Pulp Funfiction

parte sesta

Warning!!! The author is aware and has agreed to this fanfic being posted on this site. So, before downloading this file, remember public use or posting it on other's sites is not allowed, least of all without permission! Just think of the hard work authors and webmasters do, and, please, for common courtesy and respect towards them, remember not to steal from them.

L'autore è consapevole ed ha acconsentito a che la propria fanfic fosse pubblicata su questo sito. Dunque, prima di scaricare questi file, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli su di un altro sito, tanto più senza permesso! Pensate al lavoro che gli autori ed i webmaster fanno e, quindi, per cortesia e rispetto verso di loro, non rubate.

Alcuni mesi dopo:

 

Interno di un night-club molto affollato.

Una donna molto alta, dalle spalle larghe e con un pomo d'Adamo molto pronunciato, inguainata in abito di lamé, canta in modo seducente: "Y de noche, y de noche, por non sentirte solo, recordaras… nuestros dias felices… recordaras, el sabor de mis besos…" (Miguel Bosè in "Tacchi a spillo" di Pedro Almodovar). Tutti gli occhi sono per lui/lei, che si muove sicuro/a al ritmo della musica. Avanza lentamente tra i tavoli, sfiora gli avventori e poi si ferma davanti ad un uomo grasso e repellente che lo guarda incantato. E' il cardinale, che non perde una sola esibizione dell'amato Fersen. Egli è in estasi: è proprio vero che l'amore può tutto, difatti lo spietato boss si è trasformato in un tenero innamorato dai sentimenti delicati. Egli si china verso il suo guardaspalle, e dice: "hai mandato le 10 dozzine di rose rosse alla signora come ti avevo detto?"

"10? Ma non erano 6, capo?"

"Imbecille!" Tuona il cardinale dandogli un manrovescio potente. Fa un cenno agli altri scagnozzi, che trascinano via il malcapitato mentre il cardinale dice: "Mi raccomando, questo gettatelo al largo, l'ultimo è venuto fuori troppo presto!".

E si rivolge di nuovo incantato all'oggetto del suo desiderio, che in quel momento gli si siede in braccio sfiorandogli i rotoli di grasso. Il cardinale estrae rapidamente una scatolina dalla tasca e la porge al suo amato, che la prende con uno sguardo malizioso negli occhi. All'interno c'è un anello con un diamante grosso come un uovo. Fersen si alza e poi si volta. All'anulare sinistro brilla l'anello. "Evviva!" esclama il cardinale fuori di sé dalla gioia "mi ha detto sì! Questa donn… ehm, quest'uom… insomma l'amore della mia vita ha detto sì! Champagne per tutti!"

Tutti esplodono in un applauso irrefrenabile, mentre Fersen abbraccia il cardinale e gli sussurra: "Amore, c'è un unico problema: i bambini. Sai, non sopporterei che mi venissero le smagliature sulla pancia!"

 

Città del Messico.

Siamo sul set della telenovela più seguita dall'intera America Latina: "La rosa e il gabbiano". Tutti attendono l'ingresso della star del programma, la divina Marisol. Ella è in ritardo soltanto di quattro ore, nessuno la attende prima di otto. Ma ecco che ella fa il suo ingresso: è veramente stupenda, lunghi boccoli neri incorniciano il suo bel viso di porcellana. Avanza con aria regale, e si ferma al centro della scena. Tutti trattengono il respiro: che dirà adesso la divina creatura?

"Ma porcaccia la miseriaccia!" sbotta strappandosi dalla testa la parrucca, e rivelando delle mechés viola davvero molto "trendy". "Questa cosa mi dà il prurito in testa, capito? Io l'avevo detto! Dov'è Giro? Voglio Giro, chiamatemi Giro! Giroooooooo!!!!" urla a pieni polmoni.

Ecco che da una roulotte emerge trafelato Girodel, con i capelli nuovamente lunghi, tinti di un inquietante verde pisello.

"Marisol, amoooore!" cinguetta premuroso "che c'è?"

"C'è che questi deficienti non mi stanno mai a sentire! Solo tu mi capisci, Giro!"

Girodel alza gli occhi al cielo e poi le dice: "Suvvia, piccioncina… non arrabbiarti. Vieni con me, ora ci rilassiamo un po’. Ho una bella cosa per te. Il test dell'estate di Eva 3000, sei contenta? E poi ho trovato un colore di smalto fosforescente davveeeero divino gioia, vedrai come ti starà bene!"

