta che mi offrii di vestire i panni del cavaliere nero per attirarlo in una trappola e ti dissi che i nobili non avrebbero vissuto momenti molto belli mi rispondesti di non preoccuparmi ,perché non sono un nobile. Ma le tue parole erano meno taglienti dei tuoi occhi .
Sono stati tremendi quei giorni ,quando vivevi nel terrore che Fersen ti affrontasse . Cosa puntualmente verificatasi .
E ieri sera tuo padre mi ha ricondotto al mio posto ingiungendomi di accompagnarti al ballo in tuo onore
Non lavoro più per loro e potrei rifiutare .Ma la verità è che voglio esserti vicino per impedire a quell’idiota damerino di Girodel di toccarti anche con un dito . Non so come , ma lo impedirò .
Ma dimmelo tu come Oscar. Dimmelo che non ti sposi .
Solo i sogni mi sono rimasti ,ti prego, non togliermeli .
Scendi dalla scalinata ,cupa in volto .
Non rispondi ai saluti gentili di Clotilde e Marie - Anne che hanno trascorso la notte qui per far compagnia a vostra madre. Le superi dirigendoti in giardino come se fossero aria ,pregustando consapevolmente divertita i commenti che non si fanno attendere .
Hai uno sguardo vispo incastonato nel volto . Riesco ancora a notarlo.
Non è certo una novità che la tua riservatezza sia scambiata per superbia.
Presto mia nonna si unisce alla conversazione e le tre signore si dirigono verso i piani superiori per visitare il generale attorno al quale si sono affaccendate alacremente .Conoscendolo ne sarà infastidito ,vi assomigliate più di quanto tu stessa voglia ammettere .
Nessuno ti ha consolato ieri sera ,nessuna dama ti ha offerto l’appoggio morale che si riserva alle donne ,sali o boccette di profumo , mentre il dolore loro lo lavano via con le lacrime a te non è concesso mostrare debolezza .Ma ieri sera non ce l’hai fatta Oscar.
Vorrei consolarti io , per sempre .
Proteggerti dal passato e dal futuro .E scoprire se quel passato e quel futuro sono qualcosa per cui vale la pena di vivere.
Il viale del parco comincia a declinare verso il ruscello ,gli alberi mi vengono incontro maestosi ,querce, castagni ,faggi dal tronco liscio e chiaro che intrecciano i loro rami spinosi ,altri alberi di cui ignoro il nome sono vicini da toccarli con mano .Il sentiero gira tortuoso ,nastro incantato per il bosco scuro e silenzioso sospeso tra terra ed aria .Non la ricordavo così lunga la strada ,e comincia ad irritarmi , sarà questo l’albero o forse un po’ più in là dopo il gomito .Non mi ricordo ,solo questo grande silenzio venato di vento mi avvolge .Da lontano scorgo i confini di Palazzo Jarjayes segnati dalla cancellata ,con la vecchia abitazione del guardiano incorniciata tra orizzonte ,cielo e bosco .
Colori e profumi che odorano di ricordi appartenenti ad un altro mondo .
La realtà intorno a me si compone e scompone in un rituale di sogni ,di parole ,di sguardi .
Non lo so nemmeno se ci sia più differenza tra le cose .Come in una tabula rasa vorrei cominciare
a scrivere tutto daccapo ,anche se forse non cambierei niente ,niente.
Nella vita c’è qualcosa di profondamente ingiusto .
Un’ingiustizia che avvolge tutto intorno come nebbia nera ,mentre ad ogni passo affondo nel buio ,non sono mai stata fatalista eppure è come se uno spettro nero ,incappucciato ,mi inseguisse .E’ una paura che non ho mai provato prima d’ora.
E in ogni caso prima avevo la tua amicizia ,quella di Fersen .
Le sole cose che temevo erano che accadesse qualcosa alla regina e che Fersen morisse o si sposasse .Ma da quando ho realizzato che mio padre stava per morire qualcosa si è spezzato ,per sempre. L’immagina di mio padre a letto, ferito, pallido ,quelle paure infantili le ha cancellate .
