SI SEGA LA VECCHIA

- I NOMI E I FATTI DI QUESO TESTO SONO PURAMENTE CASUALI E NON INTENZIONALMENTE MALEVOLI -

La Vecchia gira per le vie del paese continuando a dispensare dolcezze e beveraggi che inebriano i presenti, rapiti dalla sua presenza.

Pulcinella accompagna il carro, coinvolgendo i presenti a fare sostanziose bevute di vino.

In piazza, nel bel mezzo della festa, prima un pianto, poi un urlo.

Pubblico di donne

Continuano le urla; suono di sirena; colpo di petardo e fumogeni. Arrivano i carabinieri a cavallo che accompagnano il Pubblico ministero.

 

Pubblico ministero (sale su di un palco: segue un momento di silenzio)

Maresciallo!…

Maresciallo dei carabinieri

Pubblico ministero

(legge il mandato d'arresto)

Dato che l'imputata ha attratto verso di sé, tramite strani sotterfugi psicologici, e le lusinghe del piacere e l'arte della seduzione esercitata dalle sue donne, l'intera parte maschile della cittadinanza jelsese, mettendo a rischio riproduttivo questa zona del Molise.

Questo tribunale formula, nei confronti della Vecchia decrepita, l'accusa di circonvenzione d'incapace, e ripeto circonvenzione.

Le consegno il mandato d'arresto con la firma del GIP.

Prego maresciallo e faccia presto!...

Maresciallo dei carabinieri

I carabinieri a cavallo attraversano la folla per andare alla ricerca della Vecchia.

Sentono voci tra il pubblico, così tergiversano.

 

Un gruppetto di uomini

Pubblico di donne

Un gruppetto di uomini

Tirano fuori due cartelli dove c'è scritto, W LA VECCHIA - ÓSSE VÉCCHIE ÉNGRASSE 'A MENEŠTRE.

Pubblico di donne

Pubblico ministero (al maresciallo)

 

Il maresciallo parte definitivamente con un gruppo di carabinieri a cavallo alla ricerca della Vecchia imputata.

Ancora confusione. Voci che chiedono l'intervento del sindaco.

 

Voci

 

Il sindaco si affaccia dal balcone del Municipio.

 

Il sindaco

 

(cambiamenti nel testo rappresentato nel 2002):

IL SINDACO:

Buona sera,.. buona sera. Ringrazio tutti voi qui presenti questa sera per la fiducia accordata anche per questa occasione, ma prendo atto che la situazione venutasi a creare non è di facile soluzione, diciamo che è alquanto torbida e solo un atto assennato può fornirci una soluzione adeguata. In questi casi non ci sono né discorsi istituzionali né discorsi politici che tengano, con estrema franchezza concittadini siamo in piena crisi sociale.

Come un cavallo di Troia, una parte femminile, giovane e di estrema bellezza, elegante e suadente, si è presentata in paese, poi…  orrore!.., questa si è tramutata in una Vecchia decrepita, in uno spettro malefico che ha cercato e sta cercando tuttora di acquisire i nostri corpi e invadere le nostre menti. L’imbarazzo di tutti noi, immagino, sta nel fatto che fino a qualche giorno fa l’intera comunità ha convissuto con la donna che stasera ho sentito accusare. Oggi, essa è il mostro uscito allo scoperto che vuole conquistare un ruolo di prim’ordine nella nostra quotidianità. Oggi, e solo oggi lo vediamo con i suoi veri panni, lo vediamo scorazzare per le strade, entra nei bar, è entrato nelle nostre case promettendo amicizia e amore, fa promesse di ogni genere, anche di posti di lavoro. Io dico, guardatelo bene questo mostro, è seguito da un’ accozzaglia di diseredati, di personaggi inetti e inconcludenti, in grado, non dico di vivere, ma di apparire solo per intascare il rame per gl’inferi, pochi centesimi estorti alle nostre non troppo ricche tasche per coltivare la propria avarizia e dissolutezza. 