Gli occhi di Marisol si illuminano di felicità.

"Oh Giro, solo tu mi capisci davvero" sospira, e si allontana con lui saltellando.

Il regista si accende una canna lunga mezzo metro (stile Nanni Moretti in "Aprile"), e cerca di mantenere la calma. Purtroppo non può cacciare via quella sgualdrinella cerebrolesa di Marisol. Il suo vero nome è MA (Maria Antonietta). In breve tempo è diventata la star più amata dal pubblico delle telenovelas. La scervellata ha infatti tutti gli attributi per avere successo: è totalmente inespressiva, ha una voce querula da fa rizzare i capelli in testa, e due tette da sballo. Ma come se non bastasse ha imposto la presenza alla troupe del suo amichetto Girodel, detto Giro, in qualità di visagista-parrucchiere. E quell'essere immondo ha immediatamente attaccato le malattie più innominabili a trasmissione sessuale a tutti i membri della troupe, uomini, donne, ed animali. E per di più il suo aiutante, un losco figuro noto come portapiattole, ha infestato gli studios ad un punto tale che l'istituto d'Igiene ha chiuso tutto per ben tre volte. Il regista sospira, mentre osserva MA che fa dei grossi palloncini con la gomma da masticare e si imbottisce il reggiseno. Inutile, è proprio quello che il pubblico vuole, è perfetta.

 

Interno della portineria del famigerato condominio:

Luigi XVI, il portiere, sta guardando una puntata di "La rosa e il gabbiano" alla TV. Guarda Marisol singhiozzante nel video, e si rivolge alla sua destra dicendo: "Certo che quest'attrice è proprio brava, non è vero, Mariantò?"

La sedia accanto a lui è vuota. MA se ne è andata da molti mesi, ma Luigino non se ne è nemmeno accorto, come sempre, del resto (Marcello Mastroianni in "Dramma della gelosia" di Ettore Scola).

La telenovela finisce, e Luigino cambia canale, sintonizzandosi su una Tv privata.

"Ah, questo è bello, Mariantò!" dice rivolgendosi alla sedia vuota.

Sul video una giovane donna sta dicendo: "Ed ora vi presentiamo le terribile storia di Graziella, abbandonata dalla nascita, cieca, sorda e paralitica, che è rimasta incinta nessuno sa come, ed ha partorito tre gemelli siamesi che necessitano di un intervento urgente. Ma l'unico chirurgo al mondo che poteva eseguirlo ha appena avuto un incidente aereo mentre veniva a visitarli ed è morto. Ecco a voi Graziella!"

"Te la ricordi la signorina, Mariantò? Certo che è proprio brava" dice Luigino fissando il video.

Infatti la giovane donna altri non è che Rosalie, che dopo la chiusura del bordello, si è riciclata come presentatrice TV del programma: "I fatti vostri, nostri, anzi di tutti". Nel suddetto programma si piange in continuazione, il pubblico è invitato a manifestare il proprio gradimento per i vari casi pietosi attraverso il lacrimometro, strumento d'invenzione di Rosalie, che lo collauda quotidianamente. Ad un tratto il programma s'interrompe per la pubblicità, ed ecco che due figure teneramente allacciate compaiono sullo schermo. Lei ha i capelli cotonati che la alzano di mezzo metro, indossa un pantacollant leopardato ed un top scollatissimo, e lui esibisce un ciuffo alla Little Tony completamente ossigenato, ed in più una camicia aperta a mostrare il petto villoso su cui spicca una catenazza d'oro del peso di circa 10 Kg. Sono Jeanne e Nicolas, che stanno facendo una televendita di salami e provoloni.

"E ricordate" sta dicendo Jeanne con aria estatica "il salame di Nicolas è il migliore, garantisco io. Salame di Nicolas, garanzia di qualità!"

Nicolas annuisce con aria soddisfatta, ed in quel momento bussano alla porta.

"Stai comoda, Mariantò, vado io!" escalma Luigino andando ad aprire.

Un uomo avvolto in un mantello nero si profila sulla porta. Si copre il volto con un lembo del mantello, ed avanza furtivo.

"Uè, signor Bernard, e che fate così?" dice Luigino. "Spaventate Mariantò, non lo sapete?"

