venerdì 21 marzo 2008
CONDANNA DEL RELATIVISMO FILOSOFICO E MORALE DELLA MASSONERIA
Questo terribile
discorso di circa 100 anni fa è purtroppo la realtà
tragica dei giorni nostri: "la massoneria ha stravinto, tutto ha
piegato alla sua logica!"
Ogni aspetto della vita sociale è
controllato dalla massoneria che si è sostituita a tutte le
istituzioni dello Stato e ha fatto di ogni potere mafioso o
istituzionale una unica amalgama "ragionevole" quanto
mortale, poiché non è possibile più uscirne.
Un
velo di assordante silenzio si è steso sulla chiesa e sulla
società.
Il nostro Presidente della Repubblica rende gli
onori alla massoneria...
* Italia ... sei alla marmellata!
*
Mondo... sei alla marmellata!
Ridicolo è diventato il
concetto stesso di democrazia, sovranità popolare e
costituzione. Purtroppo, il controllo totale dei pochi Net Work
mondiali renderebbe inutile anche una legittimo presa di potere dei
militari che hanno giurato sulla
Costituzione!
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This
terrible discourse of around it is unfortunately 100 years ago the
tragic reality of our days:
"the freemasonry has won, all
has folded up to its logic! "
Every aspect of the social
life is checked by the freemasonry that you/he replaces all the
institutions of the State and you/he has done of every power mafioso
or institutional an only amalgam "reasonable" how much
deadly, since it is not possible more to go out of it.
A veil of
deafening silence is stretched on the church and on the society.
Our
President of the Republic makes the honors to the freemasonry...
*
Italy... are to the jam!
* I husk... are to the jam!
Ridicule
has become the same concept of democracy, popular sovereignty and
constitution. Unfortunately, the total control of the few world Net
Work would make useless also a legitimate taking of power of the
soldiers that have sworn on the Constitution!
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HUMANUM
GENUS: "LETTERA ENCICLICA AI VENERABILI FRATELLI
PATRIARCHI
PRIMATI ARCIVESCOVI VESCOVI E AGLI ALTRI
ORDINARI
AVENTI CON L’APOSTOLICA SEDE PACE E
COMUNIONE.
"CONDANNA DEL RELATIVISMO FILOSOFICO E MORALE
DELLA MASSONERIA"
VENERABILI FRATELLI SALUTE E APOSTOLICA
BENEDIZIONE
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Il
genere umano, dopo che "per l'invidia di Lucifero" si
ribellò sventuratamente a Dio creatore e largitore de' doni
soprannaturali, si divise come in due campi diversi e nemici tra
loro; l'uno dei quali combatte senza posa per il trionfo della verità
e del bene, l'altro per il trionfo del male e dell'errore. Il primo è
il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di Gesù
Cristo; e chi vuole appartenervi con sincero affetto e come conviene
a salute, deve servire con tutta la mente e con tutto il cuore a Dio
e all'Unigenito Figlio di Lui. Il secondo è il regno di
Satana, e sudditi ne sono quanti, seguendo i funesti esempi del loro
capo e dei comuni progenitori, ricusano di obbedire all'eterna e
divina legge, e molte cose imprendono senza curarsi di Dio, molte
contro Dio. Questi due regni, simili a due città che con leggi
opposte vanno ad opposti fini, con grande acume di mente vide e
descrisse Agostino, e risali al principio generatore di entrambi con
queste brevi e profonde parole: "Due città nacquero da
due amori; la terrena dall'amore di sé fino al disprezzo di
Dio, la celeste dall'amore di Dio fino al disprezzo di sé (De
Civit. Dei, lib. XIV, c.
17).
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In tutta
la lunga serie dei secoli queste due città pugnarono l'una
contro l'altra con armi e combattimenti vari, benché non
sempre con l'ardore e l'impeto stesso. Ma ai tempi nostri i
partigiani della città malvagia, ispirati e aiutati da quella
società, che larga mente diffusa e fortemente congegnata
prende il nome di Società Massonica, pare che tutti cospirino
insieme, e tentino le ultime prove. Imperocché senza più
dissimulare i loro disegni, insorgono con estrema audacia contro la
sovranità di Dio; lavorano pubblicamente e a viso aperto a
rovina della Santa Chiesa, con proponimento di spogliare affatto, se
fosse possibile, i popoli cristiani dei benefizi recati al mondo da
Gesù Cristo nostro
Salvatore.
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Gemendo
su questi mali, spesso, incalzati dalla carità, Noi siam
costretti a gridare a Dio: "Ecco, i nemici tuoi menano gran
rumore e quei che t'odiano hanno alzato la testa. Hanno formato
malvagi disegni contro i tuoi santi. Hanno detto: venite, e
cancelliamoli dai numero delle nazioni" (Psalm. XXXII,
2-5).
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In
sì grave rischio, in sì fiera ed accanita guerra al
Cristianesimo, è dover Nostro mostrare il pericolo, additare i
nemici, e resistere quanto possiamo ai disegni ed alle arti loro,
affinché non vadano eternamente perdute le anime che ci furono
affidate, e il regno di Gesù Cristo, commesso alla Nostra
tutela, non solo stia e conservisi intero, ma per nuovi e continui
acquisti si dilati in ogni parte della
terra.
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Chi
fosse e a che mirasse questo capitale nemico, che usciva fuori dai
covi di tenebrose congiure, lo compresero tosto i Romani Pontefici
Nostri Antecessori, vigili scolte a salute del popolo cristiano; e
antivenendo col pensiero l'avvenire, dato quasi il segnale,
ammonirono Principi e popoli non si lasciassero ingannare alle
astuzie e trame insidiose. Diede il primo avviso del pericolo
Clemente XII (Cost. In eminenti, 24 Aprile 1738); e la Costituzione
di lui fu confermata e rinnovata da Benedetto XIV (Cost. Providas, 18
maggio 1751). Ne seguì le orme Pio VII (Cost. Ecclesiam a Jesu
Christo, 13 Settembre 1821); poi Leone XII con l'Apostolica
Costituzione Quo graviora (Cost. in. data del 23 Marzo 1825),
abbracciando in questo punto gli atti e i decreti de' suoi
Antecessori, li ratificò e suggellò con irrevocabile
sanzione. Nel senso medesimo parlarono Pio VIII (Encicl. Traditi, 31
Maggio 1829), Gregorio XVI (Encicl. Mirari, 15 Agosto 1832) e più
volte Pio IX (Encicl. Qui pluribus, 9 Novembre 1846. Alloc.
