Protesta
delle donne ascolane
«Vogliono segregare le insegnanti come nel ventennio»
«No al tentativo di favorire laccesso di personale maschile
nelle scuole attraverso incentivi, poiché rappresenterebbe
un'offesa all'intera categoria degli insegnanti, uomini e donne,
creando allo stesso tempo discriminazioni per le quali la Corte
di giustizia europea griderebbe allo scandalo». Esplode anche
ad Ascoli la protesta verso lordine del giorno presentato
dai deputati Giovanna Bianchi Clerici, Caterina Lussana e Cesare
Ercole (tutti della Lega nord) ed approvato dalla Camera dei Deputati
che «impegna il Governo a studiare forme di incentivi, costituzionalmente
compatibili, al fine di incoraggiare il reclutamento di insegnanti
maschi, in particolare nel ciclo secondario».
A scendere
in campo è il consigliere di parità della Provincia
di Ascoli, Paola Petrucci che ha preparato un documento di protesta
da presentare ai ministri Letizia Moratti e Stefana Prestigiacomo.
«Rivolgo un appello a tutti, uomini e donne, a sottoscrivere
il documento contro questo ordine del giorno -dice Paola Petrucci-.
Si può fare anche on line collegandosi al sito www.provincia.it
.
Daremo
vita, inoltre, ad assemblee nelle scuole per dimostrare lassurdità
di questo odg, che vuole svilire e diminuire il ruolo della donna
allinterno della scuola». Ma cosa prevede il testo approvato
dall'assemblea di Montecitorio? «Negli ultimi decenni si è
assistito allaccentuarsi della presenza femminile nel ruolo
di insegnante -scrivono gli onorevoli- determinata anche dalla perdita
di prestigio sociale ed economico che ha investito questa figura
professionale (...) Tale fenomeno provoca delle ripercussioni nei
processi educativi e di maturazione degli adolescenti, soprattutto
maschi, a cui vengono a mancare modelli di riferimento e di imitazione
necessari alla loro crescita». «Un documento folle ed
anticostituzionale -commenta Maria Luisa Vittori, presidente della
commissione pari opportunità-.
Sembra
di tornare al ventennio fascista quando le donne potevano insegnare
solo in campagna e non in città». Sul piede di guerra
anche il mondo sindacale con gli interventi di Elena Cantalamessa
(Cisl) e Mirella Pallotta (Ugl).
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