Periodo
preistorico
I
primi indizi dell’esistenza del villaggio di
Koprivets risalgono a settemila anni a.C. come
testimoniano i reperti scoperti sul territorio durante le
spedizioni realizzate dai gruppi archeologici del Museo
storico di Russe. Al periodo Neolitico risalgono i
resti delle abitazioni scoperti sotto il terreno
dell’attuale cimitero. Sono stati trovati reperti
in ceramica e cotto recanti impronte di dita, stoviglie e
frammenti di stoviglie in ceramica decorata con pittura
bianca, caratteristica dei manufatti risalenti a prima del
6000 a.C.
L' uso della pittura decorativa bianca
nella ceramica nel Nord della Bulgaria Centrale è
definito Civiltà di Koprivets, sopravissuta solo
per un corto periodo di tempo, circa 200-300 anni. Fino
ad oggi la sua prima fase è stata scoperta
solamente nel suo omonimo sito e le analogie con la
ceramica molto particolare di alta qualità di Hoca
Tsesame V-VI (la bocca del fiume Maritsa) indicano che
questo dovrebbe essere la prima presenza Neolitica
conosciuta in Bulgaria, come evidenziato nel suo articolo
“Early
Monochrome Neolithic in Bulgaria” il
Dr. Ivan Vajsov dall'Istituto di Archeologia e Museo a
Sofia.
Le analisi dei materiali osteologici di
Koprivets mostrano che questi primi abitanti tenevano con
se solamente alcune piccole quantità di pecore e
capre e finche essi non si insediarono non effetuarono una
successiva addomesticazione di bestiame seguendo le loro
proprie conoscenze di addomesticazione di specie di
animali più grandi Le antiche abitazioni e
tombe sono state scoperte sul territorio dell’attuale
cimitero e a 300 m sudest da questo sito, nella località
“Yùjeka” fra i fiumi Krayjìka
(Scìpa) e Lomàna.
Resti di un antico
insediamento, tra cui anfore, frammenti di ceramica
appartenuti a mattoni, tegole, stoviglie di argilla e vasi
sono stati trovati anche nell'area di una ex fattoria. I
reperti archeologici mostrano il modo di vivere degli
uomini preistorici che qui abitavano in case di mattoni e
argilla, a forma di tronco di cono con altezza di 2- 2.50
m e un diametro di 5.5- 6.0 m., vivendo di agricoltura e
di allevamento.
Di
più sull' argomento...
Ivan
Vajsov, Early
Monochrome Neolithic in Bulgaria, INTERNATIONAL
INSTITUTE OF
ANTHROPOLOGY http://www.ff.uni-lj.si/arheologija/neolitik/seminars/a9.html#iva
NEOLITHIC
AND ENEOLITHIC CULTURES ON THE TERRITORY OF
BULGARIA http://archweb-bg.cilea.it/neol.htm
I
traci
Sul
territorio di Koprìvets sorgeva un antico villaggio
tracio, nelle località circostanti sono stati
scoperti vari tumuli, due dei quali si trovano nella
foresta in località Tcianadgika e in località
Cenghenè ormàn (vicino alla strada che va al
paese di Bànisska). I traci si formarono come
popolo fino alla prima metà del I° millenio a.
C. e abitarono le terre dell’odierna Bulgaria
durante l’epoca greco- romana. Noi sappiamo
dell’evoluzione storica, dei grandi muovimenti
etnici e delle migrazioni sul territorio del Nord–
Est Bulgaria dagli scritti di autori come Erodoto che
parlano dello sviluppo culturale e demografico nella
pianura del Danubio.
Mappa:
Il confine tra le prefetture DACIA
e
TRACIA
Nella
parte Est della valle del Danubio regnavano i Getti,
secondo Erodoto la più grande e coraggiosa tribù
tracia, che aveva resistito persino al re persiano Dario
durante la sua marcia verso l’impero degli
sciti. Nella metà del V secolo a.C. i Getti
persero la loro indipendenza e le loro terre furono
incluse nei confini dell'antico stato di Odris, il primo
regno dei traci. Proprio dai tumuli e dalle necropoli
scoperte dagli archeologi possiamo giudicare la bravura
dei traci nella lavorazione dei metalli. Il culmine
dell’arte della civiltà tracia fu nel periodo
che va dalla fine del IV secolo all’inizio del III
secolo a.C. Una interessante tomba tracia contenente
opere di notevole valore scentifico e storico come
stoviglie di argilla e rame, monili e gioielli d’oro
è stata scoperta nella località Kuyù
Karscì. Secondo gli studi degli archeologi la
tumulazione di questo nobile personaggio, probabilmente
padrone del villaggio avvenne fra la fine del V - inizio
del IV secolo A.C. I reperti sono conservati nel Museo
storico della città di Russe.
