Lasciando le acque del meraviglioso Oriente, il sole si innalza nel firmamento per portare luce agli immortali e agli uomini che arano la terra e muoiono”

dal poema epico “l'Odissea” di Omero

Segue un articolo sulla tecnocrazia del 1996 e sulla sparizione prevista della partitocrazia (pur mostro aberrante della vita sociale)

Oggi?

Oggi, abbiamo superato e tecnocrazia e siamo in piena tecnofinanza!

In parole povere tutti i politici che parlano alla televisione sono solo dei buffoni e vediamo perché!


Quando l'On. Tremonti, nel programma del giornalista Santoro, andato in onda un anno fa parlò di “pazzi illuminati” e parlò di “tecnofinanza”, nessuno osò contestarlo o fargli qualche domanda.

Si percepiva solo un forte imbarazzo, le sue lunghe dissertazioni dovevano scivolarci addosso e così non potevano meritare un contraddittorio.

LA FACCIA DA, “PESCE MUTO” LA AVEVA PROPRIO BERTINOTTI CHE PUR AVENDO LA PAROLA GIUSTA SU TUTTO, E CHE, TUTTAVIA, IN QUELLA IMBARAZZANTE SITUAZIONE NON Osò REPLICARE.


Io penso, molto bene dell'On. Tremonti e penso che il suo fu solo un tentativo disperato di svegliare l'opinione pubblica che è deprivata, ignorante, impotente e ipnotizzata.


SUBITO nel web, cioè su “youtube”, si moltiplicarono i video registrati della trasmissione, ma tutto è rimasto nell'iperspazio virtuale di internet, come le diverse migliaia di cittadini che da oltre un decennio denunciano il signoraggio bancario, ma che non trovano alcuna eco nei media nazionali e che non sono in grado di condurre ad una approfondita riflessione la opinione pubblica, visto il muro di assoluta omertà, di quello che noi chiamiamo partiti e che invece sono solo delle dipendenze della massoneria.


In quella situazione parlò di agenzia italiana degli “illuminati” e fece il nome di diversi personaggi tra cui Veltroni.


Perché non esistono più i partiti?

Voglio partire da basso:




Dal Responsabile Provinciale per la Formazione Quadri Dirigenti Avv. Oscar Lojodice Direzione Nazionale Ufficio Formazione Quadri Dirigenti – Coordinamento Regionale 70123 – BARI – Via Giovanni Pascoli, 39 – tel. 0805796404 – fax 0805796404 - prot.1 Bari, li 7/07/96

Scorriamo alcuni passi salienti di questo documento dal titolo: “RESTITUIRE LA POLITICCA AL POPOLO”

--------------- Devo riconoscere che solo conoscendo il “signoraggio bancario” ho potuto capire la portata politica di questo documento, da me comunque ritenuto importante e conservato gelosamente dal 1996, tempo della costituzione della Associazione di Giustizia e Verità a Grumo Appula.--------------------------------

Ecco il documento di Oscar Lojodice:

Da pochi giorni si è chiuso un anno dannoso per il nostro Paese e per tutti gli italiani.

La mancanza di un governo autenticamente politico, ha ostacolato quella ripresa economica avviata dalla voglia e dalla capacità di fare degli italiani; ma ancor più gravi sono stati i danni sul piano politico; infatti il Palazzo si è allontanato di nuovo dalla gente e tante persone che avevano creduto con il proprio voto e spesso con il proprio nuovo impegno in politica di poter contare veramente, hanno visto andare in frantumi ogni speranza.


Ad osservatori politici attenti si è reso sempre più evidente il progetto di allontanare il progetto della gente dalla politica per consentire ai “tecnici” di governare senza essere costretti alla verifica del consenso; il rinvio continuo delle elezioni, infatti, tende a vanificare il momento della necessaria verifica. L'area dell'astensionismo è destinata a crescere quanto più la politica apparirà alla gente come qualcosa di estraneo, così realizzando un progetto neo illuministico di una minoranza che decide su tutto.

In questo quadro è doveroso chiedere con insistenza il “ritorno alla politica”. È evidente che la politica non può e non deve essere tutto come voleva Gramsci, ma un corpo sociale non può rinunciare alla politica che è presentazione e perseguimento dei progetti, consapevolezza dell'esistenza di scelte alternative e volontà di compierle, riflessione sui mezzi in vista dei fini.