Multiplices inter, 25 Settembre 1865,
ecc.).
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Imperocché
da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, da statuti,
riti, giornali massonici pubblicati per le stampe, oltre alle non
rare deposizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiaramente
conoscere lo scopo e la natura della setta massonica,
quest'Apostolica Sede alzò la voce, e denunziò al
mondo, la setta dei Massoni, sorta contro ogni diritto umano e
divino, essere non men funesta al Cristianesimo che allo Stato, e
fece divieto di darvi il nome sotto le maggiori pene, onde la Chiesa
suol punire i colpevoli. Di che irritati i settari e credendo di
poter, parte col disprezzo, parte con calunniose menzogne sfuggire o
scemare la forza di tali sentenze, accusarono d'ingiustizia o di
esagerazione i Papi, che le avevano
pronunziate.
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In
questo modo cercarono di eludere la autorità ed il peso delle
Costituzioni Apostoliche di Clemente XII, di Benedetto XIV, e
similmente di Pio VII, e di Pio IX. Nondimeno tra i Frammassoni
medesimi ve ne ebbe alcuni i quali riconobbero loro malgrado, che
quelle sentenze dei Romani Pontefici, ragguagliate alla dottrina e
alla disciplina cattolica, erano altamente giuste. E ai Pontefici si
unirono non pochi Principi ed uomini di Stato, i quali ebbero cura o
di denunziare all'Apostolica Sede le Società Massoniche, o di
proscriverle essi stessi con leggi speciali nei loro domini, come fu
fatto nell'Olanda, nell'Austria, nella Svizzera, nella Spagna, nella
Baviera, nella Savoia ed in altre parti
d'Italia.
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Ma
la saggezza dei Nostri Predecessori ebbe, ciò che più
conta, piena giustificazione dagli avvenimenti. Imperocché le
provvide e paterne loro cure, o fosse l'astuzia e l'ipocrisia dei
settari, ovvero la sconsigliata leggerezza di chi pure aveva ogni
interesse di tener gli occhi aperti, non avendo né sempre né
per tutto sortito l'esito desiderato, nel giro d'un secolo e mezzo la
società Massonica si propagò con incredibile celerità;
e traforandosi per via di audacia e d'inganni in tutti gli ordini
civili, incominciò ad essere potente in modo da parer quasi
padrona degli
Stati.
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Da
sì celere e tremenda propagazione ne sono seguiti a danno
della Chiesa, della potestà civile, della pubblica salute,
quei rovinosi effetti, che i Nostri Antecessori gran tempo innanzi
avevano preveduti. Imperocché siamo ormai giunti a tale
estremo da dover tremare pei le future sorti non già della
Chiesa, edificata su fondamento non possibile ad abbattersi da forza
umana, ma di quegli Stati, dove la setta di cui parliamo o le altre
affini a quella e sue ministre e satelliti, possono
tanto.
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Per
queste ragioni, appena eletti a governare la Chiesa, vedemmo e
sentimmo vivamente nell'animo la necessità di opporCi, quanto
fosse possibile, con la Nostra autorità a male si grande. E
colta bene spesso opportuna occasione, venimmo svolgendo or l'una or
l'altra di quelle capitali dottrine, in cui il veleno degli errori
massonici pareva che fosse più intimamente penetrato. Così
con la Lettera Enciclica "Quod Apostolici muneris",
sfolgorammo i mostruosi errori dei Socialisti e Comunisti: con
l'altra "Arcanum" prendemmo a spiegare e difendere il vero
e genuino concetto della famiglia, che ha l'origine e sorgente sua
nel matrimonio: con quella che incomincia "Diuturnum"
ritraemmo l'idea del potere politico, esemplata ai principi
dell'Evangelo, e mirabilmente consentanea alla natura delle cose e al
bene dei popoli e dei
sovrani.
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Ora
poi, ad esempio dei Nostri Predecessori, Ci siam risoluti di prender
direttamente di mira la stessa società Massonica nel complesso
delle sue dottrine, dei suoi disegni, delle sue tendenze, delle sue
opere, affinché, meglio conosciutane la malefica natura, ne
sia schivato più cautamente il
contagio.
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Varie
sono le sètte che, sebbene differenti di nome, di rito, di
forma, d'origine, essendo per uguaglianza di proposito e per affinità
de' sommi principi strettamente collegate fra loro, convengono in
sostanza con la setta dei Frammassoni, quasi centro comune, da cui
muovono tutte e a cui tutte ritornano. Le quali, sebbene ora facciano
sembianza di non voler nascondersi, e tengano alla luce del sole e
sotto gli occhi dei cittadini le loro adunanze, e stampino effemeridi
proprie, ciò nondimeno, chi guardi più addentro,
ritengono il vero carattere di società
segrete.
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Imperocché
la legge del segreto vi domina e molte sono le cose, che per
inviolabile statuto debbonsi gelosamente tener celate, non solo agli
estranei, ma ai più dei loro adepti: come, ad esempio, gli
ultimi e veri loro intendimenti; i capi supremi e più
influenti; certe conventicole più intime e segrete; le
risoluzioni prese, e il modo ed i mezzi da eseguirle. A questo mira
quel divario di diritti, cariche, offici tra' soci; quella gerarchica
distinzione di classi e di gradi, e la rigorosa disciplina che li
governa.
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Il
candidato deve promettere, anzi, d'ordinario, giurare espressamente
di non rivelar giammai e a nessun patto gli affiliati, i
contrassegni, le dottrine della setta. Così, sotto mentite
sembianze e con l'arte d'una continua simulazione, i Frammassoni
studiansi a tutto potere di restare nascosti, e di non aver testimoni
altro che i loro. Cercano destramente sotterfugi, pigliando sembianze
accademiche e scientifiche: hanno sempre in bocca lo zelo della
civiltà, l'amore della povera plebe: essere unico intento loro
migliorare le condizioni del popolo, e i beni del civile consorzio
accomunare il più ch'è possibile a molti. Le quali
intenzioni, quando fossero vere, non sono che una parte dei loro
disegni.
