Scuola,
un bonus in graduatoria a vantaggio dei precari «storici»
ROMA
- Bonus di 18 punti ai precari della scuola. In questo modo si dovrebbe
riequilibrare il loro divario in graduatoria con i laureati delle
Ssis (le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario),
che hanno invece 30 punti. La novità arriva dal ministero
dell'Istruzione e oggi la tabella con i nuovi punteggi sarà
esaminata dal Cnpi, il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione.
Il parere del Cnpi dovrebbe essere favorevole, anche se ci saranno
alcune osservazioni. La decisione del dicastero che ha sede a Viale
Trastevere è il frutto di una storia tormentata (si veda
la scheda a fianco), ricorsi al Tar e ordini del giorno in Parlamento.
L'idea di attribuire 30 punti ai "sissini" - come ormai
sono chiamati i laureati che hanno superato l'esame finale del corso
biennale di specializzazione - è stata fonte di polemiche
infinite. I 30 punti, infatti, hanno consentito ai "sissini"
di scavalcare in molti casi le posizioni dei precari "storici"
in graduatoria. Questi ultimi hanno dato battaglia senza tregua,
sostenuti peraltro dai sindacati che hanno molti precari tra i loro
iscritti. Le pronunce del Tar e del Consiglio di Stato hanno detto
che sono legittimi i 30 punti di bonus ai "sissini", che
però non possono cumulare altri punti se hanno svolto delle
supplenze. Il ministero stima «entro un massimo di 18 punti
- come si legge in una nota interna - l'aumento del punteggio ulteriore
conferibile agli idonei al concorso e agli abilitati nei corsi speciali»:
le due tipologie, in sostanza, presenti nelle graduatorie (a parte
i "sissini"). Il bonus di 18 punti - che non trova tutti
d'accordo a Viale Trastevere - dovrebbe dunque colmare, almeno in
parte, il distacco da chi ha avuto 30 punti, anche perchè
i precari dovrebbero vantare più anni di anzianità
(e ogni anno vale 12 punti). Ma solo con l'aggiornamento delle graduatorie,
ormai scontato, per il prossimo anno scolastico, si vedranno gli
effetti reali di questa novità. Resta da vedere quale sarà
la formulazione finale del decreto. Il Cnpi, per esempio, ha intenzione
di chiedere che il bonus per i precari sia "secco" e non
legato a meccanismi progressivi fino a un massimo, appunto, di 18
punti. Nel testo della nota ministeriale, inoltre, si afferma che
questo aumento può essere considerato anche come «eventuale
integrazione conferibile ad altro titolo (eventualmente estensibile
ai sissini)». La formulazione non è chiarissima, ma
in sostanza sembra esserci l'ipotesi di concedere i 18 punti anche
allo specializzato Ssis che abbia vinto un concorso ordinario. È
un altro punto sul quale il Cnpi non dovrebbe essere favorevole,
fermo restando che l'impianto complessivo della proposta ministeriale
dovrebbe avere, oggi, l'ok del Consiglio. Nel pomeriggio, infatti,
l'assemblea plenaria dell'organismo consultivo - che deve dare un
parere obbligatorio, ma non vincolante - si pronuncerà sul
testo messo a punto dai tecnici di Letizia Moratti. Una volta definito
il decreto ministeriale, bisognerà vedere quali saranno le
reazioni degli interessati. Come anche quelle del mondo politico:
Franco Asciutti (Forza Italia), presidente della commissione Istruzione
del Senato, sostiene che «è un passo avanti, ma si
poteva fare di più». Il rischio maggiore - ben noto
a viale Trastevere - è che contro le novità in arrivo
si scateni la controffensiva giudiziaria dei "sissini",
più volte, peraltro, minacciata. Il tutto, poi, rischia di
essere una tempesta in un bicchiere d'acqua. Perchè, con
l'attuazione della riforma Moratti, scompariranno le Ssis ed entrerà
in campo un nuovo sistema di formazione dei docenti: tre anni di
laurea, due di specializzazione, e un anno di tirocinio. L'accesso
alla specializzazione è a numero chiuso, in base ai posti
in cattedra disponibili. Ma tutto questo riguarderà l'anno
scolastico 2004/2005, come minimo. MARCO LUDOVICO GIOVANNI SCAMINACI
Martedí
08 Aprile 2003
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