In tale prospettiva non deve essere scambiata per capacità politica una miope abilità a manovrare, rifiutando ciò che provoca contrapposizione, in quanto tutto ciò è la negazione della politica. (....) Lo scenario che si viene a configurare davanti ai nostri occhi è segnato da un conflitto senza precedenti per asprezza e rilevanza che porta ad una profonda lacerazione dell'intero corpo sociale (...) vedono uniti intorno alla sinistra i grandi potentati industriali e finanziari italiani (...) è necessario prioritariamente, smascherare la non accidentale confusione che nasce da una perversa identificazione della piena accettazione delle regole democratiche con l'adesione completa, quasi ideologica, alle degenerazioni delle prospettive politiche e culturali che, non solo non ci appartengono, ma anzi costituiscono il principale obiettivo da abbattere (...) dobbiamo essere attenti alle esigenze del mercato, ma dobbiamo essere sensibili alle aspettative dei ceti più deboli che, in questo momento come non mai, si presentano come vere e proprie emergenze in quasi tutte le aree del nostro Paese (...). Se infatti l'obiettivo di fondo per il quale siamo nati rimane l'affermazione dei valori della spiritualità di una concezione del mondo organica contrapposta alle ideologie materialiste, come sancito sin dalle prime espressioni del nostro Statuto che, all'art. 1 dice che “Alleanza Nazionale è un movimento politico che ha il fine di garantire la dignità spirituale e le aspirazioni economiche e sociali del popolo italiano, nel rispetto delle sue tradizioni di civiltà e di unità nazionale, nella coerenza con i valori di libertà personale e di solidarietà generale, (...) se è vero questo e vi crediamo realmente, dobbiamo riconoscere che è proprio attraverso la cultura che si può ricostruire quella coscienza del nostro popolo che negli ultimi decenni si è andato perdendo, smarrendo ogni identità ed appartenenza. Se accoglieremo coraggiosamente la sfida culturale, riusciremo a riaffermare un nostro ruolo di forza politica leader, superando le restrizioni ed i limiti di un ruolo svolto esclusivamente nell'ambito organizzativo e programmatico. (...) Attualmente assistiamo al fenomeno politico della proclamata “fine delle ideologie” alla quale non segue il realizzarsi della fine di “comportamenti ideologici”; infatti oggi da nessuno viene usato il termine di “tecnocrazia”, ma da tutti è usata senza difficoltà l'espressione “governo di tecnici”.

È doveroso smascherare il progetto politico sottostante ad un “governo di tecnici” che, ben lontano dall'essere provvisorio, in teoria sembra legare la propria durata a quella del mandato presidenziale di Oscar Luigi Scalfaro.

L'attuale “governo dei tecnici” è stato proposto agli Italiani come governo di transizione tra il governo politico di Berlusconi ed il prossimo governo politico; ma, se rammentiamo che prima del governo politico dell'On. Berlusconi, la Republica Italiana è stata governata dall'aprile del 93 al maggio del 1994 dal “governo tecnico” del governatore della Banca d'Italia Dr. Carlo Azelio Ciampi, sorge spontanea la riflessione: non sarà forse il breve governo “politico” del Polo ad essere stato di transizione tra i due governi tecnici guidati dai due “dipendenti” della Banca d'Italia?.

A tale proposito dobbiamo evidenziare il sostegno ricevuto dall'attuale “governo tecnico” dalle forze di centro sinistra e rende necessaria una precisazione sulla “tecnologia tecnocratica”, i cui capisaldi sono definiti dall'On. Prof. Domenico Fisichella in una sua definizione risalente agli anni settanta dalla voce “tecnocrazia” del dizionario di politica (ediz. UTET Torino 1966): “...Sono – oltre la pertinenza dell'efficienza e della competenza – la concezione della politica come segno dell'incompetenza, della corruzione e del particolarismo, il tema del disinteresse delle masse nei confronti della res pubblica con la conseguente professionalizzazione del decision-maaking, la tesi del declino delle ideologie politiche e la costituzione di una sorta di koinè tecnologica”.


La tecnocrazia, prosegue il Prof. Fisichella, intesa come regime sociale caratterizzato dall'emancipazione del potere dai suoi tradizionali connotati politici, e dall'assunzione di una diversa configurazione, spoliticizzata e di competenza.

In altri termini si assiste ad un vero e proprio spossessamento della funzione di Decision-Making sulla cosa pubblica ad opera degli esperti, i quali prendono il posto degli uomini politici, mentre la decisione di tipo politico, e perciò stesso aperta alla discrezionalità, cede il campo ad una decisione intesa come risultato di calcoli e di previsioni scientifici, e quindi del tutto priva di residui discrezionali”.


Anche tra l'Ulivo si affermano due linee di pensiero che, anche se non possono essere definite tecnocratiche, seguono itinerari diversi con idonea meta; tali linee di pensiero possono essere indicate come “pensiero debole” e “relativismo”.


In entrambi i casi si nega l'esistenza di valori assoluti e si lotta contro ogni possibile affermazione sociale e pubblica di valori assoluti.

Ed è proprio per la coincidenza di obiettivi della ideologia tecnocratica con il relativismo ed il c.d. Pensiero debole che il “governo dei tecnici”ha trovato fortissimo consenso nel campo dell'Ulivo, ma conseguentemente ha perso sempre più consenso nella società.

Se questa è la situazione politica, se questa è la situazione di malattia del corpo sociale e politico dobbiamo attuare l'unica possibile cura terapeutica che consiste nel realizzare una propaganda che abbia il duplice obiettivo di informare l'elettorato e di formarlo.

Dobbiamo ripetere continuamente agli italiani che oggi non è sospesa la democrazia, ma è sospesa la politica; un governo tecnico ha come finalità la riduzione della politica ad amministrazione.


Sulla base di queste premesse, pertanto, si deve concludere che la richiesta di nuove ed immediate elezioni politiche non scaturisce da scarsa capacità di progettazione, ma l'unica strada per consentire il ritorno alla vita politica(...).

Con questa rivalutazione della politica, non si intende accettare il motto gramsciano “tutto è politica”, ma si intende affermare che non tutto è tecnica, economia e, soprattutto, finanza.



Badate che gli dei “immortali” della tecnofinanza, monarchia dinastica segretissima e occulta, dietro il velo della storia esercitano il loro potere micidiale da prima della rivoluzione francese.

Lasciando le acque del meraviglioso Oriente, il sole si innalza nel firmamento per portare luce agli immortali e agli uomini che arano la terra e muoiono”.

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[1] Mi fu rivolta questa parola del Signore:


[7] O figlio dell'uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia.

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