Bernard striscia verso la finestra e guarda fuori.

"Senta Luigino" gli dice a bassa voce "io starò via per un po’, potreste dare l'acqua alle piante, per favore?"

"Uh, e dove andate? Hai sentito Mariantò?"

Bernard lo guarda disgustato. Certo che ridursi così per una sciacquetta ossigenata è davvero il colmo. E poi non aveva nemmeno una bella pelle flaccida, qualche vena varicosa… e che diamine!

L'unica cosa positiva è che si è portata dietro quell'imbarazzante fratellino di Girodel, che ci aveva provato anche con il gatto del portiere. Si ode in lontananza una sirena della polizia. Bernard sussulta.

"Senta Luigino, se qualcuno venisse a chiedere di me… sono giorni che non mi vede, chiaro?"

Luigino lo guarda sospettoso. Ma che tipo… sempre in giro di notte, sempre mascherato, sempre con quelle macchie di sangue che lascia ovunque… e poi a lui tocca pulire! In quel momento squilla il cellulare di Bernard: "Sì? Ah, mammina, sei tu… come stai? Quando torni? Come? Altri soldi? Ma se ti ho mandato 10 milioni ieri! Salvatore? E chi diavolo è questo Salvatore? Mamma ascolta, io… va bene mammina, non arrabbiarti, te li manderò domani, mammina, mammina, ascolta… "

Ma mammina ha già riattaccato. Infatti la pestifera nonna, da quando ha rivelato ai tre virgulti (Bernard, Girodel e André) di essere la loro genitrice, vive alle loro spalle spassandosela alla grande. Ella infatti percepisce la percentuale del 20 % sulle prestazioni di André, accordatele da Oscar purché si tenga fuori dai piedi, un terzo dello stipendio di Girodel come truccatore, d'accordo con il portapiattole, con il quale fa a metà, ed infine una regolare tangente da Bernard per non rivelare l'orrendo segreto del suo "vizietto".

Bernard è furibondo: la mammina si trova da un mese in una beauty-farm a Capri, costo 5 milioni al giorno, e non vuol saperne di tornare. In più dice di voler sposare tale Salvatore, pescatore caprese venticinquenne, che ha urgente bisogno di 10 milioni per comprare le sigarette…

"Arrenditi assassino!" urla una voce al megafono.

"Mai!" risponde Bernard con tutta la sua foga.

Ma ecco un suono: è un messaggio sul cellulare. Bernard lo legge: "Caro Bernie, il matrimonio con Salvatore è tra una settimana, preventivo: 200 milioni. Puoi gentilmente provvedere? Avvisa anche i fratellini. Baci, mammina."

"Basta!" urla Bernard stravolto, calpestando il cellulare con furia, "maledetta vecchiaccia!" e si lancia verso la porta urlando: "Eccomi, vi prego, arrestatemi subito! E portatemi in un posto senza telefono!"

Luigino scuote la testa e dice: "Certo che ce ne sono di tipi strani, non è vero, Mariantò?"

Ma ecco che un uomo alto, avvolto in un elegantissimo cappotto di cahemire color cammello si affaccia nella stanza. Si toglie i Ray-Ban all'ultima moda e dice rivolto a Luigino: "Allora, Luigi… è arrivato il pacchetto per me?"

"Come no, Don Alain, è arrivato stamattina! Adesso ve lo prendo!"

Alain spolvera con cura la sedia prima di sedersi, poi stira accuratamente sulle cosce i pantaloni di Armani, impeccabili come sempre.

"Ecco qua, Don Alain" dice Luigino porgendogli un anonimo pacchetto. "ma Mariantò, non hai offerto nulla a Don Alain? E che maniere sono? Adesso ci penso io… "

Alain alza gli occhi al cielo rassegnato. E' proprio vero che Luigino si è bevuto il cervello, da quando quella squinzia di sua moglie ha preso il volo con quel pestifero maniaco sessuale di Girodel…

"Lasci perdere, Luigino, la ringrazio", dice Alain soppesando il pacchetto, stavolta proveniente dal Messico. "Speriamo che la roba sia buona come l'altra volta" pensa soddisfatto. Egli infatti è costretto a rifornirsi da un nuovo spacciatore, da quando Saint-Just ha deciso di cambiare carriera, ed è diventato un'acclamata rockstar, con gaudio di tutti, tranne che di Alain, che lo rimpiange amaramente.