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Debbono
inoltre gli iscritti promettere ai loro capi e maestri cieca ed
assoluta obbedienza: che ad un minimo cenno, ad un semplice motto,
n'eseguiranno gli ordini; pronti, ove manchino, ad ogni più
grave pena, e perfino alla morte. E di fatti non è caso raro,
che atroci vendette piombino su chi sia creduto reo di aver tradito
il segreto, o disubbidito al comando, e ciò con tanta audacia
e destrezza, che spesso il sicario sfugge alle ricerche ed ai colpi
della
giustizia.
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Or
bene questo continuo infingersi, e voler rimanere nascosto: questo
legar tenacemente gli uomini, come vili mancipii, all'altrui volontà
per uno scopo da essi mal conosciuto: e abusarne come di ciechi
strumenti ad ogni impresa, per malvagia che sia: armarne la destra
micidiale, procacciando al delitto la impunità, sono eccessi
che ripugnano altamente alla natura. La ragione adunque evidentemente
condanna le sètte Massoniche e le convince nemiche della
giustizia e della naturale
onestà.
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Tanto
più che altre e ben luminose prove ci sono della sua rea
natura. Per quanto infatti sia grande negli uomini l'arte di fingere
e l'uso di mentire, egli è impossibile che la causa non si
manifesti in qualche modo pe' suoi effetti. "Non può un
albero buono dar frutti cattivi, né un albero cattivo frutti
buoni" (Matth. VII, 18). Ora della Massonica sètta
esiziali ed acerbissimi sono i frutti. Imperocché dalle non
dubbie prove che abbiamo testè ricordate apparisce, supremo
intendimento dei Frammassoni esser questo: distruggere da capo a
fondo tutto l'ordine religioso e sociale, qual fu creato dal
Cristianesimo, e pigliando fondamenti e nome dal Naturalismo, rifarlo
a loro senno di
pianta.
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Questo
per altro, che abbiamo detto o diremo, va inteso della setta
Massonica considerata in se stessa, e in quanto abbraccia la gran
famiglia delle affini e collegate società; non già dei
singoli suoi seguaci. Nel numero dei quali può ben essere ve
ne abbia non pochi, che, sebbene colpevoli per essersi impigliati in
congreghe di questa sorta, tuttavia non piglino parte direttamente
alle male opere di esse, e ne ignorino altresì lo scopo
finale. Così ancora tra le società medesime non tutte
forse traggono quelle conseguenze estreme, a cui pure, come a
necessarie illazioni dei comuni principi, dovrebbero logicamente
venire, se la enormità di certe dottrine non le trattenesse.
La condizione altresì dei luoghi e dei tempi fa che taluna di
esse non osi quanto vorrebbe od osano le altre. Il che però
non le salva dalla complicità con la setta Massonica, la quale
più che dalle azioni e dai fatti, vuol esser giudicata dal
complesso de' suoi
principi.
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Ora
fondamentale principio dei Naturalisti, come il nome stesso lo dice,
egli è la sovranità e il magistero assoluto dell'umana
natura e dell'umana ragione. Quindi dei doveri verso Iddio o poco si
curano, o mal ne sentono. Negano affatto la divina rivelazione; non
ammettono dogmi, non verità superiori all'intelligenza umana,
non maestro alcuno, a cui si abbia per l'autorità dell'officio
da credere in coscienza. E poiché è privilegio
singolare e unicamente proprio della Chiesa cattolica il possedere
nella sua pienezza, e conservare nella sua integrità il
deposito delle dottrine divinamente rivelate, l'autorità del
magistero, e i mezzi soprannaturali dell'eterna salute, somma contro
di lei è la rabbia e l'accanimento dei nemici. Si osservi ora
il procedere della setta Massonica in fatto di religione, là
specialmente dov'è più libera di fare a suo modo, e poi
si giudichi, se ella non si mostri esecutrice fedele delle massime
dei Naturalisti. Infatti con lungo ed ostinato proposito si procura
che nella società non abbia alcuna influenza, né il
magistero né l'autorità della Chiesa; e perciò
si predica da per tutto e si sostiene la piena separazione della
Chiesa dallo Stato. Così si sottraggono leggi e governo alla
virtù divinamente salutare della religione cattolica, per
conseguenza si vuole ad ogni costo ordinare in tutto e per tutto gli
Stati indipendentemente dalle istituzioni e dalle dottrine della
Chiesa.
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Né
basta tener lungi la Chiesa, che pure è guida tanto sicura, ma
vi si aggiungono persecuzioni ed offese. Ecco infatti piena licenza
di assalire impunemente con la parola, con gli scritti, con
l'insegnamento, i fondamenti stessi della cattolica religione: i
diritti della Chiesa si manomettono; non si rispettano le divine sue
prerogative. Si restringe il più possibile l'azione di lei; e
ciò in forza di leggi, in apparenza non troppo violente, ma in
sostanza nate fatte per incepparne la libertà. Leggi di odiosa
parzialità si sanciscono contro il Clero, cosicché
vedesi stremato ogni giorno più e di numero e di mezzi.
Vincolati in mille modi e messi in mano allo Stato gli avanzi dei
beni ecclesiastici; i sodalizi religiosi aboliti,
dispersi.
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Ma
contro l'Apostolica Sede e il Romano Pontefice arde più accesa
la guerra. Prima di tutto egli fu sotto bugiardi pretesti spogliato
del Principato civile, propugnacolo della sua libertà e de'
suoi diritti; poi fu ridotto ad una condizione iniqua, e per gli
infiniti ostacoli intollerabile; finché si è giunti a
quest'estremo, che i settari dicono aperto ciò che
segretamente e lungamente avevano macchinato fra loro, doversi
togliere di mezzo lo stesso spirituale potere dei Pontefici, e fare
scomparire dal mondo la divina istituzione del Pontificato. Di che,
ove altri argomenti mancassero, prova sufficiente sarebbe la
testimonianza di parecchi di loro, che spesse volte in addietro, ed
eziandio recentemente dichiararono, essere veramente scopo supremo
dei Frammassoni perseguitare con odio implacabile il Cristianesimo, e
che essi non si daranno mai pace, finché non vedano a terra
tutte le istituzioni religiose fondate dai
Papi.
