05-06-2003
Trasferimenti d'ufficio: i prof fanno ricorso
Sindacati in agitazione e professori impegnati nei ricorsi contro
i trasferimenti d'ufficio.
Nelle superiori milanesi mancano 252 insegnanti di materie tecniche
e materie letterarie, contemporaneamente 310 docenti di ruolo, da
settembre, saranno senza cattedra e saranno utilizzati come "dotazione
organica aggiuntiva" per supplenze e altre iniziative didattiche.
Il paradosso nasce, ovviamente, dalla incompatibilità fra
cattedre scoperte e specializzazione dei docenti, ma anche dall'indicazione
ministeriale per la costituzione di cattedre "piene" di
almeno 18 ore settimanali. In questa operazione tutti (o quasi)
gli "spezzoni" di orario sono stati utilizzati per la
costituzione delle cattedre e circa 800 insegnanti si sono trovati
senza un incarico. Risultato: circa 500 sono stati trasferiti più
o meno d'ufficio e 310 sono rimasti senza cattedra.
Ma
molte altre sono le conseguenze dell'operazione. C'è da chiedersi
infatti come, nel prossimo anno, le scuole faranno fronte all'esigenza
di supplenze brevi, di solito affidate ai docenti "a disposizione":
se tutti hanno una cattedra completa, nessuno resta a disposizione.
Ma non basta: ci sono insegnanti che per completare la cattedra
hanno dovuto farsi carico di un pacchetto di ore che ha portato
ben oltre le 18 ore: a 22 o 24. Cosa gradita in alcuni casi (per
lo straoridinario), ma non sempre. Così in altre scuole le
cattedre da utilizzare come completamento di orario sono state divise
e distribuite: tre ore di storia a un professore, tre ore di filosofia
a un altro.
Contro
tutto ciò i sindacati Cgil, Cisl, Uil scuola e Snals hanno
avviato una mobilitazione generale. E su questi obiettivi si sono
mossi i delegati delle Rsu che ieri hanno presidiato la sede della
Direzione regionale e sono stati ricevuti dal direttore Dutto.
Ma c'è anche chi ha cominciato a dare il via - con il sostegno
legale della Uil scuola - a veri e propri ricorsi alla magistratura
del lavoro per i trasferimenti che considera d'ufficio e «in
contrasto con le normative vigenti».
Gi.Gu.
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