Approfittando della momentanea assenza di Luigino che è in bagno, Alain apre velocemente il pacchetto e si concede un rapido tiro. Adesso va molto meglio… la stanza sembra galleggiare, l'euforia si sta impadronendo di lui.

Ecco che Luigino rientra, e dice: "Mariantò, non hai detto a Don Alain chi ci è venuto a trovare ieri? Ma vostra sorella! Sì, si è fatta proprio una bella ragazza!"

Alain sbianca in volto e dice con voce strozzata: "Ma chi, Diane? La mia Diane?"

"E come no! Si è seduta qui con Mariantò ed hanno parlato di tante cose… anzi, ha pure detto che forse oggi tornava… ah, eccola qui, ma prego accomodatevi. Avete visto che ci sta pure vostro fratello?"

Alain fissa la porta con il cuore in gola: ma si, è proprio Diane, la sua adorata Diane… certo che quella roba è proprio fantastica, deve ordinarne almeno un camion…

"Eccoci qua… " dice Luigino soddisfatto indicando le sedie vuote "io, voi, vostra sorella e Mariantò. Che ne dite di una bella partita a scopone, Don Alain?"

Alain fissa affascinato la sedia vuota e poi dice: "Si, ma io faccio coppia con Diane, è chiaro?"

 

Palaqualcosa, in un luogo imprecisato.

Migliaia e migliaia di persone in delirio per la star del momento. Attendono da ore trepidanti la comparsa del loro idolo. Eccolo! La folla esplode, mentre una figura inquietante vestita di nero compare sul palco. Lunghi capelli biondi, catene di tutti i tipi, piercing anche al cervello, lunghe unghie scarlatte. E' Saint- Just, che ha trovato finalmente la sua strada come cantante rock estremo, leader della band: "Gli scannatori".

"Dovete morire tutti!" urla al microfono. La folla impazzisce dalla gioia. "Vi odio, fottuti bastardi!". Delirio totale. "Mozzerò le vostre teste vuote!". La folla esulta. "We have no future, heaven wasn't made for me. We burn ourselves to hell as fast as it can be" ("In the shadow of the valley of death" di Marilyn Manson) urla SJ nel microfono.

Dopo un'ora di concerto in cui SJ ha sputato sulla folla, ha vomitato, ha sodomizzato una bambola gonfiabile, ha fatto a pezzi un altare con la sega elettrica, il pubblico è pronto per il momento clou: entra in scena una ghigliottina gigantesca, con un manichino pronto per la decapitazione.

"Volete vedere il sangue?" urla SJ fuori di sé dalla gioia.

"Sìììììììì!!!!" urla il pubblico impazzito.

"Bene, luridi vermi!" e poi toccherà a voi!"

"Sì, fammi male, scannami, frustami, fammi a pezzi!" urla una ragazza sotto il palco.

SJ afferra la corda che comanda la ghigliottina e con un grido fa cadere la lama affilata. La testa del fantoccio rotola, mentre schizzi di sangue vanno dappertutto. "Fantastico" pensa, "farlo con vero sangue umano è proprio uno sballo…" Cerca con gli occhi una figura dietro le quinte, un uomo in elegante gessato nero, che annuisce soddisfatto. E' Robespierre, che dimessosi dalla polizia ed avendo fiutato il business, è diventato il manager di SJ. Robespierre si tocca il piercing al labbro e guarda il suo pupillo che adesso sta frustando il chitarrista con un gatto a nove code. Sì, ha proprio visto giusto, quel ragazzo ha stoffa da vendere.

 

Attico superaccessoriato all'interno del condominio.

Una signora in elegantissimo tailleur di Chanel s'incammina rapidamente verso casa. Ad un tratto squilla il cellulare, lei lo estrae rapidamente dalla borsetta Louis Vuitton, e risponde: "Sì? Sono Oscar François de Jarjayes, mi dica… aspetti, mi faccia controllare l'agenda". Estrae l'agendina elettronica, le dà uno sguardo e poi dice: "Mi spiace, signora, ma fino al mese prossimo è già tutto prenotato. Sì, mi rendo conto… cercherò di fare il possibile, ma mi creda, sarà davvero difficile. Arrivederla".

Entra nell'androne del palazzo facendo risuonare i tacchi vertiginosi delle sue scarpette Gucci, si infila nell'ascensore e si guarda allo specchio.

