La Macchina del tempo

La “Macchina del tempo” è dedicata a
Gheòrghi Dragànov,
chi non è riuscito a pubblicare in vita
i suoi studi sul villaggio.

Gli autori

Periodo preistorico

I primi indizi dell’esistenza del villaggio di Koprivets risalgono a settemila anni a.C. come testimoniano i reperti scoperti sul territorio durante le spedizioni realizzate dai gruppi archeologici del Museo storico di Russe.
Al periodo Neolitico risalgono i resti delle abitazioni scoperti sotto il terreno dell’attuale cimitero.
Sono stati trovati reperti in ceramica e cotto recanti impronte di dita, stoviglie e frammenti di stoviglie in ceramica decorata con pittura bianca, caratteristica dei manufatti risalenti a prima del 6000 a.C.

L' uso della pittura decorativa bianca nella ceramica nel Nord della Bulgaria Centrale è definito Civiltà di Koprivets, sopravissuta solo per un corto periodo di tempo, circa 200-300 anni.
Fino ad oggi la sua prima fase è stata scoperta solamente nel suo omonimo sito e le analogie con la ceramica molto particolare di alta qualità di Hoca Tsesame V-VI (la bocca del fiume Maritsa) indicano che questo dovrebbe essere la prima presenza Neolitica conosciuta in Bulgaria, come evidenziato nel suo articolo “
Early Monochrome Neolithic in Bulgaria” il Dr. Ivan Vajsov dall'Istituto di Archeologia e Museo a Sofia.

Le analisi dei materiali osteologici di Koprivets mostrano che questi primi abitanti tenevano con se solamente alcune piccole quantità di pecore e capre e finche essi non si insediarono non effetuarono una successiva addomesticazione di bestiame seguendo le loro proprie conoscenze di addomesticazione di specie di animali più grandi
Le antiche abitazioni e tombe sono state scoperte sul territorio dell’attuale cimitero e a 300 m sudest da questo sito, nella località “Yùjeka” fra i fiumi Krayjìka (Scìpa) e Lomàna.

Resti di un antico insediamento, tra cui anfore, frammenti di ceramica appartenuti a mattoni, tegole, stoviglie di argilla e vasi sono stati trovati anche nell'area di una ex fattoria.
I reperti archeologici mostrano il modo di vivere degli uomini preistorici che qui abitavano in case di mattoni e argilla, a forma di tronco di cono con altezza di 2- 2.50 m e un diametro di 5.5- 6.0 m., vivendo di agricoltura e di allevamento.



Di più sull' argomento...

Ivan Vajsov, Early Monochrome Neolithic in Bulgaria,
INTERNATIONAL INSTITUTE OF ANTHROPOLOGY
http://www.ff.uni-lj.si/arheologija/neolitik/seminars/a9.html#iva

NEOLITHIC AND ENEOLITHIC CULTURES ON
THE TERRITORY OF BULGARIA
http://archweb-bg.cilea.it/neol.htm

I traci

Sul territorio di Koprìvets sorgeva un antico villaggio tracio, nelle località circostanti sono stati scoperti vari tumuli, due dei quali si trovano nella foresta in località Tcianadgika e in località Cenghenè ormàn (vicino alla strada che va al paese di Bànisska).
I traci si formarono come popolo fino alla prima metà del I° millenio a. C. e abitarono le terre dell’odierna Bulgaria durante l’epoca greco- romana.
Noi sappiamo dell’evoluzione storica, dei grandi muovimenti etnici e delle migrazioni sul territorio del Nord– Est Bulgaria dagli scritti di autori come Erodoto che parlano dello sviluppo culturale e demografico nella pianura del Danubio.

Mappa: Il confine tra le
prefetture
DACIA e TRACIA


Nella parte Est della valle del Danubio regnavano i Getti, secondo Erodoto la più grande e coraggiosa tribù tracia, che aveva resistito persino al re persiano Dario durante la sua marcia verso l’impero degli sciti.
Nella metà del V secolo a.C. i Getti persero la loro indipendenza e le loro terre furono incluse nei confini dell'antico stato di Odris, il primo regno dei traci.
Proprio dai tumuli e dalle necropoli scoperte dagli archeologi possiamo giudicare la bravura dei traci nella lavorazione dei metalli.
Il culmine dell’arte della civiltà tracia fu nel periodo che va dalla fine del IV secolo all’inizio del III secolo a.C.
Una interessante tomba tracia contenente opere di notevole valore scentifico e storico come stoviglie di argilla e rame, monili e gioielli d’oro è stata scoperta nella località Kuyù Karscì.
Secondo gli studi degli archeologi la tumulazione di questo nobile personaggio, probabilmente padrone del villaggio avvenne fra la fine del V - inizio del IV secolo A.C.
I reperti sono conservati nel Museo storico della città di Russe.

