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LA POLONIA E NAPOLEONE BONAPARTE. IL DUCATO DI VARSAVIA.
Dopo la terza spartizione della Polonia molti patrioti (soprattutto ex-soldati) dovettero lasciare la Patria per evitare deportazioni e imprigionamento da parte degli aggressori. Molti di loro erano giunti in Italia dove - dopo numerose trattative tra i centri di emigrazione polacca e il governo rivoluzionario francese - il 9 gennaio 1797 furono formate le Legioni Polacche. Le Legioni, comandate da uno dei più valorosi generali polacchi, Jan Henryk Dabrowski, erano incorporate nell'esercito del generale Napoleone Bonaparte e parteciparono alla campagna d'Italia. I polacchi speravano di riconquistare la liberta della Patria combattendo contro l'Austria e la Prussia. Nello stesso 1797 è stata scritta da Jozef Wybicki una marcia per i soldati, chiamata "Mazurek Dabrowskiego":
"Jeszcze Polska nie zginela poki my zyjemy! Co nam obca przemoc wziela szabla odbierzemy. Marsz, marsz Dabrowski z ziemi wloskiej do Polski! Za twoim przewodem zlaczym sie z narodem!"
La Polonia non soccomberà finché noi viviamo! Quel che ci ha tolto la nemica forza con la sciabola riprenderemo. Marcia, marcia Dabrowski dalla terra italiana in Polonia! Sotto il tuo comando ci uniremo al popolo!
In seguito "Mazurek Dabrowskiego" divenne molto popolare e dal 1926 ad oggi è l'inno nazionale polacco. Le truppe polacche ottennero grandi successi nella Campagna d'Italia: l'occupazione di Venezia, i combattimenti contro lo Stato Pontificio, la conquista della fortezza di Gaeta e tanti altri. Nel 1799, dopo il colpo di stato di Napoleone, la Legione Polacca del Danubio, comandata dal generale Kniaziewicz, combattè sul territorio tedesco. Ebbe tra l'altro il ruolo decisivo nella battaglia di Hohenlinden nel dicembre del 1800. Dopo la pace di Lunneville nel 1801 numerosi soldati (tra cui il generale Kniaziewicz) si dimisero - questa fu la risposta alla promessa di Napoleone data all'Austria e alla Russia di non aiutare i loro nemici interni, quindi all'abbandono della cosiddetta "faccenda polacca". Circa 4.000 soldati polacchi rimasero comunque in Italia fino al 1807. Napoleone si servì delle Legioni Polacche in tutte le sue campagne: contro la Russia, l'Austria, la Prussia, in Egitto, nell'isola di Santo Domingo. Nel 1806, dopo la vittoria di Jena, l'esercito francese e quello polacco comandato dal generale Dabrowski, entrarono nei territori polacchi. Nel 1807, dopo la pace di Tylza, Napoleone, con l'approvazione dello Zar Russo Alessandro I, fondò su una parte del territorio polacco il Ducato di Varsavia: lo stato polacco sotto il protettorato francese, creato con lo scopo di difendere gli interessi francesi nel Nord-Est Europa. Nel 1808, le truppe polacche al servizio di Napoleone avevano partecipato alla guerra contro la Spagna. Nell'autunno dello stesso anno il Reggimento dei Cavalleggeri di Guardia dell'Imperatore prese parte ai combattimenti per aprire un varco per Madrid. Dopo il fallimento di numerosi tentativi da parte dell'esercito francese, lo squadrone dei cavalleggeri polacchi (120 uomini) in 8 minuti conquistò 4 batterie di cannoni che proteggevano il passaggio. Ciò provocò un'ondata di panico nelle truppe spagnole (9.000 soldati) e aprì la via verso la capitale spagnola. Questa fu la famosa carica di Somosierra, condotta dal capitano Dziewanowski, morto un mese dopo a causa delle ferite riportate durante la battaglia. "Los infernos picadores" - lancieri infernali - rimasero in Spagna fino al 1810. Nel 1809, durante la guerra di Napoleone contro l'Austria, l'esercito polacco del Ducato di Varsavia (16.000 soldati) sotto il comando del Principe Jozef Poniatowski combatté con grande successo contro l'esercito austriaco (32.000 uomini), difendendo il territorio del Ducato. Nello stesso tempo, nella grande battaglia di Wagram si