O forse non sono mai state vere . Ho dovuto credere in qualcosa .
Adesso ho una paura viscerale di perdere le persone che amo . Ora conosco davvero il mio demone ,ed è il più terribile . Gli altri erano solo frutto della mia fervida fantasia .
Ma adesso ho paura perché contro questo demone non c’è spada che tenga e coraggio che basti ,ha il suo nido nell’anima ,non potrà mai esserne estirpato .
D’un tratto il cupo fogliame si schiude a mostrarmi una radura di alberi ed un lembo di cielo che si apre prepotente tra i rami neri diradati .Muraglia di alberi fiancheggia il ruscello ,i cui rami intrecciati ,allacciati, formano archi simili a navate di una chiesa .*(4) Il sole alto non basta a rischiarare l’intrico fitto delle foglie ,qua e là sprazzi di raggi dorati macchiano l’erba punteggiandola di luce liquida .Aria fresca mi alita in viso ,respiro della vita che esala dalla terra bruna ,pur in assenza di vento .
Scorgo il castagno ai cui piedi ho seppellito il mio piccolo tesoro ,anche se ormai le radici sono talmente spesse che devono aver distrutto tutto . Saranno passati venti anni o quasi …si trattava di una trottola ,un coltellino col manico rosso …e poi c’era l’orso di pezza che la nonna ha tentato invano di gettare via ,e puntualmente ogni volta il pupazzo ritornava tra le nostre mani .*(5)
Chissà se sono ancora lì… comincio a scavare .
Affondo le dita nella terra scura e morbida , è calda ,raccogliendola nel palmo delle mani ed ammonticchiandola in piccoli cumuli. La curiosità diventa frenesia e penetro con le unghie negli anfratti che i rami hanno formato col passare degli anni . Ma non c’è niente .
“Guarda che non è quello l’albero ,comandante “. Constato che anche tu hai la memoria corta.
“Andrè ,ma da quanto sei lì …non ti ho sentito arrivare …”.
Ti indico l’albero giusto ,dovrebbe essere quella vecchia quercia sulla riva del ruscello …
“Guarda che non è neppure quello …e poi dici di sapere tutto …” .”Ti confondi con la quercia sul fiume contro cui mi inchiodasti coi pugni durante la rissa più violenta dei nostri quattordici anni “.
“ Hai ragione … e poiché mia nonna diceva sempre che le donne non si toccano nemmeno con un fiore , tranquillizzati perché dopo il nostro ritorno a casa rimasi per due sere senza cena e , conoscendomi ,immaginerai che la cosa fu davvero grave per me ...”.L’incedere della vita ,col suo bagaglio di dolori rende tristemente ridicole le preoccupazioni adolescenziali .Soprattutto quelle gastronomiche .
Mi pento immediatamente della frase ,il richiamo floreale è del tutto inappropriato .E poi non sono pratico di botanica ,meglio cambiare discorso .Ma sorridi.
“ Andrè ,stai invecchiando davvero ! Non ti ricordi più niente …”
Oscar ,lo sai che ricordare è troppo doloroso ,per me .
“…ti portai di nascosto la cena che divorasti in un minuto ,peraltro senza neppure ringraziarmi ….ed ho corso un serio pericolo per te ,quella volta “.
Pericolo….Ne abbiamo una visione differente .
E tu sei sicura di sapere cos’è un pericolo ? Ne sei sicura ,Oscar ? Per te pericolo significa frastuono della battaglia che si avvicina … impugnare le armi per sfidare il nemico che avanza ed inseguire ladri nel cuore della notte ,sbaragliare le bande di ribelli ….Già ,tutto questo è ammirevole ,davvero .
Peccato che sia tu il più grande pericolo per me . Il pericolo vero è nei tuoi occhi .Ti amo .
Non so quanto ,non so da quando .
Pericolo .
