La
località di Ndiawdoune è stata individuata, inizialmente, per la portata delle
problematiche che la caratterizzano: rischio d’insicurezza alimentare,
fragilità delle produzioni agricole, degrado dell’ambiente, capacità
limitata di finanziamento di attività produttive in favore della parte più
debole della popolazione.
In
questa zona si era constatata anche una limitata attitudine alla collaborazione
tra le organizzazioni di produttori (che sono spesso gruppi di donne) e delle
istituzioni che si occupano del finanziamento delle attività legate alla
produzione agricola, nonostante le potenzialità di questa intesa in relazione
al miglioramento della sicurezza alimentare della località.
La decisione di proseguire nella stessa area
con una seconda fase di interventi progettuali è legata ai risultati positivi
realizzati nell’ambito della fase precedente di appoggio al villaggio, che ha
permesso l’instaurarsi di un reale clima di collaborazione e di fiducia,
elementi indispensabili alla buona
riuscita di ogni iniziativa.
Il
villaggio di Ndiawdoune, situato nella zona del basso delta del Fiume Senegal è
inserito nella Communauté Rurale de
Gandon (Regione di Saint Louis), che fa parte integrante della zona
eco-geografica del nord del paese.
Questa
zona è contrassegnata da un serio degrado delle condizioni climatiche -
ulteriormente aggravatosi nel corso degli ultimi anni - che ha minato
severamente le disponibilità delle risorse idrogeologiche, sia quantitative che
qualitative, dell’area.
A
questo degrado di tipo “naturale” si è aggiunto quello provocato dalla
costruzione della diga idraulica di Djama che, riducendo la portata del fiume
Senegal, ha permesso alle acque salate dell’oceano di “risalire” parte del
delta del fiume.
La
salinità delle falde acquifere sotterranee - e di conseguenza dei terreni - che
ne è seguita, ha ulteriormente danneggiato l’equilibrio ecologico della zona,
causando il deperimento delle formazioni vegetali e ha favorito l’avanzata
della desertificazione.
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