La scuola arranca per meritarsi l'Europa
Scolarizzazione, Italia ultima della classe
A Reggio risultati più alti della media
da www.mondoscuola.it
Angela
Colosimo
Fatta
l'Europa, bisogna fare gli europei, o meglio, le scuole europee:
è questo, in sintesi, il quadro emerso dal convegno «Scuola
italiana, scuola europea?», promosso dalla Fondazione Pietro
Manodori, presente con il presidente Mauro Bigi, e dall'associazione
«Treellle». Proprio il presidente dell'associazione
Attilio Oliva, ha presentato i dati riferiti ad una scuola italiana
ancora parecchio lontana dagli standard europei: rispetto alla media
europea attestata al 59%, gli italiani che conseguono un diploma
sono il 42%, mentre i laureati si appropriano di un misero 10% rispetto
al 26% nella Ue.
Ultime posizioni in classifica, dunque, in un'altalena che ci vede
contendere con la Spagna primati decisamente negativi: e questo
non perchè gli investimenti nella scuola siano inferiori.
Anzi: confrontando i dati, la spesa per la scuola risulta essere
la più alta in Europa, a discapito di quella universitaria
e per la ricerca, che invece viene surclassata da tutti i paesi
Ue. «E questo - da detto il presidente Oliva - rappresenta
una vera e propria bomba di tipo finanziario»: analizzando
gli andamenti di finanziamenti pubblici, infatti, ci si accorge
del grosso divario che si è creato negli anni fra il numero
di studenti rispetto a quello degli insegnanti. Lo sboom demografico
ha diminuito i primi del 37% dal 1960 al 2000, mentre quello dei
secondi è aumentato del 40%: come dire che quasi tutti i
soldi investiti nell'istruzione pubblica servono a pagare insegnanti
che, oltre tutto, spesso rimangono per anni in graduatorie provvisorie.
Una programmazione politica professionale non all'altezza dei tempi,
dunque, per cui a un insegnante corrispondono 11 allievi, contro
una media europea di 16. Dando un'occhiata ai dati raccolti, inoltre,
si scopre che il 5% della popolazione fra i 16 ed i 65 anni è
da considerarsi analfabeta funzionale e il 60% è in condizioni
di alto e medio rischio alfabetico: in una recente indagine dell'Ocse
gli studenti quindicenni italiani hanno evidenziato risultati significativamente
inferiori alla media in competenza funzionale di lettura, ventesimi
su 32 paesi: ovvero, facciamo fatica a costruire ragionamenti logici
che utilizzino le parole in modo corretto.
E se a livello nazionale i numeri bocciano la nostra scuola, per
quanto riguarda Reggio i valori si attestano su condizioni migliori.
Il direttore del centro servizi amministrativi Vincenzo Aiello rassicura:
«Nella nostra città, da sempre centro di pragmatismo
e concretezza per quanto riguarda le politiche scolastiche, i valori
di scolarizzazione, pur restando sotto la media europea, sono più
alti di quelli nazionale». Più dell'89% degli studenti
si diploma senza essere mai stato bocciato, e le prospettive per
il futuro, in linea con le parole della Moratti, mirano «ad
apprendere per apprendere».
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