Gaio Valerio Catullo

LA VITA

Gaio Valerio Catullo nasce a Verona, forse nell' 84. Di lui si sa poco: era ancora vivo quando Pompeo diventò per la seconda volta console (55 a.C.), come è testimoniato dai carmina 11, 29 e 113. Svetonio testimonia che la famiglia di Catullo era abbiente e in amicizia con Cesare, il quale fu più volte ospite presso di loro. A Verona Catullo passò l'infanzia e la giovinezza, poi si trasferì a Roma, tornando però spesso nella sua amata villa a Sirmione sul Garda (alla quale dedica il Carme 31).

A Roma venne in contatto coi vari letterati dell'epoca (Nepote, Catone) ed ebbe strette relazioni con l'alta società del tempo, potendo godere di una grande indipendenza tanto da criticare anche Cesare e il suo protetto Mamurra. I suoi amici a Roma furono L. Calvo ed E. Cinna i quali imitavano i poeti alessandrini.

Due eventi particolarmente significativi della sua vita sono la morte del fratello, a lui molto caro, durante un viaggio in Bitinia (carmina 68 e 65) e l'amore  Lesbia, assai probabilmente Clodia, sorella del tribuno Clodio per la quale prova un grande affetto, troppo spesso non ricambiato. A questa donna sono dedicati molti Carmina che raccontano la storia del loro amore. Per quanto riguarda la vita politica Catullo non ne viene a far parte più di tanto. Non si interessa molto ma ci sono testimonianze che delineano Catullo come un difensore, anche se non impegnato del regime repubblicano.

LE OPERE

Il Liber, dedicato a Cornelio Nepote, è la raccolta di tutta la sua produzione e si divide in tre parti:

  1. Carmi 1-60 (vari metri, in prevalenza endecasillabi faleci), le Nugae il cui significato è “bazzecole, poesie leggere”;
  2. Carmi 61-68 (vari metri), Carmina Docta, racconti lunghi di carattere mitologico;
  3. Carmi 69-116 (in distici elegiaci), Epigrammi (anche di carattere satirico).

I temi trattati nel Liber sono l’amore, l’amicizia e l'arte,  rappresentati con una forte mescolanza di violenza e dolcezza, che denota l’atteggiamento estremista e passionale del giovane poeta.
La lingua e lo stile sono d’impronta callimachea e alessandrina.
I caratteri fondamentali sono la brevità, la raffinatezza e l'erudizione, tutti in contrasto con la tradizione non solo artistica, ma anche morale. Infatti Catullo sostituisce l'eros individuale alla virtus del civis romanus e la ricerca del piacere artistico, frutto di attenta elaborazione formale (labor limae), all'impegno didascalico ed epico. Così infatti gli suggerivano i modelli greci che privilegiò: Archiloco,  Saffo e soprattutto Callimaco.
Fu il massimo rappresentante dei poeti neoterici, gli iniziatori di una nuova concezione della vita e della poesia, frutto della fusione, già iniziata dal cosiddetto "Circolo degli Scipioni", tra il mos maiorum e l’humanitas greca. Come poeta neoterico ricerca essenzialmente la piacevolezza (Lepos), di matrice alessandrina, ottenuto grazie alla perfezione formale, e affronta soprattutto temi di carattere esistenziale.

Pagina a cura di Alice Lunardon (V F - Liceo classico "Lucrezio Caro" di Roma- a.s. 2003/2004)