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Scuolaoggi 16-05-2003
Intervista a Beniamino Brocca: Questo decreto non va

Nella stessa compagine di maggioranza la riforma Moratti non sempre piace. Anzi viene da tempo contestata. Fra questi critici un personaggio importante nella storia della scuola italiana:

Beniamino Brocca che aveva dato il suo nome a una delle sperimentazioni più serie nei licei, a lungo presidente della commissione scuola della camera, sottosegretario alla pubblica istruzione dal 1987 al 92, attualmente responsabile scuola del Ccd.

Qualche tempo fa commentando l'innovazione del maestro tutor aveva sarcasticamente commentato: "Una vera sciocchezza".

Che ne pensa ora?. "Sono sempre dello stesso parere - dice - per le ricadute negative che questa figura avrà sul gruppo docente: non più insegnanti tutti titolari, quindi insegnanti che, se non sono tutor, si sentiranno demotivati e disimpegnati. Insegnanti di serie B".

Ma chi, e come verranno scelti i tutor? E Brocca: "Non è detto da nessuna parte quali saranno i criteri. Per ora si sa che verranno organizzati dei corsi per i dirigenti scolastici, ma al ministero non si danno problema: sono convinti che sono anche troppi gli insegnanti già preparati".

Eppure c'è stata una sperimentazione in 250 scuola per provare questa riforma. Ma la cosa anche per l'ex sottosegretario non ha grande valore: "E' ancora in corso, e comunque riguarda scuole private che già adottavano un sistema stellare di utilizzo dei docenti. Scuole, insomma, per cui il gruppo docente era un'espressione senza valore".

I sindaci sono preoccupati per il destino del tempo pieno. Lo è anche Beniamino Brocca: "Il numero delle ore equivale a quelle già esistenti, ma come verranno utilizzate nell'economia della riforma? Non si sa. Così come non si sa quale autonomia si lascerà alle scuole. Mi hanno detto che si farà a questo proposito un apposito decreto, ma intanto le scuole devono essere messe in grado di sapere che spazi di discrezionalità hanno nella scelta dei curricoli. Si dice il 5 per cento alle Regioni? E alle scuole? Qui il discorso si fa delicato, perchè è in gioco la liberà di insegnamento".

Esperto uomo di scuola Brocca sa bene che la fretta con cui si sta sviluppando questa situazione non promette nulla di buono: "Il successo di una riforma - dice - cammina sulle gambe degli insegnanti: E come si fa a non tener conto delle loro esigenze? Io condivido la preoccupazione dei sindacati che non sono stati nemmeno consultati. E poi prima bisogna chiudere il rinnovo del contratto. Continuo a insistere che si proceda con gradualità e pazienza, per non andare incontro a un insuccesso clamoroso".

Una riforma, insomma, che vuole cambiare tutto, ma che rischia di non cambiare niente. Perchè fa a meno dei suoi veri protagonisti.