impose nuovamente il famoso Reggimento Polacco dei Cavalleggeri di Guardia. Nel 1812 Napoleone condusse la sua grande armata verso Mosca. I soldati polacchi (circa 100.000) lottarono con grande coraggio a Smolensk e a Borodino e come primi entrarono a Mosca. Lì salvarono la vita di Napoleone dalle fiamme del Cremlino. Durante il ritiro dalla Russia i cavalleggeri polacchi avevano il compito di proteggere l'Imperatore. La cavalleria polacca era così temuta dai russi che essi, avvistandola, spesso scappavano senza combattere. Molti soldati dell'armata napoleonica pagavano somme enormi per avere un'uniforme polacca o anche solo un suo frammento sapendo che soltanto la vista dei colori della bandiera polacca aveva il potere di paralizzare i cosacchi. Durante la ritirata tutti i soldati abbandonarono le armi, eccetto quelli polacchi che arrivarono con tutte le loro armi e loro cannoni fino a Varsavia. Settantaduemila di loro sono rimasti per sempre sui campi di battaglia. Nel 1813 le truppe polacche si ritirarono insieme a Napoleone a ovest come retroguardia dell'armata. Il 19 ottobre, durante la "Battaglia dei Popoli" a Lipsia, morì il Principe Jozef Poniatowski (il nipote dell'ultimo Re della Polonia), il comandante supremo dell'esercito polacco e l'unico Maresciallo di Francia non-francese nominato da Napoleone. Nonostante il trattamento ambiguo di Napoleone verso i polacchi essi gli erano rimasti sempre vicini. Abbandonato dai suoi familiari e generali nel momento della deportazione sull'isola d'Elba, Bonaparte fu accompagnato alla nave da uno squadrone dei Lancieri Polacchi - "i più fedeli dei fedeli". Bisogna ricordare che anche durante la campagna dei "cento giorni" nel 1814 i polacchi combatterono valorosamente al suo fianco. IL REGNO DEL CONGRESSO.
Nel 1815 al Congresso di Vienna ci fu la spartizione del Ducato di Varsavia e la sua parte più grande fu incorporata dalla Russia. In Austria e Prussia fu messa in atto una repressione contro i polacchi che cercavano di mantenere le tradizioni e la cultura nazionale. In Russia, fortunatamente, lo Zar Alessandro I era favorevole ad uno stato polacco semi-autonomo, cosiddetto Regno del Congresso, con parlamento e costituzione propri. Cominciarono i tempi di pace e di recupero economico. Nel 1816 fu fondata l'Università di Varsavia. Nel 1825, dopo l'accesso al trono russo dello Zar Nicola I cominciò una politica di forte repressione contro i polacchi. Nel 1830, dopo la rivoluzione in Francia e in Belgio, lo Zar decise di intervenire nell'occidente contro i nuovi movimenti democratici. A tale scopo voleva servirsi dell'esercito polacco ma, una volta saputa la notizia in Polonia, la reazione fu immediata. Il 29 novembre del 1830 i cadetti della Scuola Militare della Fanteria a Varsavia, sotto il comando del sottotenente Piotr Wysocki, cominciarono l'insurrezione contro la Russia. Presto i combattimenti si estesero su tutto il territorio del protettorato russo - a Vilnius, in Wolyn e lungo i confini con la Prussia e l'Austria. Le battaglie vinte dall'esercito polacco contro le truppe del maresciallo Ivan Dybicz nel febbraio (Stoczek, Wawer, Olszynka Grochowska) e nell'aprile (Debe Wielkie, Iganie) del 1831 avevano indebolito pesantemente l'armata russa ma non furono sfruttate adeguatamente a causa dell'incapacità e, soprattutto, dell'incredulità nella vittoria dei successivi generali-comandanti: Chlopicki, Skrzynecki, Krukowiecki. Il 26 maggio del 1831 i polacchi perdono la battaglia a Ostroleka, a settembre cade Varsavia - l'insurrezione è finita. Lo Zar Nicola I comincia subito la repressione deportando in Siberia circa 25.000 persone e cancellando tutta l'autonomia del Regno del Congresso. L'Insurrezione di Novembre oltre a impedire alla Russia l'intervento nell'Europa Occidentale ha dato un esempio di coraggio agli altri paesi europei occupati dalle forze straniere.
