Chiudi finestra
© copyright 2002, tutti i diritti riservati



La nuova scuola/ La Moratti rassicura: «I soldi ci sono, riaprirò le iscrizioni».
Il Tar dell’Emilia: «Graduatorie incostituzionali»
Spariranno i concorsi per i docenti
Con la riforma corsi a numero chiuso. Elementari anticipate per 89mila


di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - L’anticipo farà da battistrada. Già dal prossimo settembre sarà possibile iscrivere a scuola bambini di 2 e 5 anni e mezzo. Non è un obbligo, ma un opzione. Tuttavia le famiglie hanno già scelto: sono pronte a non farsi sfuggire questa opportunità. «I soldi ci sono, riaprirò le iscrizioni», ha affermato il ministro dell’Istruzione subito dopo l’approvazione definitiva della legge. Ma quanti sono i bambini che potrebbero bussare alle porte degli istituti per chiedere un posto in “primina" o alla materna? Almeno 89 mila, su un totale di 260 mila bambini con le caratteristiche anagrafiche richieste: avere compiuto 6 e 3 anni entro il 28 febbraio 2004. La stima degli 89 mila nuovi alunni è del ministero dell’Istruzione, che ha calcolato i possibili arrivi. Si parla anche di 2.550 insegnanti da assumere e 2.000 classi da attivare. Ma per l’opposizione la riforma è «incostituzionale». «Mancano le risorse finanziarie», accusa l’Ulivo. Per i sindacati è una «macchina senza benzina, che rischia di incepparsi al primo passo». Ecco cosa dice Daniela Colturani, segretario nazionale della Cisl-scuola: «Gli stanziamenti previsti nella legge non basteranno neppure a finanziare un terzo dell’anticipo.Con quali criteri sceglieranno, al momento delle iscrizioni? Lasceranno che siano le scuole ad arrangiarsi e a dire “questo sì, questo no"? Eppoi, l’anticipo dovrà fare i conti con le possibilità dei Comuni, sono loro che dovranno mettere a disposizione aule, materiali, mezzi, mense e quant’altro. L’Anci, già in passato, ha lanciato l’allarme: o vengono garantiti fondi adeguati o l’anticipo non si fa». Ma dopo le rassicurazioni della Moratti ieri sul tema delle risorse è intervenuto anche il sottosegretario Valentina Aprea: «I soldi per l'avvio della riforma e delle iscrizioni anticipate ci sono. Per il resto, non tutti i decreti attuativi comporteranno maggiori oneri e coperture finanziarie aggiuntive. Intanto, verranno riaperte le iscrizioni per far sì che in prima e seconda elementare possa partire la riforma con le nuove indicazioni nazionali, a cominciare dalla nuova organizzazione del lavoro degli insegnanti».
La legge rivoluziona anche la vita dei docenti: cambia il sistema di reclutamento, per salire in cattedra non si dovrà più superare il concorso. I professori verranno preparati in facoltà a numero chiuso, o comunque programmato, in funzione dei posti realmente disponibili. Previsti sbocchi di carriera, sulla base delle competenze e del merito, oltre a Centri universitari di eccellenza per la qualificazione permanente degli insegnanti.


E il contratto? La Moratti ha nuovamente incontrato Tremonti: «Stiamo intensificando gli scambi - ha detto - Per trovare presto una soluzione». Intanto, il conto alla rovescia per il via della riforma è cominciato Dal nuovo anno scolastico dovrebbero essere coinvolti oltre un milione di alunni della primaria: materna, elementare e media, che già troveranno nuovi programmi, e 100 mila docenti di circa 8 mila scuole. Ma quanto costerà la riforma? Per ora nessuno lo sa con certezza. Il ministero fece circolare un anno fa la cifra di 60 milioni di euro, da impegnare in un arco di tre-quattro anni. La cifra non è poi stata confermata. La Moratti, comunque, che mercoledì nel presentare la legge ha avuto l’avallo del premier Berlusconi è ottimista. «La mia scuola tra l’altro non è affatto classista - afferma il ministro - Il nostro sistema scolastico non ha mai tenuto conto di quei 400 mila alunni che non raggiungevano nè il diploma, nè una qualifica. Oggi abbiamo già 7.500 scuole che si fanno volontariamente valutare e posso promettere che entro il 2005 tutte le scuole italiane saranno valutate. Così, sarà possibile migliorare i risultati».
E di nuovo graduatorie nella bufera. Il Tar dell’Emilia Romagna ha accolto il ricorso presentato dalla Cgil-Scuola contro l'accorpamento della III e IV fascia delle graduatorie permanenti (la prima includeva il precariato storico, con due e più anni di servizio, la seconda gli abilitati, che in teoria potevano anche avere un solo giorno di servizio). Il Tar ha riconosciuto «l’incostituzionalità» del decreto varato dal ministro Moratti all’inizio dell’anno scolastico, che secondo la Cgil ha coinvolto 100 mila persone e prodotto almeno 20.000 “scavalcamenti". Ora il Tribunale amministrativo ha rimesso il giudizio alla Corte Costituzionale, che dovrà esprimere il proprio parere.