Eta'
romana
Alla
fine del I° secolo a.C. i traci che popolavano questa
parte della valle del Danubio persero la loro indipendenza
e furono conquistati dall’Impero Romano. Durante
il governo dell’Imperatore Traiano si ebbe un
periodo di prosperità, tutta la Penisola Balcanica
raggiunse un grande sviluppo economico e culturale
diventando una delle più fiorenti provincie
romane. A testimonianza di questo periodo a Koprìvets
sono stati ritrovati due vasi in terra cotta contenenti
monete risalenti agli imperatori Traiano (98- 117) e
Caracalla (211- 217) ed altre coniate all’isola di
Tasos nell’Età preromana. Il villaggio era
attraversato dall’antica strada che collegava le
città di Nicopolis ad
Istrum e Marcionòpolis, cioè il
Nord-Est della Bulgaria col Mar Nero, ed aveva quindi
un’importanza strategica. Sulla collina più
alta e nella parte più stretta della valle, c'era
la fortezza di Kalè Burùn, famosa come Zemìn
Kalè (“la località dei serpenti”).
La fortezza era circondata sui lati Sud e Nord da
profondi burroni, ed è esistita dal VI fino al IV
secolo a. C., ma usata anche in epoca più
tarda. Qui sono stati scoperti frammenti di anfore
risalenti al periodo V- VI secolo d.C. e 40 monete di
bronzo del V secolo d.C. Oggi possiamo vedere le rovine
della Kalè Burùn a 150 m a nord dalla strada
ed a 4 km a est dal villaggio odierno (sulla strada per la
città di Popovo, direzione Varna). Della Kalè
Burùn parla lo studioso Karel Sckorpil nei suoi
studi dedicati alle scoperte nei dintorni del fiume
Russenski Lom (Kарел Шкорпил
, “Опис на
старините
по течението
на Русенски
Лом”, София,
1914).
La
collina dove si trovano le rovine della Kalè
Burùn
Nel
II- III secolo d.C. si svilupparono città
importanti come Filipopolis (Plovdiv), Augusta Traiana
(Stara Zagora), Serdica (Sofia), Naisus (Nish), Pautalya
(Kyustendil), Durostorum (Silistra), Marcianopolis
(Devnya), Nikopolis ad Istrum (oggi vicino al villaggio
Nikyup) ecc. In quel periodo furono costruite molte
strade importanti per il sistema romano delle
comunicazioni. Monete del II, III V e VI secolo d.C.,
stoviglie di argilla di Età Romana e Prebizantina
sono state ritrovate anche vicino al lago artificiale di
Koprìvets , nella località
Alanàrito. Durante il periodo romano i traci
convissero con i nuovi invasori senza perdere la loro
identità come popolo, ma scomparvero assimilati
dagli slavi provenienti dal Sud. Il periodo che va
dall’arrivo degli slavi all’invasione ottomana
è estremamente povero di testimonianze.
La
dominazione turca
Le
prime informazioni precise dell’esistenza del
villaggio vengono da un documento incluso nel libro
“Sorgenti turche della storia bulgara”,
traduzione di Bistra Tzvetkova e Viara
Mutafcieva. Koprìvets è citato come:
“Villagio Koprivice, appartenente a Sciumnù
(oggi la città di Sciumen), case 3, reddito 166
ahcè, il 4.X.1483 ”. In un altro documento
del XV secolo si dice che il “villaggio Koprìvice
della nachia Sciumnù (Sciumen)” è
proprietà del turco Timurchan”. I paesani
erano obbligati ad addomesticare falchi e mandarli alla
corte del sultano. Nel XVIII secolo nella zona di
Koprìvets cominciarono a stabilirsi i cosidetti
balkangìi (montanari) provenienti dalle regioni di
Elena e Gàbrovo. Tra i primi immigrati vi fu Kel
Ivàn del villaggio di Bibrovene, arrivato nel 1830
e capostipite delle grandi famiglie dei Kiutciùtzite,
dei Kèllevi e dei Dànevi. In quei tempi
la popolazione di Koprìvets aumentò come
risultato della migrazione dalla montagna verso la
pianura, e contava già 283 case con circa 1800
abitanti di cui 87 famiglie bulgare e le rimanenti turchi.
La popolazione viveva di agricoltura e di allevamento,
c’era anche una fornace che produceva tegole. Il
primo insegnante a Koprìvets fu Dàskal Sèyu,
nel 1860 fu fondata la scuola dell'obbligo “Neòfit
Rìlski” mentre la chiesa “Archànghel
Mihaìl” fu costruita nel 1854. Durante il
giogo ottomano nel villaggio vivevano molte famiglie
turche che ancora prima della Liberazione nel 1878 avevano
comminciato a vendere le loro case ai balcangii che si
trasferivano dalla montagna (Balkana). Questo processo
continua fino agli anni 20 quando la popolazione era quasi
solo d’origine bulgara.
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La
liberazione
I
soldati russi entrarono nel villaggio nel giugno del 1877.
Un mese più tardi, nella città vicina di
Byala, nella ex casa dell’amministratore turco
Mehmed Bei si insediò l’imperatore russo
Alessandro II. In due ospedali da campo lavoravano
medici e infermieri russi, tra cui la baronessa Yùlia
Petròvna Vrèvska. Le battaglie più
importanti ebbero luogo nel settembre 1877, all' esercito
russo si unirono tutti gli uomini di Koprìvets.
La
fontana, vicino al monumento in onore dei caduti nella
lotta contro il fascismo, ed il motel ”Liùliatsite”,
si trovano a 4 km ad est dal villaggio sulla strada
per la città di Popovo
Oggigiorno
Koprivets conta 1175 abitanti.
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