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Che
se la setta non impone agli affiliati di rinnegare espressamente la
fede cattolica, cotesta tolleranza, non che guastare i massonici
disegni, li aiuta. Imperocché in primo luogo è questo
un modo di ingannar facilmente i semplici e gli incauti, ed un
richiamo di proselitismo. Poi con aprir le porte a persone di
qualsiasi religione si ottiene il vantaggio di persuadere col fatto
il grand'errore moderno dell'indifferentismo religioso e della parità
di tutti i culti: via opportunissima per annientare le religioni
tutte, e segnatamente la cattolica che, unica vera, non può
senz'enorme ingiustizia esser messa in un fascio con le
altre.
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Ma
i Naturalisti vanno più oltre. Messisi audacemente, in cose di
massima importanza, per una via totalmente falsa, sia per la
debolezza dell'umana natura, sia per giusto giudizio di Dio che
punisce l'orgoglio, trascorrono precipitosi agli errori estremi. Così
avviene che le stesse verità, che si conoscono pei lume
naturale di ragione, quali sono per fermo l'esistenza di Dio, la
spiritualità ed immortalità dell'anima umana, non hanno
più pei essi consistenza e
certezza.
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Or
negli scogli medesimi va per via non dissimile ad urtare la setta
Massonica. L'esistenza di Dio, è vero, i Frammassoni
generalmente la professano: ma che questa non sia in ciascun di loro
persuasione ferma e giudizio certo, essi stessi ne fan fede.
Imperocché non dissimulano, che nella famiglia massonica la
questione intorno a Dio è un principio grandissimo di
discordia; ed anzi è noto come pur di recente si ebbero tra
loro su questo punto gravi
contese.
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Fatto
sta che la setta lascia agl'iniziati libertà grande di
sostenere circa Dio la tesi che vogliono, affermandone o negandone la
esistenza; e gli audaci negatori vi hanno accesso non men facile di
quelli che, a guisa dei Panteisti, ammettono Iddio, ma ne travisano
il concetto: ciò che in sostanza riesce a ritenere della
divina natura non so quale assurdo simulacro, distruggendone la
realtà. Ora abbattuto o scalzato questo supremo fondamento,
forza è che vacillino anche molte verità di ordine
naturale, come la libera creazione del mondo, il governo universale
della provvidenza, l'immortalità dell'anima, la vita futura e
sempiterna.
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Scomparsi
poi questi, come dire, principi di natura, importantissimi per la
speculativa e per la pratica, è agevole il vedere che cosa sia
per addivenire il pubblico e il privato costume. Non parliamo delle
virtù sovrannaturali, che senza special favore e dono di Dio
niuno può né esercitare, né conseguire, e delle
quali non è possibile che si trovi vestigio in chi
superbamente disconosce la redenzione del genere umano, la grazia
Celeste, i Sacramenti, l'eterna beatitudine: parliamo dei doveri che
procedono dalla onestà naturale. Imperocché Iddio,
creatore e provvido reggitore del mondo; la legge eterna, che comanda
il rispetto e proibisce la violazione dell'ordine naturale; il fine
ultimo degli uomini, posto di gran lunga al di sopra delle create
cose, fuori di questa terra; sono queste le sorgenti e i principi
della giustizia e della moralità. I quali principi se, come
fanno i Naturalisti ed altresì i Frammassoni, si tolgano via,
incontanente l'etica naturale non ha più né dove
appoggiarsi, né come sostenersi. E per fermo la morale, che
sola ammettono i Frammassoni, e che vorrebbero educatrice unica della
gioventù, è quella che chiamano civile e indipendente,
ossia che prescinde affatto da ogni idea religiosa. Ma quanto sia
povera, incerta, e ad ogni soffio di passione variabile cotesta
morale, lo dimostrano i dolorosi frutti, che già in parte
appariscono. Imperocché ovunque essa ha cominciato a dominare
liberamente, dato lo sfratto alla educazione cristiana, la probità
e integrità dei costumi scade rapidamente, orrende e mostruose
opinioni levan la testa, e l'audacia dei delitti va crescendo in modo
spaventoso. Il che si lamenta e deplora da tutti; e spesse volte,
sforzati dalla verità, non pochi di quegli stessi l'attestano,
che pur tutt'altro
vorrebbero.
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Scusate!
Ma per lo schifo e per l'intimo dolore, io non riesco più a
leggere questo documento... perdonatemi e continuate da soli!
Excuse!
But for the disgust and for the intimate pain I don't succeed in
reading this document anymore... forgiven me and continue
alone!
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""""""""""""""""""""""""""""""""
Oltre
a ciò, per essere l'umana natura infetta dalla colpa di
origine, e perciò più proclive al vizio che alla virtù,
non è possibile vivere onestamente senza mortificare le
passioni, e sottomettere alla ragione gli appetiti. In questa pugna è
bene spesso necessario disprezzare i beni creati, e sottoporsi a
molestie e sacrifici grandissimi, a fine di serbar sempre alla
ragione vincitrice il suo impero. Ma i Naturalisti e i Massoni,
ripudiando ogni divina rivelazione, negano il peccato originale, e
stimano non esser punto affievolito né inclinato al male il
libero arbitrio (Conc. Trid. Sess. VI, De justif., c. I.). Anzi
esagerando le forze e l'eccellenza della natura, e collocando in lei
il principio e la norma unica della giustizia, non sanno pur
concepire che, a frenarne i moti e moderarne gli appetiti, ci
vogliono sforzi continui e somma costanza. E questa è la
ragione, per cui vediamo offerte pubblicamente alle passioni tante
attrattive: giornali e periodici senza freno e senza pudore;
rappresentazioni teatrali oltre ogni dire disoneste; arti coltivate
secondo i principi di uno sfacciato verismo; con raffinate invenzioni
promosso il molle e delicato vivere; insomma cercate avidamente tutte
le lusinghe capaci di sedurre e addormentare la virtù. Cose
altamente riprovevoli, ma pur coerenti ai principi di coloro che
tolgono all'uomo la speranza dei beni Celesti, e tutta la felicità
fanno consistere nelle cose caduche, avvilendola sino alla terra.
