KIWI THE CAT
THE WONDERFUL WONDERFUL CAT
IL GATTO E L'ARCANO
Il gatto è spesso coinvolto in situazioni strane o inquietanti.
Lo si crede dotato di insoliti poteri, un essere stregato,
una specie di tramite tra il sondabile e l'occulto…

Sarà per via del suo aspetto, allo stesso tempo inquietante e rassicurante, sarà per via delle sue movenze eleganti, felpate, ma sempre pronte, sarà per via della reale impossibilità di sorprenderlo sempre all'erta com'è nella sue attività, sarà per via dell'affascinante e intrigante pupilla, capace di restringersi fino a divenire una sottilissima fessura impenetrabile alla luce o dilatarsi assumendo riflessi fosforescenti al buio, sarà per via della sua abilità a trovare sempre e comunque, anche nell'oscurità più intensa, una sicura via di fuga… Insomma, il gatto ha offerto all'uomo innumerevoli motivi per sospettare che esso possa avere qualche contatto con l'aldilà.

Osservando un gatto si ha l'impressione che nello stesso istante sia anche "da un'altra parte" oltre che sotto i nostri occhi, che veda, che senta, che capisca, che preveda: nulla sfugge al suo sguardo, ogni nostro movimento, ogni nostro pensiero è sotto il suo controllo. Provate a sorprendere un gatto: vi accorgerete quanto sia difficile! Prima ancora che il vostro pensiero realizzi il modo per farlo, il gatto ha già trovato il modo per sfuggirvi: eppure, almeno apparentemente, voi non gli avete fornito il minimo elemento per sospettare quali fossero le vostre intenzioni. Tutto questo può certamente aver stimolato fantasia e immaginazione e fatto sorgere così leggende, credenze, miti. Non per sminuire le indubbie capacità del gatto e senza nulla voler togliere al fascino del suo essere misterioso, tuttavia ai nostri giorni è pur vero che possediamo le conoscenze scientifiche per affermare che la sensibilità è propria di tutti gli animali, e che sicuramente il gatto ne possiede un grado elevato. Più che di sensibilità è forse il caso di parlare di percettività, cioè la capacità di percepire ed analizzare in tempi brevissimi ogni più piccolo movimento, ogni battito di ciglia. Ma l'immaginazione e la fantasia vanno ben oltre la realtà e molti aspetti del comportamento del gatto, nonché le sue sembianze, alimentano o per lo meno hanno alimentato, innumerevoli miti. Non a caso, in molte produzioni letterarie come in altrettante fantasie popolari, la presenza del gatto non solo è frequente, ma indissolubilmente legata al misterioso. Appare dotato di insoliti poteri ed è protagonista di situazioni rocambolesche e intricate, coinvolto in avvenimenti inquietanti: tutte le avventure di cui è protagonista sembrano voler sottolineare il suo aspetto enigmatico. Così, il gatto non è mai compagno di avventure di "individui" normali, ma viene descritto accanto a personaggi altrettanto insoliti, e coinvolto in situazioni intricate: basti pensare al gatto di Alice o a quello con gli "stivali". Nel corso dei secoli si è creduto che il gatto facesse comunque parte di un mondo inaccessibile all'uomo. Sospettato di intimi rapporti con Satana, invocato e amato dalle streghe, era per gli Anglosassoni appartenente al mondo delle fate, degli gnomi e dei folletti. Il gatto è, comunque, il tramite (o il pretesto) per accedere all'ignoto e all'irreale… una specie di anello di congiunzione tra il mondo sondabile, che si può capire e vedere, e tutto ciò che la nostra mente non può spiegare. Quale essere sulla terra ha il privilegio di avere addirittura sette vite? E' un fascino misterioso, è il gatto di mistero ne ha davvero da vendere! Come dice Borges, il suo arcano potere ipnotico "è più remoto del Gange e del Ponente". Gli Egizi ne hanno fatto un essere sacro, lo hanno addirittura deificato, mentre nella cultura europea spesso è stato posto alle porte dell'Inferno. In ogni caso il gatto può essere orgoglioso di avere sempre avuto un ruolo da protagonista, sicuramente mai dimenticato. In una leggenda cucita sulla storia sacra della Bibbia si racconta persino che Dio volle consolare Giacobbe con la presenza di un gatto, unico animale a cui fosse permesso l'accesso in Paradiso, per la punizione inflitta ai suoi progenitori, Adamo ed Eva, ripudiati per la loro disubbidienza.

