Renzo Kayak   

 

Qaanniorpoq
ovvero costruire un kayak

 

 

Il Retrieval Kayak
autore: Renzo Beltrame

 

 

Metodi costruttivi degli Inuit
per la realizzazione di una replica di un kayak del nord Alaska

A ciascuno strumento si richiede essere fatto colla esperienza.
Ciascuno strumento per sé debbe essere operato colla esperienza
dond'esso è nato.  (Leonardo da Vinci)

 

       

Particolare del pozzetto

Premessa
Noi kayaker ricreazionali per prima cosa scopriamo la nostra sorprendente imbarcazione, ci infiliamo dentro e pagaiamo poi fantastichiamo ed infine ragioniamo in merito. Ciò significa tornare alle origini ma nel modo esattamente contrario a quello degli Inuit. Il bambino inuit, crescendo, ha sempre visto e vissuto la costruzione dei kayak dal reperimento del materiale e sua trasformazione, ha visto con quali rudimentali attrezzi veniva costruito ma soprattutto ha assorbito molto in fatto di ingegno e volontà da dedicare alla costruzione di un'imbarcazione da usare per la sopravvivenza del nucleo famigliare.

Molti di noi si comportano secondo abitudini o mode allineate con la tendenza più attuale. Cambiamo o meglio ci sbarazziamo di auto, abiti, kayak, cose e persino di animali domestici semplicemente perché si compera, si usa e poi si getta. Il mondo di oggi è fatto così. Noi siamo abituati ai mezzi motorizzati di terra, di acqua, di aria e di spazio extraterrestre, muovere le braccia e fare la fatica di pagaiare è cosa da matti, molto meglio andare in auto fin dentro al bar o impasticcarsi per trovare nuovi paradisi....... o no!

Costruire un kayak non è difficile però bisogna annullare in parte le enormi differenze che ci separano dal passato, occorre immedesimarsi temporaneamente in un eschimese e fare più o meno quello che lui avrebbe fatto. Questa è la vera difficoltà da affrontare, il vero, personale, e talvolta insuperabile ostacolo mentale.

Fortunatamente la disciplina e la provata volontà presenti in ogni kayaker rimuovono con una certa facilità il presunto ostacolo mentale.

Costruii il mio primo bananone per i figli, per piacere personale, perché volevo insegnare loro una divertente alternativa al gommone ma soprattutto perché volevo trasmettere l'arte di arrangiarsi. Il più grande, a nove anni, mi chiese con insistenza: "che macchine occorrono per fare le macchine che poi fanno una determinata cosa?".

Mostrai a Walter una matita, una gomma, carta da lucido ed il mio tavolino da disegno (80x120 cm.), era il periodo natalizio del lontano 1973.

Il papà del bambino moderno costruì una canoa di legno e telone plasticato da camion, colore giallo e la varò nel Giugno del 1974. Il bananone tuttora esiste e naviga ed ha il merito di aver irrobustito parecchie braccia e rassodato seni (vedi home page, "Due mie canoe").

Il metodo utilizzato per la costruzione risultò poi essere l'esatto contrario di quello eschimese però Michela, Walter ed il papà ebbero la certezza che; un po’ d'ingegno, volontà e tanto desiderio di possedere "quella cosa" fanno miracoli. Persino mia moglie che ha uno smisurato rispetto per l'acqua testò la canoa.

La costruzione della canoa
Nel 1973, in Italia era relativamente facile trovare libri che trattavano la costruzione delle barche, di legno, compensato marino, vetroresina, sperai perciò di trovare qualcosa dedicato alle canoe ed ai kayak. Le mie ricerche furono un fallimento. Trovai qualche trafiletto con foto su delle riviste perché il fatto suscitava un po’ di curiosità. Fu così che perfezionai l’arte di arrangiarsi e di definire un metodo.      

  

COSA SAPERE PRIMA DELLA COSTRUZIONE

Lezione N° 1
Se in te non c'è la persistente volontà di possedere un kayak fatto con le tue mani......lascia perdere.

