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Fabbrica di pensieri che diventano parole …. Parlando della vita

NODI & SNODI

 

CHAT “INFERNO L’ANTICAMERA” 

 

canto 1 a modo mio

(PRIMA PARTE)

 

 

Nel mezzo del cammin della mia vita

(o quasi)

mi ritrovai a vagar per una chat oscura

Là ché, ogni retta via era smarrita.

 

E non sto qui a dire s’era cosa dura

questa chat selvaggia e aspra e forte

che solo a pensarci mi si rinnova la paura!

 

Spesso era tanto amara che sapea di morte

per i discorsi che vi trovai,

ma vi dirò anche di altre cose che v'ho scorte.

 

Non so bene ridire come v'intrai,

tanto  pieno ero di sonno a quel punto    

che la via reale abbandonai.

 

Ma visto che ivi io vi giunsi ,

là dove la reale terminava 

che abbandonai la paura,

 

guardai in alto, guardai in basso e vidi alle  mie spalle vestiti già di altri sorrisi coloro che van via per altri colli  e valli

 

fu allora che la paura ormai quieta

che il cuore tanto mi avea turbato che

la notte ci passai con tanto affanno

 

e con tanta passione in questo inferno.

Che non mi accorgevo che i piedi affondavo in questa acqua perigliosa e guasta,

 

Che l’anima mia, ancora rifuggiva,

al che mi volsi ad ammirarne il passo.

Ma dopo che ebbi riposato il corpo stanco,

 

ripresi la via per il mio viaggiar per stanze e anche se il piede era fermo, mi accorsi che si vedeva il basso.

 

Qui cominciò la salita, e dal primo passo vidi un serpente che strisciando lento,  mi sorrideva attirandomi verso di lui.

 

No.... che pensate non mi morse subito,

impediva soltanto il mio cammino,

che fui obbligato a ritornar più volte

 

sia dal principio del mattino,   

quando il sole montava a spegnere quelle stelle Che erano là solo per esser belle......

 

che al tramontare del sole nello sperar che non vi fosse ragione Per dare inizio al tempo della dolce stagione.

    

In codesta anticamera de la chat

Io l’avea vista appena, esta marea

essa mi apparve come un leone

 

che contro a me venisse con la testa grossa e con rabbiosa fame,

non che io non la temesse.

 

ma essa a me parea si strana  si carica della sua grettezza che molte genti fece già vivere in affanno

      

questo mi rese facile pensare al danno

che cercai con garbo di restar lontano alla sua vista, senza che io perdessi la speranza della mia altezza.

 

Nulla volli acquistar da essa, in modo che non mi giungesse il tempo di perdere la faccia, visto che, con tutti i suoi pensieri piange e s'attrista;

 

tale impressione mi fece questa bestia senza pace, che, venendomi incontro, a poco a poco si ridipingeva la vita senza color di pace.

 

a chi rovinava in basso, dinanzi a li occhi mie mi fu offerto per lungo un silenzio che pareva fioco.

 

E vidi costui in questo gran deserto,

«*Commiserare* di me», gridava lui,

quale! chi tu sei? Ombra od omo?

 

 

 

CHAT “INFERNO L’ANTICAMERA” 

 

canto 1 a modo mio (SECONDAPARTE)

 

 

Rispose: «si omo, ma tu omo già fosti,

e li parenti tuoi terron sono caprai per patria ambedue.

 

tu qui rinascesti anche se fosse tardi,

e qui vivesti senza alcun giubilio

il tempo de li dèi falsi e bugiardi.

 

io Poeta fui, e cantai di te quel giusto de la trojaia vita tua, visto che già figlio di troia tu fosti, e che lo superbo della ignoranza avesti in te.

 

Ma  perché qui ritorni e tanta noia porti? Con li discorsi tuoi senza diletto nel tuo dialetto torna all’ovile ch'è principio di tua gioia?».

 

«Or se quel poeta tu fossi a quella     fonte che tu spandi con largo sparlare», Io mai ne berrei di questa di fonte.

 

« a gli altri poeti onore e lume per e il grande amore».  E grazie al fatto di non avermi dato il tempo per cercar il tuo ignoto volume.

 

Io sono lo mio maestro e lo mio autore;    

e ne ha ammazzati tanti.... Più  per la natura malvagia, che per tanta bramosa voglia, più per fame che per piacere.

 

Molti son li animali a cui s'ammoglia,

e più saranno ancora alla fine della sera

e verrà tempo che ti farà morir con doglia.

 

Questo non ciberà fame né sapienza alcuna o amore virtuale, e la sua azione sarà riempire il portafoglio

 

Di quella umile Italia che hanno lasciato un tempo per cui morir lontano porta rimpianto, Per te nessun rimorso avrà visto che non sei stato di buon esempio.

 

E ora nel tuo discerno non ti farò da guida ne tu mi seguirai, io sarò il tuo Caronte, solo per traghettarti per loco eterno;

 

ove udirai le disperate strida,

vedrai li antichi spiriti dolenti,

ch'e la seconda morte ciascun grida;

 

vedrai color che son contenti

nel foco, perché speran di venire

quandè che sia, a le beate genti.

 

e se la tu vorrai salire, fa una cosa che ti sia più degna, prima che io ti lasci al mio partire.

 

In questo fuoco che ti brucia lento,

perché ribellante fosti a la sua legge,

e non vuole che lassù tu venga.

 

In tutti li uomini una morale impera e regge, qui l’anarchia totale è l'alto seggio, e felice colui ivi capo vi si elegge!».

 

E io a lui riecheggio

per quello Dio che tu non conoscesti,

a ciò che io fugga questo male o peggio,

 

Prima che tu mi meni là dov'or dicesti.

Sì ch'io vegga la porta del mio viver modesto per coloro a cui tu tanto mal facesti».

 

Allor lui si mosse, ma io lo tenni dietro.

JEY

PIEMME

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