Parlando di rame, ahimè, come diceva una saggia vecchia di Jelsi, “occhie spanne spanne, so’ chellare che ‘n ze recagnene”, possiamo parafrasare: guarda bene prima di acquistare il rame per la vita, perché questo rame non si può cambiare, cioè guardiamo bene prima di accettare tra noi questa Vecchia, perché scegliere di averla in casa, significa minare le basi dei sani principi di convivenza civile della comunità.

Oggi ci svegliamo pieni di orrore ed è vero, ma siamo ancora in tempo, possiamo ripulire il nostro comune, niente è ancora perduto.

Noi, come inermi paesani facenti parte della regione Molise, contro questi mali possiamo intraprendere un’unica sola strada, oltre l’imprecazione di una giustizia divina. Questa strada è rappresentata dalla forza della giustizia dell’uomo, quella indipendente e autonoma che una civiltà, con la sua cultura, sa esprimere. In questa occasione come cittadini civili non possiamo che non affidarci pienamente alla giustizia dei tribunali. Perciò sia fatta richiesta per la nomina di un giudice dalla Corte suprema dello Stato Italiano, affinché giudichi questo caso estremo di Jelsi.

Noi come comunità siamo per la par condicio, e non vogliamo che le scelte siano condizionate da interessi di colore o di parte, come spesso succede nelle aule dei tribunali amministrativi regionali di mezzo mondo.

Come responsabile dell'ordine pubblico, ma soprattutto come cittadino di questa comunità, nell'attesa dell'arresto della sventurata, lasciatemi interpretare i desideri di quelli che hanno smascherato questa vecchia balorda, mostro pieno di bramosia di potere, pericoloso essere stroncatore di un vivere organico volto ad una sana riproduzione.

Cittadini, amici e conoscenti, in via straordinaria siano prolungati i festeggiamenti di piazza. Si festeggi,.. si festeggi affinché si proceda alla purificazione dell’insania,.. affinché ancora tutti possano gioire.

Gioiscano anche quelli che pensano di ricevere un torto da ciò che sta per accadere e che danno piena ragione alla signora appena incriminata, perché anch’essi guadagneranno sana esistenza da tutto ciò. Soprattutto a questi mi rivolgo con animo sereno, rassicurandoli per il futuro: giustizia sarà fatta. “LA LEGGE”, come recitano i tribunali, “È UGUALE PER TUTTI”.

Quindi, concittadini, godetevi ancora, anche per il 2002, questa “coda” straordinaria di Carnevale.  Buon divertimento!…

 

  

 

·         CONTINUANO I FESTEGGIAMENTI -

 

 

 

Una voce tra il pubblico

Un'altra voce

 

Un'altra ancora

In tribunale.

Giudice (entra con un bavaglio al collo e un grosso cucchiaio in una mano e nell'altra un libro, mentre il cancelliere gli serve un bel piatto con il brodo. Egli colpisce con un martello la sua cattedra o suona un campanello. Poi si sente il risucchio del brodo che sta bevendo)

L'avvocato della Vecchia

Giudice (suonando un campanello o un martello)

Pubblico ministero

L'avvocato della Vecchia

Pubblico ministero

- Giudice, obiezione!… obiezione!… qui si offende la mia professionalità.

 

Giudice (risucchio)

L'avvocato della Vecchia

Giudice ( risucchio)

L'avvocato della Vecchia

Giudice

L'avvocato della Vecchia

Giudice (prova a vomitare)

Il cancelliere si affaccia tra le quinte e poco dopo torna dal giudice, gli porta un altro pollo e gli parla in un orecchio.

 

Giudice

Pubblico ministero

L'avvocato della Vecchia

Giudice (svegliandosi)

 

 

Pubblico ministero

 

Il giudice cade di nuovo in un sonno profondo.