Doverti guardare senza sfiorarti ; farmi sconfiggere a duello con la scusa di una rivincita per restarti vicino ,ancora un po’ ;combattere il desiderio che sfiora il cuore simile ad un pugnale che trafigge .Doverti guardare vivere una vita opaca rinfoderando nella guaina , insieme alla spada , anche il tuo cuore. Vederti amare un altro convivendo col terrore di perderti .
Scrutare i tuoi gesti , dosare parole e sguardi perché restino incatenati dentro. Volerti amare con ardore ed essere invece riuscito a stenderti sul letto tra lacrime ,senza che alcuna dolcezza sfumi il dolore struggente di quella notte.
Ti amo tanto da avere sempre paura . Sei la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia .Ed in questo momento ti stagli flessuosa contro questa radura .Sai di fiaba . Forse non esisti ,sei un’immagine fantastica che mi rifiuto di cancellare.
“Hai ragione…è che sono tutto rintronato …non faccio una dormita decente da una settimana “.
“Non crederai di commuovermi mica ,sai !? . Ti sei arruolato ? E allora onori e oneri ,mio caro !”.
“Dai ,facciamo a gara a scavare e vediamo che trova il tesoro ! Ti va bene !? “ propongo in delirio da regresso infantile .Forse è vero che la giovinezza è una tregua tra l’infanzia e la vecchiaia.
Accogli con entusiasmo la mia proposta. Ti inginocchi vicino ad un tronco ,più leggiadra di quanto ti ricordi ,con grazia squisitamente femminile inizi di nuovo a scavare ,annidata nella cornice del bosco e del manto d’erba.
Sì, c’è qualcosa di noi seppellito qui sotto ,qualcosa che la realtà non è riuscita ad uccidere .
“Beh…allora che aspetti soldato !? Credi che debba accollarmi tutto il lavoro ?”.
Un pugnetto di terra mi raggiunge in pieno petto mentre un secondo compare nel tuo palmo.
“Come ti permetti di sporcarmi la camicia appena indossata ? .Te la faccio pagare questa !”.
“Beh,non sarà un grave danno, dopotutto .Mireille te la sistemerà in un batter d’occhio !”.
“Che vuoi dire ?”.
“Niente…niente “.
Mi chino a terra per raccogliere un po’ di terra ma non sono abbastanza svelto da sfuggire al secondo lancio che mi coglie in pieno occhio .” Un’ombra di luce si precipita verso di me .
“Oh mio Dio , Andrè ,perdonami ,sono un’imbecille !Perdonami ,ti prego …ti sei fatto male all’occhio destro ? Fammi vedere …” Dita calde mi sollevano il mento sfiorando con dolcezza la palpebra ,spolverandone delicatamente il terriccio . Avverto l’odore del pericolo .E’ qui . Per completare l’opera con le labbra soffi dolcemente sull’occhio .
Sei un’assassina di buoni propositi .
“Ti fa male ?”.
“Sì ,un pochino …ma non preoccuparti ,passerà …”
Ho sempre avuto la vocazione per fare l’attore ,peccato che sia stata inferiore alla mia vocazione per te . Spadaccino, guardia del corpo ,aspirante ladro .Sono un trasformista.
“Intanto sarà meglio bloccare la tua prossima iniziativa…” ,ti comunico afferrandoti il polso ed aprendo le dita serrate a pugno dove hai conservato la dose di terriccio destinata all’ultimo colpo .
Lacrime di coccodrillo.
Ti afferro con decisione anche l’altro polso fino ad immobilizzarti sotto il peso del mio corpo sull’erba chiazzata di luce . Lasciati guardare .Vorresti sgattaiolare ma sei bloccata .
Ed ora che farai ? Che farò ?
Come dentro un sogno avvolto sul nastro dei ricordi rivivo quella notte .Ma possiamo cambiare la scena.
Smettila .Smettila di guardarmi .Perché mi fissi così …non sai che rischi .Non lo sai .