"Devo rifarmi il colore e la messa in piega" pensa aggiustandosi i capelli con la mano ingioiellata. Ad un tratto il cellulare squilla nuovamente: "Sì? Sì, sono io, mi dica… come? Signora, le giuro che sono mortificata, non era mai accaduto… la professionalità è sempre stata un punto d'onore, per noi… sarà accaduto qualcosa, di sicuro. Le porgo le mie scuse, e le assicuro che la richiamerò appena avrò chiarito la questione. Arrivederla, e mi scusi ancora…"

Spalanca le porte dell'ascensore con gesto furioso, tira fuori le chiavi di casa, apre la porta e la sbatte dietro di sé.

"André!" grida imperiosamente. "André! Dove sei? Esci subito fuori, o giuro che io ti…"

"Sono qui…" fa eco una flebile voce dalla camera da letto. Oscar spalanca la porta e si trova davanti il consorte steso sul letto, attaccato ad una flebo. Egli ha un aspetto davvero spaventoso: pallido, emaciato, due occhiaie profonde che gli segnano il viso.

"Che diavolo stai facendo?" tuona lei inviperita.

"Oscar, non arrabbiarti, ti prego…" piagnucola lui impaurito.

"Come sarebbe a dire? Ma lo sai o no che oggi avevi un appuntamento con M.me Guerrin e non ti sei presentato? Che figura mi fai fare? Avanti, dammi una spiegazione!"

"Oscar, non mi sono sentito bene… ho avuto un collasso qui in casa, ed il dottore ha detto che è lo stress, il superlavoro… che debbo riguardarmi e stare a riposo…"

"Che cosa?!? Ma chi è quest'imbecille? Ma cosa ne sa lui di quello di cui hai bisogno? Tutte le scuse sono buone per non lavorare! Lo sai o no che dobbiamo pagare l'ultima rata della mia Porsche? Poche storie, adesso ti faccio la solita iniezione di vitamine e vedrai che tornerà tutto a posto".

"No, l'iniezione no, ti prego Oscar, ti scongiuro…" piagnucola André esausto.

"Zitto! Lo faccio per il tuo bene, non lo sai?"

"No Oscar, no ti prego… voglio mammina!"

"Zitto idiota" quella vecchia putt… ehm, quella cara vecchietta è partita in pellegrinaggio, non lo sai? Ma non disperare, tra tre mesi sarà qui."

"E allora voglio papà" singhiozza André disperato.

"Imbecille!" tuona Oscar mollandogli un ceffone. "Non lo sai che il vecchio strozzino è fuggito alle isole Cayman per non finire in galera per evasione fiscale? E adesso girati che ne ho abbastanza!"

Ed estrae dal cassetto una siringa gigante con cui si avvicina al consorte.

André tenta l'ultima carta: "Oscar", mormora suadente, "Una rosa sarà sempre…" ma tace all'improvviso perché la consorte gli ha piantato un tacco a stiletto tra le gambe, con uno scintillio minaccioso negli occhi.

"Non continuare" mormora. "Già mi hai incastrata una volta con questa str… per il tuo bene non finire la frase".

André si gira, rassegnato, ed Oscar lo buca senza pietà. André grida di dolore, e poi dice asciugandosi una lacrima: "Oscar, ho nostalgia dei bambini… che ne pensi di farli tornare per un po’?"

"Ma che dici?" esclama lei consultando l'agenda ed accendendosi una sigaretta "In Svizzera stanno benissimo. La direttrice del collegio me lo ha detto proprio ieri… ed ora basta con i piagnistei! Vestiti, che alle 15.00 hai appuntamento con M.me …., alle 16.00 con M.me de….., e poi con la Polignacca. Quella sgualdr… ehm, quella simpatica signora".

André piange silenziosamente, ed Oscar dice avviandosi verso la porta: "Se hai proprio nostalgia dei bambini, vedrò di farli tornare per Natale, va bene?"

"Ma Oscar… mancano 10 mesi a Natale!"

"Lo so" dice lei sorridendo, spegnendogli la sigaretta addosso e chiudendo la porta dietro di sé (ispirato a "Libera" di Pappi Corsicato).

 

 

Fine

Mail to danielin@tin.it

 

Back to the Mainpage

Back to the Fanfic's Mainpage