12-06-2003
Napoli-Scuola,
ancora tagli
Con
il prossimo anno scolastico aumentano gli alunni, diminuiscono i
prof
Scuola, ancora tagli nelle superiori -15%
Nelle
elementari ridotti anche gli insegnanti di sostegno: uno su tre
resta a casa
Oltre mille docenti in pensione da settembre ma non saranno rimpiazzati
BIANCA DE FAZIO
L´ultima mannaia che si abbatte sulla scuola viene annunciata
in sordina, ieri mattina, nel corso di un incontro tra i dirigenti
dell´amministrazione periferica ed i sindacati. In provincia
di Napoli salta il 15% dei posti dei professori delle superiori.
Viene abbattuto del 30% l´organico degli insegnanti di sostegno
nelle scuole elementari. Due dati da far tremare i polsi. Da far
saltare sulla sedia i rappresentanti della Gilda, che hanno denunciato
la cosa ai giornali.
«Si
tagliano cattedre, si fa lievitare il numero degli alunni nelle
classi, si creano le condizioni per ridurre sia la quantità
sia la qualità dell´offerta formativa nelle scuole,
si tagliano iniziative didattiche ormai consolidate e si creano
disfunzioni nell´articolazione degli insegnamenti nelle scuole
superiori».
Sono
proprio le superiori al centro dell´ennesima decurtazione,
nonostante gli studenti aumentino di ben 3 mila unità. Tutto
va collegato alla riarticolazione delle cattedre a 18 ore, voluta
dall´ultima Finanziaria, che dopo aver causato caos nella
riorganizzazione degli organici manda a casa 1.500 professori. Il
tutto mentre giungono i dati circa i pensionamenti che scatteranno
dal 1° settembre: mille persone, tra docenti e personale ata.
Che si aggiungono ai 5 mila posti lasciati vacanti negli anni scorsi
e mai più rioccupati a causa del blocco delle immissioni
in ruolo. «Accade proprio a Napoli ed in Campania, dove i
precari sono ormai un esercito» afferma Luigi Bifulco, segretario
della Cisl scuola campana.
Vicenda,
quest´ultima, per la quale è programmata una manifestazione
nazionale a Roma lunedì 16, voluta da Cgil, Cisl, Uil e Snals
con l´obiettivo di strappare al Governo un decreto che autorizzi
le immissioni in ruolo. Già in quest´anno scolastico
i posti vuoti, a livello nazionale, erano circa 90 mila; di questi,
5 mila solo a Napoli, 10 mila in tutta la Campania. Da settembre
smetteranno di lavorare, per raggiunti limiti di età, altri
17 mila docenti (e 7 mila ata), che porteranno il totale complessivo
a ben oltre 100 mila su scala nazionale, ad oltre 10 mila in Campania.
Posti che se venissero occupati darebbero una spallata al giganteggiare
della disoccupazione. «Ma il Governo - dice Bifulco - sostiene
che la spesa per procedere alle immissioni in ruolo non rientra
nelle compatibilità di bilancio». E le scuole, gli
insegnanti, hanno il benservito. Le elementari vengono sottoposte
a dieta ferrea, con l´azzeramento dell´organico funzionale
(tutti gli insegnanti che si occupavano di progetti speciali ed
altre iniziative), ed anche i maestri regolarmente in cattedra diverranno
15.608 contro i 15.890 di quest´anno. Tagli anche per la lingua
straniera (da 647 a 573) e per il sostegno (da 2.800 a 1.972 nonostante
gli oltre 4.340 scolaretti handicappati).
Ed
ecco la mobilitazione spontanea di centinaia di prof, come quelli
di oltre 20 scuole di Napoli e Avellino riunitisi nel comitato "Docentiarrabbiati":
«Non accettiamo che alunni e docenti siano ritenuti pedine
di una scacchiera da muovere secondo logiche di mero profitto; non
accettiamo che l´organico delle scuole sia definito secondo
criteri economici, rendendo vano il principio basilare della continuità
didattica...».
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