No…..lo sai e mi guardi rimettendo alle mie mani la decisione finale .Alla mia bocca .La risposta non tardi a conoscerla mentre ti sfioro dolcemente le labbra gustando l’immagine dei tuoi occhi che si chiudono al nostro contatto . Non esiste che questo angolo di mondo ,spazio inciso nel cuore . .
Sento che la volontà ci scivola di dosso , indumento troppo a lungo indossato ,vecchio e logoro .
Riesco solo a captare il tocco tiepido delle nostre labbra col sottofondo del fruscìo dei rami .
Che stiamo facendo ,Oscar ….affido il mio interrogativo al vento ,ma se lo porta via ,lontano .Piccole gocce di acqua si riversano dal cielo .
“Andrè ,sta ricominciando a piovere …” .
Ti stacchi da me alzandoti in piedi e tendendomi la mano .
“Vieni” .
Mano nella mano ,correndo tra il muro di alberi che ci sovrasta come un gigante minaccioso ,ti dirigi verso l’abitazione disabitata da tempo del guardiano della tenuta. I nostri passi sollevano spruzzi di fanghiglia ,ma non ci fai caso .
Da una piccola altura d’erba scorgiamo la casetta .
Le finestre sono chiuse ,la porta sembra sprangata ,ma alzando il chiavistello si solleva con un piccolo sforzo ed entriamo ,avendo cura di curvare la testa sotto l’uscio basso .
La casa ,piena di polvere qua e là ,sudicia ma accogliente ,è parzialmente arredata .Una piattaia al muro ,un tavolo sgangherato al centro ed un letto addossato alla parete di fronte alla porta .
Una scansia piena di libri ,un caminetto con grata arrugginita con stoviglie macchiate di umidità azzurra completano l’ambiente . La porta dietro di noi ,marcita , esala un tanfo di muffito e cigola sui suoi cardini ad ogni spiffero di vento, accompagnandosi alla pioggia che picchietta sul tetto spiovente con un sordo rollìo. Mi guardo in giro per cercare una candela e ,afferratane una con mani tremanti la accendo non so in che modo .La fiamma muore ,riprovo .Questa volta ho più successo.
Una mano calda sulla spalla .
“Andrè …io…”.
Di nuovo quel senso di ineluttabilità che ci ha colto lì fuori ,nel bosco denso di odori del passato .
Adesso sento solo il nostro odore . Sei bella .
Desiderio condensato in queste pareti grigie .
Senza alcuna luce ,eccettuata quella della candela , adorni il buio compatto ed ammuffito che ci circonda. Labbra ,baci ,mani . Appena ti muovi con le tue labbra contro il mio viso rispecchi di luce dorata . Il suono delle nostre voci suscita una sensazione confusa …non so cosa sia .
Obbedendo ad un istinto irresistibile ,ignoto,ti prendo per le mani e ti adagio sul letto avendo cura di stenderci i nostri mantelli umidi di pioggia .
“Hai freddo ….hai le mani gelate ,Oscar …”
Affidi la risposta al tocco delle nostre dita ,al calore vivo ,sciolto,delle mie mani, mentre tremi .
Freddo o paura .Rabbrividisci ,rabbrividisco, di un piacere sconosciuto .
Inarchi la testa ,e mi pare che le gocce di pioggia mormorino intorno a noi.
Con labbra calde ti sfioro il collo ,trattenendo il respiro per timore di spezzare l’incanto di osservarti .
Sensazioni dolcemente violente si irradiano per i nostri corpi , il desiderio pungente si affaccia alla superficie del l’ anima per defluire sulla pelle ,catturandoci .
Trattieni il respiro ,immobile , inondata da emozioni nuove ,di donna,e ti sento gemere quando la mia lingua si insinua nel solco del tuo seno . Una voce ,un gemito, parole spezzate dal desiderio. Gemi ancora quando inizio a spogliarti mentre debolmente cerchi di sottrarti al mio assalto .
Ma non fuggi ,mentre le ginocchia si aprono sotto di me e completo l’opera sfilandoti i pantaloni .