Ed
a conferma di ciò che abbiamo detto, può servire un
fatto più strano a dirsi, che a credersi. Imperocché
gli uomini scaltri ed accorti non trovando anime più
docilmente servili di quelle già dome e fiaccate dalla
tirannide delle passioni, vi fu nella setta Massonica chi disse
aperto e propose, doversi con ogni arte ed accorgimento tirare le
moltitudini a satollarsi di licenza: così lesi avrebbero poi
docile strumento ad ogni più audace disegno.
Quanto al
consorzio domestico, ecco a un dipresso tutta la dottrina dei
Naturalisti. Il matrimonio non è altro che un contratto
civile; può legittimamente rescindersi a volontà dei
contraenti; il potere sul vincolo matrimoniale appartiene allo Stato.
Nell'educare i figli non s'imponga religione alcuna: cresciuti in
età, ciascuno sia libero di scegliersi quella che più
gli aggrada.
Ora questi principi i Frammassoni li accettano
senza riserva: e non pure li accettano, ma studiansi da gran tempo di
fare in modo, che passino nei costumi e nell'uso della vita. In molti
paesi, che pur si professano cattolici, si hanno giuridicamente per
nulli i matrimoni non celebrati nella forma civile; altrove le leggi
permettono il divorzio; altrove si fa di tutto, perché sia
quanto prima permesso. Così si corre di gran passo all'intento
di snaturare le nozze, riducendole a mutabili e passeggere unioni, da
formarsi e da sciogliersi a talento.
Ad impossessarsi altresì
della educazione dei giovanetti mira con unanime e tenace proposito
la setta dei Massoni. Comprendono ben essi, che quell'età
tenera e flessibile lasciasi figurare e piegare a loro talento, e
però non esserci espediente più opportuno di questo per
formare allo Stato cittadini tali, quali essi vagheggiano. Quindi
nell'opera di educare e istruire i fanciulli non lasciano ai ministri
della Chiesa parte alcuna né di direzione, né di
vigilanza: e in molti luoghi si è già tanto innanzi,
che l'educazione della gioventù è tutta in mano dei
laici; e dall'insegnamento morale ogni idea è sbandita di quei
grandissimi e santissimi doveri, che l'uomo congiungono a
Dio.
Seguono le massime di scienza sociale. Dove i Naturalisti
insegnano, che gli uomini hanno tutti gli stessi diritti, e sono di
condizione perfettamente eguali; che ogni uomo è, per natura,
indipendente; che nessuno ha diritto di comandare agli altri; che
volergli uomini sottoposti ad altra autorità, da quella in
fuori che emana da loro stessi, è tirannia. Quindi il popolo è
sovrano: chi comanda, non aver l'autorità di comandare se non
per mandato o concessione del popolo; tantoché a talento di
questo egli può, voglia o non voglia, esser deposto. L'origine
di tutti i diritti e doveri civili è nel popolo, ovvero nello
Stato, che si regga per altro secondo i nuovi principi di libertà.
Lo Stato inoltre dev'essere ateo; tra le varie religioni non esservi
ragione di dar la preferenza a veruna: doversi fare di tutte lo
stesso conto.
Ora che queste massime piacciano ugualmente ai
Frammassoni, e che su questo tipo e modello vogliano essi foggiati i
governi, è cosa notissima, e che non ha bisogno di prova. Egli
è un pezzo, di fatti, che, con quanto hanno di forze e di
potere, apertamente lavorano per questo, spianando così la via
a quei non pochi più audaci di loro, e più avventati
nel male, che vagheggiano l'uguaglianza e comunanza di tutti i beni,
fatta scomparire dal mondo ogni distinzione di averi e di condizioni
sociali.
Da questi brevi cenni si scorge chiaro abbastanza,
che sia e che voglia la setta Massonica. I suoi dogmi ripugnano tanto
e con tanta evidenza alla ragione, che nulla può esservi di
più perverso. Voler distruggere la religione e la Chiesa
fondata da Dio stesso, e da Lui assicurata di vita immortale, voler
dopo ben diciotto secoli risuscitare i costumi e le istituzioni del
paganesimo, è insigne follia e sfrontatissima empietà.
Ne meno orrenda e intollerabile cosa egli è ripudiare i
benefizi largiti per Sua bontà da Gesù Cristo non pure
agl'individui, ma alle famiglie e agli Stati; benefizi, per giudizio
e testimonianza anche di nemici, segnalatissimi. In questo pazzo e
feroce proposito pare quasi potersi riconoscere quell'odio
implacabile, quella rabbia di vendetta, che contro Gesù Cristo
arde nel cuore di Satana.
Similmente l'altra impresa, in cui
tanto si travagliano i Massoni, di atterrare i precipui fondamenti
della morale, e di farsi complici e cooperatori di chi, a guisa di
bruto, vorrebbe lecito ciò che piace, altro non è che
sospingere il genere umano alla più abbietta e ignominiosa
degradazione.
Ed aggravano il male i pericoli, onde sono
minacciati tanto il domestico, quando il civile consorzio. Come di
fatti esponemmo altra volta, esiste nel matrimonio, per unanime
consenso dei popoli e dei secoli, un carattere sacro e religioso:
oltreché per legge divina l'unione coniugale e indissolubile.
Or se questa unione si dissacri, se permettasi giuridicamente il
divorzio, la confusione e la discordia entreranno per conseguenza
inevitabile nel santuario della famiglia, e la donna la sua dignità,
i figli perderanno la sicurezza d'ogni loro benessere.
