v      “ Meo e il parroco povero ”

 

“ La sete “

                       

Il parroco iniziava di buon mattino a dire messa nelle varie chiesette sparse per la campagna,

raggiunte a piedi o al massimo con la bicicletta, senza distinzione se il mese dell’anno fosse

Agosto o  pieno Gennaio con la neve.

 

Ad ognuna di esse era costretto, si fa per dire, a bere vino, rigorosamente “vin santo“, versato

dalle ampolline nel Calice dal chierichetto, come sangue di Gesù, assieme all’Ostia benedetta

consumata per le comunioni.

 

Era anche costume dei contadini delle campagne dopo la S.Messa, invitare sia il parroco che

il suo chierichetto a fermarsi quanto bastasse per rifocillarsi e proteggersi dal freddo e dalle

intemperie nei casali,* vicino al camino a legna, con pane casereccio, prosciutto, salsicce,

budelluzzee* e uno due, tre…. buoni bicchiere di vino “ Èst Èst Èst “.*

 

Don Sante aveva fama di essere un buon bevitore, anzi circolava voce di essere quasi

considerato un ubriacone. Una mattina, tornato da uno dei soliti faticosi giri dalle campagne,

mentre passava dalla piazza principale per recarsi nella sua chiesa, una signora che passava

di lì, rivolgendosi a lui chiese:  “ Don Sante! Quanto avete bevuto? Non sarete mica ubriaco? “

“ Buona donna state pure tranquilla, non è come voi dite, in ogni modo, “ Rispose il parroco:

“ Voi vi chiedete soltanto quanto io ho bevuto, ma non vi domandate e certamente non sapete

quanta sete ho “.

 

* budelluzze = budella del maiale trattate ed essiccate

* Èst Èst Èst = vino tipico di Montefiascone Vt

* casali = caseggiati rurali