“ Non voglio essere in svantaggio …” ,mormori con voce calda quando lasci scorrere decisa le mani sotto la mia camicia.
Gli abiti si ammonticchiano sul pavimento in un cumulo informe.
Sto sognando . Forse tra poco la mia governante mi sveglierà con la tazza di cioccolato aprendo le cortine del letto ,spalancando le tende.
Non sono qui . Non sono tra le braccia di un uomo .Non sto per fare l’amore con te.
Sogni e realtà aggrovigliati ,avvinghiati nel fluire del tempo ,sospesi adesso dal tocco delle nostre mani che si sfiorano .
Non contano più i miei demoni ,le paure ,i sogni sfocati proiettati dalla luce lunare .
E’ questa vertigine di desiderio che mi rende viva ,i palpiti della vita che turbinano impetuosi dal buio del l’ anima per approdare ad una gioia sconosciuta .Inattesa e desiderata .
Io che ho bruciato la vita senza fretta ,nell’attesa di un giorno che non sarebbe mai arrivato.
E’ qui ,la vita .E’ arrivata .E non lo so se sono preparata.
CONTINUA….
Continua
mail to: modcarusio@libero.it
*(1)- Divorando letteralmente le meravigliose storie delle autrici del sito ho realizzato , in un raro momento di lucidità ,che alcune di loro - Alessandra, Elisa , Fiammetta, Francesca, Laura , MariaAssunta , Sydreana - hanno magistralmente delineato un’intimità domestica vissuta da Oscar ed André tra le pareti della casa o mansarda sulla Senna nella quale vivono romanticamente il loro amore .Mi è piaciuto che ,nella mia storia,Oscar desiderasse, ad un certo punto, di vivere in un ambiente semplice e caldo .
Ognuna di loro mi ha colpito per qualcosa : per la dolcezza e la passionalità ,per la delicatezza e l’ironia , perché hanno arricchito una storia meravigliosa di particolari deliziosi raccolti intorno ad un focolare. Grazie per contribuire ad alimentare i sogni su Oscar ed André !
E i deliri pseudo-letterari della sottoscritta.
*(2)- Frase tratta dal “Gattopardo “ - G. Tomasi di Lampedusa .
*(3 )-Leggendo negli “essays” l’ interessante scambio di opinioni tra Alessandra e Laura sul rapporto tra Oscar ed André , mi ha colpito un passaggio della risposta di Laura dove si evidenzia come entrambi si siano feriti a vicenda, anche se inconsapevolmente ,nel corso della loro vita .Mi ha fatto riflettere su una cosa : a volte feriamo chi ci è vicino per allontanarlo da noi -nel caso di Oscar- oppure feriamo per aprire gli occhi a chi non vuole o non può vederci –nel caso di Andrè .
Ringrazio pertanto Laura ed Alessandra per avermi “schiarito” le idee su un aspetto importante del rapporto tra i due protagonisti che emerge solo grazie ad un’ ottima analisi della psicologia dei personaggi .
*(4) – Lo sfondo descritto in questo punto era scolpito nella mia mente da anni . Mi piace molto l’ immagine della sigla dell’anime in cui si vede Oscar avvolta dai rovi ,e poi alberi che piegano la sommità a disegnare una grande arcata sulla sua testa, allineati a formare un tunnel fino a diradarsi in un grande spazio aperto .
Lo spunto finale è venuto da un articolo pubblicato sul sito “La rosa di Versailles” recensito magnificamente da Eufemia ,mia cara amica, e dalla stessa webmaster .
*(5)- Nei dialoghi originali giapponesi si fa riferimento ad un orso di pezza di cui non c’è traccia nella versione italiana. Il fatto che Oscar abbia posseduto un pupazzo la rende più fragile ,più umana .E c’è da dire purtroppo che in generale i dialoghi giapponesi sono più belli e contribuiscono ad arricchire le sfaccettature psicologiche dei protagonisti .