LA GRANDE EMIGRAZIONE.
Dopo il fallimento dell'Insurrezione di Novembre molti polacchi emigrarono nell'Europa Occidentale e la loro capitale spirituale divenne Parigi. Molti di questi immigrati avevano dato un contributo significativo alla cultura polacca ed europea: lo storico Joachim Lelewel, il compositore e pianista Fryderyk Chopin, i grandi poeti del Romanticismo - Adam Mickiewicz, Juliusz Slowacki, Cyprian Kamil Norwid. Il centro dell'emigrazione polacca fu l'Hotel Lambert a Parigi da dove Adam Czartoryski per tanti anni ricordava all'Europa l'importanza della questione polacca. "PER LA VOSTRA E LA NOSTRA LIBERTA'"
Negli anni 30 e 40 dell'800 si attivarono sul territorio polacco varie associazioni e movimenti indipendentisti clandestini. Nel 1846 scoppiò l'insurrezione a Cracovia ma, senza l'appoggio dei contadini, fu dal inizio destinata a fallire. Nella battaglia di Gdow i rivoluzionari furono battuti dalle forze austriache aiutate dai contadini che combattevano contro i loro padroni. Il 4 marzo del 1846 gli austriaci entrarono a Cracovia e brutalmente repressero l'insurrezione uccidendo, tra gli altri, Edward Dembowski, uno dei comandanti. Nello stesso anno il movimento dei contadini contro i proprietari fondiari si estese notevolmente per essere in breve tempo soffocato dall'esercito austriaco. Nel 1848 i polacchi diedero un grande contributo ai movimenti rivoluzionari in Europa conosciuti come "Primavera delle Nazioni". In Italia, Adam Mickiewicz organizzò una legione polacca per aiutare gli italiani nella guerra per l'indipendenza contro l'Austria mentre i generali Dembinski e Bem con 3.000 soldati polacchi combatterono contro l'Austria per la libertà dell'Ungheria. Senza successo furono le rivolte di Poznan (contro la Prussia) e di Galizia (contro l'Austria). Nel 1863 scoppiò sulle terre polacche una rivoluzione contro la Russia, chiamata "Insurrezione di Gennaio". Fu formato un governo provvisorio polacco che, nonostante la proclamazione di varie riforme, non era riuscito a coinvolgere nella lotta per l'indipendenza tutti i gruppi sociali (soprattutto contadini). Dall'Italia arrivò con l'aiuto militare il colonnello Francesco Nullo con la Legione dei Garibaldini, ma l'insurrezione (non preparata bene e con poche armi a disposizione) fallì nel 1864 dopo un anno e mezzo di combattimenti. Il comandante dell'Insurrezione di Gennaio, Romuald Traugutt, venne catturato e giustiziato pubblicamente a Varsavia il 5 agosto del 1864 insieme ad altri quattro membri del Governo Nazionale. Cominciarono le persecuzioni e il processo di russificazione dei polacchi sui terreni occupati dalla Russia. L'Università di Varsavia e tutte le scuole polacche furono chiuse, era vietato l'utilizzo della lingua polacca nei luoghi pubblici e il Regno della Polonia fu chiamato il "Paese della Vistola". Nelle zone occupate dalla Prussia lo scopo principale della politica tedesca fu la distruzione della cultura polacca e l'eliminazione completa della lingua - parlare polacco era considerato un crimine. I contadini polacchi venivano cacciati via dalle loro terre - era loro vietato costruire e ristrutturare le proprie case. Tanti si opposero a questi provvedimenti e Wojciech Drzymala divenne famoso per aver fatto di un grande carro sulle ruote la propria abitazione per poterla spostare di mezzo metro ogni giorno e così eludere la legge antipolacca. Nella parte austriaca della Polonia le condizioni furono diverse. Dopo il 1868 i polacchi avevano semi-autonomia politica, la lingua polacca era ufficialmente in uso anche nelle Università di Cracovia e di Lwow. In