Che poi
lo Stato faccia professione di religiosa indifferenza, e
nell'ordinare e governare il civile consorzio non si curi di Dio, né
più né meno che se Egli non fosse, è
sconsigliatezza ignota agli stessi pagani; i quali avevano nella
mente e nel cuore così scolpita non pur l'idea di Dio, ma la
necessità di un culto pubblico, che giudicavano potersi più
facilmente trovare una città senza suolo, che senza Dio. E
veramente la società del genere umano, a cui siamo stati fatti
da natura, fu istituita da Dio autore della natura medesima, e da Lui
deriva come da fonte e principio tutta quella perenne copia di beni
senza numero, ond'essa abbonda. Come dunque la voce stessa di natura
impone a ciascuno di noi di onorare con religiosa pietà Iddio,
perché abbiamo da Lui ricevuto la vita e i beni che
l'accompagnano; così per la ragione medesima debbono fare
popoli e Stati. Opera perciò non solo ingiusta, ma insipiente
ed assurda fanno coloro, che vogliono sciolta da ogni religioso
dovere la civil comunanza.
Posto poi che per volere di Dio
nascano gli uomini alla società civile, e che il potere
sovrano sia vincolo così strettamente necessario alla società
stessa, che, dove quello manchi, questa necessariamente si sfascia,
ne segue che l'autorità di comandare deriva da quello stesso
principio, da cui deriva la società. Ed ecco la ragione, che
l'investito di tale autorità, sia chi si voglia, è
ministro di Dio. Laonde fin dove è richiesto dal fine e dalla
natura dell'umano consorzio, si deve obbedire al giusto comando del
potere legittimo, non altrimenti che alla sovranità di Dio
reggitore dell'universo: ed è capitalissimo errore il dare al
popolo piena balia di scuotere, quando gli piaccia, il giogo
dell'obbedienza.
Così ancora chi guardi alla comune
origine e natura, al fine ultimo assegnato a ciascuno, ai diritti e
ai doveri che ne scaturiscono, non è da dubitare che gli
uomini sono tutti uguali fra loro. Ma poiché capacità
pari in tutti è impossibile, e per le forze dell'animo e del
corpo l'uno differisce dall'altro, e tanta è dei costumi,
delle inclinazioni, e delle qualità personali la varietà,
egli è assurdissima cosa voler confondere e unificare tutto
questo, e recare negli ordini della vita civile una rigorosa ed
assoluta uguaglianza. Come la perfetta costituzione del corpo umano
risulta dall'unione e compagine di vali membri che, diversi di forma
e di uso, ma congiunti insieme e messi ciascuno al suo posto, formano
un organismo bello, forte, utilissimo e necessario alla vita; così
nello Stato quasi infinita è la varietà degl'individui
che lo compongono; i quali, se, parificati tra loro, vivano ognuno a
proprio senno, ne uscirà una cittadinanza mostruosamente
deforme; laddove, se distinti in armonia di gradi, di offici, di
tendenze di arti, bellamente cooperino insieme al bene comune,
renderanno immagine d'una cittadinanza ben costituita e conforme a
natura.
Del resto i turbolenti errori, che abbiamo accennati,
debbono troppo far tremare gli Stati. Imperocché tolto via il
timore di Dio e il rispetto delle divine leggi, messa sotto i piedi
l'autorità dei Principi, licenziata e legittimata la libidine
delle sommosse, sciolto alle passioni popolari ogni freno, mancato,
dai castighi in fuori, ogni ritegno, non può non seguirne una
rivoluzione e sovversione universale. E questo sovversivo
rivolgimento è lo scopo deliberato e l'aperta professione
delle numerose associazioni di Comunisti e Socialisti: agli
intendimenti dei quali non ha ragione di chiamarsi estranea la setta
Massonica, essa che tanto ne favorisce i disegni, ed ha comuni con
loro i capitali principi. Che se non si trascorre coi fatti subito e
da per tutto alle estreme conseguenze, il merito di ciò deve
recarsi, non già alle massime della setta o alla volontà
dei settari, ma alla virtù di quella divina religione, che non
può essere spenta, e alla parte più sana dell'umano
consorzio, che, sdegnando di servire alle società segrete, si
oppone con forte petto all'esorbitanza dei loro conati.
E
volesse il Cielo, che universalmente dai frutti si giudicasse la
radice, e dai mali che ci minacciano, dai pericoli che ci sovrastano
si riconoscesse il mal seme! Si ha da fare con un nemico astuto e
fraudolento che, blandendo popoli e monarchi, con lusinghiere
promesse e con fini adulazioni entrambi ingannò.
Insinuandosi
sotto specie di amicizia nel cuore dei Principi, i Frammassoni
mirarono ad avere in essi complici ed aiuti potenti per opprimere il
Cristianesimo; e a fine di mettere nei loro fianchi sproni più
acuti, si diedero a calunniare ostinatamente la Chiesa come nemica
del potere e delle prerogative reali. Divenuti con tali arti
baldanzosi e sicuri, acquistarono influenza grande nel governo degli
Stati, risoluti per altro di crollare le fondamenta dei troni, e di
perseguitare, calunniare, discacciare chi tra' sovrani si mostrasse
restio a governare a modo loro.
Con arti simili adulando il
popolo, lo trassero in inganno. Gridando a piena bocca libertà
e prosperità pubblica; facendo credere alle moltitudini che
dell'iniqua servitù e miseria, in cui gemevano, tutta della
Chiesa e dei sovrani era la colpa, sobillarono il popolo, e lui
smanioso di novità aizzarono ai danni dell'uno e dell'altro
potere. Vero è bensì che dei vantaggi sperati maggiore
è l'aspettazione che la realtà: anzi oppressa più
che mai la povera plebe vedesi nelle miserie sue mancare gran parte
di quei conforti, che nella società cristianamente costituita
avrebbe potuto facilmente e copiosamente trovare. Ma di tutti i
superbi, che si ribellano all'ordine stabilito dalla provvidenza
divina, questo è il consueto castigo, che donde
sconsigliatamente promettevansi fortuna prospera e tutta a seconda
dei loro desideri, trovino ivi appunto oppressione e miseria.
Quanto
alla Chiesa, se comanda di ubbidire innanzi tutto a Dio supremo
Signore di ogni cosa, sarebbe ingiuriosa calunnia crederla perciò
nemica del potere de' Principi, od usurpatrice dei loro diritti.