Avvocato della Vecchia

Poi giudice, mancano i fatti,… i fatti,… i fatti e le testimonianze affidabili…

Pubblico ministero

Cancelliere

Minghe

Pubblico ministero

Minghe

Pubblico ministero

Minghe

Pubblico ministero (con un tono di voce basso e un po' stizzito)

 

 

Avvocato della Vecchia

Giudice (si sveglia di nuovo)

Minghe

Giudice

 

Minghe

Avvocato della Vecchia

Pubblico ministero (al suo testimone)

Minghe

Pubblico ministero

Giudice

Minghe

 

Giudice

Minghe

La testa z'è misse a giraie encore cchiù forte, che songhe svenute… sì, sono svenute. Ma poche doppe, quanne me songhe svegliate la signora števe encore là che nitrava con i cavalli. E urlave, urlave e mi ha fatte paure. Allore, caro signor giudice, mi è venuto un altro giramento di testa, ma questa volte songhe reagite. Mi sone buttate pure ie nella mischie e ho cercate di difendermi da quei mostri dandole de sanda ragione. Vi devo dire che non saccio quante mi sono difese, fatto è che la mattine appresso mi sono svegliate con la testa tutte confuse e queste tra le mane, giudice (alza in alto una lunga salsiccia),… Ma vi sembra possibile giudice (ripete continuamente questa frase. Il pubblico ministero gli dà una pacca sulla spalla. Intanto il giudice scrive e picchia col martello su banco o fa sentire uno scampanellio)

 

Vocio del pubblico.

 

Giudice

Colpo di martello o scampanellio. La Vecchia tra pianti e urli viene portata sul patibolo dai carabinieri, mentre Pulcinella l'accompagna.

Questa scena scritta per la prima edizione del "Carnevale di Quaresima", marzo 2001, è di Antonio Valiante.

 

 

La Vecchia (arrivata davanti alla cassa sulla quale deve essere segata)

Io sono vecchie

ma mi sembro una giovinetta,

se mi giro intorno

e mi guardo allo specchio

mi accuso certamente

come 'na bella tra questa gente

Pulcinella ditemi allora

Se io sono vecchierelle

 

Pulcinella

Sì, sei vecchia,

è da molto tempo che sei nata,

però questa sera dovrai essere segata:

con una sega tagliente o un'accetta affilata.

Adesso vengono gli ammazzatori

per segarti senza dolore.

 

2 Questo testo è stato tratto da una testimonianza di Giuseppe D'Amico

 

 

 

PADRONE - 

Segatori!!..

su.. fatevi avanti

il verdetto è stato dato

e questa donna ingrata

deve essere segata

 

 

TAGLIALEGNA

Con questa accetta

Che taglia la legna

Questa donna indegna

Deve esser tagliata

(ripetere)

 

SEGATORI

Se l'accetta taglia

Ci mangiamo l'aglio

Se l'accetta è fine

Ci beviamo il vino

(ripetere)

TUTTI

Sono tre anni che andiamo girando

Senza lavor non si può mangiar

(ripetere)

Con questa sega ben affilata

Questa donna ingrata deve morire

(ripetere)

(Cambia la musica)

Chi z'o puteve crede

'Nde šta bella stanza

Quešta donna Susanne

È perze ogne crianza

(ripetere)

Sega, sega šta vecchierèlla

'Nn è remašte né òsse né pèlle.

Sega, sega šta vecchierèlla

'Nn è remašte né òsse né pèlle.

 

(di nuovo la musica della prima strofa)

 

TUTTI

Mo ze ne vène la signòre padrone

Se pòrte l'acche quešta séghe s'ammacche

Se pòrte 'o vine quešta séghe z'affine

Mo ze ne vène la signòre padrone

Se pòrte 'o casce quešte séghe trasce

Se pòrte 'u presutte, 'sta séghe sèghe tutte

Sèga, sèga šta vecchierèlla

'Nn è remašte né òsse né pèlle

Sèga, sèga šta vecchierèlla

'Nn è remašte né òsse né pèlle

 

PADRONA

Oh!… lavoratori che ben lavorate

Lasciate il lavoro e venite a mangiare

Sèga, sèga šta vecchierèlla

'Nn è remašte né òsse né pèlle

Oh!... lavoratori non vi stancate

mo viene il padrone e vi viene a pagar

Sèga, sèga šta vecchierèlla

'N è remašte né òsse né pèlle

 

PADRONE

Lavoratori che avete lavorato

Fatevi avanti che vi voglio pagare

TUTTI

Negli altri paesi non ci hanno pagato

Perciò ora ci facciam 'na allegra ballata.

(Tutti ballano, nel mentre iniziano i fuochi d'artificio).

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