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NORME E TRIBUTI
Bonus di 6 punti ai docenti precari

ROMA - Bonus di 6 punti ai docenti precari vincitori di concorso e 3
agli abilitati nelle sessioni speciali. È una delle ipotesi contenute
nella bozza del disegno di legge per mettere ordine nel reclutamento
e nelle graduatorie permanenti dei prof precari.

Provvedimento che, come annunciato dallo stesso ministro dell'Istruzione (si veda «Il Sole-24Ore» di ieri), sarà presentato al Consiglio dei ministri entro il prossimo 15 settembre. In queste ore si moltiplicano gli incontri
e i contatti informali tra politici, sindacalisti e tecnici del
ministero per trovare un'intesa sulla versione definitiva del testo.
In pratica, si tratterebbe di una legge-ponte, in attesa
dell'attuazione completa della riforma Moratti.

Il disegno di legge.
Il documento toccherebbe direttamente i punteggi. Prima di tutto ci
sarebbe la conferma dei 30 punti assegnati ai diplomati delle Ssis
(Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario). Punti che
sono il risultato dei due anni di corso, equiparato al servizio (12 +
12) e del bonus aggiuntivo di 6 punti. Proprio quest'ultimo punteggio
aggiuntivo verrebbe riconosciuto anche ai vincitori di concorso,
quindi ai precari cosiddetti "storici".

Mentre gli abilitati nelle sessioni speciali incasserebbero 3 punti. Si tornerebbe, quindi, a intervenire sui punteggi, dopo la sentenza del Tar Lazio che, lo scorso 14 luglio, ha imposto al ministero di ricalcolare le
graduatorie cancellando i 18 punti attribuiti ai docenti precari non
in possesso della specializzazione Ssis. Sempre in tema Ssis,
all'esame finale verrebbe inserito in commissione un ispettore
ministeriale. Una rideterminazione - per tutti - riguarderebbe il
voto finale dell'abilitazione. Oggi la valutazione parte da 12 e può
arrivare a 36 punti. In seguito al Ddl il voto sarebbe abbassato: da
un minimo di 4 a un massimo 12 punti. Inoltre, per dottorati, master
e specializzazioni si otterrebbe un massimo di 6 punti per ogni
titolo. C'è anche chi definisce "anomalo" un intervento legislativo
per definire i punteggi, trattandosi di materia amministrativa.
Decisione che potrebbe risultare in conflitto con la stessa sentenza
del Tar. Il disegno di legge stabilirebbe anche una riduzione dei
passaggi di ruolo, la quota a disposizione degli insegnanti per
passare a un altro ordine di scuola sarebbe fissata al 10% rispetto
all'attuale tetto del 60%. Dal punto di vista procedurale, ci sarebbe
piena intesa sull'iter di urgenza.

Fino a paventare che, dopo il primo via libera di uno dei rami parlamentari, il Ddl si trasformerebbe in Decreto legge, guadagnando qualche mese di tempo sul percorso previsto per il disegno di legge. Graduatorie permanenti. Giro di vite anche per mettere ordine nelle graduatorie permanenti, dove compaiono oltre 431mila posizioni, ma più di 103mila sono occupate da insegnanti già in ruolo che aspirano a una cattedra diversa.

La "ripulitura" delle graduatorie prevederebbe, per chi è
già di ruolo, l'obbligo di optare per una sola graduatoria. Una
strada per capire quanti sono realmente i docenti disoccupati. Un
dato che oggi, con le iscrizioni plurime, appare davvero difficile da
mettere a fuoco. Inoltre al Miur starebbe per scattare una verifica a
tappeto sul turn-over previsto per ogni classe di insegnamento e per
ogni provincia. Una mossa che preparerebbe, tra l'altro, il blocco
delle specializzazioni Ssis per le classi sovraffollate.

C'è chi sostiene che, in seguito al setaccio di una verifica rigorosa, il
numero dei supplenti effettivi potrebbe addirittura dimezzarsi.
Nomine in ruolo. L'intero disegno di legge viaggerebbe con l'accordo
politico sulle assunzioni in ruolo. Queste ultime verrebbero
scaglionate per quote prestabilite rispetto a ogni anno. Per tentare
di mettere chiarezza tra gli impegni del Governo e le aspettative di
quanti, da anni, inseguono una cattedra. E, a proposito di immissioni
in ruolo, da più parti non si esclude che potrebbero scattare -
naturalmente, occorre l'ok del Tesoro - entro la fine dell'anno o al
più tardi, nei primi mesi del 2004. Sarebbe una spiegazione
all'accelerazione data all'approvazione del disegno di legge. Ma un
segnale inequivocabile, sulle possibili assunzioni a tempo
indeterminato, verrà dalla Finanziaria. LUIGI ILLIANO


Venerdí 29 Agosto 2003