Aula affollata nella facoltà di Lettere per il faccia
a faccia con il presidente della conferenza Ssis: domani una riunione
decisiva "Noi, aspiranti prof, fuori dalle graduatorie"Scoppia
la protesta degli specializzandi: ci boicottano, perdiamo il lavoro.
a.mo.
CHIETI.
"Nessuna esclusione, nessun compromesso, pari valore ad ogni
abilitazione": sfocia alla D'Annunzio di Chieti la protesta
degli aspiranti professori specializzandi nelle scuole universitarie
di tutta Italia (Ssis).
Ieri
in centinaia si sono dati appuntamento nella facoltà di Lettere
per incontrare il preside Gaetano Bonetta, nella qualità
di presidente della conferenza delle scuole (Codissis).A lui hanno
chiesto di impegnarsi affinché non siano compromesse le iscrizioni,
entro il 31 maggio, alle graduatorie permanenti per l'insegnamento
rischiando così di restare fuori dal mercato del lavoro.
Il
rischio, hanno ripetuto i rappresentanti degli specializzandi -
coordinamento Kius - è alto dal momento che i corsi finiscono
il 20 luglio (un mese e mezzo dopo il termine ultimo del 31 maggio)
e il ministero, nel decreto in via di pubblicazione, non prevede
alcuna deroga alle iscrizioni per le Ssis.
L'incontro
si è svolto in un'aula affollata. Forte la tensione "sfogata"
in qualche battibecco. Bonetta ha prima offerto rassicurazioni parlando
dell'imminente uscita di un altro decreto nel quale si dà
la possibilità agli aspiranti prof di iscriversi alle graduatorie
con la riserva di presentare entro il 20 luglio la certificazione
dell'abilitazione.
Poi,
su insistenti richieste degli specializzandi, si è impegnato
a convocare per domani i direttori di tutte le Ssis a Roma: in quella
sede si parlerà dell'eventualità di chiudere i corsi
entro il 31 maggio nel caso in cui anche l'atteso secondo decreto
ministeriale non contemplasse alcuna "apertura".Stanchi
ma decisi, gli studenti (370 solo in Abruzzo) si sentono presi in
giro e vittime di un braccio di ferro tra ministero e università.
In ballo ci sarebbe la maggiore autonomia che rivendicano i cattedratici.
""ognuno tira dalla sua parte senza tenere conto che in
mezzo ci siamo noi", accusano gli aspiranti prof.
Discriminazione
è la parola ricorrente nell'aula A di Lettere. Compare qualche
striscione, mentre a turno i rappresentanti delle scuole siciliane,
napoletane, romane, di Chieti e della Lombardia prendono la parola.
"Questa situazione l'avete voluta voi", sostengono rivolgendosi
generalmente a Bonetta, "perché conoscevate bene le
intenzioni del ministero. Adesso è troppo tardi, Roma non
vi ascolta e noi resteremo senza lavoro".
Al
secondo decreto che dovrebbe prevedere l'iscrizione con riserva
gli studenti non credono molto. Chiedono che la Codissis faccia
chiudere i corsi entro il 31 maggio. "Non vogliamo alcuna concessione,
ma il diritto al lavoro", incalza la rappresentante della Campania.
"Chiudere i corsi entro maggio si può", interviene
uno studente di Chieti, "noi qui alla D'Annunzio abbiamo tanti
tempi morti".
La
scuola di Roma pare abbia già deliberato in questo senso.Il
professore Saverio Santamaita, direttore della scuola di Chieti,
fa cenno di no: "Non esistono le condizioni per chiudere prima,
riteniamo che la preparazione debba essere adeguata". Gli specializzandi
partirebbero in effetti con 30 punti in più nelle graduatorie;
30 punti che per ora non servono a niente.
|