Eta' romana

Alla fine del I° secolo a.C. i traci che popolavano questa parte della valle del Danubio persero la loro indipendenza e furono conquistati dall’Impero Romano.
Durante il governo dell’Imperatore Traiano si ebbe un periodo di prosperità, tutta la Penisola Balcanica raggiunse un grande sviluppo economico e culturale diventando una delle più fiorenti provincie romane.
A testimonianza di questo periodo a Koprìvets sono stati ritrovati due vasi in terra cotta contenenti monete risalenti agli imperatori Traiano (98- 117) e Caracalla (211- 217) ed altre coniate all’isola di Tasos nell’Età preromana.
Il villaggio era attraversato dall’antica strada che collegava le città di Nicopolis ad Istrum e Marcionòpolis, cioè il Nord-Est della Bulgaria col Mar Nero, ed aveva quindi un’importanza strategica.
Sulla collina più alta e nella parte più stretta della valle, c'era la fortezza di Kalè Burùn, famosa come Zemìn Kalè (“la località dei serpenti”).
La fortezza era circondata sui lati Sud e Nord da profondi burroni, ed è esistita dal VI fino al IV secolo a. C., ma usata anche in epoca più tarda.
Qui sono stati scoperti frammenti di anfore risalenti al periodo V- VI secolo d.C. e 40 monete di bronzo del V secolo d.C.
Oggi possiamo vedere le rovine della Kalè Burùn a 150 m a nord dalla strada ed a 4 km a est dal villaggio odierno (sulla strada per la città di Popovo, direzione Varna).
Della Kalè Burùn parla lo studioso Karel Sckorpil nei suoi studi dedicati alle scoperte nei dintorni del fiume Russenski Lom (Kарел Шкорпил , “Опис на старините по течението на Русенски Лом”, София, 1914).



La collina dove si trovano le
rovine della Kalè Burùn

Nel II- III secolo d.C. si svilupparono città importanti come Filipopolis (Plovdiv), Augusta Traiana (Stara Zagora), Serdica (Sofia), Naisus (Nish), Pautalya (Kyustendil), Durostorum (Silistra), Marcianopolis (Devnya), Nikopolis ad Istrum (oggi vicino al villaggio Nikyup) ecc.
In quel periodo furono costruite molte strade importanti per il sistema romano delle comunicazioni.
Monete del II, III V e VI secolo d.C., stoviglie di argilla di Età Romana e Prebizantina sono state ritrovate anche vicino al lago artificiale di Koprìvets , nella località Alanàrito.
Durante il periodo romano i traci convissero con i nuovi invasori senza perdere la loro identità come popolo, ma scomparvero assimilati dagli slavi provenienti dal Sud.
Il periodo che va dall’arrivo degli slavi all’invasione ottomana è estremamente povero di testimonianze.

La dominazione turca

Le prime informazioni precise dell’esistenza del villaggio vengono da un documento incluso nel libro “Sorgenti turche della storia bulgara”, traduzione di Bistra Tzvetkova e Viara Mutafcieva.
Koprìvets è citato come: “Villagio Koprivice, appartenente a Sciumnù (oggi la città di Sciumen), case 3, reddito 166 ahcè, il 4.X.1483 ”.
In un altro documento del XV secolo si dice che il “villaggio Koprìvice della nachia Sciumnù (Sciumen)” è proprietà del turco Timurchan”.
I paesani erano obbligati ad addomesticare falchi e mandarli alla corte del sultano.
Nel XVIII secolo nella zona di Koprìvets cominciarono a stabilirsi i cosidetti balkangìi (montanari) provenienti dalle regioni di Elena e Gàbrovo.
Tra i primi immigrati vi fu Kel Ivàn del villaggio di Bibrovene, arrivato nel 1830 e capostipite delle grandi famiglie dei Kiutciùtzite, dei Kèllevi e dei Dànevi.
In quei tempi la popolazione di Koprìvets aumentò come risultato della migrazione dalla montagna verso la pianura, e contava già 283 case con circa 1800 abitanti di cui 87 famiglie bulgare e le rimanenti turchi.
La popolazione viveva di agricoltura e di allevamento, c’era anche una fornace che produceva tegole.
Il primo insegnante a Koprìvets fu Dàskal Sèyu, nel 1860 fu fondata la scuola dell'obbligo “Neòfit Rìlski” mentre la chiesa “Archànghel Mihaìl” fu costruita nel 1854.
Durante il giogo ottomano nel villaggio vivevano molte famiglie turche che ancora prima della Liberazione nel 1878 avevano comminciato a vendere le loro case ai balcangii che si trasferivano dalla montagna (Balkana).
Questo processo continua fino agli anni 20 quando la popolazione era quasi solo d’origine bulgara.

Manifestazioni con slogan come: “Studio e lavoro,
giovialità e assiduità!” fanno parte di un passato
non lontano della storia della Bulgaria.


La liberazione

I soldati russi entrarono nel villaggio nel giugno del 1877.
Un mese più tardi, nella città vicina di Byala, nella ex casa dell’amministratore turco Mehmed Bei si insediò l’imperatore russo Alessandro II.
In due ospedali da campo lavoravano medici e infermieri russi, tra cui la baronessa Yùlia Petròvna Vrèvska.
Le battaglie più importanti ebbero luogo nel settembre 1877, all' esercito russo si unirono tutti gli uomini di Koprìvets.




La fontana, vicino al monumento in onore dei caduti nella lotta
contro il fascismo, ed il motel ”Liùliatsite”, si trovano
a 4 km ad est dal villaggio sulla strada per la città di Popovo


Oggigiorno Koprivets conta 1175 abitanti.


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