AKAI S5000
Con il sistema operativo 2.00, la macchina
è splendida ed efficiente. Semplice, affidabile, precisa, è
sicuramente l'expander che utilizzo più di tutti. L'ho espanso a
152 Mb e ho aggiunto la scheda effetti. Credo che uno con uno strumento
così si possa fare tutto, proprio tutto. Inoltre ha due "triplette
MIDI", e può essere utilizzato come un doppio expander con programmi
e uscite totalmente autonomi.
KORG TRITON
La più bella tastiera che io abbia usato
in vita mia. 62 note di polifonia, un campionatore con fino a 64 Mb di
memoria, un sequencer con 200.000 note... e inoltre la possibilità
di utilizzare due multieffetti in "send" e cinque multieffetti in "insert"
fra gli oltre cento disponibili (tra i più belli, un vocoder che
può esser pilotato dal segnale in ingresso, lo "scratch", il leslie
con distorsore valvolare, il simulatore valvolare, equalizzatori parametrici
e grafici...). Nell'utlimo tour ho usato solo questa tastiera come generatore
sonoro: il sequencer spediva il click al batterista, e nel campionatore
erano contenute le chitarre acustiche registrate in studio, le doppie voci
maschili, le frasi di vocoder, e un sacco di altre cose. Ottimmo per gli
organi, i pad, i pianoforti elettrici e le chitarre, i setup di batteria.
Un po' scarso nei suoni d'archi e strumentali in genere. ottima la dinamica
e la possibilità di avere i suoni su più piano sonori (può
utilizzare contemporaneamente fino a 7 riverberi stereo miscelati in proporzioni
differenti per ogni componente del suono...)
KORG WAVESTATION EX
Non credo potrei fare a meno di questa tastiera.
Ho ottenuto i più caldi pad in assoluto (più dei mitici "Analog
pad" A28 e "Soft pad A58" dell Korg 01). Tanto da sentirmi in obbligo di
ricampionarli per quarte e trattarli con il campionatore, per tenerli in
eterno. La programmazione non é difficile, ma diventa lunga e un
po' noiosa nella preparazione delle "Wavesequence" (tra l'altro un po'
datate). Utilissime le sei pagine di Jump programmabili, caldi i filtri
nonostante l'assenza della resonance compensata in parte dal parametro
"exciting amount", e vastissima la quantità di waveform a cui attingere
(di cui almeno una decina veramente indispensabili). Non è molto
pratico l'utilizzo in "multi", dal momento che molte assegnazioni devono
essere fatte e salvate nei singoli programmi, come anche il semplice panpot.
Abbastanza complete le possibilità MIDI, tanto da poterla trasformare
in una piccola master keyboard che può pilotare fino ad otto canali
contemporaneamente, inclusi i delay di attacco delle note. Ottime per l'epoca
le possibilità di assegnazione di modulazioni e buona la qualità
dei multieffetti.
KORG 01
Una scopiazzatura un pò più elaborata
dell'M1. Certamente le Waveform sono più varie, in numero maggiore
e non troppo caratterizzanti tanto da farlo riconoscere sempre. Purtroppo
è stata sfruttata troppo poco la Wave Shape Modulation, un sistema
molto interessante per modificare incredibilmente la forma d'onda di partenza.
Buoni i multieffetti, ma forse non troppa fantasia nei suoni programmati
dalla casa. Tutto sommato niente male, anche perchè dopo qualche
anno dall'uscita dell M1 si sentiva l'esigenza di portare la polifonia
almeno a 32 note.
KORG M1 REX
Storico! Anche dopo anni, non è difficile
riconoscere che è stata una grandissima tastiera. Come il DX nell'83,
l'M1 ha caratterizzato le sonorità di un'epoca, con i suoi piani
acustici (oggi sembrano poco realistici) per l'House, gli organi che usati
come bassi hanno fatto ballare una generazione di discotecomani, chitarre
pastose ancora oggi usate nei lenti (Backstreet boys...) e una sonorità
molto calda. Spizzicando tra le molte card sono stati programmati in questi
anni suoni molto interessanti, dagli strumenti acustici ai sinth lead.
KORG TR RACK
Non ho parole. quest'expander é uscito
così in sordina e così tardi rispetto alla sua versione a
tastiera, da chiedersi che cosa possa essere successo in casa Korg. Eppure,
le caratteristiche sono molto interessanti: per un prezzo molto più
accessibile, 400 patch in RAM e 400 combination, in più aggiunte
le forme d'onda interne di alcune card che dovevano essere acquistate separatamente
nel caso della versione a tastiera. L'editing é estremamente sintetico:
gli inviluppi lavorano globalmente, su molti parametri contemporaneamente:
ecco che per allungare la "coda" di un basso sarà sufficiente cambiare
un solo parametro. Purtroppo sono pochi i parametri sui quali poter
agire, e tra questi (grave handicap) manca la possibilità di cambiare
la Waveform iniziale. Ma con i suoi 800 suoni, è possibile avere
una quantità di situazioni di partenza notevole. Scomoda anche la
programmazione con degli insipidi tastini e senza la possibilità
di fare scorrere almeno una manopola. In Combination, tuttavia, è
un'expander eccezzionale: sonorità chiara e limpidezza (ottimi convertitori)
e, nonostante le 32 note di polifonia (che possono diventare sedici con
alcuni timbri) il mixer interno è concepito meravigliosamente: mandate
per riverbero e per il chorus separate per ogni canale (e fin qui c'era
arrivato anche il 1080) ma in più la possibilita' di insertare fino
ad otto effetti sui vari suoni. Anche senza andare su elaboratissimi leslie
o simulatori valvolari conla possibilità di sceglier il modello
di valvola tra tre tipi differenti, pensate solo alla possibilità
di inserire su otto suoni separati ben otto equalizzatori parametrici ogniuno
con quattro parametri inclusa la largezza di banda di ogni campana. Wonderful!