seguito fu possibile una rinascita della cultura polacca su questo territorio - furono create grandi opere dal pittore Jan Matejko e dagli scrittori: Jozef Ignacy Kraszewski, Boleslaw Prus e Henryk Sienkiewicz (Premio Nobel nel 1905 per il romanzo "Quo Vadis"). Tutti i tre gli spartitori mantenevano la Polonia economicamente debole nel periodo dei grandi progressi tecnologici. Nonostante questo opere importanti sono state mandate avanti: la creazione di vari centri industriali come a Lodz (industria tessile), in Slesia (miniere di carbone), a Poznan (industria alimentare). La sudditanza (abolita da Kosciuszko nel 1794) fu restaurata e continuò in Prussia fino al 1823, in Austria fino al 1848 e in Russia fino al 1861 (ma non nella sua parte polacca). Nel 1905 una serie degli eventi (tra cui "la domenica del sangue" in Petersburg) provocò la rivoluzione sociale in Russia e anche sul territorio polacco occupato dalla stessa. Ci furono ondate di scioperi, manifestazioni e scontri con la polizia e l'esercito russo. Gli studenti polacchi abbandonarono le scuole russe, venne fondata sotto il patronato di Henryk Sienkiewicz la Società Educativa Polacca (Polska Macierz Szkolna). Dal 1906, Jozef Pilsudski, uno dei fondatori del Partito Socialista Polacco (PPS), cominciò ad organizzare numerosi gruppi paramilitari per attaccare ufficiali ed istituzioni dello Zar in Polonia. In Galizia gli austriaci permisero la fondazione di numerosi club "sportivi" guidati dall'Unione dei Tiratori (Zwiazek Strzelecki). Nel 1912 Pilsudski riorganizzò i club in regolari gruppi militari per avere sotto le armi nel 1914 circa 12.000 uomini.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE 1914-1918.
Nel periodo della Prima Guerra Mondiale i polacchi si erano trovati negli eserciti di Germania, Austria e Russia, costretti a combattere contro loro stessi e coinvolti in un conflitto che non li apparteneva. Pilsudski, considerando la Russia il nemico più pericoloso, formò le Legioni Polacche che erano al servizio dell'Austria. Altri polacchi dalla Galizia combatterono contro gli italiani dal 1915. Quasi tutte le battaglie sul Fronte Orientale avevano luogo sui territori polacchi. Dopo la caduta del regime dello Zar nel 1917, il motivo principale per cui i polacchi avevano combattuto accanto della Germania e dell'Austria cessò di esistere. Nonostante le varie promesse politiche fatte da questi paesi, Pilsudski rifiutò l'alleanza con la Germania e venne imprigionato. Nel 1918, dopo la pace in Brzesc Litewski tra la Russia e due paesi dell'Alleanza, la Seconda Brigata del generale Jozef Haller si ribellò e marciò in Ucraina per raggiungere altre truppe polacche, già formate, e combattere contro la Germania. Durante la rivoluzione in Russia le unità dell'armata polacca formarono il Primo Corpo Polacco comandato dal generale Jozef Dowbor-Musnicki ma, durante il tentativo di raggiungere la Patria, furono disarmate dai tedeschi. Rifugiati e volontari organizzarono la nuova armata a Murmansk e combatterono accanto ai Britannici sulla costa del Mar Bianco e accanto ai Francesi a Odessa ed in Siberia. Più tardi riuscirono a far ritorno in Patria. Roman Dmowski, il fondatore della destra della Lega Nazionale, aveva previsto che il vero nemico era la Germania - si recò in Francia (dove già era in azione la "Legione Bayonne") per formare insieme a Ignacy Paderewski le truppe polacche composte dai volontari dagli Stati Uniti, Canada e Brasile e dai polacchi provenienti dalle armate tedesche ed austriache. Questa armata è conosciuta come "Armata di Haller", dal nome del comandante.
