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Il Ju Jitsu in breve

 

 

 

 

 

Per tutti i praticanti di arti marziali, la difesa personale si chiama "Ju Jitsu".

Anche se può avere più nomi e aggettivi a seconda del paese di provenienza, si conviene, per meglio intenderci, di adoperare lo stesso nome alternandolo, negli accenni storici, con altri nomi e con il vocabolo "lotta", quest'ultima, però, non in senso sportivo.

 Il Ju-Jitsu nasce, almeno come nome, nel medioevo giapponese. Era infatti praticato dai bushi (guerrieri) che se ne servivano per giungere all'annientamento fisico dei propri avversari provocandone anche la morte,a mani nude o con armi.

II significato letterale di "Ju Jitsu" é dato dall'unione delle parole "Ju", che significa tenero, morbido, gentile, e "Jitsu" che vuole dire tecnica che può anche essere letto e interpretato come "il morbido vince il duro".

L'avversario che sta attaccando non riesce a capire quale tecnica stia subendo e trova il vuoto davanti a sé in quanto, il praticante di ju jitsu riesce a disporre della forza dell'avversario stesso; più un ipotetico aggressore cerca di colpire forte, più esso subisce un danno maggiore. Il principio, quindi, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'aggressione, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga della difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto

 In Giappone col passare dei secoli diverse scuole sono nate e si sono sviluppate all’ombra dei grandi maestri che si sono succeduti. Alla fine del 1800 il maestro Jigoro Kano (1860-1938), con lo scopo di far confluire in una disciplina sportiva lo stile de Ju-Jitsu, trasse da questo una serie di tecniche "non pericolose" che potevano essere applicate in un combattimento non cruento. Questa applicazione parziale del Ju-Jitsu prese il nome di Judo.

 II Ju Jitsu si può definire, in termini più moderni, come lo sfruttamento delle nozioni offerte dall'anatomia umana; in sintesi non é altro che uno studio completo dei difetti del corpo umano ai fini di una sempre più efficace e pronta difesa personale.

Il Ju-Jitsu da noi praticato, infatti, non è propriamente quello classico giapponese ma una versione moderna divulgata dal maestro Gianni Rossato dopo una significativa esperienza negli Stati Uniti e che è stata elaborata in oltre quaranta anni di attività.

A differenza di qualsiasi altro tipo di lotta o combattimento, sta il fatto che, il Ju Jitsu oltre a quanto menzionato non è subordinato alla forza sviluppata dai muscoli, tanto che lo sforzo o la forza nell'attacco o presa dell'avversario, per delle leggi fisiche elementari, fan si che queste passino a proprio vantaggio.

Il modo migliore per illustrarlo probabilmente è quello di citare la seguente famosa lezione di arti marziali: "Nella vita non vi é nulla di più cedevole di un soffio di aria o di una goccia d'acqua, ma chi può resistere alla forza di un tifone o di un'onda di piena?

II tifone o l'onda di piena non sono altro che i movimenti di massa dell'aria o dell'acqua, che hanno avuto inizio in un soffio d'aria o in unica goccia d'acqua entrambi cedevoli.

II buon praticante, é rilassato, fisicamente a suo agio, spiritualmente illuminato, ma possiede la capacità di rendersi uguale a un furioso tifone o a una gigantesca onda di piena e di spazzare via ogni ostacolo, quando é in pericolo la sua vita o quella di coloro che ama.

Tutti possono praticare il Ju-Jitsu; i bambini (a partire da 6 anni), i ragazzi, uomini e donne di salute normale che non presentino controindicazioni alla pratica sportiva non agonistica.

Dal punto di vista fisico i benefici riguardano lo sviluppo armonico (soprattutto nell’adolescente), l’aumento del tono muscolare, il miglioramento di funzioni come la coordinazione, la mobilità articolare, la resistenza, la velocità ed i riflessi. Il corpo esercita una ginnastica completa e ricreativa, non dimenticando le stimolazioni metaboliche e neuroendocrine.

Grazie alla pratica si acquisisce in socievolezza e sicurezza interiore con benefici psichici, quali la creatività , l’autocontrollo, il rispetto per l’avversario, la conoscenza più approfondita del proprio IO: in ultima analisi un equilibrio tra livello fisico, emozionale e mentale.

 La pratica sportiva, infine, ci permette di occupare l’attenzione (in modo particolare dei giovani) evitando distrazioni pericolose. L’atleta è "spinto" a imitare i soggetti più preparati, al miglioramento continuo acquisendo una sorta di mentalità positiva che sarà senz’altro utile anche nella vita.

In sostanza con il Ju-Jitsu si raggiunge una buona forma fisica, il controllo delle attività mentali (concentrazione, calma, equilibrio) e un’ottima capacità di difesa personale.
 


I GRADI

I gradi, che servono a classificare la preparazione del praticante, sono divisi in due gruppi: i Kyu ed i Dan così suddivisi:

Tabella dei Kyu (principianti)
6° kyu Rokkyu cintura bianca
5° kyu Gokyu cintura gialla
4° kyu Yonkyu cintura arancione
3° kyu Sankyu cintura verde
2° kyu Nikyu cintura bleu
1° kyu Ikkyu cintura marrone
Tabella dei Dan (esperti)
1° dan Shodan cintura nera
2° dan Nidan cintura nera
3° dan Sandan cintura nera
4° dan Yodan cintura bianca e rossa
5° dan Godan cintura rossa e bianca
6° dan Rokkudan cintura rossa e nera
7° dan Shichidan cintura rossa e nera
8° dan Hachidan cintura rossa e nera
9° dan Kudan cintura rossa
10° dan Judan cintura rossa
 

  Pagina aggiornata il 21/04/08