KORG MS20
E' un pezzo da conservare con cura. Due
filtri autooscillanti, la patchbay, il processore audio per ricavare da
un suoni l'inviluppo, la frequenza e l'innesco, permettono di ottenere
un dei risultati interessanti. E' collegato via midi tramite il Novation
Bass Station , ma già prima che fosse midizzato lo utilizzavo per
triggerare suoni esterni registrati su nastro via midi: inserivo
un cavo dall'uscita gate out del processore per segnale esterno e lo collegavo
a una presa pedal in di qualsiasi tastiera .Con un segnale in ingresso,
simulava la chiusura del pedale. Una volta registrato su sequencer, trasformavo
poi in controller #64 (sustain pedal) in una nota midi. Con un piccolo
predelay midi, il sincronismo era perfetto. O ancora, con l'amplificatore
controllato in tensione triggeravo voci e pad con un semplice segnale ad
impulso esterno. I filtri in autooscillazione sono così stabili
da coprire l'intera gamma udibile senza grandi escursioni in ampiezza fino
ad arrivare ben oltre i 15.000 hertz dichiarati: con un oscilloscopio,
si può seguire perfettamente la forma d'onda anche quando supera
di gran lunga le massime frequenza udibili. In
questo
sito troverete addirittura gli schemi elettrici dettagliati e le "patch
sheet" per appuntarsi le regolazioni (assieme a quelle dei più famosi
sinth d'epoca).
ROLAND
JP 8000
Ecco un altro strumento di cui sono veramente
entusiasta. Per alcuni aspetti sembra di avere un sintetizzatore d'epoca,
con le sue forme d'onda minimaliste ma già calde. Purtroppo questo
strumento si avvale della sintesi per modelli fisici e ha un'allocazione
non dinamica: solo due timbri per volta, polifonia massima otto note e
obbligo di decidere il numero di voci utilizzato per ogni timbro (come
lo Z1). Ma il suono è uno spettacolo. Acoltate le demo e vi potrete
render conto delle possibilità. Con il ribbon controller è
facilissimo assegnare i parametri che cambieranno: una volta premuto il
tasto "Ribbon Controller", basta muovere tutti i potenziometri nella quantità
e nella direzione interessata. Ecco che con un solo controllo possiamo
simulare lo spostamento di decine di potenziometri, in poco tempo e senza
dover combattere con lunghe programmazioni numeruche. per finire, ogni
suono ha il suo chorus, il suo eco e la sua equalizzazione separata e programmabile.
Bella l'estetica, peccato quella plastica leggera e quei potenziometri
un po' stantii...
ROLAND 1080 4EXP
Che dire del buon JV1080 che non si sappia
già? Oramai, assieme al 2080, rappresentano uno standard. I convertitori
e i processori non suonano bene così come quelli del Trinity, ma
la varietà di forme d'onda di base e la possibilità data
dalle card interne lo rendono ottimo. La programmazione è semplicissima
e senza sorprese. Forse 32 "performances" sono un po pochine per uno strumento
d'oggi, ma non bisogna dimenticare che non erano in molti (quando è
stato presentato lo strumento) a proporre performances di 16 timbri contemporaneamente.
Ottime le schede "Orchestral", "Word", "'60/'70" (una collezione di organi,
pianoforti el. ed altre tastiere vintage).
NOVATION BASS STATION RACK
Questo moduletto è stato uno dei primi
cloni del TB303. In realtà le possibilità sono molte di più.
Con 100 suoni programmabili e la possibilità di registrare ogni
variazione di parametri via MIDI rappresenta un accessorio dalle mille
qualità. Ma non è finito qui: un'ingrasso sul retro permette
di processare qualsiasi suono esterno con il filtro 12/24dB. E per finire,
ingressi e uscite MIDI-Control Volt. Per i più inesperti, basterà
dire che tutti i vecchi sintetizzatori prima dell'avvento del midi, potevano
comunicare tra loro per mezzo di due segnali, il Control Volt (tensione
di controllo) ed il trigger o Gate (innesco del segnale). Ma purtroppo,
non tutte le case costruttrici adottavano gli stessi standard. Ecco che
per Midizzare un Minimoog avremmo avuto bisogno di un'interfaccia Kenton
di un modello (volt/octave), mentre per far funzionare un Korg avremmo
avuto bisogno di un modello di interfaccia differente (volt/Hertz). Ma
il Novation da la possibilità di interfacciare praticamente tutte
i vecchi sintetizzatori esistenti (che utilizzino il sistema Control Volt-Gate),
permettendo liberamente di scegliere tra tensioni lineari e logaritmiche,
descivendo brevemente ma in modo conciso quale sistema adottare per ogni
tastiera.
OBERHEIM OB3 SQUARED
La sonorità dellíOberheim
OB3 squared é sicuramente il suo punto forte. Sa essere, con la
stessa convinzione, dolce ed ecclesiastica (senza il Leslie e con il riverbero
hall) o graffiante e aggressiva (con la percussione, il Leslie fast
e la saturazione a tre quarti ). Sei memorie forse sono un po' poche, ma
in compenso il prezzo è veramente interessante. Ed anche se il mobile
in legno non rappresenta una novità nei simulatori di Hammond, il
color avorio dello chassis e della tastiera lo rende piacevolmente elegante
e un poí retrò. Il MIDI out trasmette tutte le note con una
"key velocity" fissa a 28, troppo poco per pilotare qualsiasi modulo. In
compenso, tutte le funzioni (eccezion fatta per i controlli di tono) sono
trasmesse in sistema esclusivo o come controllers. Fa piacere sapere che
il progetto sia tutto italiano.