Vuole anzi essa, che quanto è dovuto alla potestà
civile, lesi renda per dovere di coscienza. Il riconoscere poi da
Dio, com'essa fa, il diritto di comandare, aggiunge al potere
politico dignità grande, e giova molto a conciliargli il
rispetto e l'amore dei sudditi. Amica della pace, autrice della
concordia, tutti con affetto materno abbraccia la Chiesa; e intenta
unicamente a far bene agli uomini, insegna doversi alla giustizia
unir la clemenza, al comando l'equità, alle leggi la
moderazione; rispettare ogni diritto, mantenere l'ordine e la
tranquillità pubblica, sollevare al possibile privatamente e
pubblicamente le indigenze degl'infelici. "Ma - per usare le
parole di Sant'Agostino - credono o vogliono far credere che non
torna utile alla società la dottrina del Vangelo, perché
vogliono che lo Stato posi non sul fondamento stabile delle virtù,
ma sull'impunità dei vivi" (Epist. CXXXVII, al. III, ad
Volusianum c. v, n. 20). Per le quali cose opera troppo più
conforme al senno civile e necessaria al comune benessere sarebbe,
che Principi e popoli, in cambio di allearsi coi Frammassoni a danno
della Chiesa, si unissero alla Chiesa per respingere gli assalti dei
Frammassoni.
In ogni modo, alla vista d'un male sì
grave e già troppo diffuso, è debito Nostro, Venerabili
Fratelli, applicar l'animo a cercarne i rimedi. E poiché
sappiamo che nella virtù della religione divina, tanto più
odiata dai Massoni, quanto più temuta, consiste la migliore e
più salda speranza di rimedio efficace, a questa virtù
sommamente salutare crediamo che prima di tutto sia da ricorrere
contro il comune nemico. Tutte queste cose pertanto, che i Romani
Pontefici Nostri Antecessori decretarono per attraversare i disegni e
render vani gli sforzi della setta Massonica; tutte quelle che
sancirono per allontanare o ritrarre i fedeli da così fatte
società; tutte e singole Noi con l'Autorità Nostra
Apostolica le ratifichiamo e confermiamo. E qui confidando moltissimo
nel buon volere dei fedeli, preghiamo e scongiuriamo ciascuno di loro
per quanto su questo proposito fu prescritto dall'Apostolica Sede.
Preghiamo poi e supplichiamo voi, Venerabili Fratelli, che cooperiate
con Noi ad estirpare questo rio veleno, che largamente serpeggia in
seno agli Stati. A voi tocca difendere la gloria di Dio e la salvezza
delle anime; tenendo, nel combattimento, questi due fini davanti agli
occhi, non vi mancherà coraggio né fortezza. Il
giudicare quali sieno i più efficaci mezzi da superare gli
ostacoli è cosa che spetta alla prudenza vostra.
Pur
nondimeno trovando Noi conveniente al Nostro ministero l'additarvi
alcuni dei mezzi più opportuni, la prima cosa da farsi si è
togliere alla setta Massonica le mentite sembianze, e renderle le sue
proprie, ammaestrando con la voce, ed eziandio con Lettere Pastorali,
i popoli, quali siano di tali società gli artifizi per
blandire ed allettare; quali la perversità delle dottrine e la
disonestà delle opere.
Conforme dichiararono più
volte i Nostri Predecessori, chiunque ha cara quanto deve la
professione cattolica e la propria salute, non si lusinghi mai di
poter senza colpa iscriversi, per qualsivoglia ragione, alla setta
Massonica. Niuno si lasci illudere alla simulata onestà;
imperocché può ben parere a taluno che i Massoni nulla
impongano di apertamente contrario alla fede e alla morale: ma
essendo essenzialmente malvagio lo scopo e la natura di tali sètte,
non può essere lecito di darvi il nome, né di aiutarle
in qualsivoglia maniera.
È necessario in secondo luogo
con assidui discorsi ed esortazioni mettere nel popolo l'amore e lo
zelo dell'istruzione religiosa: e a tal fine molto raccomandiamo, che
con ragionamenti opportuni a voce e in iscritto si spieghino i
principi fondamentali di quelle santissime verità, nelle quali
consiste la cristiana sapienza. Scopo di ciò è guarire
con l'istruzione le menti, e premunirle contro le molteplici forme
degli errori, e i vari allettamenti dei vizi, massime in questa gran
licenza di scrivere ed insaziabile brama di imparare.
Opera
faticosa di certo: nella quale tuttavia partecipe e compagno delle
fatiche vostre avrete specialmente il clero, se in grazia del vostro
zelo sarà ben disciplinato e istruito. Ma causa così
bella e di tanta importanza richiede altresì l'industria
cooperatrice di quei laici, che all'amore della religione e della
patria congiungono probità e dottrina. Con le forze unite di
questi due ordini procurate, Venerabili Fratelli, che gli uomini
conoscano intimamente ed abbiano cara la Chiesa; perché quanto
più crescerà in essi la conoscenza e l'amore di lei,
tanto maggiormente saranno aborrite e schivate le società
segrete. Egli è per questo che, giovandoCi della presente
occasione, torniamo non senza ragione a ricordare la opportunità
inculcata altra volta, di promuovere caldamente e proteggere il
Terz'Ordine di San Francesco, di cui recentemente con prudente
condiscendenza mitigammo la regola. Imperocché, secondo lo
spirito della sua istituzione, esso non mira ad altro, che a trarre
gli uomini all'imitazione di Gesù Cristo, all'amore della
Chiesa, alla pratica di tutte le cristiane virtù: e però
tornerà efficacissimo a spegnere il contagio delle sètte
malvagie. Cresca dunque di giorno in giorno questo santo sodalizio,
da cui, tra molti altri, può anche sperarsi questo prezioso
frutto, di ricondurre gli animi alla libertà, alla fraternità,
alla uguaglianza: non quali va sognando assurdamente la sètta
Massonica, ma quali Gesù Cristo recò al mondo e
Francesco nel mondo ravvivò. La libertà diciamo dei
Figli di Dio, che affranca dal servaggio di Satana e dalle passioni,
tiranni pessimi: la fraternità, che da Dio prende origine,
Creatore e Padre di tutti: l'uguaglianza che, fondata sulla giustizia
e carità, non distrugge tra gli uomini tutte le differenze, ma
dalla varietà della vita, degli offici, delle inclinazioni
forma quell'accordo e quasi armonia, voluta da natura a utilità
e dignità del civile consorzio.