Ancora oggi, chi si interessa di poteri esoterici e magia sa che è in uso la convinzione che il gatto mantenga rapporti con i morti. Moltissime sono le testimonianze secondo le quali, dopo la morte del gatto di casa, un identico animale si muove con sospettosa circospezione nei dintorni della dimora e cerca addirittura di penetrarvi, approfittando della disattenzione dei presenti.
In un racconto irlandese del secolo scorso, estratto da una raccolta intitolata "Misteri e sortilegi del gatto", si narra la vicenda di una gattina che, insieme ai suoi piccoli, appare sulla soglia della casa di una filatrice di lana, dopo averne richiamato l'attenzione con suadente voce femminile. La notte è fredda e buia, e Judy (questo è il nome dalla gatta) informa la filatrice che una fata cattiva è in collera con lei. La gatta promette vendetta, se non le viene concesso di saldarsi con i suoi piccoli davanti al focolare. L'ospitalità della filatrice viene compensata da un lingotto d'oro lasciato nella cenere del camino.

Ma è soprattutto negli ambienti rurali e popolari, in cui è più vivo il culto della superstizione, che il gatto viene designato quale responsabile di fatti ed avvenimenti che oltrepassano l'umana comprensione.
Nei resoconti di usi e costumi popolari regionali, spesso, quando si verifica un evento che altera il tranquillo e regolare ritmo della vita campagnola, è proprio il gatto ad essere inquisito. Se il raccolto va male, è certamente colpa dei quattro gatti che trascinano il carro di Freya, la dea nordica della fertilità, che si sono vendicati con il disattento contadino, reo di non aver lasciato fuori della porta di casa le ciotole con il latte fresco per ristorarli durante il viaggio. In molte regioni d'Europa è ancora un gatto il malvagio animale che punisce, divorandoli, i ragazzi che calpestano il giovane frumento: lo spauracchio del fantomatico "gatto di grano" serve così a tenere lontani i giochi dei ragazzi, che potrebbero danneggiare i giovani germogli. E se il mietitore si ferisce con la falce e non trova subito nei dintorni un gatto disposto a leccargli le ferite, perderà sicuramente il raccolto.
Direttamente o no, il gatto è sempre chiamato in causa come colpevole di avvenimenti deprecabili, come può essere la perdita di un raccolto per chi da questo trae sostentamento.

Il gatto è ancora, secondo le tradizioni popolari, un barometro eccezionale, poiché riesce ad intuire con notevole anticipo l'arrivo di una tempesta o di un temporale, segnalandolo con svariati atteggiamenti.
Le sue uscite notturne e le assenze, le scappatelle ed i ritorni a casa, anche dopo giorni e anche se si è allontanato molto, il fatto di ritrovare la strada di casa come se qualche spirito misterioso lo guidasse… Forse per il fatto che i suoi ritorni coincidono a volte con particolari eventi, lo abbiamo creduto ad essi enigmaticamente legato. Il gatto come detentore, dunque, di indubbia saggezza è un animale dotato di prescienza, vale a dire di quella capacità di percepire in anticipo gli eventi, dote che finisce per incuriosire o per esasperare, ma comunque affascinante. E' stato anche scritto di lui, da G. Ganne, che riesce sempre a esacerbare l'immaginazione: "Chiunque abbia ricevuto le confidenze del proprio gatto sa benissimo che lo strano, per lui, è l'uomo".

Questa pagina è stata liberamente tratta da "Grande Enciclopedia del Gatto" - De Agostini - volume 4°.



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