RINASCITA 1918-1922.
Tutte le parti, dallo Zar Nicola al Presidente Wilson (nei suoi 14 punti), promettevano la restaurazione della Polonia ma, alla fine i polacchi avevano riconquistato l'indipendenza solamente grazie alle loro azioni quando prima la Russia e poi Paesi Centrali erano crollati in seguito alla guerra. L'11 novembre del 1918, Pilsudski, liberato dai tedeschi, proclamò l'indipendenza della Polonia e divenne Capo dello Stato e il suo Comandante Supremo. Poco dopo, all'inizio del 1919, Ignacy Paderewski (grande pianista e compositore ) fu nominato Primo Ministro. Grazie ad una insurrezione vennero liberati Poznan con la regione di Grande Polonia e la Pomerania (che apriva l'accesso al Mar Baltico). Cominciò il processo d'integrazione delle terre polacche. Nel 1919 i polacchi conquistarono Vilnius, ripresero i terreni intorno a Cieszyn (invasi prima dai cechi) e annetterono l'Ucraina occidentale nel momento in cui la giovane Repubblica di Ucraina (supportata e aiutata dalla Polonia) cadde sotto l'attacco sovietico. La Russia Sovietica, dopo aver soffocato la controrivoluzione, presta l'attenzione alla Polonia e al resto dell'Europa. Nel 1920, l'Armata Rossa cominciò ad avanzare sui territori polacchi, realizzando così il piano di "liberazione" dell'Europa dal sistema capitalista. Nell'agosto le truppe sovietiche si trovarono alle porte di Varsavia. Comincia una sanguinosa battaglia - battaglia che aveva definito il prossimo futuro dell'Europa. Il 15 agosto 1920 l'Armata Polacca, comandata da Maresciallo Jozef Pilsudski e dai generali Jozef Haller e Wladyslaw Sikorski, vince la Battaglia di Varsavia (chiamata anche "Il Miracolo sulla Vistola") e salva l'Europa dall'invasione sovietica. In poche settimane i sovietici vengono respinti lontano dal cuore della Polonia. Vale la pena sottolineare che il giovane stato polacco vinse questa guerra da solo, con le proprie forze non essendo aiutato da nessun paese europeo. Nell'ottobre venne firmato l'armistizio e nel marzo del 1921, in Ryga, il Trattato di Pace che determinò la frontiera polacca all'est. Nel 1922, in seguito a tre insurrezioni contro i tedeschi, con la decisione della Convenzione di Ginevra, tornano alla Polonia le terre dell'Alta Slesia che il Trattato di Versailles aveva affidato alla Germania.
LA SECONDA RES PUBLICA 1921-1939.