Lezione N° 2
Se sei in grado di costruire una pagaia, specie se di tipo aleutino, sei in grado di costruire un kayak. Se hai costruito l'ABOMINEVOLE PAGAIA DELLE NAVI (forse un giorno rivelerò questo mistero), sei in grado di costruire una pagaia e, di conseguenza, costruire un kayak. 

Lezione N° 3
Potrei essere un ghiro ma non un guru quindi pondera e critica costruttivamente quello che leggi, cerca altrove le conferme, in poche parole.....documentati meglio, scambia le esperienze, parola di chi si è trovato ad essere, suo malgrado, un "faso tuto mi".

Lezione N° 4  (vale anche se il futuro costruttore è femmina, basta cambiare le parole)
Le donne che ti stanno intorno, delle quali faccio un fantasioso ed ipotetico elenco; i fantasmi delle tue antenate, la bisnonna, la nonna, la madre, la moglie, le figlie presenti e nasciture, le fidanzate, le amiche, le amanti, le Vespucci... , nonché gli uomini tutti, amici e nemici, bambini o vecchi, devono sapere e condividere il fatto che tu intendi costruire un kayak, oggetto che solitamente, per loro, sa di misterioso e talvolta di barboso.

Lezione N° 5
Chi decide la costruzione del "Suo Kayak" imbocca una strada senza ritorno e la meta finale deve essere un risultato che si colloca tra il buono e l'eccellente.......meditate gente! Se vi riesce difficile meditare rileggete il tutto da principio poi cercate di soppesare i consigli parola per parola. In vero esiste però una via di salvezza lungo la strada senza ritorno, una scorciatoia che vi riporta ancora al punto di partenza. Io, come regola, tasto il terreno, imbocco la scorciatoia poi ripercorro per intero la via del non ritorno. Il trucco consiste nel costruire un modello in scala (1:5 nel mio caso). Per quanto i rilievi ed i disegni, tuoi o di altri, siano stati meticolosamente eseguiti si riscontra sempre qualcosa che non va. Costruendo il modello se c'è qualcosa fuori posto salta fuori ed è possibile rimediare facilmente, si acquisisce abilità e si scoprono tanti accorgimenti da trasferire nella costruzione del kayak vero.

Se la costruzione del modello è un'operazione insormontabile uno riesce sempre a salvarsi in tempo. Se il modello viene bene non solo soddisfa le tue aspettative ma piace a tutti quelli dell'elenco della lezione N°4 ed a tanti altri e, l'oggetto del tuo desiderio, non sarà più  misterioso o  barboso ma fonte di curiosità e compiacimento.

Lezione N° 6  
Trova uno spazio per la costruzione.

Il tempo non deve essere tiranno, se non te la senti, non insistere a voler fare, rimanda. Nessuno ti corre dietro, procedi con metodo, pondera. E' il risultato finale quello che conta, non sei alla catena di montaggio di un avido padrone, non farti prendere dalla fretta o ti fotti ma fatti afferrare dalla calma, parola di Rompi B. e delle ultime 8 "t".

Lezione N° 7
Settimo non rubare. Il comandamento in questo caso non funziona ! SCOPRI, RUBA, CARPISCI, APPROPRIATI, DEPAUPERA, ESTORCI, con grazia, le esperienze altrui. Acquisisci pure l'esperienza anche con lo stile di Arsenio Lupin ma non rompere. Ci sono almeno 4000 anni di esperienza da rovistare, il meno facile è sapere dove.

Se la tua volontà di apprendimento ti arricchirà di esperienza, dispensala ai bisognosi. Dimenticati ogni fatto speculativo, il progetto di un kayak ed i metodi di autocostruzione ti fanno spendere qualche soldo ma non te ne fanno guadagnare, però puoi sempre realizzare un miracolo, comincia a costruire il tuo kayak poi attrezzati per il miracolo, non si sa mai!

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