In terzo luogo esiste
un'istituzione, attuata sapientemente dai nostri maggiori, e poi
coll'andar del tempo dimessa, la quale può servire ai di
nostri come di modello e di forma a qualcosa di simile.
Intendiamo
parlare dei Collegi e Corpi di arti e mestieri, destinati, sotto la
guida della religione, a tutela degl'interessi e dei costumi. I quali
Collegi, se per lungo uso ed esperienza riuscirono di gran vantaggio
ai nostri padri, torneranno molto più vantaggiosi all'età
nostra, perché opportunissimi a fiaccare la potenza delle
sètte. I poveri operai, oltre ad essere per la stessa
condizione loro degnissimi sopra tutti di carità e di
sollievo, sono in modo particolare esposti alle seduzioni dei
fraudolenti e raggiratori. Vanno perciò aiutati con la massima
generosità, e invitati alle società buone, affinché
non si lascino trascinare nelle malvagie. Per questo motivo Ci
sarebbe assai caro che, adattate ai tempi, risorgessero per tutto
sotto gli auspici e il patrocinato dei Vescovi a salute del popolo
siffatte aggregazioni. E Ci è di grandissimo conforto il
vederle fondate già in molti luoghi insieme coi patronati
cattolici: due istituzioni, che mirano a giovare la classe onesta dei
proletari, a soccorrere e proteggere le loro famiglie, i loro figli,
e a mantenere in essi con l'integrità dei costumi l'amore
della pietà, e la conoscenza della religione.
E qui non
possiamo passare sotto silenzio la Società di San Vincenzo de'
Paoli, insigne per lo spettacolo e l'esempio che porge, e si
altamente benemerita della povera plebe. Le opere e le intenzioni di
cotesta società sono ben note: essa è tutta in
sovvenire i bisognosi e i tribolati, prevenendoli amorosamente, e ciò
con mirabile sagacia, e con quella modestia, che quanto meno vuol
comparire, tanto è più opportuna all'esercizio della
carità e al sollevamento delle umane miserie.
In quarto
luogo, a conseguir più facilmente l'intento, alla fede e
vigilanza vostra raccomandiamo caldissimamente la gioventù,
speranza dell'umano consorzio.
Nella buona educazione di essa
ponete grandissima parte delle vostre cure, e non vi date mai a
credere di aver vigilato e fatto abbastanza, pel tener lontana l'età
giovinetta da quelle scuole e da quei maestri donde sia da temere
l'alito pestifero delle sètte. Fate che i genitori, i
direttori spirituali, i parroci, nell'insegnare la dottrina
cristiana, non si stanchino di ammonire opportunamente i figli e gli
alunni intorno alla rea natura di tali sètte, anche perché
imparino per tempo le varie e subdole arti, solite usarsi dai
propagatori di quelle per irretire la gente. Anzi quei che
apparecchiano
Dio si
nasconde, perchè gode di essere trovato:
sito
sui 600 cristiani martirizzati giornalmente.
Metafisica
Umanistica e Personalistica per un vero New World Order - senza micro
chip.
Conclusione ad ogni articolo: Questo è
solo un calcolo matematico non è una opinione! Ecco, in breve
la situazione finanziaria del mondo:
1-
gli "illuminati" o vertice satanico, sono 60 famiglie (per
lo più di banchieri ebrei), questi hanno il 50% della massa
monetaria visibile del mondo! Come? Attraverso la riscossione del
debito pubblico [tasse] e attraverso le multinazionali, il monopolio
dell'energia, della chimica, delle armi, delle banche!
2- hanno
anche il doppio, di tutta la massa monetaria visibile nel mondo.
Come? Mettono in passivo la carta colorata (banconote), in attivo i
titoli di Stato che il governo emette per pagare le banconote e
quindi chiudono il bilancio a zero!
3- La conseguenza è
che: "60 famiglie di satanisti detengono i tre quarti (3/4) di
tutta la potenza finanziaria e istituzionale (massoneria) del mondo!
"
CONCLUSIONE: 60 famiglie hanno "generato" un
POPOLO (invisibile come il signoraggio), di quasi un milione di
satanisti-massoni, attraverso questi, di fatto hanno il controllo
reale del nostro pianeta.
Il mondo non ha più un futuro!
Allora, preparati a prendere il micro chip! Preparato per te, ha
dentro il tuo nome in codice, con affianco il "666". Questo
ti renderà bionico, e sostituirà la tua carta di
credito e il conto in banca, ecc... ma secondo Apocalisse che ha
parlato di ciò nei minimi dettagli tecnici già 2000
anni fa, tu in Paradiso con questo "coso" non potrai più
entrare. Questo micro chip è il marchio della bestia e noi
siamo vicini agli ultimi tempi!
"Morte e Vita si sono
affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto;
ma ora vivo trionfa." - sequenza pasquale
Questo documento è
stato ideato scritto e pubblicato il giorno di Pasqua del Signore: 23
marzo 2008 ore 6,40.
Per l'onore
dovuto a Yeshua Ha Mashiach Notzri
detto Gesù di
Nazareth:
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http://picasaweb.google.it/jhwhverbum/Trattore02
Io, Lorenzo Scarola, come ministro e rappresentante di Dio dichiaro che le maledizioni e la condanna di Dio, sono senza appello e scendono su chiunque, a qualsiasi titolo, non si impegni a difendere la piena sovranità nazionale e far crollare questo parassitario sistema truppa (1 euro a te e 2,70 euro alle banche centrali) della moneta debito e il conseguente crimine di signoraggio che ci rende schiavi e sudditi di poteri occulti.
“In quel popolo dove, anche alcuni cervelli sono di valore, non c'è bisogno di ricorrere alle armi, ma dove la massoneria ha ridotto al silenzio anche la religione e ha occupato ogni spazio possibile ed impossibile, ecco che allora, solo le armi possono parlare!”