v      “ ULTIME ORE DI VIAGGIO”

 

“Sono appena le 18.45”, disse il signore seduto di fronte a me, rivolto con sguardo assonnato e stanco verso la signora alla sua sinistra che, appoggiata con la tempia allo spiraglio fatto con la mano nel vetro umido e appannato del finestrino, fissava fuori con i suoi due occhioni.

Mi venne spontaneo pensare cosa mai potesse guardare, dato che fuori tutto era nebbia e per di più ormai già notte.La donna non rispose, ed il signore diede a vedere di non prendersela molto, tanto che appoggiata la nuca al cuscino si assopì.

Io avevo voglia di parlare, o meglio che qualcuno mi parlasse, distraendomi dai miei pensieri non troppo allegri, che tanto erano insistenti si tramutavano per attimi in problemi.

Non certo problemi di quelli seri! Andavo soltanto a prestare servizio militare e non ad una decapitazione, ma che ad ogni modo mi davano da riflettere.… dato il mondo a me nuovo cui andavo incontro, per quello civile e libero che per un po’ avrei lasciato alle mie spalle.

Mi distolsero dai miei pensieri dei passi nel corridoio… era un controllore. Io mi alzai e sporgendomi con il capo fuori del compartimento e con voce tremula chiesi:

“ Quante fermate ci sono ancora per Villa Vicentina? “ Lui, senza fermarsi, rispose secco e con un leggero sorriso “ Due, spina “, “ Grazie “ risposi io altrettanto spontaneamente, accompagnato da un sorriso forzato e molto meno ironico del suo.

Rientrai nel compartimento e subito la signora mi disse “ Stia pure seduto tranquillo giovane, quando siamo a Villa Vicentina l’avverto io “.

Sedendomi le risposi “ Grazie, mi fa un gran favore, sono nuovo di queste parti, non vorrei sbagliare e ritardare proprio oggi che è il primo giorno, lì tra l’altro non so nemmeno come la prenderebbero! “

La signora non disse più nulla, riprese a fissare il vuoto fuori del finestrino come se io non esistessi.

Sentivo che ero ormai vicino e non riuscivo più a nascondere la mia preoccupazione, certamente leggibile sul mio viso.

Dopo poco la signora si rivolse verso di me e disse “ La prossima fermata è la sua “, ed aggiunse “Non si stia a preoccupare, vedrà il tempo passa in fretta non se ne renderà nemmeno conto.

Poi qui ha anche da divertirsi, specialmente l’estate, Grado e Lignano a due passi, con un po’ di fantasia può anche diventare una gita di piacere, si tranquillizzi ”.

Nel frattempo io avevo iniziato a prepararmi, in piedi nel mezzo del compartimento mi ero già indossato il cappotto, il mio loden verde che per un periodo avrei dovuto mettere da parte sostituito da tutt’altro indumento.

La borsa da viaggio appoggiata sul sedile, la tenevo per i due manici, ascoltando le parole della signora distrattamente.

Improvvisamente il treno si fermò ed io uscii nel corridoio dicendo “ Buonasera signora e grazie “, lei rispose

“ Buonasera e buona fortuna “.

Poi scesi dal treno.

 

Giusi