La scoperta
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Era
ormai sera. Dalla finestra della sua stanza Oscar osservava il grande giardino.
Le rose erano fiorite in tutta la loro bellezza, e riempivano l'aria del loro
profumo intenso. L'aria di quel maggio splendente era piena di promesse. Di
cosa? Promesse di amanti…forse. Per lei c'erano i duri turni con le guardie
reali, ordini dati e ricevuti, lunghi allenamenti sfibranti, ed un senso di
solitudine che le attanagliava il cuore. Non si era mai sentita così. Per la
prima volta avrebbe voluto essere una donna come le altre, anche solo per un
attimo. Le dame di corte accendevano i loro sguardi di lampi maliziosi, le donne
per le strade le sembravano più sfrontate, era come se tutti fossero a parte di
un segreto che a lei non era dato conoscere. "Non me ne importa!"
pensò con rabbia. Ma per quanti sforzi facesse quel maggio della sua vita le
aveva riempito il cuore di un desiderio che assomigliava ad un rimpianto. Il
desiderio…cosa sapeva lei del desiderio? Qualche notte insonne l'aveva sentito
forte dentro di sé. Al mattino pensava a quei momenti con rabbia e vergogna.
Sapeva bene ciò che accade tra un uomo ed una donna. Aveva letto molti libri.
Non le sembrava particolarmente eccitante. E allora perché tutti ne parlavano
in quel modo? Brandelli di conversazione colti tra i suoi soldati, risatine
delle cameriere, sguardi complici. E Fersen e Maria Antonietta…Dio, doveva
smettere di pensarci. Era inutile farsi del male. Vedeva benissimo la corrente
sotterranea tra loro, di felicità, di eccitazione. Aveva provato invidia per
quel loro mondo segreto, doveva confessarlo. Chiuse la finestra ed iniziò a
spogliarsi. Quando fu nuda, si osservò allo specchio. Era bella. La pelle
bianca pareva risplendere nella penombra, ed il suo corpo esile era pieno di
grazia. "Probabilmente mai nessuno mi vedrà così" pensò con una
fitta di dolore. Scacciò in fretta quel pensiero ed infilò la lunga camicia
bianca. Si stese sul letto e cercò di pensare a ciò che l'attendeva
l'indomani. Avrebbe dovuto compiere un'ispezione al mattino e poi…Era inutile.
Immagini di Fersen e Maria Antonietta si presentavano con forza alla sua mente.
Loro due insieme…i lunghi capelli di lei sparsi sul cuscino, le mani di lui
che percorrevano il suo corpo nudo…Basta! Che le stava accadendo? Fersen…per
una volta, una volta sola avrebbe voluto che fosse suo. Ora nella sua mente
c'era l'immagine di lui che la baciava, l'accarezzava…Si agitò nel letto. Il
desiderio. Anche se lo negava sapeva benissimo cosa fosse. Lo avvertiva
prepotente dentro di lei, mentre non riusciva a smettere di immaginare il corpo
di Fersen sul suo, le sua mani sulla sua pelle... Si toccò il seno e lo
avvertì sensibile sotto la sua mano. Come sarebbe stato se fosse stato lui a
toccarla? Il pensiero le mozzò il fiato in gola. Un calore sconosciuto la
riempì tutta mentre la sua mano si muoveva quasi inconsciamente verso il centro
del suo desiderio. Ecco…ora era la mano di lui a toccarla, a farle provare
quelle sensazioni così forti, di cui provava vergogna. Gemette piano. Fersen…immaginò
di sentirlo dentro di sé con tutta la sua forza, il suo calore, immaginò la
sua testa china su di lei. Le sue gambe si schiusero leggermente mentre la sua
mano seguiva il ritmo del suo respiro. Il piacere…era quello, dunque? Anche se
avesse voluto non avrebbe più potuto fermarsi. Fersen chino sul suo corpo che
si muoveva dentro di lei, con lei, ed ora alzava la testa e la guardava…ma non
era più lui…era André. Si bloccò improvvisamente. André? Perché mai le
era venuto in mente, adesso? André…era ridicolo. Cercò di pensare nuovamente
a Fersen ma l'immagine di lui non voleva più abbandonarla. Le mani di André su
di lei, la sua bocca sul suo corpo…piena di vergogna si accorse che
quell'immagine la riempiva di eccitazione. "Com'è possibile? Io sono
innamorata di Fersen!" Si chiedeva mentre non riusciva a scacciare
l'immagine di André che la prendeva, gli occhi verdi pieni di passione che la
guardavano, il suo corpo che conosceva così bene dentro di lei. "No…"
pensò, "Non posso pensare a lui in questo modo…devo smetterla". Non
ci riusciva. Agitò la testa sul cuscino, mentre si rendeva conto stupita che
immaginare di fare l'amore con lui la eccitava più di qualunque altra cosa.
Adesso c'era solo lui nella sua mente, mentre sentiva la tensione violenta
dentro di sé divenire quasi impossibile da sopportare. Fece un ultimo tentativo
di non pensare a lui, ma ormai era impossibile. Il suo tocco si fece più
veloce, il suo respiro più affannoso, mentre ora André si muoveva sempre più
forte su di lei, finché un'onda di piacere la prese all'improvviso, lunga,
intensa, inaspettata. "André" gemette lei tra gli spasimi, mentre con
gli ultimi sussulti l'immagine scompariva.
Il
giorno dopo André attendeva Oscar, dopo averle sellato il cavallo. Eccola.
Avanzava verso di lui con lo sguardo corrucciato, un'espressione seria sul viso.
"Oscar, cos'hai?" chiese lui gentilmente. "Niente!" rispose
lei bruscamente evitando di guardarlo. Lui era perplesso. Non gli aveva rivolto
nemmeno uno sguardo. "Ho fatto qualcosa che non va?" chiese lui
avvicinandosi. Lei si scostò rapidamente, dicendo: "Oggi voglio stare
sola. Sei libero". "Ma Oscar…" protestò lui stupito. "Ma
lei era già montata a cavallo e si stava allontanando. "Sembrava quasi che
ce l'avesse con me…" pensò André addolorato. Sicuramente era a causa di
Fersen, pensò all'improvviso. Lei lo aveva visto di recente, e si era accorto
che la cosa l'aveva turbata profondamente. Ecco perché da un po’ di tempo
sembrava un'altra. "Oscar…" pensò con rabbia "Verrà mai il
giorno in cui penserai a me? Per una volta soltanto vorrei esserci io nei tuoi
sogni…"
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