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avola
La scuola perderà 200 cattedre


Avola. «La Sicilia, terra «dove dicono si dorma, risponde alla medievale Controriforma della signora Moratti», asserisce il coordinatore cittadino della Margherita", Vittorio Grande, davanti ad un'aula consiliare gremita prevalentemente da docenti impauriti dalla riforma che, «dopo anni di sacrifici, rischiano seriamente il posto di lavoro». A dirigere i lavori, il presidente del gruppo parlamentare- Margherita, Andrea Colasio ed il presidente del gruppo parlamentare-Margherita all'Ars, Egidio Ortisi. I dati non sono confortanti: «Saranno perdute in provincia duecento cattedre».

Oltre al danno, la beffa: «Il disegno di legge approvato sul cosiddetto buono-scuola, stanzia millecinquecento euro per chi iscrive il proprio figlio alla scuola privata, mentre chi lo iscrive ad una scuola pubblica, riceve in sussidi la metà dell'importo». L'uditorio rumoreggia: il provvedimento è chiaramente in favore delle scuole private, «ma l'Italia è oblunga e quello che rappresentano al Nord le istituzioni private, non è altrettanto vero al Sud». Inoltre si tratterebbe, secondo il rappresentante della Margherita, «di una scelta demagogicamente clientelare».

Durante il meeting hanno preso la parola altri professionisti della scuola come Salvo Martorana e Salvo Tedesco, da un lato e Roberto Bellia e Corrado Ventaglio, dall'altro, arricchendo di contenuti il dibattito. Le lamentele: l'abolizione degli esami di riparazione, la non-condivisione degli interessi delle scuole private ecclesiastiche, il valore legale dei titoli di studio privati "che non può essere messo sullo stesso piano di quelli pubblici, ottenuti con maggiori sacrifici" e la «non competitività della scuola nel contesto lavorativo odierno».

Roberto Rubino