Il nuovo Stato Polacco si estese sulla superficie di 388.000 km2 dove abitavano circa 27 milioni di persone (1921) - 69,2% di nazionalità polacca, 14,3% di nazionalità ucraina, 7,8% di ebrei, 3,9% di bielorussi, 3,9% di tedeschi e 0,9% di altre nazionalità. Nel marzo del 1921 fu proclamata la nuova Costituzione, moderna e democratica. Il paese, dopo 123 anni d'occupazione straniera, aveva da fare compiti importanti: ricostruire l'economia e creare l'amministrazione pubblica su tutto il territorio. Nel 1922 il Maresciallo Pilsudski rinunciò agli incarichi pubblici. Dopo una elezione difficile, il Parlamento sceglie Gabriel Narutowicz come primo Presidente della Polonia ma, dopo una settimana d'incarico egli viene assassinato da un fanatico di estrema destra (16.12.1922). Il Paese si trovava in crisi politica ed economica. Nessuno dei tanti partiti politici riusciva a costruire un governo forte e stabile. In questa situazione il Maresciallo Jozef Pilsudski prende la decisione di acquisire il potere. Il 12 maggio del 1926 entra con le truppe fedeli a Varsavia mettendo in atto un colpo di stato. Dopo questo evento la situazione migliora ma non per molto. Il potere di Pilsudski durò fino alla sua morte nel 1935, anche se ufficialmente aveva soltanto l'incarico dell'Ispettore Generale delle Forze Armate. Essendo molto stimato dal popolo, praticamente "Il Comandante" governò la Polonia. Nonostante i suoi problemi la Seconda Res Publica riuscì a ricostruire l'economia ed avere successi in vari campi. Aveva sviluppato le industrie chimica e tessile, la produzione dell'acciaio (8 posto nel mondo - 1939) e l'industria mineraria (carbone in Alta Slesia). Nel 1924 cominciò la costruzione del nuovo porto sul Baltico a Gdynia perché la città di Gdansk (Danziga), il principale porto polacco, con la decisione di Trattato di Versailles diventò Città Libera sotto la protezione polacca ma con tanta influenza tedesca. Nel 1938 il porto di Gdynia era il più impegnato sul Mar Baltico. Si assiste ad una evoluzione della scienza (Maria Sklodowska-Curie ottene due Premi Nobel - in fisica ed in chimica) e della cultura: scrittori - Stanislaw Reymont (Premio Nobel nel 1925), Stefan Zeromski, Stanislaw Ignacy Witkiewicz, poeti - Boleslaw Lesmian, Leopold Staff, Julian Tuwim, Konstanty Ildefons Galczynski, Antoni Slonimski.
SITUAZIONE INTERNAZIONALE DELLA POLONIA PRIMA DELLA SECONDA GUERRA.
Il 24 ottobre del 1938 la Germania espresse un ultimatum verso la Polonia: il permesso di annettere la Città Libera di Gdansk al Reich ed il "corridoio" attraverso territori polacchi per poter collegare la Prussia Orientale con la Germania con un'autostrada e una linea ferroviaria extraterritoriali. Praticamente queste pretese avevano lo scopo di tagliare alla Polonia l'accesso al mare e farla dipendere economicamente e politicamente dal Terzo Reich. Nel dicembre del 1938 l'ultimatum fu ripetuto ma, il 5 maggio del 1939, venne decisamente respinto dal Ministro degli Esteri della Polonia, Jozef Beck. Prima, il 28 aprile del 1939, Hitler revocò la dichiarazione di non-aggressione tra la Germania e la Polonia. L'Inghilterra e Francia avevano il timore della crescita eccessiva della potenza del Terzo Reich. Temevano anche che la Polonia, in caso di mancato supporto delle due potenze, potesse cedere alle richieste tedesche e così far dirigere l'aggressione tedesca verso di loro. Il 31 marzo del 1939 il governo inglese garantì, quindi, l'inviolabilità dei territori polacchi (il trattato di garanzia fu firmato il 6 aprile durante la visita del Ministro Beck a Londra). In seguito il governo francese confermò i patti con la Polonia, già in vigore. Dopo l'annessione della Cecoslovacchia al Reich (1938), la Polonia si trovò confinante con lo stato tedesco a ovest, a nord (Prussia Orientale) e a sud (Cecoslovacchia). Dietro il confine orientale c'era l'Unione Sovietica. Il 23 agosto 1939 fu firmato il patto di non-aggressione tra Germania e Unione Sovietica (cosiddetto "Patto Ribbentrop - Molotov" dai nomi dei ministri incaricati) insieme con il protocollo di spartizione delle zone di influenza sul territorio polacco tra le due potenze. Il futuro della Polonia era stato deciso. Il 31 agosto del 1939 il governo polacco decide la mobilitazione militare...
© Krzysztof Bogucki, 2001
Rivoluzioni e Risorgimento
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